Yamato contro Iowa (seconda parte)

Sistema di controllo del fuoco

La Yamato aveva una ricca dotazione elettronica.

Molti sensori passivi E-27 (copia del FuMB 1 Metox R.600) attorno al torrione, per rilevare radio e radar fino a 300 km di distanza, nella banda 75-400 cm. E, secondo una fonte, 7 antenne  per disturbo radar.

2 radar Type 13 (Mk-1 Mod.3) per ricerca aerea da 10 kW, ai lati dell’albero dopo il fumaiolo,  operanti sui 200cm. Potevano rilevare velivoli tra 50 (singoli) e 100 km (formazioni).

1 Type 21 Mod.3 (Mk-2 Mod.1) per rilevamento aereo e di superficie, con due antenne (emittente e ricevente) ai lati  del telemetro sul torrione. Operava sui 150 cm, con potenza tra 5 e 13 kW. Poteva rilevare aerei tra 70 e 120 km, navi a 20-30 km con una risoluzione di 450 metri in distanza.

2 Type 22 (Mk-2 Mod.2) sui lati della sovrastruttura del torrione, simili ad altoparlanti, per rilevamento aereo e di superficie. Operanti sui 9,2-9,8 cm, avevano una potenza di 1-6 kW, con emittente  e due ricevitori separati.  Rilevavano aerei a 17-35 km, incrociatori a 20 km, corazzate a 25-35 km. Fornivano dati telemetrici accurati, con una precisione di 200 metri/3° e 100 metri in distanza.

1 sonar Type 0, efficace a bassa velocità. 

Il sistema di controllo del fuoco giapponese era molto preciso e contava sulle migliori ottiche del mondo unite ai telemetri a più larga base esistenti (15,5 metri), assistiti da radar telemetrico. Permetteva (teoricamente) l’attacco da 41000 metri. Il tiro dei cannoni era a ritardo regolato per ridurre la dispersione entro i 400-500 metri alla massima distanza. Anche di notte dava buoni risultati, con il 12 % di colpi a segno in prove a 22000 metri di distanza. Le artiglierie principali impiegavano computer analogici Type 98LA Hoiban, Sokutekiban e Shagekiban collegati ai quattro telemetri sul torrione e sulle torri delle artiglierie. La batteria secondaria impiegava direttori con telemetri da 4,5 metri. I cannoni da 127mm antiaerei avevano i Type 94HA. Un sistema ottimo, ma che non aveva la flessibilità di quello americano e poteva introdurre errori di calcolo, specie in situazioni di tensione o stanchezza, dovendo contare, anche dopo i miglioramenti e l’eliminazione del Sokutekiban, su 7 persone per l’inserimento dei dati.

La Iowa aveva inizialmente un sistema passivo SPR-1 con antenne AS-56 collegato ai disturbatori radar SPT-1 (95-210 MHz, 30W) e SPT-4 (200-550 MHz, 15W). Successivamente, ha adottato l’SPR-2 con due antenne fisse e una rotante DBM-1, con copertura da 1 a 5 GHz. Vi erano poi due disturbatori TDY-1 da 125W con antenne direttive, operanti tra 115 e 770 MHz.

Un radar di rilevamento aereo SK (100cm, 200 kW), con portata di 160 km e 3000 metri in quota, poi sostituito con un SR (150cm, 300 kW). Due radar SG (10cm, 50 kW) per ricerca di superficie fino a 32 km, e per ricerca aerea a 24 km e 150 metri quota. Potevano essere usati assieme ai radar di controllo del fuoco Mk-8, il fascio largo facilitava l’individuazione dei bersagli.

