Lo sviluppo del sistema Krug è iniziato nel 1957, a seguito dei positivi collaudi di alcuni prototipi di motori a statoreattore, nell’ufficio di progettazione Lyulev OKB-8 (poi Novator). Nel febbraio del 1958, un decreto governativo ha autorizzato la trasformazione in sistema operativo. Lo sviluppo ha richiesto sei anni, con la prova di diversi motori a propellente solido e liquido. Lo statoreattore sperimentale funzionava solo a bassi angoli d’attacco, nel corso di manovre improvvise tendeva a perdere potenza o a spegnersi, rendendo il missile incontrollabile al primo comando ricevuto. L’elettronica non resisteva adeguatamente a urti e vibrazioni e le antenne di guida entravano in ombra durante le manovre con perdita del controllo. Risolti tutti i problemi, il missile è stato accettato a ottobre del 1964, ed è iniziata la produzione nell’impianto di Kalinin. Presentato alla parata di Mosca del 1964 ha subito ricevuto la sigla NATO SA-4 Ganef. Il sistema, però, non era ancora operativo. Messo in campo nel 1967, ha raggiunto la piena operatività solo nel 1969.
Il Krug è stato il primo sistema completamente mobile per la difesa di zona a medio raggio e quote medio-alte a livello divisione. Il requisito richiedeva la possibilità di colpire bersagli fino a Mach 2, a 45 km di distanza e da 3000 a 25000 metri di quota, anche in manovra a 4g. Doveva abbattere un Il-28 a 20000 metri di quota con una probabilità dell’80 %. Doveva poter essere aerotrasportato sugli An-22.
Una brigata SAM conta tre divisioni, un reggimento due. Ogni elemento ha un comando di batteria. Ogni divisione ha tre batterie, ognuna con tre semoventi 2P2. Le batterie sono pronte al fuoco dopo 20-25 minuti dall’arrivo (per connettere i cavi al radar) e possono lasciare la zona in 5 minuti. Tre batterie seguono l’avanzata a 10 km di distanza dalle avanguardie. Le successive sono a 25 km. La difesa dei vari elementi a bassissima quota è assicurata dai sistemi ZSU-23/4 o Zu-23/2.
Il radar di primo avvistamento, ai posti comando divisionali, è il P-40/1S12 (Long Track) in banda E (2-3 GHz) con raggio di scoperta di 175 km e 30 km in quota, su veicolo AT-T modificato, a 5 km dalle batterie. E’ affiancato, a livello brigata/reggimento, da un misuratore di quota PRV-9 (Thin Skin) in banda G/H/I (5-9 GHz) con portata variabile fino a 240 km, montato su autocarro. Le batterie spesso impiegano il sistema di supporto 9S44 Krab K-1 per integrare i dati da altri radar di acquisizione come i P-10 (Knife Rest), P-12/18 (Spoon Rest), P-15/19 (Flat Face) e P-15M (Squat Eye), ma il sistema può trattare solo 1-2 bersagli per volta e deve trovarsi entro 15-20 km.
Il semovente 2P24 impiega lo scafo GM-123 modificato. Pesa 28,2 tonnellate, è lungo 7,5 metri, 9,46 coi missili, e largo 3,2 metri. Ha una autonomia di 780 km, una velocità di 20-35 km/h su terreno vario, 45-55 km/h su strada, ed è blindato con 15mm. La rampa binata ruota su 360°, con elevazione massima di 70°. La rampa sinistra è 25 cm più in alto della destra. Ogni batteria, di solito, ha un semovente con missili 9M8M1 e due con missili 9M8M2. Sono disponibili fino a 4 autocarri 2T6 (Ural 375D) per il trasporto e caricamento dei missili di riserva, uno per ogni mezzo. L’installazione di due missili richiede 10-15 minuti.
Ogni batteria è collegata entro 200 metri ad un radar 1S32 (Pat Hand) in banda H (6,44-6,88 GHz) per controllo del fuoco e guida a onda continua (CW) da 750 kW. Inizialmente a scansione conica, sui più recenti è monoimpulso. Aggancia un bersaglio tipicamente a 105 km, 70 in caso di disturbo radar. Montato su scafo GM-124 modificato, ha una antenna principale di 2,44 metri di diametro che traccia il bersaglio (AVS-1) e una minore affiancata che segue il missile (AVS-2) e fornisce la guida command tramite uplink. Il fascio è molto stretto (1°). Il radar può guidare 2 missili simultaneamente contro 1 bersaglio (due canali per missile), con intervallo di lancio di 5 secondi. Il tempo di reazione è di 60 secondi.
