Razzi aria-superficie della Seconda Guerra mondiale (prima parte)

      L’idea del razzo è molto antica, per la sua semplicità, e non ci è voluto molto prima che se ne considerasse l’impiego bellico. Nel settore aeronautico è con la Prima Guerra mondiale che, all’inizio del 1916, compaiono sui biplani i razzi Le Prieur, per l’attacco ai dirigibili e ai palloni da osservazione. Nella Seconda Guerra mondiale il loro impiego diviene generalizzato.

Unione Sovietica

Nel primo dopoguerra, i sovietici sono stati i primi a comprendere l’importanza dei razzi, seguiti nel 1943 da inglesi e tedeschi e, l’anno dopo, dagli americani. I primi prototipi del razzo RS (Reaktivny Snaryad, proiettile a razzo) sono stati lanciati già nel 1928, con propellente senza fumo. Erano stabilizzati per rotazione ma il 20-30% della carica andava così sprecato, riducendone il raggio, e la precisione era scarsa. Si sono allora montate alette in acciaio con apertura di 20cm (RS-82) e 30cm (RS-132), coi test iniziati alla fine del 1929. L’impiego di cariche propellenti infumi di 24mm di diametro ha determinato il calibro dei razzi: 7 cariche entravano in un cilindro di 82mm e 19 in uno di 132mm. Il primo lancio di un RS-82 da un biplano I-4 con 6 razzi è avvenuto nel 1932. A metà degli anni ‘30 è stato realizzato un nuovo propellente alla nitroglicerina. A dicembre del 1937 gli RS-82 sono entrati in servizio, seguiti a luglio del 1938 dall’RS-132 per gli aerei d’attacco, sui binari leggeri RO-82 e RO-132 a bassa resistenza. I razzi sono stati subito montati sugli I-15, I-15bis, I-153, I-16 e sui bombardieri SB-2M. Successivamente hanno fatto parte della dotazione degli Yak-1/7, LaGG-1/3, La-5FN, La-7, Il-2, Il-4I, Il-10, Su-2, Pe-2, Tu-2. Alcuni Il-2 sono stati modificati sul campo per montare 24 razzi, sia pure con seri problemi di peso e resistenza aerodinamica. Nel 1943 per aumentare la precisione si sono provati i TRS-82 e TRS-132 con ugelli angolati per impartire una rotazione di 20 giri/sec. Nel 1944 sono apparsi i razzi TS-46 e TS-47, con alette angolate a 1,5°. La lenta rotazione impediva l’accensione irregolare delle cariche. Nel solo 1940 si sono prodotti 125100 RS-82 e 31680  RS-132.

RS-82

Lungo 60 cm, con un diametro di 82mm, pesava 6,8-7,9 kg. Il motore da 400 kg/sp per 0,6 secondi, con 1,1 kg di propellente, accelerava il razzo a 340 m/s oltre la velocità del vettore, con un raggio massimo di 6200 metri e utile di 1500 metri. La precisione era scarsa, 14-16 millesimi. La testata ad alto esplosivo/frammentazione di 360g proiettava schegge entro 6-7 metri. Ne esistevano diverse varianti: nel 1942, sugli Il-2, è entrato in servizio l’RBS-82 di 15 kg, con motore più potente e carica cava (APHE), in grado di forare 50mm. L’ROS-82 era un razzo a frammentazione, poi seguito dall’ROFS-82. Lo ZS-82 era incendiario. Il TRS-82 era stabilizzato per rotazione. L’uso dei razzi da 82mm è andato presto calando, sostituiti dai 132mm, e per ordine, definitivamente tolti dai caccia nel 1942. Un colpo a segno poteva danneggiare o distruggere solo un carro leggero. L’RBSK-82 a carica cava, invece, non è stato adottato, a causa delle spolette difettose.