I cannoni da 406mm erano controllati da due Mk-38 GFCS (Gun Fire Control System), anteriore e posteriore indipendenti. L’anteriore, sul torrione, aveva un direttore ottico Mk-40, un telemetro  ottico Mk-48 e un radar di controllo del fuoco Mk-13 (3,3cm, 50 kW) che forniva la distanza, l’angolo e mostrava anche i punti di caduta dei colpi. Il posteriore era fornito, invece, di radar Mk-8 (100cm, 15-30 kW). Il sistema radar era in genere preferito a quello ottico. Il rilevamento del bersaglio era inviato alla plotting room, per le correzioni (distanza-deviazione). Permetteva, entro certi limiti, di manovrare e sparare contemporaneamente, senza perdere la soluzione di fuoco, con inseguimento automatico ognitempo, identificando i movimenti e applicando le correzioni, calcolate dai computer balistici analogici Ford Mk-1, che fornivano la soluzione di fuoco in pochi secondi e controllavano i cannoni in remoto. Il sistema, il più avanzato al mondo, dava un vantaggio di un minuto nel puntamento e raddoppiava i colpi a segno, entro due minuti era possibile ottenere colpi a cavallo del bersaglio. Il tutto entro un raggio di 28000-32000 metri.

Ogni torre aveva un telemetro di 14 metri, Mk-52 stereoscopico nelle torri 2/3, e Mk-53 a coincidenza nella torre 1. Altri due telemetri da 8 metri erano nei Mk-38.  Nel 1943 è stato aggiunto un radar di controllo del fuoco Mk-3 (40cm, 15-20 kW), poi sostituito con Mk-27 (10cm, 50 kW).

I cannoni da 127mm erano controllati da 4 Mk-37 GFCS con direttore Mk-37, giroscopio e radar Mk-4 (40cm, 40 kW) sul tetto, poi rimpiazzati dagli Mk-12/22. I sistemi da 40/56mm impiegavano i direttori  Mk-51, poi Mk-57, con radar Mk-34 (3cm, 30 kW).

Il sistema di controllo del fuoco computerizzato ha richiesto molti provvedimenti correttivi, per la tendenza a sparare “lungo” fino a 1 km, e solo nel 1945 si sono fornite tavole correttive. L’efficacia variava da nave a nave e dal periodo di aggiornamento. I radar erano delicati, soggetti al maltempo e all’umidità che restringeva il raggio e la precisione anche del 33 %, oltre al clutter provocato dalle isole, problemi quasi risolti nel 1945. Anche senza radar, la precisione era notevole.

Zona di immunità

La corazzatura della Iowa era stata progettatata per resistere a colpi di 1016 kg (406/45mm) tra 16460 e 27430 metri. Secondo Friedman aveva una zona di immunità compresa tra 21580 e 25050 metri per colpi Mk-8 da 1225 kg sparati dai 406/45. Altre fonti indicano da 18650 a 24415m, grosso modo pari ai valori della South Dakota. Gli Mk-8 aumentavano la perforazione dei ponti a lungo raggio del 25 %, così che la zona di immunità della Iowa calava da 10970 a 3470-5765 metri contro i 406/45. Verso la fine del 1944 è entrato in servizio l’Mk 8 Mod.6, che aumentava la perforazione di un altro 25 %, rendendola quasi pari ai 460mm della Yamato. Contro questi colpi la zona di immunità si restringeva ulteriormente.

La Yamato era invece immune ai suoi stessi cannoni, quindi anche a quelli della Iowa, tra 20000 e 30000 metri. Le munizioni da 406mm a carica ridotta, pur cadendo ad angolo elevato (sui 50°), avevano una portata massima di soli 22000 metri ed erano impiegate nelle esercitazioni e controcosta. Non avrebbero cambiato la situazione.

Considerazioni

La stragrande maggioranza dei commentatori ritiene che le corazzate classe Iowa potessero surclassare la classe Yamato, principalmente per due ragioni. La velocità maggiore, che avrebbe permesso l’interruzione dello scontro e il mantenimento della distanza ottimale per forare i ponti da lunghissima distanza (36-39 km), e il sistema di condotta del tiro, forte dei sistemi radar accoppiati ai migliori sistemi di calcolo, che avrebbero permesso anche un attacco notturno di sorpresa. Ma è proprio così ? Un duello tra le due navi, senza l’appoggio di cacciatorpediniere o forze aeree non è sostenibile, ma possiamo immaginarlo.