Prima del lancio si seleziona la modalità di guida. Se il bersaglio vola fino a 800 m/s (2,7 Mach) tra 300 e 24500 metri di quota, si sceglie la guida command 1/2 (mezzo anticipo). Se vola invece a meno di 330 m/s (1 Mach) tra 300 e 16000 metri, si attiva la guida 3T (tre punti) simile alla CLOS. In caso di guida 3T, se il missile entra nel fascio emesso dall’antenna AVS-1, quest’ultima è impiegata anche per migliorare la risoluzione del tiro.
In caso di disturbo radar, si può scegliere una seconda frequenza. Oppure, in modalità 3T, si può tracciare la fonte di disturbo. E sui modelli recenti, nella prima fase del volo, si può passare alla guida TV, su distanze limitate (25 km). Il sistema originale, la telecamera 9Sh33 Karat, è stato sostituito, in alcuni paesi, con una telecamera digitale termica con laser telemetrico.
In caso di possibile attacco con missili antiradar (ARM) si passa alla modalità PI, illuminando il bersaglio solo per breve tempo. Il computer calcola poi il percorso futuro sulla base dei dati ricevuti dai radar di primo avvistamento. Dopo alcuni minuti, si riattiva nuovamente il radar lungo la direzione calcolata, per pochi secondi, e si ricalcola il percorso se la distanza tra quello calcolato e la vera posizione è maggiore di 7 km. La procedura rende difficile il disturbo o il lancio di un ARM. Si può anche tracciare l’obbiettivo in modalità PNS, completamente passiva, sfruttando i dati del radar Long Track via datalink, rendendo impossibile rilevare il Krug fino al momento del lancio.
Alcune fonti riportano che, in fase terminale, il missile passi alla guida radar semiattiva. Un sensore di questo tipo, sembra sia stato effettivamente sperimentato, ma non adottato. E tutti gli spaccati del missile evidenziano, nel cono, solo la testata e la spoletta di prossimità.
La configurazione del missile 3M8, sigla poi cambiata in 9M8, è caratteristica, un lungo tubo di 86 cm di diametro con alette stabilizzatrici cruciformi in coda con apertura di 2,73 metri e alette di controllo a metà corpo, ruotate di 45° rispetto alle precedenti, con apertura di 2,21 metri. E’disponibile in due serie principali, con lunghezza di 8,44 metri (9M8-9M8M1) e 7,84 metri (9M8M2/3) e pesa 2452-2459 kg, 1400 kg senza booster. I segnali di guida sono ricevuti con quattro antenne interferometriche sulle alette mobili. Un transponder, su una delle alette in coda, permette l’inseguimento del missile sul radar.
9M8 Krug (SA-4A)
Il primo missile della serie era lungo 8,44 metri e pesava 2452 kg. Aveva un raggio d’azione compreso tra 11 e 45 km e limiti di quota tra 3000 e 23500 metri. Impiegava i booster 3S5 con combustibile 4L12M e lo statoreattore 3Z4 da 6000 kg per 65 secondi. Poteva sostenere 4g fino a 12000 metri di quota, che calavano all’aumentare della quota fino a 0g. Aveva l’autopilota 1SB5, la testata 3N11 e la spoletta 3E26.
9M8M/M1 Krug-M1 (SA-4A)
Nel 1967 è arrivato il primo aggiornamento, con una variante estesamente modificata, pesante 2459 kg. La portata aumentava a 9-56 km, con quota tra 250 e 24500 metri. Aveva i booster modificati 3S5M con combustibile 4L12M2, uno statoreattore 3Z4M1 più potente e di maggior durata, 72 secondi, e limiti di quota 250-23500 metri. Poteva reggere 5g fino 12000 metri, che calavano con la quota fino a 0g.
9M8M2 Krug-M2 (SA-4B)
Apparsa nel 1971, è stata la prima versione “corta”, con una lunghezza di 7,84 metri e un peso di 2453 kg. Raggio d’azione e quota erano minori ma miglioravano le prestazioni contro bersagli vicini alla batteria, con un raggio minimo di 8-9 km, 11 km se il bersaglio era in allontanamento. Aveva l’autopilota migliorato 1SB5M2 con durata di 80 secondi e la testata migliorata 3N11M, attivata dalla spoletta 3E26M2.
