Nel 1950 è apparso evidente che gli intercettori sovietici non avevano prestazioni sufficienti per fermare i bombardieri americani B-50 e B-36. I nuovi B-47 e B-52 erano alle porte. I lavori del gruppo NII-88 sui progetti derivati dai missili sperimentali tedeschi di fine guerra, come il Wasserfal e lo Schmetterling, erano a un punto morto. I loro successori, R-108, R-109 e R-112, non disponevano di sistemi di guida e propulsione abbastanza avanzati, ed erano di concezione ormai superata. E’ in questo clima che Stalin ha preso una decisione drastica nel 1950, assegnando al capo della polizia segreta Beria il compito di supervisionare la realizzare, nel minor tempo possibile, di un sistema difensivo per Mosca. L’ufficio di progettazione SB-1, poi ridenominato KB-1, avrebbe dovuto ripartire da zero e realizzare un missile di prova entro un anno, al sito di Kapustin Yar. Il progetto era codificato Berkut. Nelle ipotesi iniziali avrebbe dovuto comprendere una estesa rete radar di avvistamento (A-100), radar di puntamento B-200, missili antiaerei V-300, intercettori G-400 e persino aerei radar derivati dai Tu-4 (D-500). In seguito è stata eliminata la componente aerea. Vitale era la realizzazione di una cintura SAM attorno a Mosca, per difendere il centro governativo e i complessi industriali dagli attacchi nucleari.
Lo sviluppo del missile è iniziato alla Lavochkin alla fine del 1950. Si è scelta la configurazione canard, la migliore per la gamma di velocità. Il motore Isayev, sviluppato sulla base dell’R101B-3600 a 4 camere del missile sperimentale R-101B, da cui differiva solo nella struttura più robusta e nella linea di alimentazione, ha completato le prove sui prototipi del missile nel 1951. Il primo lancio è avvenuto il 25/7/1951 a Kapustin Yar. Eseguiti i test dei prototipi a gennaio 1952, ad aprile è iniziata la produzione in serie e i primi lanci guidati. Il missile è stato adottato nel 1953. Fino a maggio si sono svolti 81 lanci, contro bersagli paracadutati e Tu-4, anche pilotati. Dopo la morte di Stalin e l’arresto di Beria, l’ufficio KB-1 è stato riorganizzato e il Berkut è divenuto Sistema 25. Altri test si sono svolti da settembre 1953 contro Il-28 e Tu-4. Il 25/6/1954 sono stati lanciati 16 missili contro 15 bersagli trainati da Il-28 e Tu-4. Sono stati tutti abbattuti ma un Il-28 e due Tu-4 sono rimasti danneggiati. Altri 69 lanci contro Il-28 e Tu-4 si sono svolti tra 10/1954 e 4/1955. In un test, 12 Tu-4 hanno trainato 24 bersagli. Sono stati lanciati simultaneamente 20 missili, 1 missile ha perso il controllo ma 19 hanno centrato i bersagli.
I lavori per le infrastrutture sono iniziati nel 1953 e proseguiti fino al 1955, con la realizzazione di 2000 km di strade, il tutto realizzato con l’impiego di prigionieri condannati ai lavori forzati. Il primo S-25 ha preso servizio nel 1954 e la prima batteria a maggio del 1955. Il sistema completo ha raggiunto l’IOC a giugno del 1956 con 2640 lanciatori. Per Leningrado era previsto un singolo anello difensivo, poi realizzato, ma coi missili S-75.
I missili erano trasportati da semirimorchi che fungevano anche da elevatori, per sistemarli sulla piattaforma di lancio, sistema derivato dai tedeschi V-2/Wasserfall. I canard controllavano beccheggio e imbardata, gli alettoni sulle ali principali si occupavano del rollio, piccoli deflettori nel condotto o alette in coda, mantenevano il controllo al decollo e l’allineamento corretto dopo il lancio durante la fase di accelerazione.
Il sistema strategico S-25 Berkut, realizzato per difendere Mosca dall’attacco di 1000 bombardieri, era formato da due anelli di primo avvistamento, con radar A-100 Kama (banda E/F, 10 cm) con portata di 300 km, situati ad una distanza di 25-30 km e 200-250 km dal centro di Mosca, col perimetro esterno che provvedeva all’identificazione dei bersagli e forniva i dati ai siti di lancio. Altri radar fungevano da supporto, come i P-14 (Tall King) in banda A, con portata di 600 km e i PRV-9 (Patty Cake) in banda D/E per rilevamento quota, con raggio di 200 km.