La velocità della Iowa era maggiore ma la Yamato era comunque veloce. Era stata progettata per affrontare più di una corazzata contemporaneamente. Gli alleati non erano a conoscenza delle sue capacità. Il calibro dei cannoni era stato mantenuto nascosto, perciò si riteneva di 410mm. Fino alla fine del 1944 il dislocamento era valutato sulle 45000 tonnellate. Si stimava una corazzatura di 305-381mm alla cintura e 160mm sul ponte. Il comandante della Iowa avrebbe fatto quanto prevedeva la tattica del tempo: avrebbe aperto il fuoco da 29000 metri, chiudendo velocemente le distanze per raggiungere la propria “zona di immunità”(stimata da 19000 a 25000 metri contro colpi da 410mm), proprio la cosa meno consigliabile. Aprendo il fuoco da 33-35000 metri, avrebbe colpito molto difficilmente: la probabilità di un centro, da 27000 metri (!), era calcolata tra 1,4 e 2,7 %, quella reale era inferiore, figuriamoci da 35000 metri. Non avrebbe avuto senso sparare subito colpi perforanti col rischio di ridurne la scorta. E il tempo di volo dei proiettili alla massima distanza superava il minuto con una dispersione media dell’1,9 %. Troppo per qualsiasi sistema di calcolo. La Iowa, con la New Jersey, ha attaccato il cacciatorpediniere Nowaki da 32644 metri,  inquadrandolo  ma senza colpirlo, pur investendolo di schegge con un colpo vicino, a fronte di 58 colpi sparati. E la Yamato ha attaccato la portaerei di scorta White Plains da 31590 metri, con salve subito a cavallo, piazzando alla terza salva un colpo vicino che è esploso sotto lo scafo, danneggiandolo, su 24 colpi. Ma i proiettili a segno su navi avversarie sono sempre stati sparati a distanze ben inferiori, al massimo 24000 metri (Scharnhorst e Warspite). La Yamato avrebbe potuto adottare la stessa tattica del Nowaki, cambiando rotta dopo aver osservato i lampi delle artiglierie della Iowa, tattica eludibile solo serrando le distanze. Ipotizzare un combattimento da oltre 30 km è decisamente poco realistico.

Un attacco notturno non avrebbe colto la Yamato alla sprovvista, dati i sensori passivi di scoperta. Se si fosse allontanata, data l’esigua differenza in velocità, sarebbe servita tutta la notte per raggiungerla. Un attacco col maltempo avrebbe disturbato il rilevamento radar. E se la Yamato si fosse appostata tra alcune isole, anche i radar sarebbero stati di scarsa utilità.

Si cita spesso l’inferiorità del tipo di acciaio impiegato nella Yamato, comunque di buona qualità, anche se la dislocazione e il tipo di corazzatura della Iowa (classe A e B) era discutibile. Le opinioni, al rigurdo, sono le più diverse. La differenza non era così marcata ma le corazze americane erano migliori.

I proiettili perforanti giapponesi, avevano una potenza esplosiva doppia, per il maggior peso di esplosivo (33,8 kg contro 18,5) e per la sua miglior qualità (TNA, trinitroanalina,  invece di dunnite/picrato di ammonio). A cui andava aggiunto il maggior peso (25 %) ed energia cinetica. Meno efficace invece la spoletta, con eccessivo ritardo. I proiettili americani avevano, invece, spolette difettose. Entrambi i colpi avevano una certa capacità di “normalizzazione” ovvero raddrizzamento in fase di perforazione (stimata 3-8°per i Type 1), avendo punta reale smussata, e l’angolo di caduta era simile, prestazioni ottimali per forare i ponti. La cadenza di fuoco era quasi la stessa. Ma i colpi da 460mm potevano colpire sotto la linea di galleggiamento.

La cintura interna della Iowa era stata adottata per risparmiare peso. Ma un colpo che avesse colpito sotto la linea di galleggiamento, avrebbe forato lo strato esterno e allagato lo spazio intermedio. Se caduto al di sopra ad alto angolo, sarebbe esploso all’impatto con la cintura e lo scoppio si sarebbe diretto verso l’esterno, deformando la struttura inferiore, provocando perdita di velocità. La corazza esterna non era “scappucciante”: non aveva lo spessore necessario ed era troppo vicina alla cintura, avrebbe attivato la spoletta.