RS-132

Lungo 84,5 cm, con un diametro di 132 mm, pesava 23-25 kg. Con 3,8 kg di propellente raggiungeva 350 m/s oltre la velocità del vettore, con un raggio massimo di 7100 metri e utile di 1500 metri. La precisione era la stessa dell’RS-82. La testata di 1,9 kg a frammentazione, con 900g di esplosivo, proiettava schegge entro 9-10 metri. Anche di questo vi erano le varianti: RBS-132 a carica cava (APHE), dal 1942 sugli Il-2, in grado di forare 75mm, l’ROS-132 a frammentazione, poi seguito dall’ROFS-132, lo ZS-132 incendiario e, dal 1943, il TRS-132 stabilizzato per rotazione. I razzi da 132mm potevano danneggiare o distruggere anche carri medi e pesanti, ma solo con colpi in pieno. I ROFS-132 erano più precisi e, anche nel caso avessero mancato il bersaglio di 1 metro, le schegge potevano forare 15-30mm.  

Per entrambi erano disponibili le spolette a impatto (AM-A) o a tempo (AGDT-A), queste ultime impiegate anche nel tiro aria-aria con razzi ROS-82, con tempo selezionabile a terra tra 2 e 22 secondi.

In combattimento

Il pilota doveva stimare ad occhio la distanza o tramite un cannocchiale a reticolo, aprendo prima il fuoco coi traccianti. Data la scarsa precisione dei razzi, era previsto il tiro in serie o in salva da 800-1200 metri. I razzi erano attivati elettricamente col gruppo di controllo ESBR-3 o con un sistema pirotecnico.

La bassa velocità e l’imprecisione non ne permettevano l’uso aria-aria. Eppure il primo impiego è avvenuto, il 20/8/1939 sul fronte di Khalkhin Gol, proprio contro alcuni aerei. 5 I-16 hanno lanciato in salva gli RS-82 da 1000 metri, abbattendo 2 aerei giapponesi. Lanciati da 800 metri contro formazioni di aerei, i caccia sovietici avrebbero abbattuto in tutto 19 aerei, impiegando 413 razzi con spoletta a tempo. Nella guerra in Finlandia (1939-1940) 6 bombardieri SB hanno attaccato bersagli al suolo con razzi RS-132. In un caso MiG-3 avrebbero abbattuto frontalmente 4 aerei di un gruppo di 6, con salve di 6 RS-82. Gli RS-82 potevano essere montati anche all’indietro per la difesa dei bombardieri, con spolette regolate a differenti distanze, per prevenire attacchi posteriori e, potenzialmente, provocare un abbattimento.  

Nei test, a settembre 1941, contro carri armati i risultati sono stati scoraggianti. Il tiro è iniziato a quota di 100-400 metri, con angolo di discesa di 10°-30°. I piloti hanno mirato da 800 metri, aprendo il fuoco a 300-500 metri. Su 186 razzi RS-82, solo 2 (1%) hanno colpito un carro armato fermo. Contro una colonna di carri, la probabilità è stata del 3,7%, con un totale di soli 7 razzi a segno. E nessuno dei 134 razzi RS-132 ha colpito il bersaglio.

Era presumibile che la probabilità di colpire da 600-700 metri, con la contraerea, sarebbe stata più scarsa. Nel corso di una battaglia tra Belgorod e Kharkov, a luglio del 1943, sono stati riportati 270 carri armati distrutti, la maggior parte dagli Il-2. Ma il confronto coi dati tedeschi indica un totale di 49 carri persi, per tutte le cause ! A Kursk, gli Il-2 hanno dichiarato 90 carri armati distrutti in 30 minuti. Quelli effettivamente colpiti erano 6. Si sono, ciò nonostante, ottenuti ottimi risultati contro bersagli morbidi, lanciando salve di razzi ROFS-132 contro colonne di veicoli e personale allo scoperto, treni, magazzini, artiglierie, scali ferroviari.

Non sono mancati impieghi alternativi, su treni, imbarcazioni, veicoli e batterie antiaeree a difesa delle aerobasi, montati su ZIS-5, con 4 lanciatori da 24 RS-82 e 2 da 12 RS-132. Dagli RS è derivata la serie M-8 e M13 Katyusha.

