I missili aria-aria della Cina

Nel settembre del 1958, dopo uno scontro tra caccia cinesi e di Taiwan, un MiG è rientrato con un missile AIM-9B inesploso nello scarico. Inviato nell’Unione Sovietica, il missile è stato copiato dalla Vympel come K-13.  E’ stato l’inizio della collaborazione con  la Cina nel settore dei missili aria-aria.

I missili cinesi portano la sigla PL variamente tradotta come PiLi (fulmine) o Pen Lung (drago dell’aria).

PL-1

Il primo missile cinese è stato il K-5M (AA-1 Alkali), importato nel 1958. Già nel 1959 erano iniziati i test della versione prodotta localmente, con l’assistenza dei tecnici russi, apparentemente conclusisi con successo. Il primo missile di serie è stato prodotto nel 1960. Questa volta le prove sono riuscite solo in parte, coi primi 4 lanci falliti per problemi nel sistema di guida dei vettori e non sono stati colpiti i drone. La produzione è stata sospesa in attesa dei risultati dell’investigazione. Nel 1962, risolti i problemi, la produzione è ripresa. E’ a questo punto che l’Unione Sovietica ha cessato l’assistenza obbligando i cinesi a ripartire da zero. I test sono ripresi nel 1963 con il lancio di 20 missili e l’abbattimento di due soli bersagli L-17. Nel 1964 il missile ha terminato i test ed è entrato in produzione l’anno seguente come PL-1.

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Lungo 2,5 metri, con un diametro di 20 cm, pesava 83 kg. Raggiungeva Mach 2,5 con un raggio d’azione di 6 km e una quota operativa tra  2500 e 16500 metri. Come tutte le armi a fascio direttore, era impreciso ed utilizzabile solo contro bombardieri grandi e poco manovrabili. Ha armato i caccia J-5 e J-6.

PL-2

Nel 1962 la Cina ha ricevuto i MiG-21F armati con gli R-3S. Un accordo siglato l’anno dopo prevedeva la produzione su licenza del missile come PL-2. Nel 1964 è stata incaricata della produzione la Fabbrica Macchinari a Xi’an. A metà del  1966, il primo lotto di 18 missili è stato assemblato e provato. Dopo due serie di lanci, a marzo 1967 con 19 missili e a maggio con 22, il PL-2 ha ricevuto la certificazione ed è entrato in produzione di serie. E’ stato impiegato per la prima volta in combattimento nel marzo del 1966, quando un missile PL-2, dei due lanciati da un caccia J-7, ancora sperimentali,  ha centrato un  AQM-34N Firebee americano.

Il primo PL-2 era lungo 2,84 metri con 61 cm di apertura alare e un peso di 75,3 kg. In grado di raggiungere Mach 2,2 ad alta quota, aveva un raggio d’azione tra 1,5 e 7,6 km. La quota d’impiego variava tra 300 e 15000 metri.

PL-2A:  nel 1967  l’Istituto 607 a Luoyang ha iniziato lo sviluppo di una versione migliorata, costruita dalla Fabbrica Motori Aeronautici Zhuzhou e dalla Fabbrica Macchinari Xi’an Dongfang.  La “Rivoluzione Culturale” ha ritardato le prove, e solo nel 1970 il missile è stato adottato. Ma non ha risposto alle specifiche per problemi tecnici e nel 1978 ne è stata interrotta la produzione. Lungo 2,5 metri, pesava 60 kg. Il raggio d’azione era invariato ma la quota massima saliva a 21000 metri.

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PL-2B : i primi PL-2 non erano in grado di distinguere il calore del motore dal sole o dal riflesso delle nubi, la spoletta ottica esplodeva prematuramente, il raggio d’azione era scarso e la guida imprecisa. Così Nel 1975 è partito il progetto del PL-2B nella Fabbrica 202 ad Hanzhong. Alla fine del 1979 era pronto il nuovo sensore, più sensibile (InPb raffreddato ad azoto) ed una migliore spoletta ottica. L’elettronica era migliorata. Nel 1980 i primi 20 PL-2B hanno iniziato i test, coi soliti problemi di scoppio prematuro. Risolti i quali, nell’ottobre 1981, il missile è stato certificato per l’uso. Condivide il 60 % dei componenti dei precedenti PL-2 ed è simile esteriormente all’AIM-9E.

Lungo 3 metri, con un diametro di 12,7 cm, ha una apertura alare di 53 cm e pesa 76 kg. Il motore ha una spinta di 2720 kg. Ed aumenta la velocità a 2,5 Mach (1,6 a bassa quota). Può virare a 11 g. Il raggio d’azione massimo varia tra 6 e 10 km, ma quello efficace non supera i 3-4. Quello minimo è di 1300 metri. La quota d’impiego è di  21,5 km.  Il missile può attaccare bersagli solo nel settore posteriore, in un arco molto limitato. La spoletta IR attiva la testata di 11,3 kg a frammentazione.