Vediamo un possibile scenario. Le navi si avvicinano, aprendo il fuoco probabilmente da 30000 metri. La Yamato viene colpita da un colpo fortunato che, penetrato il ponte, fa esplodere le cariche dei 155mm, danneggia tutti i radar e parte dei telemetri. Altri due colpi da 406mm devastano le sovrastrutture e provocano un incendio che il personale non riesce a domare. La corazzata si inclina di 10°. L’impianto elettrico salta. Il tiro, prima preciso, adesso è compromesso. La direzione di tiro passa al controllo locale. La corazzata rallenta a 18 nodi ma riduce lo sbandamento a 5°. In quel momento viene centrata, alla distanza di 26000 metri da due colpi che bloccano una torre d’artiglieria e danneggiano il torrione di comando. La precisione aumenta col ridursi della distanza. A 24000 metri la Iowa mette a segno un colpo al minuto, devastando la corazzata avversaria. La Yamato non può disimpegnarsi, un colpo ha danneggiato il timone principale, quello secondario non riesce a compensare. Altri 3 colpi in pieno a carica ridotta da 21000 metri forano il ponte, provocando l’innesco delle cariche da 460. Pochi istanti dopo la Yamato esplode. La Iowa ha assorbito un colpo, ma il personale ha contenuto il danno senza difficoltà… Troppo bello per essere vero ? Eppure è la versione che viene sostenuta da moltissimi opinionisti. Che confondono i sistemi di puntamento del dopoguerra con quelli del 1945. Nel caso, spesso citato, dello scontro Washington-Kirishima, la distanza di tiro era così ridotta che, anche senza radar, l’esito non sarebbe stato diverso. Proviamo ancora.

Le due navi aprono il fuoco a 30000 metri. Le colonne d’acqua potrebbero dare una indicazione della potenza reale dei cannoni da 460, ma è tale la convinzione che si tratti di granate da 410mm, che nessuno nota la differenza (a Samar sono state descritte così !). Il comandante americano muove senza esitazione in direzione della Yamato, per entrare nella sua zona di immunità. Senza sapere che, a quella distanza, i colpi della Iowa non possono forare né il ponte né la cintura della Yamato. Al contrario i colpi da 460mm possono forare il fianco della corazzata americana. Ma dopo 5 minuti, la Iowa ha messo a segno il primo colpo. E altri 2 nei successivi 10 minuti, danneggiando le sovrastrutture della Yamato, i cui colpi vanno a vuoto. A 26000 metri la Yamato apre il fuoco con la batteria secondaria ad alta cadenza. Un colpo da 155mm distrugge un radar di tiro della Iowa, dopo che un secondo radar ha smesso di funzionare per la concussione delle sue stesse artiglierie, cosa molto frequente a quel tempo. Un colpo da 460, caduto vicino, colpisce sotto lo scafo. La Iowa potrebbe virare e allontanarsi ma non può più fare 33 nodi, il danno allo scafo l’ha fatta rallentare. A quel punto, un colpo della Yamato la centra. Se osserviamo cosa è accaduto alla South Dakota, colpita da un solo proiettile di grosso calibro (356 mm !) e da 25 minori, non è difficile immaginare il resto. Danneggiamento di tutti i radar, interruzione elettrica, sistema di controllo del fuoco in avaria. Danni gravi alle sovrastrutture. A quel punto due colpi della Yamato penetrano il fianco…

