Martin Marietta LGM-118A Peacekeeper

    Gli studi per un nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) con cui sostituire i Titan e i Minuteman, sono iniziati nel 1966 col sistema WS-120A, poi BGM-75 Advanced ICBM, che non è stato approvato, dato anche l’arrivo del promettente Minuteman III. Le ricerche sono riprese nel 1971 e confluite nel 1972 nel progetto MX (Missile eXperimental), il cui sviluppo su larga scala è iniziato nel 1974 con varie soluzioni per rendere mobili i missili, compreso il lancio da aerei, col test di un Minuteman da un C-5A il  24/10/1974. Nel frattempo, a metà degli anni ’70, il numero di ICBM sovietici aveva superato quello degli americani e l’arrivo degli SS-18 con 10 testate MIRV metteva ora a rischio l’80 % degli ICBM e dei bombardieri in un primo attacco. L’MX era la soluzione al problema. Il progetto prevedeva un missile a propellente solido, con minor tempo di reazione, veloce riprogrammazione, 10 testate di nuovo tipo, mobile o all’interno di silo più robusti, e così accurato che anche pochi missili sopravvissuti avrebbero potuto distruggere i silo e i centri di comando sovietici, rendendo obsoleto il Minuteman-III. Nel 1976 è iniziata la fase prototipica ma il Congresso ha negato i fondi, ritenendo i silo vulnerabili, proponendo vagoni ferroviari o silo ad elevata profondità. Ad aprile del 1978 la Martin Marietta ha ottenuto ugualmente il contratto di sviluppo. Mancando di esperienza nei propellenti solidi, ha affidato la produzione del 1° stadio a Thiokol, del 2° ad Aerojet e del 3° a Hercules Powder. Nel 1979 Carter ha fatto ripartire il progetto, assieme a quello del bombardiere B-1. L’USAF ha proposto il sistema MPS (Mobile Protective Shelters) con 200 MX mossi tra 4600 shelter in Nevada e Utah. Missili finti avrebbero occupato parte degli shelter, obbligando i sovietici ad attaccarli tutti. Ma il piano avrebbe richiesto 37 miliardi $ e un enorme esproprio di terreni. Nel 1980 è stato cancellato. Si era intanto avviata la produzione di 21 prototipi per 2,1 miliardi di $. A gennaio 1982 sono terminati i test sugli stadi e sul sistema INS, è stato provato il lancio a freddo e la resistenza dei sistemi di bordo, con 14 esplosioni nel Nevada. Il 22/11/1982, sotto Reagan, si è studiato il sistema CSB (Closely Spaced Basing), poi Dense Pack, con silo distanziati 550 metri, in grado di resistere a oltre 10000 PSI, contro i 2000 dei silo esistenti. In questo modo non sarebbe stato possibile colpirne più di uno con una testata, ma il piano è stato bocciato.

Il nome del missile, inizialmente Peacemaker, è stato ufficializzato come LGM-118A Peacekeeper. Il programma prevedeva tre serie di sei test, col primo lancio eseguito il 17/6/1983 dalla base di Vandenberg verso Kwajalein a 7800 km di distanza, con 6 testate. Per decidere il futuro del sistema e terminare i dibattiti al Congresso, Reagan ha deciso l’istituzione della commissione Scowcroft. Il rapporto ha chiarito che la vulnerabilità dei missili non era reale. Ma, dato il ritiro dei Titan-II, considerava urgente l’installazione di 100 LGM-118A nei silo dei “Minuteman-III”. La produzione in serie è iniziata nel 1984. Intanto l’IOC era slittata dal 1983 al 1985.Visti i ritardi e l’arrivo del Trident II, il Congresso a luglio 1985 ha limitato l’installazione a 50 missili, tra il 1986 e il 1988, nei silo Minuteman rinforzati, sostituendo i Titan e pianificando ulteriori 50 missili su 25 treni e lo sviluppo di un missile a testata singola leggero (SICBM), poi MGM-134 Midgetman. I primi 10 missili hanno raggiunto la capacità operativa iniziale (IOC) a dicembre 1986 al 400° Strategic Missile Squadron nella base Warren (Wyoming). Ma la Northrop (che aveva assorbito la Rockwell Autonetics) non era stata in grado di fornire tutte le piattaforme inerziali, pur cercando di bypassare i canali ufficiali. Nel 1987 l’USAF ha ammesso che 11 missili su 29 non erano operativi. Solo alla fine del 1988 si sono equipaggiati tutti i 50 missili, con l’IOC del reparto a marzo del 1989. La produzione è terminata nel 1989 con 114 unità. Da allora si sono eseguti tre test all’anno da Vandenberg in California, verso bersagli nell’Oceano Pacifico a 8900 km di distanza.