I siti formavano due anelli concentrici attorno alla capitale, il primo ad un raggio di 46 km con 22 siti di lancio, il secondo a 83 km con altri 34 siti, distanziati di 10-15 km, all’interno di foreste, ognuno con 60 missili. Tutte le installazioni, camuffate, erano in cemento armato, in grado di resistere a bombe di 907 kg, e dotate di magazzini per missili (5000-9000) e propellente liquido.
Ogni sito aveva un’area di lancio, una di guida radar, una zona di supporto tecnico e una stazione di trasformazione di energia elettrica. La zona di lancio, dalla caratteristica forma a spina di pesce, occupava 1,5 km2. Aveva 10 file doppie di strade in cemento, ognuna con 3 rampe, un totale di 60 lanciatori. A 1,5 km di distanza vi erano 2 radar B-200, (antenne A-11 e A-12) davanti all’area bunker che conteneva i sistemi di comando e controllo del fuoco con computer analogici.
Il B-200 (Yo-Yo) in banda E/F da 2 MW, poteva rilevare un Il-28 a 40 km. I radar sono stati aggiornati successivamente alla variante B-200M da 10 MW e 150 km di portata. L’elevata potenza lo ha fatto inserire nei trattati come potenziale sistema ABM. Il B-200 aveva su ogni lato 3 antenne con settore di 60°, connesse a formare una singola antenna triangolare. Venivano trasmessi due fasci, uno per la direzione, l’altro per l’elevazione, con scansione di 1°x 54°, settore massimo di tiro. Un radar seguiva il bersaglio, l’altro forniva la guida “command” al missile. L’antenna ruotava a 50 giri/min., eseguendo 5 scansioni complete al secondo. Primo sistema al mondo multicanale con capacità TWS (24-30 obbiettivi), operava sui bersagli con separazione temporale. Il sistema di controllo del fuoco disponeva di 4 stazioni di guida, ognuna in grado di controllare 5 bersagli, con ingaggio simultaneo di 20 di questi con 1-2 missili con un tempo di reazione di 5 minuti e cadenza di 6 missili al minuto. In caso di disturbo ECM era possibile condurre l’attacco manualmente (modalità RS), con fino a 4 missili contro lo stesso bersaglio. I siti vicini fornivano copertura sovrapposta e l’anello interno fungeva da riserva.
Sono state realizzate molte varianti del missile ed è difficile attribuire ad ognuno le diverse sigle.
S-25
Il primo modello era conosciuto anche con le sigle V-300 e 205 (designazione del KB-1). Lungo 11,42 metri, aveva un diametro di 65 cm, una apertura alette di 2,8 metri, e pesava 3570 kg. Disponeva di un motore Isayev S09.29 a propellente liquido con 4 camere di combustione. La spinta era di 8500 kg per 45 secondi, e consentiva un massimo di 3 Mach a fine combustione. Il combustibile era kerosene F-1 o M50/TG-02, l’ossidante era l’AK-20. La mancanza del booster comportava una velocità iniziale bassa, rendendo problematica l’intercettazione di bersagli supersonici. Il missile non era molto manovrabile, potendo virare a solo 4g, era quindi adatto a colpire solo bombardieri manovranti al massimo a 0,5-1g volanti fino a 1000-1250 km/h, con PK del 70-90 % purche non protetti da ECM, con tracciamento da 54 km di distanza.
Il raggio d’azione medio era di 30 km (8 quello minimo) ma dipendeva dal bersaglio. Poteva arrivare a 37 km contro un B-52 in avvicinamento. La quota d’impiego variava da un minimo di 4-5000 metri a 20000 metri, nei primi 14 secondi il missile era condotto dall’autopilota. Il sistema di guida era “command” (modo S) e non era preciso. La testata Kozorez Ye-600 era HE a frammentazione di 235 kg, con raggio letale di 20-35 metri.
Il missile è stato presto sostituito dal migliorato 207A (V300K), ricavato dai prototipi 206/207. Sviluppato nel 1953-54, ha completato le prove nel 1955. Aveva un motore a camera singola Isayev S2.260 con la medesima spinta del predecessore ma con un accumulatore di pressione diverso. La testata era “cumulativa”, di non precisate caratteristiche, di 324 kg. Il raggio d’azione era di 35 km, con una quota d’impiego tra 3000 e 25000 metri.
E’ stato presto affiancato, nel 1957, dal modello 207T/215, sviluppato nel 1955 e testato nel 1956, sulla base del 207A. Era equivalente come prestazioni ma con testata nucleare da 8 kT, con quota minima di 5000 metri, da impiegare contro intere formazioni di velivoli.