Ulteriori modelli sono forse rimasti allo stato di prototipi. Il PL-2-519, lungo 2,9 metri, pesava 153 kg. L’autonomia era tra un minimo di 2,7 ed un massimo di 6 km. La quota d’uso era tra 500 e 21000 metri. Si parla anche di un PL-2-15 (67 kg, 2,15 metri, quota 23000 metri) e di un PL-2-J72 (53 kg, 2,8 metri, quota 21000 metri).

Operativo sui caccia J-5, J-6, J-7, J-8, J-8II e Q-5, è stato l’arma aria-aria standard per tutti gli anni ’70 e fino ai primi anni ’80. E’ stato esportato in Albania, Bangladesh, Burma (Myanmar), Iran, Iraq, Pakistan, Sri Lanka, Sudan, Tanzania e Zimbabwe.

PL-3

Nel 1965 erano intanto partiti i lavori sul nuovo PL-3, interamente di progettazione cinese, sviluppato dall’Istituto di ricerca 612 e dalla Fabbrica 331. Anche in questo caso la “Rivoluzione Culturale” ha fermato il progresso del programma. Dopo un lotto di 20 missili completati nel 1968 ed altri 30 nel 1969, sono iniziati i test, proseguiti fino al 1974. Si sono manifestati subito problemi di eccessivo riscaldamento aerodinamico, scarsa robustezza della sezione motore e prematura attivazione della spoletta. Solo nel 1974 è stato colpito il primo bersaglio. Dopo aver rivisto i circuiti elettronici e migliorato il sistema di controllo della spoletta, i test sono ripresi, fino al 1979, data nella quale i lanci da J-8 si sono finalmente svolti con successo. Il missile è entrato in servizio nel 1980. La prima serie di 50 missili è stata fornita nel 1981. Durante le valutazioni si è scoperto, però, che il PL-3 non presentava progressi significativi e i pochi miglioramenti potevano essere incorporati nel già presente PL-2. Così il programma è stato interrotto nel 1983.

Il PL-3 aveva superfici di controllo più grandi per migliorare la manovrabilità ad alta quota, nuovi rolleron più efficaci e testata maggiorata con migliore spoletta. Più veloce, aveva maggior raggio d’azione e superiore precisione. Il sensore era invariato.

Lungo 3 metri, con un diametro di 13,5 cm, aveva una apertura alare di 61 cm e pesava 82 kg (altre fonti riportano 93 kg). Raggiungeva una velocità di 2,5 Mach ed un raggio d’azione massimo efficace di 3-4 km. La testata a frammentazione pesava 13,5 kg.

La serie PL-2/3 ha ricevuto il codice NATO CAA-1.

PL-4

Il programma PL-4 è iniziato nel 1966, come armamento primario del caccia J-9, poi cancellato, e di altri velivoli. Lo sviluppo del missile, basato sull’AIM-7D fornito alla Cina dal Nord Vietnam, è stato affidato all’Istituto di ricerca 612. La propulsione era compito della Zhuzhou (già Fabbrica 331). Due mesi dopo l’inizio del progetto, la Rivoluzione Culturale ha interrotto il programma, ripreso solo nel 1979 assieme ad una variante anti-radar. Completato lo sviluppo del motore, nel 1980 sono terminati i test a terra. Seguendo la pratica russa di sviluppare due sistemi di guida per lo stesso missile, il PL-4 è stato realizzato nelle varianti PL-4A (SARH) e PL-4B (IR). Il motore è lo Harbin FG-101, impiegato anche dal derivato anti-radar Fenglei-7.

PL-4A: nel 1984 il primo lotto è stato inviato alle forze armate per le valutazioni. Benché il missile avesse rispettato le specifiche, le stesse erano vecchie di quasi venti anni e conseguentemente le prestazioni erano modeste. Negli anni ’80 la breve cooperazione con gli Stati Uniti (project Peace Pearl) prevedeva l’aggiornamento degli J-8con radar americani e missili AIM-7, rendendo superfluo il PL-4. La Cina stava inoltre negoziando con l’Italia l’acquisto del missile Aspide. Tutto questo ha portato alla decisione di annullare il programma.

Lungo 3,23 metri, con un diametro di 19 cm ed un peso di 150 kg, il PL-4A volava a 2,25 Mach con un raggio d’azione di 18 km ed una quota operativa tra 30 e 21000 metri. La testata di 30 kg era attivata da una spoletta di prossimità e da una ad impatto. Diverse fonti riportano 40 g in manovra, valore poco credibile.

PL-4B: progettato subito dopo il PL-4A, ha iniziato le valutazioni per primo. Il sensore infrarosso è direttamente derivato da quello del PL-2, il che spiega la rapidità dello sviluppo. La logistica era semplificata e i costi inferiori rispetto alla variante SARH. Era lievemente più corto, 3,13 metri e leggero, 148 kg. Le valutazioni hanno dimostrato che le prestazioni non erano soddisfacenti. Il raggio d’azione era modesto, solo 8 km, simile a quello delle armi già presenti. Il missile ha così seguito la sorte del PL-4A. Entrambi sono stati cancellati nel 1985.