Nel frattempo, il 19/12/1986 era partito il progetto Peacekeeper Rail Garrison, con 50 missili su 25 treni USAF, con l’IOC prevista nel 1992, ed è iniziata la costruzione dei vagoni. Un convoglio avrebbe avuto due locomotive, due vagoni coi missili, un vagone posto comando e comunicazioni, un vagone per carburante, due per il personale di supporto/difesa, con lanciagranate e mitragliatrici, e uno per manutenzione. I vagoni lanciamissili erano lunghi 26,5 metri e pesavano 236 tonnellate a pieno carico, distribuite su 8 assi. Ammortizzatori ad aria e a molle avrebbero ridotto le vibrazioni al lancio. Nel 1989 si sono definite sette basi: Barksdale (Louisiana), Dyess (Texas), Fairchild (Washington), Grand Forks (North Dakota), Little Rock (Arkansas), Wurtsmith (Michigan) e Warren (Wyoming). In tempo di pace una rete di 110000 km con migliaia di siti avrebbe garantito la dispersione. In guerra si sarebbero diretti alle aree di parcheggio per il lancio. Ma sono sorti problemi di sicurezza, resistenza alle esplosioni e alla vampa, navigazione e puntamento, costi delle infrastrutture, manutenzione, organizzazione e ostilità della popolazione. L’unico test è fallito, per motivi tecnici. E, improvvisamente, i sovietici hanno firmato lo START-1, riducendo gli SS-18, così nel 1991 il progetto è stato cancellato assieme al Midgetman.

Il Peacekeeper era lungo 21,6 metri, con un diametro di 2,34 metri. Il peso, senza combustibile, era di 10880 kg. A pieno carico pesava 87750 kg, peso poi salito a 88845 kg. I tre stadi principali a propellente solido erano realizzati in epossidico e Kevlar 92. Il missile aveva un rivestimento protettivo nero plastico-gommoso isolante di 6mm per proteggerlo dal riscaldamento aerodinamico, da polveri e scorie.

I missili, nei silo Minuteman modificati, erano contenuti in un involucro lungo 20,79 metri e largo 2,5 metri in fibra di vetro-grafite, rinforzato con plastica. L’involucro proteggeva da vibrazioni, scoppi vicini, polveri, ed era isolante termico. Per prevenire l’ingresso di detriti, lo spazio tra il missile e il contenitore era chiuso con 9 file di pannelli ammortizzatori leggeri in poliuretano coperto con teflon, che cadevano al lancio. Il lancio “a freddo” riduceva il tempo di ricarica a pochi giorni (contro i 17 del Minuteman). Il tempo di reazione era di un minuto. Il generatore di gas a propellente solido sul fondo spingeva il razzo a 24-30 metri d’altezza, dove si accendeva il primo stadio. Un sistema che i sovietici usavano già da dieci anni.

Il primo stadio, lungo 8,53 metri, aveva un motore Thiokol SR118 da 226800 kg/sp (2225 kN). Con 45360 kg di combustibile HTPB, bruciava per 56,5 secondi, fino a 24385 metri di quota.

Il secondo stadio, lungo 5,49 metri, aveva un motore Aerojet General SR119 da 124740 kg/sp (1225 kN). Con 24494 kg di combustibile HTPB, bruciava per 61 secondi, fino a 85345 metri.

Il terzo stadio, lungo 2,44 metri, aveva un motore Hercules SR120 da 29480 kg/sp (290 kN). Con 7076 kg di combustibile NEPE, bruciava per 72 secondi. Lo schermo protettivo dell’ogiva veniva espulso a 97000 metri, esponendo i MIRV. Il terzo stadio si esauriva a 116000 metri.

Nel 1° e 2° stadio l’ugello si muoveva in angolo di 6°. Nel 3° stadio il movimento era limitato a 3°. Il controllo del rollio, solo nel 2° stadio, utilizzava due generatori a gas. Non si cercava grande precisione nei tre stadi, anche se il controllo era più moderno. Era sufficiente l’aderenza approssimativa alla traiettoria. Il secondo e il terzo stadio avevano un ugello in epossidico-Kevlar parzialmente inserito nella camera di combustione, che veniva esteso con un sistema pneumatico-idraulico.

Il quarto stadio era il PBV (Post-Boost Vehicle) di 1360 kg, lungo 1,22 metri, con un diametro di 2,33 metri, con le testate termonucleari. Era in lega d’alluminio, con rivestimento nero contro il riscaldamento aerodinamico e gli effetti delle esplosioni nucleari. Aveva un motore Rocketdyne RS-34 con possibilità di riaccensione, a propellente liquido ipergolico (monometilidrazina per combustibile e tetraossido d’azoto per comburente), da 1160 kg/sp. 8 motorini d’assetto, con 32 kg di combustibile e autonomia di 168 secondi, erano impiegati per il controllo sui tre assi e il posizionamento delle testate. Raggiunto l’apogeo, il bus, impostata velocità esatta e angolo, lanciava le testate in successione.

