La necessità di affrontare con efficacia i mezzi corazzati, ha presto suggerito l’idea di impiegare cannoni di calibro elevato sui cacciabombardieri. La precisione sarebbe stata sicuramente superiore a quella delle bombe. I primi risultati sembravano confermare le attese. Così sono apparse versioni dedicate di alcuni velivoli. Diversi piloti, come Rudel (519 carri) o Yefimov (126), sono divenuti famosi per l’impressionante numero di veicoli colpiti, anche se non sempre coi cannoni.
Analisi contemporanee e successive, oltre al confronto delle fonti delle due parti, hanno, però, dimostrato l’inconsistenza di molte dichiarazioni dei piloti. La precisione era senz’altro maggiore rispetto ai razzi o alle bombe, ma le capacità perforanti e la bassa cadenza di tiro, impedivano, nella maggior parte dei casi, l’effettiva distruzione del veicolo, pur attaccando nei settori più vulnerabili. I risultati delle prove al poligono NIIBT dei cannoni NS-37 contro mezzi corazzati fermi, possono darne un’idea. Su 35 colpi sparati da LaGG-3 da 300-400 metri, i colpi a segno sono stati 3. Su 55 colpi sparati da Il-2, sempre 3 colpi a segno. E non tutti hanno messo fuori uso i carri armati.
Regno Unito
Vickers-Armstrongs 40 mm Class S
Sviluppato alla fine degli anni ’30, era un derivato del 37 mm 1½pdr “COW gun”. Provato su un Wellington come arma difensiva, è stato invece poi adattato all’uso anticarro con un proiettile perforante al tungsteno. Fabbricato nelle varianti Mk-1 e Mk-2, era lungo 2,97 metri, con una canna di 1,7 metri, e pesava 134 kg. A lungo rinculo, aveva una cadenza di 100-120 c/m. Impiegava le cartucce 40x158R da 1,8 kg (la stessa del Pom-Pom navale), con caricatore circolare da 12 colpi, poi 15. Erano disponibili le cartucce AP Mk.I (2,5 lb) da 1134 grammi e 615 m/s, che forava 47 mm a 30° a 360 metri, e AP Mk.VI (3 Ib) da 1360 grammi e 570 m/s, che forava 51mm. La velocità dell’aereo (circa 100 m/s) si sommava, e l’apertura del fuoco avveniva a 150 metri, aumentando la perforazione reale. Vi era poi un proiettile ad alto esplosivo che, in prova, consentiva una precisione doppia rispetto ai colpi perforanti, col 25% a segno. Probabilmente, dato il peso minore e la velocità maggiore, la balistica era simile a quella delle due mitragliatrici di puntamento da 7,7mm. Sperimentalmente si è provato l’adattatore Littlejohn da 80mm, non adottato, col quale era possibile sparare un colpo di 567 grammi a 875m/s.
Montati in pod sugli Hurricane Mk-IID, entrati in azione in Nord Africa a giugno del 1942, ne riducevano la velocità a 340 km/h, rendendo l’aereo molto vulnerabile. Sono stati dichiarati distrutti 47 carri, su 144 colpiti, e quasi 200 altri veicoli. Tra i carri distrutti anche dei Tiger I. Perdite, peraltro, per gran parte non confermate dai tedeschi. I successivi Hurricane Mk-IV sono risultati anche più lenti, con altri 160 kg di corazzature. Ma nel 1944, a Burma, si sono rivelati micidiali contro veicoli e battelli fluviali, con proiettili ad alto esplosivo.