PL-5

Il progetto del PL-5, derivato dal PL-2, è iniziato nel 1966, presso l’istituto 607 a Luoyang (altre fonti riportano il 612 o ancora la Fabbrica 202 Hanzhong Nanfeng). Lo studio dei missili AIM-9D/E inesplosi, recuperati nel Vietnam, ha permesso un progresso sostanziale. I test sono stati avviati tra il 1967 e il 1971. Anche in questo caso erano previste due varianti con guide differenti: il PL-5A a guida radar semiattiva (SARH) ed il PL-5B all’infrarosso.

PL-5A: il primo test in volo del nuovo missile è avvenuto nel 1971. L’anno dopo sono iniziate le prove a fuoco, ma la “Rivoluzione Culturale” ha ritardato la produzione, lo sviluppo e i test. I lavori sono ripresi solo nel 1982 e il 2° lotto è stato completato. Equivalente al K-13R, il PL-5A aveva un motore più potente ed un sensore più sensibile. Ma i test hanno dimostrato che la variante non era adeguata e i tagli di bilancio hanno portato alla cancellazione nel 1983.

Lungo 3,23 metri, il PL-5A pesava 150 kg. Il raggio d’azione era di soli 10 km con una quota operativa tra i 1000 e i 18000 metri. Probabilmente la testata era di 30 kg.

PL-5B: la versione all’infrarosso ha subito gli stessi ritardi e ha dato problemi di prematura attivazione della spoletta, problema poi risolto. Nel 1985 è iniziata la produzione con le consegne l’anno dopo, per rimpiazzare i PL-2.

Lungo 3,13 metri, con un diametro di 12,7 cm ed una apertura alle alette maggiori di 65,7 cm, pesa 85 kg (altre fonti danno 148 kg). Raggiunge 1,5-2,2 Mach con un raggio d’azione massimo di 16 km e minimo di 1300 metri. I limiti di quota sono 500-21500 metri. Il sensore è derivato da quello dell’R-13, raffreddato con aria compressa, ed offre migliori prestazioni e resistenza al clutter ambientale, purchè il lancio avvenga ad almeno 16° dal sole. Può manovrare a 21 g.

Simile esteriormente all’AIM-9L, ha in realtà la tecnologia di un AIM-9G nella cellula di un R-3S. La caratteristica più importante è la possibilità di lancio fuori asse di 30°. Di fronte tuttavia non è utilizzabile, per l’insufficiente sensibilità del sensore. Sono disponibili due testate, entrambe di 6 kg: a frammentazione con spoletta di prossimità IR e “continuous rod” con spoletta radar. Il raggio letale è di 10 metri.

PL-5C: studiato nel 1991, ha visto le prime consegne nel 1999. Identico in peso, dimensioni, prestazioni e testata, è più manovrabile (30 g). E’ comparabile all’AIM-9H.

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PL-5E: negli anni ’90 la Cina ha iniziato la realizzazione di un missile di capacità pari all’AIM-9L, entrato in servizio forse nel 2002. Lungo 2,89 metri, con un diametro di 12,7 cm, ha una apertura alare di 61,7 cm e pesa 83 kg. La cellula presenta alette a doppio delta ed un nuovo sensore “all aspect” all’antimoniuro di indio (InSb) raffreddato a gas, operante sui 4 micron, con “aggancio” in un arco di +/-25° prima del lancio e +/-40° subito dopo. Più veloce, 2,5 Mach e manovrabile, 40 g, ha un raggio d’azione di 16-18 km e minimo di 500 metri. La testata è di 9 kg, attivata da una spoletta di prossimità laser. Si sospetta che il sensore sia stato “copiato” da quello dell’AIM-9L.

PL-5E-II: variante più recente, ha un sensore migliorato multielemento a due bande con migliori IRCCM. La quota operativa è tra 0 e 20000 metri.

Per la sua leggerezza e le minori dimensioni è ancora impiegato al posto del PL-8, sui vari J-7, J-8, JH-7, Q-5, JF-17 e sugli elicotteri. Ha avuto un buon successo, con vendite a Bangladesh, Birmania, Myanmar, Egitto, Iran, Irak, Corea del Nord, Pakistan (900 PL-5E e 310 PL-5EII), Sri Lanka, Sudan, Tanzania, Venezuela (100 PL-5E) e Zimbabwe.