L’elettronica, raffreddata a freon, era di tipo RAM a semiconduttori, resistente alle radiazioni. Il sistema di navigazione sfruttava la piattaforma inerziale girostabilizzata Northrop (Rockwell Autonetics) NS-50A AIRS (Advanced Inertial Reference Sphere) di 208 kg, sviluppata nel programma SABRE. Era costituita da una sfera (Flimbal) galleggiante su uno strato di fluorocarbonio, con tre giroscopi laser, tre accelerometri e due computer digitali LC5400 Meca, che controllavano traiettoria e sgancio delle testate. La deriva era inferiore a 1,5×10−5 gradi/ora.

Il bus aveva un compartimento con 500 kg di ausili di penetrazione (22 decoy pesanti, palloni gonfiabili, chaff, jammers e aerosol IR). Dopo aver lanciato testate ed esche, il bus esplodeva, formando ulteriori detriti esca. 

Il missile raggiungeva un apogeo di 800-1000 km, per un raggio d’azione da 9600 a 14000 km. La velocità a fine combustione era di 24100 km/h. Il “footprint”, l’area coperta dai MIRV, era di 320.000 km2, cosa che permetteva l’attacco di bersagli anche molto lontani tra loro. I veicoli di rientro rientro, descrivevano una traiettoria a S, che rendeva difficile evitarli.  

Il Peacekeeper poteva montare un massimo di 12 Avco Mk-21 ABRV (Advanced Ballistic Re-entry Vehicle), limitati a 10 dal trattato START-1, con testate termonucleari W87-0 da 300 kT. Aggiungendo anelli di uranio arricchito al secondario si poteva aumentare le potenza a 475 kT, opzione non esercitata. Il carico utile complessivo è variamente valutato tra 2250 e 3580 kg.

Era possibile il trasporto, mai avvenuto, di 12 Avco Mk-12A con testate W78 da 335-350 kT. Si erano preferiti i Mk-21 perché, pur più pesanti e meno potenti, erano più precisi, economici e resistenti alle radiazioni. Sono state invece scartate le testate sperimentali Calmendro da 500-600 kTe Munster da 800 kT.

Il CEP era calcolato in meno di 120 metri, apparentemente raggiungeva 60-90 metri. La spoletta primaria era inerziale a tempo. La secondaria era radar in banda S, con 4 antenne. Lo scoppio poteva avvenire in aria (quota alta, media o bassa) o in superficie (contatto o prossimità). La probabilità di distruzione di un silo SS-18 con 2 Mk-21 da 300 kT era del 96 %, mentre per i Minuteman-III con 2 Mk-12A da 335 kT era stimata il 59 %, con 2 Mk-12 da 170 kT solo il 41 %.

Il programma Peacekeeper è costato oltre 25 miliardi di $ fino al 1998, per 114 missili, 51 lanciati nei test e in prove, con un solo insuccesso. Pur essendo 6-8 volte più efficace del Minuteman-III, aveva un costo elevato, 78 milioni di $ nel 1982, ed era di manutenzione onerosa. La tecnologia del tempo, comportava inoltre una riprogrammazione dei bersagli più lunga, dato il maggior numero di testate. Il trattato START-2 del 1993, che autorizzava una sola testata, ha annullato il vantaggio principale sull’LGM-30G Minuteman III. Il trasferimento degli Mk-21 RV sui Minuteman III ha permesso di ottenere un sistema moderno a minor costo. Nel 2001 si è annunciato il ritiro e, nonostante la Russia , nel 2002, non avesse ratificato lo START-2, nel 2003 sono stati ritirati 17 missili. Nel 2004 ne erano rimasti 29 e solo 10 a gennaio 2005. L’ultimo è stato radiato il 19/9/2005. Il Peacekeeper ha comunque obbligato i russi allo sviluppo degli RT-23 UTTH, di simili capacità. I vettori, convertiti dalla Orbital Sciences Co. hanno trovato impiego nei lanci spaziali Minotaur o come bersagli per i sistemi ABM.

Fonti

Aranysas 5/2003

War machine vol.1                                  

http://www.astronautix.com/p/peacekeeper.html

https://www.designation-systems.net/dusrm/m-118.html

https://en.missilery.info/missile/mx

https://www.militarytoday.com/missiles/peacekeeper.htm

https://nuclearweaponarchive.org/Usa/Weapons/W87.html

https://nuclearweaponarchive.org/Usa/Weapons/Mx.html

https://www.usafpolice.org/sac-rail-garrison-program.html

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