Negli anni precedenti il conflitto del Vietnam, l’USAF non aveva prestato particolare attenzione al settore della guerra elettronica, fatta eccezione per i bombardieri strategici. I dispositivi del tempo, pesanti e voluminosi, richiedevano velivoli di grandi dimensioni e la scelta è caduta sullo stesso aereo della U.S.Navy, lo Skywarrior, nella variante B-66 Destroyer.
Il montaggio di ECM sui B-66 all’inizio era stato rinviato, perché i jammer automatici erano in sviluppo e il poco spazio avrebbe richiesto lo sbarco della torretta di coda. Ma nel 1957 si è deciso che ogni aereo ne sarebbe stato dotato. Sono state ordinate 113 code ECM per retrofit sui B/RB/WB-66, consegnate nel 1958-1959. Intercambiabili con la torretta, avevano un chaff dispenser ALE-1 e 2-6 jammer ALT-6B/7/8B in varie combinazioni. Ogni aereo poteva portare anche due chaff dispenser ALE-2 sotto le ali.
EB-66B Brown Cradle
Nel 1959, 13 B-66B sono stati convertiti in RB-66B, nel programma in codice Brown Cradle. Oltre alla coda ECM, avevano un pallet nella stiva (Cradle) con 18 antenne. Il modello iniziale includeva un RWR APS-54, un chaff dispenser ALE-1 e vari jammer ALT-6/6B/7/8/8B nella stiva, nel retro e nella coda, che portavano il totale a 23 jammer in grado di effettuare disturbo di sbarramento sulle bande dalla C alla I. L’operatore aveva pulsanti off-standby-on per ogni jammer, ma i pannelli dei parametri-modalità erano inaccessibili, regolati a terra contro le minacce previste. Quando i primi Brown Cradle sono arrivati in Vietnam nel 1965, ridesignati EB-66B, erano già stati aggiornati con l’RWR APR-25/26, analizzatori ALR-27, jammer ALT-13/15/16/22 e disturbatori di comunicazioni QRC-65, con modalità e parametri, per la maggior parte dei dispositivi, selezionabili a bordo, e un ALR-18 che controllava un jammer ALT-6B contro i caccia.
EB-66C
L’RB-66C, variante ELINT, rimpiazzava le fotocamere nella stiva degli RB-66 con una cabina pressurizzata per 4 operatori (EWO) e dispositivi di ascolto radio-radar in radome ventrali, che coprivano una antenna ALA-6 DF (65-10750 MHz) e 5 antenne orientabili ALA-32 nel retro e a metà fusoliera, in due radome ventrali, connesse ai disturbatori QRC-279 da 180-280W o ALT-27 da 400W per disturbo SPT e BAR tra 2,5 e 3,5 GHz.
Alle estremità alari vi erano pod con antenne APD-4 per rilevamento direzionale (DF) che operavano assieme ai rilevatori APR-9B (1-10,75 GHz) e APR-14 (300-1000 MHz), per segnali a impulsi e CW. Ne sono stati realizzati 36, consegnati nel 1953-1957. I dispositivi, sviluppati per il SAC, comprendevano anche RWR, ricevitori a scansione rapida panoramici, come gli ALR-18, analizzatori di impulsi e chaff dispenser. La torretta di coda è stata sostituita con un cono ECM, portando il totale a 9 jammer, programmati a terra. All’inizio degli anni ’60 hanno operato lungo il confine della Germania Est, registrando le frequenze e localizzando i radar. I ricevitori coprivano le bande dalla A alla J. Nel 1968 sono apparse antenne di disturbo orientabili ITAS (Integrated Tactical Antenna Subsystem) e si sono montati ulteriori dispositivi per autoprotezione sotto i piloni alari, come 2 chaff dispenser ALE-2 o 4-6 jammer di sbarramento ALQ-71.
Il TAC aveva solo 58 RB-66, pochi per guerra elettronica, per coprire tutte le esigenze delle forze americane nel mondo, senza specifiche sigle. Successivamente sono stati ridenominati separandoli in RB-66B o C. Nel 1966 si è aggiunto il prefisso E per tutti i B-66 per guerra elettronica.