PL-6

Il ritardo nello sviluppo del PL-3 lo ha reso presto inadeguato. Era prevista una serie di miglioramenti nell’elettronica ma  il PL-3 soffriva di limitazioni intrinseche che  impedivano di incorporare estesi miglioramenti tecnologici. Era necessario un nuovo missile. Il progetto PL-6 è iniziato nel 1975, prima ancora del completamento del PL-3, nell’Istituto 612. Il primo lotto è stato completato nel 1978 e i test effettuati con successo nel 1979. Ma le valutazioni hanno dimostrato che il PL-6 superava di poco il PL-3, e i pochi miglioramenti potevano essere incorporati nel PL-2, rendendo superfluo un programma separato. Così nel 1981 il progetto è stato ridimensionato e, dopo una limitata produzione, chiuso nel 1983.

Lungo 2,12 metri, con un diametro di 13,5 cm, aveva una apertura alare di 65,4 cm e pesava 93 kg. Il raggio d’azione variava tra 1,3 e 11,5 km.  Raggiungeva Mach 2,5 con una quota massima di 23000 metri e un massimo di  29 g in manovra.

PL-7

Durante i primi anni ’80 la Cina ha ottenuto il Matra R.550 Magic 1 da qualche paese in via di sviluppo dotato di Mirage. Lo sviluppo della “copia” PL-7 è iniziato nel 1982 da parte della ZAF (Zhuzhou). Nel 1984 sono stati prodotti  i primi 6 missili per i test.  Le spolette sono risultate instabili, perché attivavano lo scoppio prematuramente, e di scarsa qualità. Problemi risolti nel 1985.  Il PL-7 ha un sensore raffreddato ad azoto (sist. Joule-Thomson), meno sensibile dell’originale, e consente l’attacco solo in coda. Prodotto dal 1987,  apparentemente non è entrato in servizio nelle forze aeree cinesi. 

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Lungo 2,74 m, ha un diametro di 16 cm. L’apertura alare è di 66 cm e pesa 89 kg.  La velocità è di 2,7 Mach. La testata è di 12,5 kg. Le sue capacità non sono molto più elevate dei precedenti. Deve essere lanciato di coda al bersaglio entro 5-7 km, con una portata minima di 300 metri. Ma l’angolo di rilevamento del sensore è decisamente superiore. La configurazione è la stessa del Magic ed assicura buona velocità di virata e 35 g in manovra.

PL-7B:  il missile è stato migliorato con un nuovo sensore „all aspect”, ma non è chiaro se sia arrivato alla produzione in serie.

Il PL-7 è entrato in servizio sui caccia J-7 e Q-5. E’ stato esportato in Iran e Pakistan. Piccoli quantitativi sono stati acquistati dallo Zimbabwe per gli Hawk e dall’India per i Mirage 2000.

PL-8

Il Rafael Python-3  si è dimostrato superiore allo AIM-9L  in velocità, raggio di virata ed autonomia, durante la Guerra del Libano e, a seguito di prove molto soddisfacenti,  il governo israeliano e quello cinese hanno firmato un accordo a fine 1982 per l’acquisto da parte della Cina di una fornitura di 1200 kit, consegnati nel 1983. A metà degli anni ’80 la Cina ha riunito tutti i centri di produzione e sviluppo  in un unico gruppo, il Luoyang Electro-Optics Technology Development Centre (EOTDC)  per fabbricare su licenza il missile, denominato  PL-8A. I primi esemplari assemblati con  altri 1800 kit israeliani sono stati prodotti fra il 1988 e 1989, con IOC nel 1990. In seguito il supporto israeliano si è  limitato alla soluzione dei problemi tecnici. Dal 1989 è iniziata la produzione col 100% dei componenti prodotti localmente. I primi modelli interamente cinesi sono stati  testati nel 1993.

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Il PL-8A  è lungo 2,99 metri, ha un diametro di 16 cm, una apertura alare di 86 cm e pesa 120 kg. Primo missile cinese con capacità “all aspect”, ha un sensore all’antimoniuro di indio, raffreddato ad azoto, operante sui 4 micron con capacità “off-boresight” di +/-30° prima del lancio e +/- 40° in volo. Il motore lo spinge a Mach 3 con un raggio d’azione tra 500 metri e 15 km. La monovrabilità è eccellente, con 40 g in manovra.  La testata  di 11 kg è attivata da una spoletta di prossimità laser.

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PL-8B:  variante migliorata studiata nel 1999, ha raggiunto l’operatività nel 2002. E’ impiegata assieme al casco di puntamento (HMS). Ha lo stesso sensore del successivo PL-9, all’antimoniuro di indio  (InSb)  e processore digitale programmabile. Il raggio d’azione aumenta a 20 km.  

Il PL-8 è in servizio sugli J-7, J-8, J-8II, Q-5, JL-9 e JH-7 ma è stato integrato anche sugli  J-10 e J-11. Il costo dei Python 3 forniti alla Cina era di 330000 $ al pezzo.