Regno Unito

RP-3

Dopo il primo dopoguerra l’interesse per i razzi, in Inghilterra, era venuto meno. Le difficoltà incontrate nel 1941 dalla Desert Air Force contro i carri armati tedeschi, hanno portato a uno studio per valutare l’efficacia dei cannoni Vickers S e Bofors da 40mm e del T-9 americano da 37mm (Methods Attacking Armoured Vehicles). I cannoni risultavano efficaci solo contro blindati e veicoli. Si è così pensato di ricorrere ai razzi, che i sovietici sembravano impiegare con buoni risultati. A settembre del  1941 si sono sviluppati due modelli, un razzo da 51mm con esplosivo al plastico da 10,4 kg, risultato poco efficace, e un razzo perforante da 76mm e testata da 9 kg. I test sono iniziati sugli Hurricane e Beaufighter a giugno del 1942 e proseguiti fino alla fine dell’anno, per sviluppare tattiche adeguate. I razzi sono poi stati montati su molti altri velivoli. Per il puntamento si sfuttava il normale mirino a riflessione GM.II, poi migliorato come GM.IIL. Sugli Hudson e sui Ventura, ha dato buoni risultati l’Mk.IIIA. Alla fine del 1944, il mirino giroscopico Mk IID nei test consentiva un 4 % di colpi a segno su un carro armato con una salva di 8 razzi.

Il nome RP-3 (Rocket Projectile 3 inch) derivava dal calibro nominale del motore del razzo (76mm), conosciuto successivamente anche come 60 pound, dal peso nominale della testata. Il razzo era formato da un tubo di 83mm lungo 1,4 metri, con apertura alette di 33,7 cm e 5,2-5,7 kg di cordite propellente. Sulla cima era avvitata o forgiata la testata, intercambiabile, in vari modelli. L’accensione era elettrica. Il motore è stato più volte aggiornato, con 6 differenti modelli (Aircraft rocket motor, 3 in., No.1 Mk.1/1TH/2/2TH/3TH/4TH). Forniva 800 kg/sp per 1,6 secondi. La portata massima era di 1600 metri, quella efficace di 1000 metri. la prima serie di razzi ha compreso:

Shell, 18 lb, HE: con testata ad alto esplosivo di 8 kg.

Shot, 25 lb, AP, No.1, Mk.I: lungo 1,64 metri, pesava 28,5 kg. La testata perforante di 11,2 kg era in ghisa, con diametro di 87mm, contro sommergibili e navi. Soprannominato “rocket spear”, raggiungeva 380 m/s (più la velocità del vettore). Lanciato da un aereo a 384 km/h da 366 metri (tempo di volo 0,5 sec), poteva forare 78mm. Da 640 metri (0,89 sec) forava 88mm e da 914 metri (1,29 sec), 83mm. In tutti i casi con piastre inclinate a 20°.

Shot, 25 lb, AP, No.2, Mk.I: più appuntito, con testata di 96,5mm, aumentava la perforazione, ad angoli inferiori a 15°.

Shot, 25 lb, SAP, Mk.I: semiperforante, simile al precedente ma in acciaio dolce, poi impiegato in addestramento.

Shot, 25 lb, Practice, Concrete, Mk.I: con testata in cemento di 127mm di diametro per addestramento. Poteva montare un fumogeno (Container Smoke No.1/2 Mk I).

Head Rocket Flare Mk.1: illuminante con paracadute.
Phosphorous RP: era realizzato unendo un proiettile da 114mm con fosforo bianco o un 25 lb Shell Smoke Mk I dei complessi Sea Mattress al motore di un RP 3, come razzo incendiario.

I razzi sono stati impiegati nel deserto, da giugno 1942, dagli Hurricane Mk.IIE/IV anticarro, ma la testata si è rivelata inefficace, a fine guerra era poco usata contro bersagli a terra. Solo in caso di impatto diretto poteva daneggiare gravemente un carro armato, per l’effetto incendiario del motore attivo o della cordite restante.