In combattimento
A maggio del 1965 sono stati inviati in Vietnam 6 EB-66C. Il 23/7/1965 un Destroyer ha intercettato per la prima volta le emissioni di un radar Fan Song, indice di un sito SAM attivo. Il giorno dopo gli SA-2 hanno colpito un F-4 (Leopard 02). Il TAC ha aumentato subito le forze presenti, inviando altri 3 EB-66C a settembre. Questi aerei effettuavano missioni ELINT, il disturbo era affidato ai velivoli della Marina e dei Marine, fino all’arrivo degli EB-66B. Di solito due EB-66C, dopo il rifornimento in volo, entravano a nord, incontrando le forze d’attacco da scortare. Poi orbitavano presso il bersaglio a 7600-9750 metri, per disturbare i radar Fire Can della contraerea, e vi restavano finché tutti erano in rotta di rientro. Se l’operatore (EWO) agganciava il segnale di un radar Fan Song, cercava di localizzare il radar, avvisava i cacciabombardieri e iniziava il disturbo, controllando nel contempo le comunicazioni nemiche.
Il primo EB-66B Brown Cradle è arrivato a ottobre 1965 e altri 8 entro maggio 1966. Con 23 jammer, potevano operare entro 28 km dai radar ma il disturbo di sbarramento su larga banda interferiva con gli RWR, così operavano di concerto con gli EB-66C. La copertura di frequenze all’inizio era limitata, così gli EB-66C rilevavano i radar, per poi regolare i disturbatori degli EB-66B, che disponevano di un unico dispositivo sintonizzabile su 3 frequenze prefissate. Era necessario controllare costantemente i cambi di frequenza, per modificare i disturbatori, così i velivoli presentavano un ricco assortimento di pod, radome conformi e antenne a lama. Gli EB-66C si mantenevano a 48 km di distanza, ben oltre i 32 km di portata dei SA-2, guidando 1-2 EB-66B che effettuavano la scorta ai velivoli d’attacco. Le orbite erano accuratamente pianificate, in modo che almeno uno dei due EB-66C fosse sempre di lato, perché il disturbo su 360° non irradiava in modo uniforme, era più forte lateralmente e, per lo stesso motivo, durante la virata si lanciava del chaff.
L’aumento dei sistemi antiaerei ha presto reso il compito dei Destroyer sempre più difficile. Gli F-105, per attaccare la zona del delta, si nascondevano ai radar seguendo le creste del cosiddetto Thud Ridge, diretti ad Hanoi-Haiphong. Gli EB-66 orbitavano a nord-ovest e sul Golfo del Tonchino, mantenendo il gruppo d’attacco tra loro e il bersaglio per l’intera missione, in modo da attaccare il lobo principale. I vietnamiti riposizionavano spesso i missili antiaerei per impedire certe orbite e attirare in trappola gli aerei, e tentavano l’intercettazione coi caccia, così era necessaria la scorta. L’abbattimento dei primi EB-66 ha obbligato allo spostamento delle orbite a metà del 1966.
Tra la fine del 1966 e primi mesi del 1967, il Vietnam ha schierato radar di avvistamento a bassa frequenza. L’arrivo dei pod ALQ-71 (QRC-160) sui cacciabombardieri ha ridotto la dipendenza dagli EB-66, che sono passati al contrasto dei radar EW/GCI. A luglio del 1967 si è deciso un ulteriore spostamento al di sotto del 20° parallelo, causa la presenza dei MiG, rendendo il disturbo inefficace per l’eccessiva distanza. Gli EB-66B sono rimasti in zona fino all’arrivo di sufficienti C/E migliorati. Nell’estate 1967, gli EB-66 hanno ricominciato l’attività oltre il 20° parallelo e sul golfo del Tonchino, lontano dai SAM e scortati dagli F-4. A ottobre i nordvietnamiti hanno spostato i SAM a Hanoi e gli EB-66, forniti di radio non disturbabili per allarme MiG, hanno iniziato ad orbitare oltre il 21° parallelo, a nord del Thud Ridge, ma un EB-66C è stato abbattuto da un SAM. Altri B-66 sono arrivati in zona e, alla fine del 1967, il 41° e il 42° TEW disponevano di 29 EB-66B/E e 12 EB-66C. A gennaio 1968, a causa dei MiG, le orbite sono state nuovamente spostate a sud, con ulteriori riduzioni di efficacia, ma un EB-66C è stato lo stesso abbattuto da un MiG-21. Con l’interruzione dei bombardamenti al nord, gli aerei hanno continuato l’appoggio a sud, con un EB-66E in orbita sul Laos e uno sul Golfo del Tonchino, fino a ottobre del 1968. Attività ripresa poi nel 1972.