QF 6pdr Class M Mk-I with Auto Loader Mk-III (Molins 57mm)
Per ottenere risultati migliori, si è pensato di introdurre il cannone Molins da 57mm, già operativo sulle motosiluranti ma aumentando la lunghezza della canna da 43 a 50 calibri e montandolo sui Mosquito FB Mk-XVIII “Tsetse”. La RAF però era ormai orientata all’uso dei razzi, così i velivoli sono stati presi incarico dal Coastal Command, per compiti antinave e contro i sommergibili. Ne sono stati fabbricati 17, operativi dal 1944, con 410 kg di corazzature su motori, muso e fondo cabina. Il cannone, fuori asse di 4°, aveva una canna lunga 2,85 metri e pesava 487 kg, 635 kg compresa l’alimentazione su cinque caricatori automatici, da massimo 5 colpi (di solito 5-4-5-4-5). L’intera installazione pesava 720 kg.Un motore elettrico muoveva i caricatori in posizione. I colpi cadevano per gravità ed erano armati a molla. Il funzionamento era semiautomatico o completamente automatico. La cadenza era di 55 c/m. I proiettili erano 57x441R del tipo AP Mk-1 (fino a Mk-7) da 2,8 kg e 890 m/s. Penetravano 82mm a 460 metri e 30º e 71mm a 920 metri e 30°. Il cannone era molto preciso, col 33% di colpi contro un carro armato. L’attacco avveniva in picchiata a 30° da 1500 metri di quota, con una raffica di 3-4 colpi. I colpi, da una distanza di 1370-1645 metri, potevano penetrare un sommergibile anche con un impatto ad oltre 45°, pur attraversando 60 cm d’acqua. Nel 1945 è stato messo a confronto con l’M-5 americano da 75mm, a caricamento manuale, risultando più potente, con maggior cadenza di tiro e più affidabile, senza incepparsi anche in manovre evasive di 2,5g, al contrario del cannone americano.
Il 10/3/1944, 4 Mosquito FB.VI e 2 FB.XVIII Tsetse, hanno attaccato il sommergibile giapponese I-29 scortato da 4 cacciatorpediniere e 10 Ju-88C-6 al largo della Spagna. Due Ju-88 sono stati abbattuti dagli FB.VI, e uno Ju-88 è stato colpito da uno dei quattro colpi da 57mm di uno Tsetse, che ha staccato un motore.
Il 25/3/1944, un FB.XVIII ha affondato l’U-976 al largo della Francia.
Il 10/6/1944 l’U-821 è stato danneggiato tanto da venire abbandonato dall’equipaggio.
Il 5/4/1945 gli FB.XVIII hanno affondato 5 dragamine nel Kattegat.
USA
AN-M-4/M-5 75mm
Cannone a ricarica manuale, l’M-4 (T9E1) era un diretto derivato dell’M-3 dei carri Sherman, di cui manteneva la balistica. Era montato su 464 B-25G, con la culatta dietro il pilota. Il navigatore ricaricava il cannone e avvisava il pilota, che apriva il fuoco. I successivi 1000 B-25H (e alcuni A-26) hanno adottato il T13E1, poi M-5, variante alleggerita con canna più sottile, specifica per i B-25, con un diverso sistema di rinculo. Il cannone, con una canna di 3 metri, pesava 345 kg. Il magazzino blindato conteneva 21 colpi. La cadenza pratica massima era di 20 c/m. Ad ogni colpo il cannone arretrava di 53cm. In un attacco da 1600 metri di distanza era possibile sparare 4 colpi. Ma si potevano affondare chiatte e trasporti da 3200 metri con un singolo colpo e danneggiare navi più grandi. In un caso è stato polverizzato un aereo giapponese.
Causa la bassa cadenza di tiro, la scarsa efficacia contro bersagli al suolo e il forte rinculo, che pare causasse un calo di 64 km/h, spesso i cannoni sono stati sostituiti con altre due mitragliatrici da 12,7mm. I proiettili 75x350R erano l’M70 (AP) di 2,85 kg (6,8 kg completo) da 850 m/s che forava 81mm a 30° a 460 metri e 64mm a 920 metri e l’M86 (APCBC/HE) di 3,3 kg da 820 m/s, con la stessa capacità perforante.