Si è così introdotto il successivo “60 pound”, a metà del 1943, inizialmente con spoletta ritardata per bersagli navali, ruolo nel quale non ha avuto successo, non potendo penetrare molto in acqua. Contro obiettivi terrestri, invece, con spoletta a impatto, si è rivelato micidiale perché poteva forare il tetto dei Panzer IV/Panther e danneggiare i Tiger. Anche di questo erano disponibili vari modelli:

Shell, HE, 60 lb, F, No.1, Mk.I: a frammentazione contro personale/veicoli. Derivato per conversione di proiettili da 114 mm, con spoletta a impatto. La testata pesava, in realtà 21,3 kg, con 1,36 kg di TNT o RDX/TNT (60/40). Le schegge pesanti potevano danneggiare a grande distanza.


Shell, HE, 60 lb, SAP: disponibile da fine 1943, lungo 1,88 metri, pesava 44,6 kg, con testata semiperforante di 152mm di diametro di 27,2 kg con 5,44 kg di TNT o Amatol (60/40). Avendo il motore originale ma una testata più pesante, raggiungeva solo 230 m/s (più la velocità del vettore), cosa che riduceva il raggio utile e la precisione. Era in 4 varianti  (No.1/2 e MkI/II) a seconda se la testata era avvitata o no, con spoletta a impatto o ritardata. In grado di forare 200mm se lanciato da 1000 metri, in attacco frontale contro un carro armato, anche in caso di mancata distruzione poteva, con lo scoppio, sfasciare i cingoli, danneggiare il cannone e le ottiche, ferire l’equipaggio.

Shell, Practice, Concrete, 60 lb Mk.I: per addestramento, lungo 1,93 metri e pesante 44,4 kg, aveva una testata in cemento di 152mm di diametro di 27,4 kg su barre d’acciaio. Poteva montare un fumogeno (Smoke container, No.1/2, Mk.I) con 450g di tetracloruro di titanio.

Gli RP-3 sono stati impiegati dalla RAF, dalla Royal Navy/FAA e dai velivoli del Commonwealth sui Fortress Mk.II, Beaufighter Mk.VI/VIC/X/20, Liberator B.Mk.III/VI, Mosquito FB.Mk.VI, Hurricane Mk. IIE/IV, Typhoon Mk.Ib, Tempest, Wellington GR Mk.XIV. Firefly Mk.I, Swordfish Mk.II/III, Avenger/Tarpon Mk. I/II/III, Sea Hurricane Mk.IIC, Hudson, Ventura, Boston e su sei P-47 inglesi.

Tra il 1943 e il 1944 sono stati prodotti 281000 razzi 25lb AP mentre, dal 1943 al 1945, la produzione dei 60lb SAP/Shell ha toccato 765300 pezzi.

In combattimento

I razzi sono stati impiegati contro carri e blindati, treni, veicoli leggeri, artiglierie, navi, sommergibili, scali ferroviari, edifici. Avevano pregi e difetti. Erano leggeri, montabili in 5 minuti, più affidabili dei cannoncini e senza rinculo. Anche quando non colpivano, l’effetto era devastante e demoralizzante, come dimostrato dai veicoli abbandonati intatti o solo danneggiati. Ma non erano precisi, con 8 millesimi di errore teorico. Il peso e la resistenza aerodinamica dei binari in acciaio peggioravano le prestazioni. Sugli Swordfish vi era pure un pannello in acciaio anti vampa sotto i binari, a protezione dell’ala. Alla fine del 1944 si è passati ai binari in alluminio Mk.III. Gli americani avrebbero dimostrato che le rampe erano inutili, seguiti dagli inglesi solo nel dopoguerra. Un selettore consentiva il tiro singolo (poi abolito), a coppie o tutti in salva. L’installazione tipo vedeva 4 RP-3 sotto ogni ala ma a fine guerra alcuni Typhoon montavano altri 4 razzi sotto gli 8 presenti. La tipica installazione pesava in tutto 363-453 kg.

