P-40E Warhawk contro Ki-43-II Hayabusa (Oscar)

      Due velivoli che hanno fatto la storia dell’aviazione, eppure entrambi sottovalutati, persino denigrati, quando confrontati con i vari Me-109, P-47, P-51, FW-190, non sempre a ragione. Il Curtiss P-40 è stato uno dei migliori caccia dell’esercito americano allo scoppio della Seconda Guerra mondiale e l’arrivo di aerei più potenti non ne ha minimamente ridotto la diffusione. E’ stato utilizzato fino alla fine del conflitto su tutti i fronti, in moltissime varianti che, dai primi B, C e D sono arrivate al modello N. Il Nakajima Ki-43 Hayabusa è stato oscurato dallo Zero, tanto da essere spesso confuso con il caccia della Marina. Ha partecipato al conflitto fino alle ultime fasi, pur superato tecnologicamente e, numericamente è stato il caccia più importante dell’Esercito Imperiale giapponese, con  5919 esemplari. All’iniziale Ki-43-I, entrato in servizio nel 1941, ha fatto seguito il modello II, a dicembre del 1942, poi migliorato come II Kai a giugno del 1943 e, nell’estate del 1944, il tipo III.  

Il P-40E, apparso in combattimento nel 1942, era lungo 9,67 metri, con una apertura alare di 11,37 metri. La superficie alare era di 21,9 m2. Pesava 2880 kg a vuoto. Con 558 litri di combustibile (404 kg), munizioni e pilota, pesava 3744 kg al decollo, 4173 kg in sovraccarico. Aveva un motore in linea allison v-1710-39 a 12 cilindri a V da 1166 hp. Il rapporto cavalli/peso era di 0,31.  

Il Ki-43-II, apparso alla fine del 1942, era lungo 8,92 metri, con una apertura alare di 10,84 metri. La superficie alare era di 21,4 m2. Pesava 1910 kg a vuoto. Con 564 litri di combustibile (406 kg), munizioni e pilota, pesava 2590 kg al decollo, 2925 kg in sovraccarico. Aveva un motore radiale Nakajima Ha-115 a 14 cilindri da 1150 hp. Il rapporto cavalli/peso era di 0,44.

L’Hayabusa a pieno carico pesava meno del P-40 a vuoto, con un motore e una superficie alare simili. Naturalmente le prestazioni risultavano ben diverse.

Cabina

Il tettuccio del P-40 aveva diversi montanti, ma il pilota godeva di ottima visuale, grazie alle estese finestrature, sia pure con un angolo cieco posteriore.

La visuale dal Ki-43 era superiore, con un tettuccio a goccia, con ottima visibilità anche posteriormente e senza angoli morti.

Velocità

Il P-40E raggiungeva 570 km/h a 4570 metri e 495 km/h al livello del mare.

Il Ki-43 raggiungeva 530 km/h a 4000 metri e 465 km/h a livello del mare. Il Ki-43-II-KAI, con scarichi modificati, arrivava a 549 km/h a 6000 metri.

Velocità di salita

Il P-40E saliva a 4570 metri in 7 minuti e 36 secondi. La velocità di salita iniziale era di 12,5 m/s.    

Il Ki-43-II saliva a 3000 metri in 3 minuti, a 5000 metri in 5 minuti e 50 secondi e a 6100 metri in 6 minuti e 30 secondi. La velocità di salita iniziale era di 17 m/s, decisamente alta.

Salita lanciata

Il P-40 era svantaggiato, potendo salire discretamente solo ad alta velocità ma a basso angolo.

L’Oscar era molto più veloce in salita a tutte le quote. A 1500 metri di quota a 285 km/h poteva fare un looping entro 150 metri o eseguire 4 Immelmann consecutivi.

Picchiata

Il P-40 aveva un limite di 770 km/h, ma in alcuni casi si sono toccati gli 820 km/h.

Il Ki-43-II non poteva superare i 600 km/h. Il recupero dalla picchiata era difficile, dato il cattivo comportamento alle alte velocità e la fragilità.

Rollio

Il P-40 rollava a 95°/s tra 420 e 450 km/h e 85° a 320 km/h.

Il Ki-43 era il migliore in assoluto dell’intero conflitto. Alcuni filmati mostrano un rollio di oltre 180°/s, semplicemente fantastico ! La tattica preferita dei piloti alleati, un rollio veloce ad alta velocità si sarebbe trasformata in una brutta sorpresa. Fino a 480 km/h, il rollio era molto elevato.

Tangenza

Il P-40 arrivava a tangenza operativa 8840 metri.

il Ki-43-II raggiungeva 11200 metri.

Autonomia

Il P-40 aveva un’autonomia di 1152 km. Si Poteva montare un serbatoio supplementare sotto la fusoliera da 197 litri, portando l’autonomia a 1529 km. Poteva restare in volo fino a 2 ore e 50 minuti in crociera a 350 km/h.