PL-9

Lo sviluppo del China Academy of Air-to-Air Missile (CAAAM)  PL-9  è iniziato nel 1986, parallelamente al PL-8, incrociando la cellula ed il sensore di quest’ultimo con i componenti dei precedenti  PL-5/7, nuove  alette a doppio delta  più grandi e rolleron tradizionali per migliorare la manovrabilità ad alta quota. Probabilmente l’accordo con Israele impediva l’esportazione del PL-8,  possibile invece con il  nuovo missile, destinato espressamente a questo scopo. Ha capacità “all-aspect”, sensore all’antimoniuro di indio (InSb) raffreddato ad azoto liquido con capacità  “off-boresight” di  +/-40° e buone IRCCM. Il raggio di rilevamento contro bersagli frontali è di 4 km. La quota massima d’impiego è di 21000 metri.  Prodotto in piccola serie dal 1989  con IOC nel 1991, è stato forse esportato in Pakistan e Iran. L’affidabilità è oltre il 95%. Intercetta bersagli con scarsa traccia IR o a bassa quota. Può essere asservito al radar del caccia o ad un casco di puntamento TK-14, copia di un modello dell’Arsenal ucraina. Secondo i cinesi il PL-9 ha le capacità dell’AIM-9P/L.   

Lungo  2,9 m, ha un diametro di 16 cm ed una apertura alare di 65 cm.  Pesa  115 kg. Raggiunge 2,1 Mach con un raggio d’azione efficace tra 500 metri e 5 km e massimo di 16 km ad alta quota. Vira a 35 g. La testata di 10 kg ha spoletta radar.    

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PL-9C:  l’ultima variante, introdotta nel 1995, viene impiegata assieme al casco di puntamento TK-14. Mantiene lunghezza e diametro dei precedenti ma l’apertura alare passa a 81 cm. Il peso è di 123 kg.  Il  motore è più potente e porta la velocità massima a Mach 3 con una portata, in condizioni ideali, di 22 km. Quella minima è di 500 metri. In virata può raggiungere 40 g.  La navigazione è proporzionale. Il sensore è un imaging “all-aspect” a 4 elementi  su due coppie orizzontali all’antimoniuro di indio (InSb), con raffreddamento a gas tramite azoto liquido. Opera tra 3 e 5 micron con velocità di scansione di 28°/sec. Il raggio di rilevamento contro bersagli frontali è di 8 km con “aggancio” in soli 0,3 secondi e capacità “off-boresight” di +/-60°. Il processore dei segnali è digitale programmabile e offre elevate capacità IRCCM.  La  testata è di 11,8 kg con spoletta laser, forse derivata dal PL-5E.  Con una SSKP  del 90%, secondo i cinesi supera la serie AIM-9L/M.  Il missile non ha trovato larga diffusione nelle forze cinesi, non interessate al modello, in attesa di qualcosa di più moderno, sebbene il missile sia stato visto su diversi caccia, come i  J-7 e J-8. E’ previsto anche per i caccia J-10. E’ stato esportato in Bangladesh, Namibia e Nigeria.

La serie PL-9 è denominata dalla NATO  CAA-2.

PL-10

L’abbandono del PL-4 aveva lasciato la Cina senza un missile a medio raggio. Ma il caccia J-8II già disponeva del radar adatto.  Il programma PL-10, intrapreso nel 1980 dal 2° Ufficio di Shanghai (poi SAST)  era un ulteriore tentativo di “reverse-engineering”dell’AIM-7E Sparrow. Lo dimostrerebbe il sistema di guida: semiattivo radar a scansione conica, come l’originale americano. Il progetto vedeva una variante sup-aria (HQ-61C) ed una aria-aria, sia pure di dimensioni lievemente minori ed alette ridisegnate.  I primi test del PL-10 si sono svolti nel 1982 su un bombardiere H-5 convertito. Nel 1986 il primo test a fuoco da uno J-8II, il previsto vettore.

I tecnici cinesi non sono riusciti a replicare la miniaturizzazione dell’elettronica dello Sparrow e sono stati costretti ad aumentare il diametro a 28,6 cm. Il peso è risultato maggiore e per mantenere una portata di almeno 15 km si è dovuto utilizzare un motore più potente. Le grandi alette di comando triangolari al centro hanno richiesto pistoni idraulici per il movimento.

Lungo 3,89 metri,  con una apertura alare di 68 cm, pesava 310 kg.  Con una velocità di Mach 3, volava per 40 km. La testata era di 40 kg.

Lo sviluppo è stato completato con ritardo e solo nel 1992 qualche esemplare è stato consegnato. Il missile non è entrato in produzione di serie, dato il previsto arrivo del missile italiano Aspide.

PL-11

Nella metà degli anni ’80 la Cina ha ottenuto dall’Italia alcuni Aspide 1A per valutazione. Un accordo è stato siglato per la produzione su licenza. Alcune dozzine di missili fabbricati con kit italiani, parte di un lotto di 100, hanno visto luce nel 1989, ma l’embargo successivo ai fatti di piazza Tienanmen del 1989 ha bloccato il resto della fornitura.