Contro navi e sottomarini erano micidiali, trattandosi di bersagli grandi e lenti. I Mosquito e i Beaufighter attaccavano gli U-boat in planata a basso angolo. I razzi che mancavano il bersaglio, arrivando corti, curvavano verso l’alto, dopo l’ingresso in mare. La miglior penetrazione non era ottenuta a fine combustione perché la testata si staccava dal motore rovente. Lanciati da 366 metri, col motore ancora in funzione, invece, percorrevano decine di metri a profondità anche di 5-10 metri, per poi emergere con velocità sufficiente (180 m/s) a penetrare lo scafo dei sommergibili, rendendone impossibile l’immersione. Il primo sommergibile è stato affondato il 23/5/1943 in Atlantico, con una salva di razzi da uno Swordfish.

Contro bersagli al suolo l’uso era decisamente difficoltoso. Il pilota doveva mantenere velocità, allineamento e angolo ottimali, per almeno 3-5 secondi, sotto il fuoco della contraerea. I razzi, prima di raggiungere la velocità massima, perdevano quota, e ulteriore caduta di traiettoria avveniva allo spegnimento del propulsore, dopo 450-550 metri, specie a lunga distanza. Il lancio avveniva in genere tra 500 e 1000 metri. Oltre era impreciso. I razzi da 60 libbre, lanciati da 550 metri a 400 km/h in planata a 10°, perdevano 23 metri di quota, 10 volte più dei colpi dei cannoncini. I piloti meno esperti aprivano il fuoco coi cannoni e, appena colpivano il bersaglio a 915 metri, lanciavano i razzi. Questi però arrivavano “corti”, 64 metri prima. Quindi era necessario stimare il momento adatto e alzare il muso poco prima. Ma l’addestramento al tiro era inesistente. Così, spesso, si preferiva l’attacco in picchiata a 45-60°, anche a 645 km/h, col lancio da 300 metri, esponendosi a pericolose richiamate e alle schegge dei razzi.

Anche se più veloci e precisi di quelli russi, i razzi si sono rivelati poco più efficaci dei cannoni di bordo. Fumo, polvere, detriti, hanno portato ad una rilevante sovrastima dei risultati. Illuminante, al riguardo, l’attacco dei Typhoon nel pomeriggio del 7 agosto 1944 a Mortain, per contrastare l’avanzata tedesca. Nel corso di 458 sortite, i Typhoon della 2° TAF hanno lanciato 2088 razzi (294 sortite) e 73 tonnellate di bombe (164 sortite), dichiarando 84 carri armati distrutti, 35 probabili e 21 danneggiati, con la perdita di 3 Typhoon. Gli attacchi sono proseguiti per altri quattro giorni, portando a un totale di 196 carri armati distrutti, oltre a innumerevoli altri veicoli. I Typhoon hanno compiuto in tutto 2193 missioni, col lancio di 9580 razzi e 398 tonnellate di bombe.

Ma, oltre al fatto che i tedeschi avevano in zona solo 177 carri armati, i controllori del 21° US Army Group e del 2°TAF ORS (Operational Research Sections), giunti in zona tra il 12 e il 20 agosto, hanno ritrovato appena 46 carri distrutti e di questi solo 7 colpiti da razzi e 2 da bombe. Il resto era stato colpito dalle forze di terra o abbandonato danneggiato. Di ulteriori 17 carri armati nella zona circostante, solo 4 erano stati colpiti da razzi.

Se i razzi si sono rivelati poco efficaci contro i carri armati, hanno però fatto strage dei veicoli poco o per nulla protetti. E le verifiche non avevano compreso altri 2265 veicoli distrutti o abbandonati trovati nelle zone vicine, almeno una parte dei quali sicuramente colpita dagli aerei.

Uno studio calcolava che il lancio di 8 razzi da un Typhoon avesse il 4% di probabilità di colpire un carro armato. Contro veicoli leggeri e blindati si stimava l’89 % di colpi a segno entro 137 metri.

Si sono allora eseguite delle prove. In un test su un Panther catturato, dipinto di bianco con croci nere ai lati, immobile su un campo, sono stati lanciati, apparentemente, 68 razzi. In attacco in coda con 12 razzi si è ottenuto 1 colpo a segno. Di fronte, su 44 razzi, 3 a segno. In attacco laterale con 12 razzi, 4 centri. In perfette condizioni e senza contraerea, una percentuale complessiva del 12 %. Si è stimato occorressero 140 razzi per avere il 50% di probabilità di colpire un carro in condizioni reali.