L’Oscar aveva un’autonomia di 1760 km, aumentabile a 2800 km con due serbatoi ausiliari da 200 litri, in crociera a 220 km/h. Con serbatoi ausiliari poteva mantenersi in volo 6 ore e 45 minuti, compresi 20 minuti di combattimento.

Accelerazione

Il P-40 era pigro in accelerazione.

L’Oscar, con un rapporto potenza/peso migliore del 50 %, era formidabile, specie a bassa velocità. E con migliore conservazione dell’energia di manovra.

Carico alare

P-40E: 171 kg/m2 al decollo.  

Ki-43-II: 121 kg/m2 al decollo.

Nessun confronto, il bassissimo carico alare permetteva all’Hayabusa virate strettissime a tutte le velocità. Poteva eseguire manovre al limite dello stallo, senza perdita del controllo e senza entrare in vite, mantenendo il controllo anche a 80 km/h.

Numero di G

Il P-40 era estremamente robusto, potendo tollerare 9g.

Il Ki-43 arrivava a soli 6g. Il richiamo dalla picchiata o pochi colpi a segno potevano causare il collasso strutturale.

Virata

Il P-40 era discreto in virata, potendo battere, per esempio, il Me-109. Ed era alla pari con lo Spitfire. Virava di 360° in 19,2 secondi. Solo oltre i 440 km/h poteva battere in virata l’Oscar, lo Zero e il Nate.

Nessun aereo alleato poteva virare a bassa velocità come lo Zero, ma con l’Hayabusa andava peggio ! Il Ki-43-IIa virava di 360° in 14,5 secondi (14 secondi i Ki-43-I). Gli ipersostentatori a farfalla (Fowler) permettevano ai precedenti Ki 43-I di virare con un raggio di meno di 95 metri, quasi alla pari coi Ki-27. L’Oscar era estremamente agile ad alta e media quota a tutte le velocità, ma a bassa quota e alta velocità i comandi divenivano troppo “duri”.

Armamento

Il P-40E era armato con 6 mitragliatrici pesanti Colt Browning AN/M-2 da 12,7mm sulle ali, con cadenza di 800-850 c/m e 1686 colpi (624 le esterne, 582 le intermedie e 480 le interne). Più che adeguate contro gli Oscar. La traiettoria era molto tesa e il tiro convergente. Poteva montare 6 bombe da 9 kg o da una a tre bombe da 45, 113, 227 o 450 kg, sotto le ali e la fusoliera, per un totale di 317 kg, 453 in sovraccarico. Tipicamente, una da 227 kg e due da 45 kg.

Il Ki-43 non aveva un armamento adeguato, due mitragliatrici pesanti Ho-103 da 12,7 mm sincronizzate sopra il motore, con 270 colpi per arma, e cadenza di appena 425 c/m, poi aumentata a 500 c/m. Le Ho-103 erano classificate “cannoni” e impiegavano proiettili esplosivi. I B-24 riportavano erroneamente attacchi da Zero con cannoni da 20mm. 80-90 colpi da 12,7mm potevano abbattere un B-24. Ma la penetrazione era modesta. L’Oscar poteva montare due bombe da 30 kg o, eccezionalmente, 250 kg. Il Ki 43-IIIb con cannoni Ho-5 da 20mm è rimasto, purtroppo, prototipo.

Resistenza ai danni

Il P-40 era molto resistente. Disponeva di blindatura di 8 mm dietro al pilota, blindovetro di 38mm e serbatoi autostagnanti, oltre a blindature di 6,35 mm sul sistema di raffreddamento a liquido. Poteva sostenere danni estesi e picchiate senza rischio di cedimenti.

Ki-43-II aveva ali irrobustite per ovviare a casi di cedimento strutturale in combattimento, ma era, nondimeno, troppo leggero e vulnerabile. Inizialmente non aveva blindature né serbatoi autosigillanti. A novembre del 1943 i Ki 43-IIa hanno introdotto 13mm su sedile e poggiatesta e primitivi serbatoi in gomma, poi sostituiti con altri spessi 10 mm a 3 strati, in grado di resistere a colpi da 7,7mm, meno ai 12,7mm. Pochi proiettili da 12,7mm a segno potevano sviluppare un incendio o far collassare la struttura.

In combattimento

Causa estesi pregiudizi nei confronti dei velivoli giapponesi, si tende a sminuire esageratamente le vittorie degli Oscar che, nei primi mesi, hanno fatto strage dei velivoli alleati, ottenendo la superiorità aerea sulle Indie Olandesi, in Malesia, in Nuova Guinea e Birmania contro i vari P-36, P-39, P-40, F-2A, CW-21 e Hurricane, anche grazie a una certa superiorità numerica. I piloti impiegavano tattiche superate ma erano molto ben addestrati. E nel combattimento ravvicinato l’Hayabusa era persino superiore allo Zero, in virata, rollio, accelerazione e salita. Il 50 % di tutti gli abbattimenti è stato opera degli Oscar, impiegati da quasi tutti gli assi giapponesi dell’Esercito, come Satoshi Anabuki con 39 vittorie.

