Nel dopoguerra la Germania ovest era stata dotata dei sistemi antiaerei M42 da 40mm, presto risultati obsoleti. Nel 1958 sono iniziati gli studi per un veicolo armato con due cannoni da 30mm, dotato di radar di ricerca, in una torretta di 4500 kg installabile su un trasporto truppe leggero. All’nizio degli anni ’60 si sono provati quattro prototipi ma i veicoli si sono rivelati troppo piccoli e leggeri per sostenere il peso. Nel 1965, a seguito dello studio Flakpanzer 2, si è deciso di impiegare un sistema più avanzato sullo scafo del Leopard, con radar e armi in grado di contrastare aerei ed elicotteri da combattimento blindati, e mobilità pari a quella del Leopard, per la difesa delle formazioni corazzate e di punti fissi come gli aeroporti. Si sono selezionati due prototipi tra il 1967 e il 1968. Il Matador con due cannoni da 30mm del gruppo AEG-Telefunken, Krauss-Maffei, Porsche, Rheinmetall-Siemens, e il 5PFZ-A (prototipo A) con due armi da 35mm di Contraves, Hollandse Signaalapparaten, Krauss-Maffei, Oerlikon-Bührle, Siemens-Albis. Dopo numerosi test, nel 1970, causa il ritardo nello sviluppo e fondi inferiori, il Ministero della Difesa ha cancellato il progetto del Matador e proseguito lo sviluppo della proposta Oerlikon che presentava meno rischi e un calibro maggiore, con un radar Hollandse Signaalapparaten. Questo progetto si era già evoluto nel 5PFZ-B col nuovo radar Siemens MPDR 12 (prototipo B). Ne sono stati fabbricati quattro, mentre un ulteriore prototipo (C) era destinato alle prove della variante per i Paesi Bassi con un radar prodotto localmente. Nel 1973 la Bundeswehr ha ordinato 12 esemplari di pre-serie con radar di puntamento a scansione conica (B1) e monoimpulso (B2R). Il primo veicolo allo standard di produzione (B2) è entrato in servizio nel 1976 come Flakpanzer 35mm Gepard. La produzione è terminata nel 1980.
B2
Nel 1973 sono stati ordinati 420 B2 di serie, il primo dei quali ha raggiunto i reparti a dicembre 1976. Si sono formati 11 reggimenti, ognuno su 6 batterie di 6 semoventi.
B2L
Dal 1988, dopo l’abbandono del progetto Gepard 2, divenuto troppo costoso, 225 B2 sono stati dotati di laser telemetrico Siemens, sopra il radar di inseguimento, per il calcolo preciso della distanza fino a 5500 metri, aumentando la precisione nel tiro.
1A2
Si è poi decisa una estensione della vita operativa (NDV), con l’adozione di computer digitali EADS per il controllo del fuoco, GPS, interfaccia C3 (comando controllo e comunicazioni, HFlaAFüSys) con trasmettitori dati radio SEM 93 e munizioni FAPDS. I Paesi Bassi hanno modificato 60 mezzi, denominati GWI, e il Belgio 27.
Era previsto il mantenimento di 85 Gepard 1A2 fino al 2015, nell’attesa di un nuovo sistema antiaereo, ma nel 2000 si è chiesta una riduzione del 50 % per contenere i costi e nel 2010 è stato annunciato il ritiro, terminato nel 2012. Ne ha preso il posto il sistema fisso MANTIS.
Il Gepard è lungo 7,76 metri, largo 3,28 metri e alto 4,22 metri (3,29 col radar retratto). Pesa 47,5 tonnellate, 32 per lo scafo e 15,5 per la torre. Ha un motore MTU MB838 CaM-500 da 830 hp. La velocità su strada è di 65 km/h con una autonomia di 550 km. L’equipaggio è composto dal conduttore e due operatori ai sistemi (comandante e cannoniere). Le sospensioni sono state modificate per aumentare la stabilità durante il fuoco e la distanza tra il terzo e il quarto rullo è aumentata di 8 cm. Lo scafo mantiene la corazzatura del Leopard 1, con 70mm anteriori, e lati, retro, fondo tra 10 e 30mm. Gli scarichi sono raffreddati per ridurre la segnatura infrarossa. Il veicolo dispone di 8 lanciafumogeni da 76 mm Wegmann.
La torre biposto è protetta contro proiettili da 14,5mm nell’arco frontale e 7,62mm su fianchi e retro, ed è dotata di filtri NBC. Ospita l’elettronica, il computer di controllo del fuoco, i cannoni e 5 postazioni di controllo, quella centrale con lo schermo del radar di ricerca di 15 cm.