In una seconda prova, su 116 razzi si sono avuti 9 colpi a segno (8 %), ma con lanci da oltre 366 metri,  con tempo cattivo, con alcuni piloti che non avevano mai lanciato razzi e per la maggior parte contro carri di fronte.

Nell’attacco alle difese a Walcheren nel 1945, contro 25 grandi installazioni di cannoni, su 429 razzi solo 14 hanno centrato i bersagli (3 %).

Nell’attacco al transatlantico Rex, l’8/9/1944, in due attacchi, 24 Beaufighter hanno lanciato 144 razzi con 123 centri (85 %).

Secondo le stime del 1945, se per un razzo la probabilità di colpire un edificio di 36×15 metri era del 10 %, crollava al 2,8 % contro una baracca, 0,8 % contro grandi installazioni di cannoni, 0,5 % per un carro armato, 0,2% per un piccolo cannone. Valori alquanto pessimistici.

I razzi hanno trovato impiego anche su veicoli terrestri. Nel 1944 i canadesi li hanno montati sulle  Staghound e nel 1945 gli inglesi sui carri Sherman/Firefly e forse sui Cromwell, con 2-4 razzi da 60 libbre, come Sherman Tulip. Il raggio d’azione era di 365 o 730 metri ma erano poco precisi. Sono stati montati sugli LCT per bombardare la Normandia, ognuno con 1000 razzi RP-3, lanciati in salve di 40. 

Il razzo RP-3 è rimasto in servizio fino al 1968 con nuovi modelli:

Head Solid A/S a/c 3 in. No.I Mk I
Shell HE 60 lb. SAP No.2 Mk-3/Mk 4,
migliorato.

Shell HE 60 lb. GP multiuso a carica cava No.1 Mk I (RDX/TNT 50/50), che forava 200mm.

Shell HE 60 lb. S/H No.1 Mk I (Squash Head)
Head HE 18 lb. GP No.1 Mk I
Head HE 12 lb. GP
Head Rocket Flare Mk 2N
Head Practice 12 lb. No.1 Mk 1,
per esercitazione.

Nel dopoguerra RAF, RN e RAAF li hanno impiegati fino al rimpiazzo coi lanciarazzi da 2 inch RP (RN) e con gli SNEB (RAF). Hanno trovato impiego durante l’emergenza malese, in Corea, nella crisi di Suez, nella rivoluzione Indonesiana, e ad Aden, montati sui Brigand, Hornet, Vampire, Venom, Meteor, Hunter, Sea Fury, Sea Hawk, Attacker, Scimitar, Sea Vixen. L’Australia li aveva sui Beaufighter, P-51, Vampire, Firefly, Meteor, Gannet, Sea Fury, Sea Venom. La Svezia ha ordinato gli RP-3 nel 1946, come 8cm Pansarraket/Sprängraket M/46, rimpiazzati solo nel 1957, installati sui Texan, Saab-17, Saab 18, Saab 21/21R, Vampire, Tunnan, Lansen.

Fonti 

Soviet/Russian aircraft weapons (Y.Gordon)

https://ru.wikipedia.org/wiki/PC-82

http://www.wwiiequipment.com/

https://en.topwar.ru/48602-britanskie-i-amerikanskie-aviacionnye-reaktivnye-snaryady-vtoroy-mirovoy-voyny.html

https://rafoverlord.blogspot.com/2019/09/typhoons-in-battle-of-mortain-august.html

https://forum.il2sturmovik.com/topic/52492-are-rockets-as-overrated-as-they-say/

https://forums.rocketshoppe.com/showthread.php?t=18803

https://forum.il2sturmovik.com/topic/3658-does-anyone-have-data-on-rs-82-performance/

https://en.topwar.ru/203751-sovetskoe-aviacionnoe-protivotankovoe-vooruzhenie-perioda-vtoroj-mirovoj-vojny.html

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