Troppa fortuna ? Allora la verità sta nel mezzo. Senza pregiudizi, però ! La Iowa avrebbe sicuramente colpito per prima. E questo avrebbe potuto fare la differenza. Indipendentemente dal fatto che la Yamato potesse assorbire bene i colpi, sarebbe stata centrata ripetutamente. Ma per colpire le aree vitali e sfondare la cintura, la Iowa avrebbe dovuto avvicinarsi pericolosamente. I colpi da 460mm avrebbero potuto forarla sul fianco. 1-2 colpi l’avrebbero messa a mal partito, annullando qualunque vantaggio. Il sistema di controllo del fuoco americano era superiore sul lungo raggio ma al ridursi della distanza la differenza era meno marcata. In sostanza, comunque si voglia osservare la cosa, anche ipotizzando la parità nelle artiglierie, la Yamato era decisamente meglio protetta. La prevista classe Montana ricalcava, guarda caso, le caratteristiche della Yamato, in velocità, dislocamento e corazzatura, con tanto di cintura esterna e resistenza ai propri colpi. Probabilmente nessuna delle due navi sarebbe affondata, si sarebbero ritirate malconce, per prima la Iowa, perché più veloce…

Fonti

The battleship Yamato (J.Skulski)

The battleship USS Iowa (S.Draminski)

US fast battleships  1938-91: the Iowa class (L.Burr)

http://i.imgur.com/5IkskRk.jpg

http://www.navweaps.com/index_tech/tech-085.htm

http://www.sfu.ca/~dmunro/BB_Gun_pen.html

http://www.navweaps.com/index_nathan/Penetration_Japan.php

http://www.combinedfleet.com/f_guns.htm

https://www.navalgazing.net/Shells-Part-4

https://www.strategypage.com/militaryforums/8-7956/page10.aspx#startofcomments

https://danbooru.donmai.us/posts/2281362

http://www.navypedia.org/ships/japan/jap_bb_yamato.htm

http://dionysus.biz/NavalGunnery.html

https://www.quora.com/How-much-more-destructive-was-a-shell-from-a-Yamato-class-battleship-compared-to-a-shell-with-a-slightly-smaller-diameter-from-an-Iowa-class-ship

https://forum.warthunder.com/index.php?/topic/49162-how-38036-are-you-against-an-iowancsodak-class-battleship-with-radarcomputer-guided-guns/page/2/

http://www.kbismarck.org/forum/viewtopic.php?t=1737

http://www.navweaps.com/index_inro/INRO_BB-Gunnery.php

https://www.yumpu.com/en/document/view/40917576/iowa-class-armor-protection-limeynet

https://www.chuckhawks.com/armor_schemes.htm

https://www.reddit.com/r/WorldOfWarships/comments/74rym1/armor_and_protection_problems_with_iowa_class/

http://pwencycl.kgbudge.com/A/r/Armor.htm

https://forum.warthunder.com/index.php?/topic/215510-japanese-naval-radar-and-fire-control-systems/

13 thoughts on “Yamato contro Iowa (seconda parte)

  1. Ciao Gianvito,
    un vecchio volume che avevo a riguardo (Mezzi Navali della Seconda Guerra Mondiale, del Cimarelli, edito da DeAgostini nel 1977) afferma che gli spessori e la dislocazione delle corazze delle Iowa fossero molto meno efficienti rispetto ai dati pubblicati, e che la storia dell’acciaio migliore fu divulgata per nascondere tale debolezza. Si afferma in sostanza che l’ammontare di corazza è il medesimo di quello delle South Dakota, però distribuito su uno scafo molto più lungo col risultato di risultare proporzionalmente più sottile. Il giudizio su queste navi è quindi molto meno entusiastico di altri che ho letto in tempi più recenti. Quanto c’è di vero in queste asserzioni?
    Personalmente ho sempre faticato a credere a questo mito della corazzata perfetta: una corazzata così grande, veloce più di un incrociatore ma protetta meglio di tutte le altre? Sono scettico: non ci sono pasti gratis.

    1. Infatti è proprio così. La corazzatura delle Iowa, pur con acciaio migliore (anche qui vi sono, però, diverse scuole di pensiero), per ragioni di peso e dimensionali, era meno “robusta” di quanto si creda, e peggio andava per la protezione antisiluro. Per smitizzare la Yamato, si è creato un contro-mito duro a morire. La Yamato pesava 16000 tonnellate in più a vuoto !