Unione Sovietica
Nel 1940 Volkov e Yartsev hanno realizzato il cannone TKB-201 per un nuovo proiettile perforante da 23mm. Terminati i test nel 1941, è entrato in uso come VYa-23 sugli Il-2 e poi sugli Il-10. Lungo 2,15 metri, con una canna di 1,66 metri, pesava 68-69 kg. Funzionante a gas, adottava probabilmente il meccanismo della UB. La cadenza era di 550-650 c/m con velocità iniziale di 880-905 m/s. Impiegava la cartuccia 23×152B mm che, rispetto ai 20mm, pesava il doppio, con oltre il doppio dell’esplosivo. I tipici proiettili erano: API di 196-198 grammi, 905m/s, con 68 grammi d’acciaio ed effetto incendiario, che forava 25mm a 400 metri; HEI di 198 grammi, con 15 grammi d’splosivo (RDX/Al/wax), 905 m/s, e spoletta K-20 o DV; HEI-T di 190 grammi, con 12 grammi d’esplosivo (RDX/Al/wax), 905m/s, spoletta K-20 o DV.
Nonostante le premesse, non si è rivelato ottimale. Il rinculo era troppo forte e il meccanismo di ricarica riduceva la vita utile e causava frequenti inceppamenti. Le insufficienti capacità perforanti, obbligavano ad attaccare di lato o in coda pure i carri leggeri. Per i carri medi era necessario l’attacco in picchiata a oltre 40° a meno di 400 metri, cosa piuttosto difficoltosa con gli Il-2. Ma ne sono stati fabbricati 64655 fino al 1947.
Rheinmetall–Borsig MK-101
Sviluppato dal 1935 come arma antibombardiere, inizialmente come MG-101, ne è iniziata la produzione nel 1940. Nel 1941 ha equipaggiato molti Me110C-6. Dopo i test a Rechlin, tra il 1941 e il 1942, è stato scelto come arma anticarro. Ulteriori prove a Kummersdor contro carri sovietici catturati, hanno dimostrato che, se i proiettili AP in acciaio non erano adeguati, i nuovi colpi H-Panzergranate a nucleo di tungsteno erano micidiali, potendo far esplodere i T-34. Nel caso dei KV-1, anche se solo il 20% dei colpi forava la corazza laterale, la penetrazione superiore era ottima. Il cannone è stato installato sugli Hs-129B-1/B2 con un caricatore da 30 colpi (rispetto ai 10 iniziali).
Lungo 2,64 metri, con una canna di 1,35 metri, pesava 139-176 kg (secondo le fonti) e sfruttava il rinculo di 3 cm per il funzionamento, con accensione dei proiettili a percussione. Un sistema robusto ma che portava a un peso elevato e a una cadenza di soli 230-260 c/m. Impiegava 9 tipi di proiettili 30x184B, con velocità iniziale di 900 m/s ed alta precisione. Accanto ai tipi HE ed HEI da 330 grammi, gli AP e i potenti APCR-T al tungsteno da 450 grammi, in grado di forare 75mm a 300 metri. Due piloti, secondo le dichiarazioni, avrebbero distrutto oltre 70 carri in due anni. L’MK-101 è stato montato anche su alcuni Do-217E-2/R5 e su 12 prototipi He-177A1/U2 Zerstörer con due MK-101 in un pod anteriore Bola, per il tiro anti-treno/nave, uno dei quali, pare, inviato a Stalingrado.
Sviluppato come arma anticarro/antiaereo era un derivato del cannone Flak-18 da 37mm. E’ entrato in servizio nel 1942. Sugli Ju-87G-1/2 e sugli Hs-129 B2/R3, era alloggiato in un contenitore rudimentale, pesante e con pochi colpi (12), ma piloti esperti come Rudel erano in grado di fare strage di carri avversari. Era lungo 3,63 metri e pesava 295 kg. A corto rinculo, sparava proiettili 37×263Bmm, con una cadenza di 160 c/m e un raggio efficace di 500 metri. Vi erano due tipi di proiettili anticarro. L’AP di 685 grammi e 770-780 m/s che, a 500 metri, forava 35mm, 25mm a 30°, e l’APCR-T, con tungsteno, di 380-405 grammi, che aveva velocità iniziale di 1100-1140 m/s, e perforava 53mm a 500 metri e 38mm a 30° (e altri 5mm sommando la velocità dell’aereo). L’attacco era in picchiata a 60°, con apertura del fuoco a 180 metri, di solito nella parte posteriore dei carri nemici. Ma il tiro era difficoltoso, causa il rinculo. Gli Ju-87G montavano due cannoni su piloni a un metro sotto il centro di gravità, condizionando la manovrabilità e la velocità massima. Per bersagli al suolo non corazzati si impiegavano proiettili HE-T, HE(M)-T, HEI-T da 645 grammi e velocità iniziale di 820 m/s.