I cinesi hanno allora lanciato il programma PL-11 sfruttando le tecnologie dell’Aspide. Sviluppato dalla Shanghai Academy of Spaceflight Technology (SAST), è divenuto il primo missile a guida radar prodotto in quantità.  Il primo test, su di un caccia J-8II, è avvenuto nel 1992.  Nel 2001 il PL-11 è stato dichiarato operativo dopo che, in un test finale,  4 missili su 5 avevano centrato i bersagli.

Vera e propria “copia” dell’Aspide, il missile PL-11 è lungo 3,69 metri, con un diametro di 20,8 cm. L’apertura alare è di 1 metro ed il peso di 220 kg. Raggiunge Mach 4 con un raggio d’azione di 40 km. La testata è ad alto esplosivo/frammentazione di 33 kg. Il sensore è semiattivo radar monoimpulso, come l’originale italiano, con ottime capacità ECCM ed alta precisione.

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PL-11A:  variante migliorata con superiore raggio d’azione e testata più potente. Dispone di unità inerziale per il volo a metà traiettoria, consentendo di attaccare da due a quattro bersagli contemporaneamente illuminando i bersagli solo nella fase finale.

PL-11B:  primo missile a guida radar attiva, conosciuto anche come PL-11-AMR, apparentemente sviluppato nel 2006.  E’ equipaggiato col radar attivo  AMR-1 monoimpulso, lo stesso del successivo PL-12. Rispetto al precedente ha un raggio d’azione inferiore ed una testata più piccola, data la precisione superiore. Sembra destinato all’estero.

Il PL-11 non è stato prodotto in grandi quantità, in attesa del più prestante PL-12.  La versione per l’esportazione è denominata FD-60. Il missile equipaggia i caccia J-8II e J-10.

PL-12

Nel 1997 l’Istituto  LETRI/607 ha iniziato lo sviluppo di un missile avanzato a guida radar attiva (progetto R-129), con forti finanziamenti. Ma ha dovuto affrontare grandi difficoltà per la scarsa esperienza nel settore. Nel 2002 è partita la produzione di preserie. Lo sviluppo è entrato nella fase finale nel 2003 con i primi lanci nel 2004. Nel 2005 sono stati completati i test, quando tutti gli 11 missili lanciati dagli J-8II  hanno centrato il bersaglio. Positivo anche un test multibersaglio alla fine dello stesso anno. L’arma è entrata in servizio subito dopo. Viene commercializzato all’estero come SheDian-10 (SD-10), denominazione di fabbrica, dalla LETRI e dalla China National Aero-Technology Import and Export Corporation (CATIC) .

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Il PL-12A (SD-10) è un missile a guida radar attiva a medio raggio. Lungo 3,85 metri, con un diametro di 20,3 cm, ha una apertura alare di 67 cm e pesa 180 kg. Il disegno particolare delle alette di comando in coda, riduce la resistenza aerodinamica,  migliorando la manovrabilità (38 g) dichiarata superiore a quella dell’R-77. Due antenne per datalink sono vicino allo scarico per le correzioni a metà traiettoria.  Il sistema INS e il datalink (dell’R-77) sono prodotti in Cina,  su licenza russa.  Il motore bistadio fornisce grande potenza per pochi secondi, poi altri 6-7 secondi di sostentamento.  Accelera il missile a 4 Mach, con un raggio d’azione massimo di 50 km e minimo di 1000 metri. Il raggio d’azione efficace è di 20-25 km. Può colpire bersagli tra 0 e 25000 metri di quota.  Ha capacità snap-up/down di 10000 metri rispetto al lanciatore.  La testata di 22,7 kg a frammentazione ha una spoletta di prossimità laser/RF. 

Impiega il sensore radar attivo Leihua Electronic Technology Research Institute (LETRI) AMR-1 pulse Doppler  ad antenna piatta in banda  J (forse tra 15,4 e 17,7 GHz).  E’ basato apparentemente sull’AGAT  9B-1103M, i cui disegni sono stati venduti alla Cina, prodotto su licenza ma con diverse  modifiche, con miglior processazione e raggio di scoperta di 25 km. Viene citato anche l’AGAT 9B-1348E in banda I  dell’R-77 le cui capacità sono, però, decisamente inferiori.  Il radar ha ottime capacità di discriminazione di chaff e decoy, oltre alla guida ausiliaria home-on-jam (HOJ). 

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Le modalità di lancio sono quattro:

-Lungo raggio con traiettoria “loft”, guida inerziale e datalink  per l’aggiornamento dati a metà percorso, guida attiva finale. La portata arriva a 70-80 km se lanciato a 10000 m di quota a Mach 1,2  contro un bersaglio in avvicinamento alla stessa quota e velocità. 

-Medio raggio con navigazione inerziale fino al punto pre-programmato di attivazione del radar.

-Corto raggio, con aggancio immediato dopo il lancio.

-Autoguida sulla sorgente del disturbo (HOJ).