9M8M3 Krug-M3 (SA-4B)
La seconda versione corta, apparsa nel 1974, poteva colpire bersagli in allontanamento, entro 20 km e 15000 metri di quota, e vedeva la distanza e la quota minime ridotte a 5-7 km (massimo 50) e 150 metri (massimo 24500). Era più manovrabile, con 6g in tutto l’inviluppo e con un tempo di preparazione al lancio minore. Impiegava lo statoreattore 3Z4M2, l’autopilota 1SB5M3 con durata di 80 secondi e la spoletta 3E26M3.
Il lanciatore è in contatto con il radar di guida via data link e comunica lo stato dei missili. 35 secondi prima del lancio si attivano i giroscopi. In partenza 4 booster a propellente solido 3Z5M (il 3M8: 3Z5), pesanti 274 kg ognuno, con 173 kg di propellente 4L12M2, in 4 secondi accelerano il missile fino alla velocità di accensione dello statoreattore (Mach 2), poi si sganciano con cartucce, alla distanza di 1,3 km. Contemporaneamente si attivano i comandi e inizia la guida da terra, col volo controllato dall’autopilota 1SB5M. L’energia interna deriva da una turbopompa alimentata con 22 kg di isopropil-nitrato.
Lo statoreattore 3Z4M Bondaryuk ha due programmi di combustione (il 3M8 uno solo) con una spinta di oltre 6000 kg per 72 secondi di durata massima. E’alimentato con 275 kg di kerosene T-1. La velocità massima è variamente stimata tra 800 e 1000 m/s (2,7-3,4 Mach). Non è un missile molto manovrabile, potendo reggere un massimo di 6g ma non è previsto, anche se possibile, l’attacco ai caccia. Allo spegnimento perde velocemente energia e manovrabilità causa la notevole resistenza aerodinamica. Il tempo di volo massimo è di 80 secondi, poi scatta l’autodistruzione (dopo 83 secondi, 73 sui primi). Può colpire bersagli in volo a 2,7 Mach. Il PK contro caccia è del 70 %, che sale all’83 % con due missili in salva. L’ultimo modello 9M8M3 raggiunge un PK del 90 %, che si riduce al 50 % contro un bersaglio in manovra a 6g e al 75 % se a meno di 5g.
La spoletta radar di prossimità 3E26M, o quella a contatto, attiva la testata 3N11M di 150 kg. E’ad alto esplosivo-frammentazione direzionale, con 90 kg di esplosivo TG-20, circondato da 15000 cubi d’acciaio di 4 grammi. Si arma a 300 metri di distanza dal lanciatore, altre fonti riportano, invece, l’attivazione a 400 metri dal bersaglio. Il raggio letale è di 50-70 metri ma uno scoppio a 250-300 metri ad alta quota può già danneggiare un velivolo. La presenza di una testata nucleare, solo sui missili 3M8, non è mai stata confermata.
L’Egitto li ha schierati nel 1971 ma li ha restituiti quasi subito. I Krug sono stati inviati brevemente in Afghanistan nel 1979-80. Nel 2006 la Polonia li ha provati contro i missili P-15 Termit (SS-N-2 Styx).
Nel 1990 la Russia aveva 1350 lanciatori con 2700 missili, altri 1350 di pronto impiego e almeno 8000 ricariche. Da allora ne è iniziato il ritiro, rimpiazzati dagli S-300V/SA-12. I modelli più vecchi sono stati offerti come bersagli (Virazh M 9M316M) nel 1994. La Cecoslovacchia, La Germania est e l’Ungheria li hanno radiati negli anni ‘90, la Polonia nel 2011, dopo averli ammodernati con elettronica digitale. Il missile sembra essere ancora in servizio in Armenia, Azerbaigian, Turkmenistan, Kirghizistan e Corea del nord. In Ucraina e Bulgaria sono in riserva.
Fonti
Top Gun (1/2001)
Kpyг (Pycckиe Tahkи)
Aeronautica e difesa (1/1990)
https://simhq.com/forum/ubbthreads.php/topics/3627385/all/2k11-m1-krug-m1-sa-4b-ganef