Sul retro della torre è situato il radar di ricerca Siemens MPDR 12 in banda E/F, rotante a 60 giri/min, con 6 frequenze selezionabili e portata di 16 km. Ha soppressione dei lobi laterali, IFF MSR 400 Mk-XII, e opera anche in movimento. Rilevato il bersaglio, il cannoniere lo marca col joystick, attivando il radar parabolico anteriore Siemens-Albis di ricerca e inseguimento PD monoimpulso in banda J, con portata di 12-15 km, 2 frequenze selezionabili, ottima soppressione di clutter ed ECM (dopo l’uso, ruota all’indietro per proteggere l’antenna e il laser telemetrico, situato superiormente). Il radar inizia la scansione in quota, dato che quello di ricerca fornisce solo distanza e direzione. Rilevato il bersaglio, lo identifica. Il computer inizia i calcoli e allinea le armi. In caso di disturbo radar, avaria o per evitare il rilevamento passivo, si possono impiegare per il puntamento due periscopi panoramici girostabilizzati, che permettono anche di attaccare un bersaglio tracciandone otticamente un secondo o controllare lo spazio aereo e terrestre durante l’ingaggio. I periscopi hanno ingrandimento variabile da 1,5 a 6 volte (altre fonti: 3-10 volte), campo visivo di 50° e 12,5°, e sono collegati al radar: quando il bersaglio viene agganciato, si allineano automaticamente per seguire l’ingaggio o identificare l’obbiettivo in caso di malfunzionamento dell’IFF. L’ingaggio di bersagli lontani e veloci, causa la traiettoria curva, richiede un calcolo preciso dei parametri. Il computer di controllo del fuoco riceve i dati relativi alla posizione del carro, velocità, rotta, quota e distanza del velivolo, temperatura dell’aria, pressione velocità e direzione del vento, velocità media iniziale dei colpi, deviazione dovuta al riscaldamento delle canne. Regola conseguentemente la rotazione e l’elevazione delle armi per l’anticipo necessario, ipotizzando che il prossimo colpo si comporterà come l’ultimo sparato. Il computer ha 6 modalità e fino a 3 sotto-modi, a seconda della minaccia e dello stato del sistema, in caso di blocco di un cannone o dei radar. In modalità “elicottero”, per esempio, il calcolo è semplificato e più rapido, con lo sparo di più colpi.
La torre ruota idraulicamente sfruttando il motore. Come back-up vi è un generatore da 40 kW, alimentato da un motore diesel Daimler-Benz OM 314 da 89 hp, che permette il fuoco anche a motore principale spento. La velocità di rotazione è di 150°/sec (60° in inseguimento), con elevazione -10°/+85° a 60°/sec. I cannoni Oerlikon Contraves KDA da 35/90mm, con funzionamento a gas e accensione meccanica, hanno canne lunghe 3,15 metri, 3,71 coi misuratori di velocità iniziale, e sparano 550 c/m ognuno. Non sono stabilizzati, quindi è possibile lo sparo in movimento, al prezzo di una maggior dispersione.
E’ possibile lo sparo con un solo cannone. Le armi sparano a fuoco alternato, per aumentare la concentrazione di colpi sul bersaglio. Contro aerei e veicoli sono disponibili 640 colpi in 2 caricatori nello scafo, sufficienti per più di 25 bersagli. Vi sono altri 40 colpi perforanti in due caricatori esterni. Il riarmo richiede 15 minuti. Il cannoniere può cambiare munizionamento in meno di 1 secondo. L’ingaggio avviene tra 3000 e 4000 metri con raffiche di 20-40 colpi. La probabilità di colpire, nel similare Marksman, è del 53%.
Il Gepard impiega proiettili 35x228mm in diverse varietà. Contro velivoli, i colpi HEI (alto esplosivo incendiario tracciante) e SAPHEI (semiperforanti) in rapporto 3 a 1. Gli HEI-T pesano 550 grammi con 112 grammi di esplosivo, velocità di 1175 m/s e tempi di volo di 1 secondo a 1 km, 2,2 secondi a 2 km e 3,8 secondi a 3 km. Hanno spoletta a impatto ritardata con autodistruzione e portata utile di 3500 metri. I colpi SAPHEI hanno lo stesso peso, con 22 grammi di esplosivo, stessa velocità, identici tempi di volo, portata e spoletta. Penetrano 30mm a 1000 metri.
Contro bersagli blindati a terra, si impiegano gli APDS-T (perforanti a scarto di involucro-traccianti) di 380 grammi, con un penetratore di 294 grammi e velocità di 1390 m/s. Perforano 80 mm a 1 km, con tempi di volo di 0,75 secondi a 1 km, 1,6 secondi a 2 km e 2,5 secondi a 3 km.
Con il Gepard 1A2 sono entrati in uso i nuovi FAPDS-T (perforanti frangibili a scarto di involucro) multiuso, con velocità di oltre 1400 m/s, e raggio efficace di 5000 metri in distanza e 3500 metri in quota. All’impatto il penetratore si rompe in frammenti ad elevata energia cinetica.