  2. Ed era più larga, quindi meno prona al ribaltamento. Personalmente ritengo che, nella dinastia delle corazzate statunitensi, il modello più bilanciato siano state le South Dakota. Belle navi, però anguste: in caso di uscite prolungate risultavano disagevoli. Forse le North Carolina, leggermente più spaziose, erano il migliore compromesso da questo punto di vista anche se sbilanciate tra potenza di fuoco e armatura (forse superiori come protezione antisiluro?).
    Quanto alle giapponesi, che ne pensi della classe Nagato? In un altro sito in italiano ne danno una descrizione che risulta impressionante.

    1. Le South Dakota erano un ottimo progetto e, considerato il dislocamento, tra le più potenti. Con appena 35000 tonnellate a vuoto montavano 9 cannoni da 406 ! E’ inevitabile un confronto con la Bismarck… Le North Carolina precedenti soffrivano forse per la preferenza accordata a velocità e armamento, a scapito della corazzatura. Servirebbe però una bella analisi. Le Nagato, pur facenti parte della generazione precedente, dopo la ricostruzione, erano avversari decisamente pericolosi. La corazzatura era notevole e la cadenza di fuoco maggiore, tra l’altro con proiettili pesanti dato il calibro reale superiore, beninteso fino all’arrivo dei Superpesanti 406 americani.

  3. Una analisi sarebbe ben gradita senz’altro! Quanto alla Bismarck, sebbene la sua fine eroica abbia contribuito ad alimentarne il mito, appartiene a mio avviso a una generazione precedente per calibri, protezione, forma dello scafo. Magari sbaglio ma secondo me, se ben condotte (cosa che in pratica non avvenne mai), anche le Littorio le erano superiori.

    1. Le Littorio erano unità eccellenti, ma la scelta di impiegare cannoni con una gittata esagerata, non facilitava il tiro né la perforazione dei ponti. Se poi aggiungiamo l’elevata tolleranza concessa al peso delle munizioni, colpire diventava frutto del caso.

    1. Merito sempre dell’ossessione per le gittate elevate. Se avessimo privilegiato il tiro a 20000 metri, i proiettili, più lenti, sarebbero caduti ad angoli più elevati forando i ponti, e l’impiego di cariche meno potenti avrebbe logorato meno le canne.

  4. Si legge su Wikipedia che furono riattivate come risposta ai Kirov sovietici negli anni 80. Ma i Kirov sono incrociatori dotati di missili anti-nave con gittate nell’ordine dei 500 km i cui bersagli primari erano il naviglio mercantile Nato o le portaerei che però si difendono da sole.
    Non capisco proprio quale cambio di dottrina ha spinto gli americani a rimettere in servizio delle navi così grandi e onerose , dopotutto stavano entrando in servizio i Ticonderoga

    1. La riattivazione delle corazzate rispondeva all’esigenza di raggiungere velocemente il previsto piano delle 600 navi, risparmiando rispetto all’acquisto di nuove unità, e al mantenimento di ottime capacità di appoggio alle forze anfibie. Le Iowa, inoltre, avrebbero svolto il ruolo di navi “arsenale”, con una quantità notevole di missili. Certo avevano buone capacità di attacco antinave ma certamente non erano viste come risposta ai Kirov. La corazzatura avrebbe potuto assorbire l’impatto di molti missili antinave, ma delle semplici modifiche alle testate l’avrebbero resa vulnerabile.

  5. Alessandro, che io sappia la nuova ragion d’essere delle Iowa era primariamente il tiro contro costa e in profondità per supporto alle operazioni anfibie. A un certo punto la Marina riteneva i cannoni da 406 a tiro computerizzato un’opzione con miglior rapporto costo/benefici rispetto ai missili (dei quali erano state comunque ben equipaggiate). Lessi che i Marines rimpiansero a lungo il loro ritiro definitivo, magari in ragione di motivi principalmente sentimentali, vai a sapere…

    1. I complimenti fanno sempre piacere ! Cerco, ogni volta, di descrivere i mezzi nel modo più oggettivo possibile.

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