E’ dichiarato più potente dell’AIM-120 A/B, ma inferiore all’AIM-120C.   

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PL-12B (SD-10A): derivato dal precedente  ma lungo 3,93 metri, è più manovrabile (oltre 40 g) grazie alla struttura rinforzata, che aumenta il peso a 199 kg. hanno un sensore migliorato attivo/passivo con un nuovo processore digitale, un sistema inerziale strapdown (SINS) e migliori ECCM e sono ritenuti comparabili agli AIM-120C4. L’entrata in servizio dovrebbe essere avvenuta nel 2010.

PL-12C (SD-10B):  derivato con alette pieghevoli per consentire il trasporto nelle stive dei nuovi aerei “stealth”. Apparentemente non prodotto, ha sicuramente ispirato il successivo PL-15.

PL-12D:  progetto con presa d’aria ventrale e motore ramjet, forse in competizione col successivo PL-13.  Sembra accertato che la Vympel abbia fornito la tecnologia relativa.  La configurazione del missile è estremamente somigliante a quella finale dell’ R-77M-PD, abbandonato per non aver ricevuto finanziamenti. Si presume che la Vympel sia stata autorizzata a vendere il progetto. Ma sono stati citati anche contatti col Sudafrica, con Israele e persino col consorzio MBDA. 

Il PL-12 è stato visto sui caccia J-8II, J-10, J-11, J-15, Su-30 e, in fotografia, sugli JH-7. Il Pakistan  ha ordinato 600 PL-12  (SD-10A) per i JF-17 ad un costo di 550000 $ l’uno, provandoli anche sui Mirage III.

PL-13

Progetto iniziato nel 2006 e presentato nel 2008, aveva una configurazione simile a quella del Meteor, con un ramjet e una o due prese d’aria inferiori, con alette stabilizzatrici dietro il radar attivo, tipiche dell’ R-27, e antenne datalink  in coda per la guida a metà traiettoria. Il primo lancio da terra è avvenuto nel 2010. Il progetto è proseguito come PL-21.

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Dal 1990 la Cina ha acquistato migliaia di missili russi R-73 ed R-27 oltre a  1000 R-77. Ma la ricerca per nuovi missili “nazionali” non è cessata. L’apparizione di alcune immagini su Internet, nel 2008, ha destato l’allarme in occidente per la possibile realizzazione di una serie di missili di quinta generazione. Già nel 2002 i vertici della Luoyang avevano annunciato lavori su missili di nuova generazione con TVC e sensori avanzati. Pare che in quel periodo siano iniziati diversi programmi di collaborazione con la Denel sudafricana, visto l’interesse della Cina per il missile A-Darter.

Una fotografia mostrava un bombardiere JH-7A con insoliti piloni tripli con un PL-12 e due missili molto simili al Denel R-Darter a guida radar, derivato dal Derby israeliano. Descritto come dimostratore di tecnologia, il nuovo missile era più piccolo e pesante solo 100-110 kg. Il raggio d’azione era stimato tra i 20 e i 30 km. Il radar attivo era forse il russo Agat  9B-1103M-150 con antenna di 15 cm ma, visti i buoni rapporti col Sudafrica, non si escludeva nessun’altra ipotesi.

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Questo missile prevedeva l’uso dei caschi di puntamento (HMD).  La relativa tecnologia potrebbe essere stata fornita dal Sudafrica. A dimostrarlo, il prototipo di casco HMD cinese del Cigong Group presentato già nel 2004 a Zhuhai, concettualmente simile al Denel Archer. Di questo missile si sono perse le tracce.

PL-10

Il Luoyang PL-10 o PL-ASR (forse Advanced Short Range), riprendendo una sigla già utilizzata, è stato sviluppato dalla CATIC a partire dal 2004. Nel 2008 sono iniziati i test del prototipo, con alette in coda differenti da quelle definitive.  Nel 2010 lo sviluppo è terminato, con il lancio da uno J-11. La produzione è partita nel 2013.

Somigliante all’IRIS-T, è lungo 2,96 metri, con un diametro di 16cm, e pesa 105 kg. Presenta 4 grandi alette in coda e lunghi “strake” a metà corpo per mantenere alta manovrabilità in fase terminale. Può sostenere 55g a fine combustione. Il raggio d’azione è di 20 km.