Nell’impiego contro i B-17, montato sotto la fusoliera dei caccia Me-110G-2/4 con le installazioni R1/2/3, con 72 cartucce, si è rivelato letale. Si impiegavano, in questo caso, solo le cartucce HEI-T. Un colpo a segno era di solito sufficiente. Non ha avuto successo, invece, sugli Ju-88P2/3, con pod binato sotto la fusoliera, né per l’attacco né per la caccia.
BK-7,5 75mm
Realizzato per distruggere anche i carri più pesanti, è stato montato sugli Hs-129B-3, fabbricati in 25 esemplari e arrivati a ottobre del 1944, e su 18 Ju-88P1. Era alloggiato in un pod voluminoso, sganciabile in emergenza. Il cannone era lungo 6,11 metri e pesava 705 kg. Aveva un caricatore da 10-13 colpi. Rendeva difficoltoso il volo e, ad ogni colpo, l’aereo rallentava di 16 km/h. Il cannone impiegava proiettili a carica ridotta, rispetto agli originali del cannone PAK-40 da cui derivava, con velocità iniziale inferiore del 25%. Il tipico proiettile era l’APHE-T di 6,8 kg e 740-790 m/s, con una carica esplosiva di 29 grammi equivalenti di TNT. La cadenza era di 30 c/m. L’attacco avveniva in picchiata a 45°. Ottima la capacità perforante, con 135mm a 100 metri, 123mm a 500 metri, 110mm a 1000 metri, 98mm a 1500 metri e 88mm a 2000 metri. Diversi i carri distrutti ma, nel bilancio complessivo, risultati poco significativi.
Giappone
Ho-401
Realizzato come prototipo a marzo del 1944, era una versione maggiorata dell’Ho-203. Nei test è stato montato su un caccia Ki-45 con 9 colpi, ma ha visto impiego solo sui Ki-102B (Randy). La potenza del proiettile da 57mm era devastante, pari a 18 colpi da 20mm Ho-5. Non era adatto al tiro aria-aria, causa la bassa cadenza. Il primo prototipo del Ki-102B, pronto a marzo del 1944, ha iniziato i test alla fine dell’anno, ma con risultati mediocri. Il cannone si inceppava dopo due-tre colpi. Nel tiro notturno abbagliava il pilota. Nelle prove a febbraio del 1945, con tiri da 1500 metri, si è notata scarsa precisione ma grande potenza, con buchi di 1-2 metri sui bersagli. In un tipico attacco non era possibile, comunque, sparare più di due colpi, data la balistica mediocre. Nel tiro contro nave era quindi necessario avvicinarsi molto al bersaglio, rendendo l’aereo vulnerabile alla contraerea. Ciò nonostante, in una occasione, un Ki-102B di un reparto di valutazione, ha attaccato un B-29 sparando due colpi e centrandolo ad un motore.
A corto rinculo (1000 kg), era lungo 2 metri, con una canna di 80cm con deflettore, e pesava 150 kg. Impiegava i proiettili 57x121R da 1550g (completo 2100g) nei tipi AP e HE, con un caricatore cilindrico di 16 colpi. La cadenza era di 30-50 c/m (qualche fonte riporta 80 c/m), con velocità iniziale di 495 m/s.
Fonti
https://www.historynet.com/think-its-easy-to-destroy-tanks-with-airplanes-think-again/
https://www.quarryhs.co.uk/Molins.htm
https://www.quarryhs.co.uk/sgun.htm
https://shortfinals.org/2012/01/16/the-qf-6pdr-class-m-mark-1-the-sting-in-the-tsetse/
https://inf.news/en/military/b27e2f3c1d94e1319d75f4b18dec0e75.html?utm_content=cmp-true