Il peso dei dispositivi ECM, unito ai motori Allison non esuberanti e dal consumo elevato, specie nel clima del sud-est asiatico, obbligava al decollo coi serbatoi solo parzialmente riempiti. Anche così, l’avaria di un motore poteva significare lo schianto. Un EB-66E poteva mantenersi in volo per meno di due ore, un EB-66C per solo un’ora, il rifornimento in volo era vitale. Fortunatamente il B-66 disponeva del doppio sistema a sonda e imbuto, così in emergenza era possibile rifornirsi anche al largo del Golfo del Tonchino. Molte missioni, nondimeno, hanno dovuto essere interrotte.
Vi erano molte limitazioni. I pianificatori indicavano quali frequenze disturbare e quando. Persino il lancio di corridoi chaff era limitato, perché la Marina temeva potesse interferire col controllo caccia. Le orbite erano standard, facilitando il compito del nemico. I dispositivi erano “datati”. Era difficile localizzare i radar con gli analizzatori a controllo manuale, con errori del 10 %; l’errore medio era di 18-37 km. I nordvietnamiti adottavano procedure EmCon, attivando i radar per breve tempo, insufficiente per localizzarli e attaccare i siti SAM. Le frequenze nella banda I, presto impiegate dai Fan Song, potevano essere controllate, inizialmente, solo dagli EA-6A. Il disturbo delle comunicazioni in VHF del GCI e dei data-link, infine, era rigidamente regolato, per evitare le frequenze “amiche”. L’EWO attendeva una parola codice in UHF per iniziare il disturbo e un secondo codice per terminarlo. Ma, quando impiegato, era efficacissimo: il 10/7/1968 il comjam ALQ-59 (QRC-128) Combat Martin su un EB-66E è entrato in azione assieme all’ALQ-92 di un EA-6A e all’ALQ-55 di un EKA-3D, bloccando le comunicazioni GCI di quattro MiG-21, due dei quali sono stati abbattuti da due F-4.
EB-66E
Le continue richieste di appoggio ECM, anche da parte della USNavy e dai B-52, hanno portato alla modifica di 52 RB-66B in EB-66E, il più potente Destroyer da guerra elettronica per estensione delle frequenze e potenza di disturbo. Sono entrati in azione ad agosto 1967 e poi nel 1972 in Linebacker. L’aereo aveva una postazione per l’operatore ai sistemi (EWO) e 21 jammer, 2 meno del B, ma sintonizzabili per cambiare frequenza sulle bande C-I. I dispositivi sono stati continuamente aggiornati e le ultime configurazioni permettevano il passaggio dal disturbo dei radar di primo avvistamento a quelli del GCI semplicemente riallineando 6 trasmittenti, mentre prima bisognava operare su quasi tutti i 21 jammer. Il numero dei dispositivi è andato costantemente aumentando fino ad arrivare anche a 34. Una tipica configurazione prevedeva coppie di sensori RWR APR-25, APR-26 e APS-54, oltre a 2 ALR-18 (8,5-10,5 GHz) e 9 ALR-20 panoramici (50-11000 MHz) con limitata capacità look through. Anteriormente vi erano 2 disturbatori ALT-15/32, 1 ALT-6B/8B e 1 comjam ALQ-59. Nella stiva 5 ALT-28, 3 QRC-279A, 4 (5) ALT-22, 3(4) ALT-6B e 2 ALT-31. In coda 6 disturbatori interni ALT-6B/7/8B, 2 ALT-15/32, 4 ALT-22 e un chaff dispenser ALE-1. I jammer avevano una potenza, variabile a seconda del tipo e della frequenza, compresa tra 100 e 400W, alimentati dai 40 kW di potenza del sistema elettrico di bordo.