Ma presto sono apparsi i difetti, la mancanza di corazzature e serbatoi autostagnanti, una velocità limitata e un armamento inadeguato. Nel prosieguo del conflitto, l’arrivo dei P-38, P-47, P-51, F-6F, F-4U e Spitfire, in attacco da alta quota contro piloti giapponesi poco addestrati e molto spesso in inferiorità numerica, ha trasformato l’Oscar in un facile bersaglio. A differenza dello Zero, però, al Ki-43 sono seguiti aerei migliori, come i Ki-44 e Ki-84.

Il P-40 avrebbe dovuto attaccare di sorpresa in picchiata, con immediato disimpegno in caso di insuccesso, oppure frontalmente, sfruttando la maggior potenza di fuoco. In difesa, la tattica abituale contro gli Zero prevedeva un rollio veloce seguito da una picchiata o brevi virate secche per allontanarsi gradualmente, per poi salire. Tentare una cosa simile contro un Oscar poteva costare caro. Nessun aereo poteva contromanovrare un Oscar a bassa velocità. Né toglierselo dalla coda. Il P-40 non poteva sfuggire in virata, non poteva allontanarsi, perché inferiore in accelerazione, né tentare un looping, pena trovarsi l’Oscar in coda, e neppure tentare di scrollarselo sfruttando il rollio. Doveva mantenersi oltre i 440 km/h per poterlo contromanovrare. I piloti dei P-40 hanno presto capito che dovevano picchiare su ogni Oscar individuato a quota minore, senza riposizionarsi. Un ritardo di pochi minuti e si sarebbero trovati gli Oscar alla stessa quota.

Un Oscar in attacco che fosse riuscito a mettersi in coda a un P-40 l’avrebbe colpito a piacimento. In difesa, l’Hayabusa poteva evadere un attacco con una salita, un looping (manovra preferita anche dagli Zero, che obbligava il P-40 al disimpegno), un Immelmann, una vite orizzontale o un rollio veloce seguito da una virata strettissima. Manovre che avrebbero messo in difficoltà anche uno Zero. Ma mai una picchiata: il P-40 avrebbe avuto la meglio.

Fonti

Nakajima Ki-43 “Hayabusa”: Allied Code Name “Oscar” (J. Stanaway)

http://www.aviastar.org/air/japan/nakajima_ki-43.php

4 thoughts on “P-40E Warhawk contro Ki-43-II Hayabusa (Oscar)

  1. Insomma, tra le righe mi sembra di capire che complessivamente un P-40 era inferiore e che non avrebbe avuto troppe possibilità perché il Ki-43 poteva attaccare/difendersi in una varietà di modi decisamente più elevata sfruttando i suoi punti forti sull’aereo americano, decisamente numerosi…

    Premesso che l’aereo che ti frega è quello che non vedi, mi chiedo quanti secondi di fuoco un P-40 potesse subire dall’Hayabusa prima di precipitare, e quanto era realistica l’ipotesi che se sirpreso poteva essere colpito ripetutamente ma riuscire a picchiare e andarsene prima di essere distrutto dalle due mitragliatrici del Ki-43…

    P.s. una curiosità che ho sempre avuto sugli aerei Usa di inizio guerra è chi fosse il migliore tra il P-40 e il Wildcat…

    1. Difficile rispondere. Un attacco di sorpresa (ed è la norma in almeno il 70-80 % dei casi) avrebbe permesso all’Oscar di piazzare una raffica di due secondi a breve distanza e, molto probabilmente, una seconda raffica prima di una possibile evasione del P-40. In attacco, tra l’altro, il Ki-43 avrebbe avuto il vantaggio di una velocità (temporaneamente) superiore. Le due HO-103 sparavano proiettili esplosivi con 1 grammo di RDX, 1 grammo di PETN e 1,4 grammi di incendiario. Non erano paragonabili ai 20mm ma un buon pilota, a breve distanza, avrebbe potuto piazzare diciamo 10 colpi a segno per ogni raffica. Con due raffiche avrebbe abbattuto o almeno danneggiato gravemente il P-40.

      Il Wildcat era superiore nel combattimento ravvicinato e i primi modelli di P-40 erano più lenti e meno armati del P-40E. Considerate le tattiche di inizio guerra, credo che avrei preso un Wildcat.

  2. Belli questi articoli sui caccia della Seconda Guerra Mondiale, Gianvito. Non ho molto da dire nello specifico, mi limito a manifestare la mia speranza su una trattazione del Ta-152, forse il mio caccia preferito del conflitto, oppure (forse più interessante) di un “brutto anatroccolo”, il Bell P-39 Airacobra, caccia che a me ha sempre affascinato molto e che per una serie di circostanze è stato di sviluppo e impiego deludenti.

    1. Ho in preparazione tutta una serie di articoli, con confronti storici tra i più importanti aerei da caccia della Seconda Guerra mondiale. Oltre al classico Me-109 contro Spitfire, intendo proporre, tra i tanti, P-51 contro FW-190D9, Hellcat contro Shiden Kai, Corsair contro Hayate, P-38 contro Hien. Posso benissimo inserire sia il Ta-152 che il P-39.

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