S-25M1
Primo ammodernamento
Sviluppato nel 1956 e testato due anni dopo, il modello 217 aveva un motore S3.42A a camera singola da 15700-17000 kg/sp che aumentava la velocità a Mach 4, con spinta variabile e testata a scoppio direzionale. Poteva colpire bersagli a 2000 km/h anche a quote di soli 500 metri. Contro disturbatori radar era possibile la guida su tre punti (modalità T), simile alla CLOS.
S-25M2
Secondo ammodernamento
Sviluppato nel 1958, dopo i test del 1960, è entrato in servizio nel 1962 il nuovo missile 217M (V300M). Lungo 12,85 metri, con un diametro di 65cm, pesava 3975 kg. Aveva canard di 1,43 metri, ali di 2,73 metri e stabilizzatori in coda di 1,1 metri di apertura. Il motore S5.1 da 17180 kg/sp per 21 secondi e 5000 kg/sp per altri 27 secondi, era alimentato con 628 kg di kerosene e 1920 kg di ossidante. Estendeva il raggio d’azione a 43 km, con aggancio già da 75 km, e la quota utile da 1500 a 25-30000 metri. Poteva colpire bersagli volanti a 2000-3700 km/h, in manovra a 1-2g, che distruggeva con la testata F-280 di 280 kg, con 18500 schegge da 5 grammi. Era meglio protetto contro disturbi radar attivi/passivi. Il PK era dell’85-98 %.
La variante 217T/218, sviluppata dal 1958 al 1962 sulla base del 217M, è entrata in servizio nel 1964. Aveva testata nucleare RA4 e quota minima d’impiego di 6000 metri.
S-25MA
Terzo ammodernamento
Apparso nel 1968 sfruttava il missile 5Ya25 (217MA) dotato del motore S5.44 con spinta di 18500 kg per 20 secondi, seguita da un calo fino a 6000 kg per i successivi 30 secondi. Con 591 kg di kerosene e 1931 kg di ossidante AK-27, il motore permetteva Mach 4 a 10000 metri di quota e Mach 5 oltre i 25000. Il raggio d’azione era sempre di 43 km ma la quota massima arrivava a 35000 metri (minima 1500). Poteva colpire bersagli a 3700 km/h o in manovra a 6g, anche aerei da caccia, potendo virare a 14g, con una testata 5ZH91 da 390 kg con 36000 schegge di 4,3 grammi. La resistenza ai disturbi era estesa ai sistemi RGPO/AGPO. Il PK previsto era dell’85-96 % contro un MiG-17 e del 25-80 % contro un ricognitore A-12.
Il motore era eccezionalmente potente, l’85 % di spinta in più rispetto ad un S-200 Vega, per una durata di combustione inferiore ma applicata ad una cellula più leggera. Le prestazioni, in termini di velocità e raggio d’azione, erano raddoppiate in confronto al primo S-25.
S-25MAM
Quarto ammodernamento, fase 1
Con il missile 5Ya25M, apparso nel 1975 diventa possibile intercettare obbiettivi volanti a oltre 3700 km/h e la quota minima scende a 500 metri.
S-25MR
Quarto ammodernamento, fase 2
Nel 1979-80 sono arrivate le ultime varianti. Il missile 5Ya24 (219) con portata di 46-54 km, quota tra 500 e 35000 metri, capacità di colpire bersagli a 4000-4300 km/h (SR-71) e modalità alternativa di guida passiva sulle sorgenti di disturbo fino a 58 km, impiegava la testata 5ZH97 da 382 kg, che scagliava 32000 schegge da 3,3 grammi con un PK dell’85-98%. Il modello alternativo a testata nucleare 5Ya24S (44N6), con le stesse caratteristiche, aveva una quota minima d’impiego di 3500 metri.
Varie versioni mobili su veicolo blindato o su treno, sono rimaste sulla carta. Gli ultimi S-25M sono stati sostituiti dagli S-300P nel 1982-84. La maggior parte dei siti è stata smantellata negli anni ’90 e trasformata in area residenziale, vista l’ottima rete stradale. Alcuni siti hanno ospitato le batterie S-300P o sistemi ABM. Dal 1959 ne sono stati fabbricati 32000, i restanti sono impiegati come bersagli.
Fonti
https://ru.wikipedia.org/wiki/%D0%A1-25
http://www.peters-ada.de/s25_berkut.htm
http://pvo.guns.ru/s25/s25.htm
http://simhq.com/forum/ubbthreads.php/topics/3684597/all/s-25-berkut-sa-1-guild