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Il sensore del PL-10 è ad immagine termica (IIR). Dovrebbe essere un CATIC  128×128 pixel all’antimoniuro di indio (InSb) con ottime IRCCM, già in sviluppo nel 2002. Operando in banda 3-5 e 8-12 micron avrebbe un raggio di rilevamento di almeno 20 km con  90° “off-boresight” e  capacità di  “lock on after launch”, cosa che suggerisce guida intermedia inerziale e capacità di attacco a 360° grazie anche al TVC accoppiato alle alette in coda e al casco di puntamento.  La testata è dotata di spoletta laser di prossimità. I vettori previsti sono i caccia J-7, J-8II, J-10, J-11, J-15, J-16, JF-17 e, con trasporto interno, gli J-20 ed FC-31. Nel 2016 è stata presentata la variante per esportazione PL-10E

PL-15 

Nel 2011 sono giunte le prime notizie sullo sviluppo di un missile di nuova generazione, destinato a sostituire il PL-12, da parte dell’Istituto 607. Ritenuto inizialmente la variante PL-12C del precedente, si trattava in realtà di un progetto differente. Il prototipo è stato visto nel 2012 sotto le ali di un J-11. L’anno dopo sono iniziate le prove di integrazione sul J-20. Lanciato per la prima volta nel 2015, è stato poi visto sui caccia J-10 e J-16.

Con alette  più piccole per consentire il trasporto nelle stive del J-20 (4 esemplari), ha un nuovo motore a due impulsi (boost-coast-boost-coast) attivabile a volontà, che estenderebbe il raggio d’azione a 150 km, datalink a due vie antidisturbo e un nuovo radar AESA  attivo/passivo con ottime ECCM. Le capacità dichiarate di attacco passive, non solo “home on jam” ma  anti-radar, richiederebbero capacità tecniche non indifferenti, dovendo impiegare la stessa antenna su frequenza estesa contro bersagli in movimento. Si dubita delle capacità cinesi in tale settore.

PL-16 

Possibile sigla di un nuovo missile a corto raggio e guida IIR di nuova generazione in sviluppo.

PL-20

Versione ulteriormente migliorata del PL-15, in sviluppo. Probabilmente di sezione minore per essere imbarcato in 6 esemplari nella stiva del J-20.

PL-21    

Iniziato come PL-13 nel 2006,  è simile al Meteor, con due prese d’aria inferiori che alimentano un ramjet a propellente solido. Ha alette stabilizzatrici anteriori e antenne per un datalink a due vie in coda per la guida a metà traiettoria. Il raggio d’azione efficace è di 150-200 km, con una “zona senza scampo” elevatissima data la possibilità di sostenere almeno 4 Mach fino all’impatto. Il primo lancio da terra è avvenuto nel 2010. Era destinato ai reparti per il 2012 ma solo ora sembra trovarsi in fase avanzata di collaudo.  I vettori previsti sono il J-11, il J-20 e l’FC-31.

PL-X 

Nel novembre del 2016 è apparsa la prima immagine di un missile a raggio extra-lungo in sviluppo (VLRAAM). Lungo 5,78 metri, con un diametro di 30 cm, presenta 4 alette di controllo in coda e forse controllo vettoriale della spinta (TVC) con getti a metà del corpo. Avrebbe un motore bistadio che assicurerebbe una velocità massima tra 4 e 6 Mach e una portata tra 300 e 400 km. Dopo il lancio a 15000 metri, salirebbe ad altissima quota (oltre 30 km) per poi proseguire il volo con traiettoria semi-balistica. La guida intermedia dovrebbe essere inerziale/Beidou (GPS) con aggiornamento datalink a due vie. In fase terminale attaccherebbe in picchiata guidato da un radar AESA attivo/passivo con avanzate ECCM, forse abbinato ad un sensore IIR, come dimostrerebbe una apertura sul cono anteriore, per aumentare la kill probability in condizioni di forte contrasto elettronico. La testata avrebbe una spoletta radar. 

E’ previsto il disimpegno del vettore dopo il lancio. Le informazioni sulla posizione del bersaglio sarebbero inviate da un AWACS o da radar terrestri o con satellite via datalink. Un attacco di questo tipo richiede una guida intermedia continua per 4-6 minuti su un raggio di 400 km, a seconda della velocità. Serve quindi una piattaforma esterna. Ma è evidente la minaccia potenziale nei confronti di velivoli  AWACS e simili. C’è anche chi avanza l’ipotesi che il missile possa essere un antiradar o un antisatellite. Il primo test, con un lancio da uno J-16, ha avuto successo. E’ previsto solo per trasporto esterno sui caccia J-11, J-16 e J-20. 

Gli ultimi prodotti cinesi sono ormai al livello della migliore produzione occidentale. La Cina ha preso quel ruolo di superpotenza che finora l’arretratezza tecnologica le aveva impedito di assumere a pieno titolo.

Fonti

http://chinese-military-aviation.blogspot.it/p/missiles-i.html

One thought on “I missili aria-aria della Cina

  1. Questi paesi ‘minori’ sono uno spasso…

    Negli ultimi 30 anni, tra Sud Africa, Cina, Giappone, Israele, Taiwan, hanno sviluppato più AAM di tutti gli altri Paesi messi assieme. Mentre da noaltri abbiamo tenuto i soliti programmi multidecennali Sidewinder, Sparrow, AMRAAM, IRIS-T, ASRAAM, MICA, Meteor e Magic. Messi tutti assieme sono meno dei soli tipi sviluppati dai Cinesi.

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