Alla fine del servizio, alcuni EB-66 hanno ricevuto la coda Mod.2259 con un disturbatore infrarosso AAQ-4 contro i missili Atoll-Grail, con al di sotto gli APR-25 e APS-54 e i sensori ALR-18 spostati sui lati, mantenendo i jammer ALT-6B/7/8B per autodifesa. Il dispenser ALE-1, con 345 kg di chaff e due tramogge ognuna con 348 pacchetti chaff, lanciava, di solito, 24 pacchetti al minuto. Il lancio poteva avvenire anche alcune ore prima dell’attacco, a seconda della distanza e della direzione del vento. Talvolta si impiegavano pacchetti chaff con paracadute ad apertura ritardata di 7-11 secondi. L’aereo manteneva la possibilità di montare fino a 6 ALQ-71 sotto i piloni.
Il disturbo di un radar Fan Song richiedeva almeno due jammer (azimuth-elevazione) e i nordvietnamiti hanno presto iniziato ad impiegare altri radar per la ricerca, riducendo i tempi di “aggancio” da 75 a meno di 40 secondi, oltre a lanciare missili con guida ausiliare ottica. Ma, nonostante nel 1972 vi fossero 45 siti SAM con radar Fan Song e oltre 800 cannoni antiaerei a guida radar, l’EB-66E si è rivelato così efficace che il nemico non aveva alcun avviso di un attacco finché gli F-105 erano ormai a 18-55 km dal bersaglio. La portata massima efficace raggiungeva gli 80 km, spesso i velivoli orbitavano a 120 km di distanza, con pari efficacia. Gli EB-66C erano utilizzati solo per temporanee sostituzioni per manutenzione o quando fosse preferibile l’uso dei disturbatori orientabili ITAS. Il 2/4/1972 in una zona ritenuta “sicura”, un EB-66C (codice BAT-21), in orbita assieme ad un EB-66E (Bat-22), è stato abbattuto da un SA-2, dando inizio ad una delle più famose, grandi operazioni di soccorso mai realizzate.
Nel corso del conflitto sono andati persi 1 EB-66B e 4 EB-66C colpiti da missili SA-2, 1 EB-66C colpito da un R-3S di un MiG-21, e altri 9 in incidenti, un numero tutto sommato modesto, considerate le numerosissime missioni e la loro pericolosità. Subito dopo il ritiro delle forze americane, si è avviata la dismissione degli EB-66. Un programma ITEWS (Improved Tactical Electronic Warfare System) di miglioramento dei sistemi elettronici, pur ad un costo inferiore rispetto a quello dell’EA-6B, non ha avuto seguito. Nel 1974 è iniziata la demolizione dei velivoli, lasciando un vuoto notevole, compensato, solo molto più tardi, dall’adozione degli EF-111A Raven.
Fonti
The history of US electronic warfare Vol.3 (A.Price)
B/EB-66 Destroyer Units in Combat (P.E. Davies)
Sparks Over Vietnam: The EB-66 and the Early Struggle of Tactical Electronic warfare (G. Van Nederveen)
http://www.allworldwars.com/Tactics-and-Techniques-of-Electronic-Warfare-by-Bernard-Nalty.html
https://www.key.aero/article/beeps-and-squeaks
https://www.historynet.com/eb-66-destroyer/
https://archives.nato.int/uploads/r/nato-archives-online/f/c/0/fc0d03fbff282e3a1732b3d7a232b6baa1448c6beb124f51c0fb6cd78cfcfeb6/MC_0131_FINAL_ENG_PDP.pdf