L’adozione dei nuovi AHEAD, sui Gepard brasiliani, non è confermata, pur essendo sicuramente compatibili. La Krauss Maffei-Wegmann ha provato con successo il montaggio di coppie di FIM-92 Stinger a lato dei cannoni, installando i relativi attacchi sugli ultimi veicoli. Il sistema non è stato adottato dalla Germania per riduzione dei fondi. Ma la Giordania li ha montati.
La cadenza di fuoco varia a seconda del bersaglio. “Normale” contro aerei. Il computer calcola il numero di colpi ottimale, fino a 12 per arma. Se le munizioni sono poche, la raffica è “limitata” (10 per arma). Contro gli UAV “corta”. La raffica “Continua”, è usata raramente. La modalità colpo “singolo”è contro bersagli a terra. In questo caso la procedura è semplice, con l’acquisizione e il tracciamento solo ottici, coi periscopi. La distanza è impostata manualmente e il tiro è a colpo singolo o a brevi raffiche con colpi traccianti. I cannoni possono solo danneggiare un carro armato, ma possono distruggere i blindati.
Tramite il sistema Smart Fort è possibile il controllo remoto, per esempio da un bunker, coi dati bersaglio ricevuti da radar esterni, inviati via radio. La sofisticazione dei dispositivi elettronici di controllo del fuoco e radar, può essere rilevata comparando il costo, nel 1976, del Gepard (5,4 milioni di marchi) a quello del Leopard 1A4 (1,7 milioni).
Il Gepard ha avuto un certo successo all’estero. Nel 1973, i Paesi Bassi hanno ordinato 5 carri CA di pre-serie con radar di ricerca Philips e 95 CA1/CA3 Caesar, consegnati tra il 1977 e il 1979. Denominati ufficialmente PRTL (Pantser Rups Tegen Luchtdoelen, cingolato corazzato contraerei) erano soprannominati Pruttle. Ogni mezzo aveva un nome che iniziava con la lettera della compagnia. La stampa specializzata ha ritenuto, da una fotografia, che il carro fosse stato battezzato Cheetah, nome scritto sulla torretta. Nel 2000, per evitare inutili spiegazioni, il nome è stato ufficializzato. Dal 2005 è iniziato il ritiro, completato nel 2011. I veicoli hanno diverse differenze: un radar di ricerca a barra Hollandse Signaalapparaten monoimpulso Doppler in banda I, con raggio di 15 km e capacità TWS; un radar di inseguimento PD a impulsi in banda I/J/K con raggio di 13 km, 6 frequenze selezionabili e ottime ECCM; 12 tubi fumogeni e l’assenza del laser.
Il Belgio ha acquistato i tedeschi B2, più economici, ordinandone 55 nel 1974, consegnati tra il 1976 e il 1980. Sono stati radiati dal 1994, non potendo il Belgio partecipare all’estensione della vita operativa (NDV). La Germania ha venduto 43 B2 alla Romania dal 2000, divenuta l’ultimo utilizzatore NATO. La Giordania ha acquisito 60 Gepard ex-olandesi, consegnati tutti entro il 2016. Il Cile ne ha ricevuti 4 nel 2008, restituiti nel 2011. L’ordine per 30 carri è stato annullato visti i costi degli upgrade. Nel 2011 il Brasile ha effettuato un test comparativo per la scelta di un sistema di difesa mobile, confrontando un Gepard 1A2, con il Bofors 40mm e il missile Igla, contro droni di 1 metro. Causa un vento di 20 km/h, i concorrenti hanno mancato i droni, centrati invece dal Gepard, che ha poi pure colpito bersagli terrestri a 3 km. Ne è seguito l’acquisto di 34 esemplari ex-Bundeswehr per 30 milioni euro, con consegne dal 2014.
Fonti
https://www.wikiwand.com/de/Flugabwehrkanonenpanzer_Gepard
https://tanks-encyclopedia.com/coldwar/bundeswehr/flakpanzer-1-gepard
http://www.cmchant.com/krauss-maffei-contraves-5pfz-b2-gepard
Casi strani della vita ! I cannoni AA semoventi già all’inizio degli anni 2000 erano ritenuti ormai sistemi superati dagli analisti occidentali, tanto che l’ultimo SPAAG concepito in Usa era l’ M247 DIVAD negli anni 80, poi neanche prodotto in serie.
E invece eccoci 20 anni dopo , con dei mezzi creati negli anni 70 con radar e armamento non certo all’avanguardia che erano destinati alla demolizione che di punto in bianco diventato degli assett vitali per la difesa aerea di una nazione in guerra.
Sì, perché il conflitto in Ucraina è molto particolare. L’impiego dei droni-RPV, per la prima volta su larga scala, ha inserito una nuova variabile nella guerra moderna ed è chiaro che non se ne potrà fare più a meno. E’ un vantaggio temporaneo, presto si studieranno adeguate contromisure. Ma seguiranno certamente droni più intelligenti, completamente autonomi e letali da lanciare in formazioni numerosissime. I Gepard forniscono una difesa efficace ed economica e sono inoltre utilissimi anche contro forze aeree prive di armi aria-superficie moderne.