Le armi automatiche sui caccia della Seconda guerra mondiale (prima parte)

All’inizio del secondo conflitto mondiale, le nazioni avevano visioni differenti sul tipo di arma adatta. Nella Prima guerra mondiale l’armamento tipico di due mitragliatrici aveva prevalso e nel primo dopoguerra la situazione non era cambiata. La mitragliatrice  riscuoteva ancora successo. Quanto tale approccio fosse errato, alla luce dello sviluppo delle strutture metalliche e dei primi sistemi di protezione, non è apparso subito evidente. Molte nazioni hanno pensato solo ad aumentare il numero di armi.

Le mitragliatrici leggere

Stati Uniti

Colt-Browning Machine Gun, Cal. .30, AN/M2, Aircraft

Nel primo dopoguerra, i requisiti per una nuova mitragliatrice per l’aviazione prevedevano peso leggero, ottima potenza e affidabilità, difficili da raggiungere, data la necessità di un ciclo a otturatore chiuso per consentire la sicurezza nel tiro sincronizzato. Con l’assistenza della Fabrique Nationale de Herstal, in Belgio, la mitragliatrice Model 1919A4 è stata riprogettata dalla Colt come T2 nel 1927, con una canna più sottile e una struttura più leggera, trasformandola in un’arma raffreddata ad aria con un peso ridotto del 30 %, a circa 9,9 kg. Eseguiti con successo i test, è stata adottata nel 1929 come AN/M2.

Disponibile per installazioni fisse e mobili, la M2, lunga 1,02 metri, aveva una cadenza di 1200-1350 c/m, elevata a 1500 in alcune varianti, con una velocità iniziale di 850 m/s e nastri da 250 colpi di 14,5 grammi. La portata teorica era di 1400 metri. Dotata di un sistema automatico di alimentazione con sollevamento dei nastri, era considerata di difficile manutenzione. Fabbricata in 50000 pezzi e presente su caccia come il P-39 e il P-40, oltre che su molti bombardieri e ricognitori, ne è iniziato il ritiro a partire dal 1943.

Regno Unito

Browning .303 Medium Machine Gun Mk II

Gli inglesi hanno migliorato la Browning M2 fino a renderla un progetto quasi completamente diverso, con modifiche per facilitare la produzione e sistema di alimentazione diverso. L’arma è stata presto adottata dalla RAF per sostituire le Vickers da 7,69mm. Nel 1934 il Ministero dell’Aviazione aveva richiesto  6-8 armi su ogni caccia, per assicurare la densità di fuoco necessaria nei pochi secondi del tiro, possibile solo inserendole nelle ali. La mitragliatrice operava ad otturatore aperto, cosa che impediva la sincronizzazione, comunque non necessaria nell’installazione alare. Una certa tendenza a gelare ad alta quota è stata risolta parzialmente.

Alimentata a nastro, oltre che sugli Spitfire e Hurricane, era installata anche sulle torrette dei caccia Defiant e su quelle dei bombardieri HalifaxStirling Manchester, Lancaster e Sunderland. E’ stata fabbricata nei modelli Mk-I e II.

Lunga 1,13 metri, pesava 9,9 kg. Aveva una cadenza di 1150-1200 c/m, con velocità iniziale di 810 m/s e un raggio d’azione teorico di 914 metri. Gli Spitfire e gli Hurricane nella Battaglia d’Inghilterra erano armati con 8 mitragliatrici, che impiegavano proiettili da 7,69mm a palla, perforanti e incendiari da 9,7-11,3 grammi, su nastri di 300 colpi. E non sono mancati, successivamente, persino Hurricane con 12 mitragliatrici !

La mitragliatrice era prodotta anche dalla FN-Herstal in Belgio, per i Fokker D.XXI e gli IAR-80/81. Secondo i russi, l’affidabilità era paragonabile a quella della mitragliatrice ShKAS, cioè bassa, ma ne sono state fabbricate almeno 500000.

Francia

MAC 1934 M39

Nel 1934 la Manufacture d’Armes de Châtelleraul (MAC) ha terminato lo sviluppo della MAC 1934, per sostituire la Darne mod.1933. La nuova mitragliatrice era una variante a più alta cadenza, per aerei, della MAC 1931 Reibel. E’ stata prodotta dal 1935 in due versioni, il modello per torretta (type tourelle) con caricatore da 100 colpi e quello per ali (type aile) con 300 o 500 colpi.

Lunga 1,03 metri, con una canna di 85 cm, pesava 10,7 kg. Aveva una cadenza di ben 1450 c/m con proiettili da 7,5mm MAS da 9,5-10,5 grammi, e velocità iniziale di 830m/s.

La MAC 34, funzionava a gas, era costosa e non adatta alla sincronizzazione ma era compatta e affidabile. L’alimentazione originale richiedeva frequenti ricariche e non era adatta all’installazione nelle ali. Nel 1939 l’arma è stata modificata con l’alimentazione a nastro ed è entrata in servizio come MAC 1934 M39. Oltre i 6000 metri di quota tendeva a gelare, cosa che ha obbligato ad aggiungere riscaldatori sui caccia M.S.406. Nessuno dei progetti per versioni in calibro maggiore,  anche 11 mm, ha avuto seguito.

Russia

ShKAS 

Entrata in produzione nel 1934, la ShKAS (Shpitalny-Komaritski Aviatsionny Skorostrelny) era una mitragliatrice azionata a gas con un caricatore a revolver che conteneva 10 colpi e permetteva un funzionamento lieve e regolare, con rimozione automatica delle cartucce da un nastro disintegrabile. Il rinculo era leggerissimo, solo 920 grammi. Il progetto era la somma di diverse innovazioni dei modelli Maxim, Szakats e Berthier. Oltre al prototipo (426) del 1932, ne esistevano altri quattro modelli, il KM-33 del 1933 per affusto mobile, il KM-35 mobile del 1934 con la variante per ali del 1935, il KM-36 in versione mobile del 1935 e sincronizzato con canna lunga del 1937, e il modello del 1941 per ali.

La ShKAS era lunga 81cm, con una canna di 59 cm, e pesava 10,5-11,3 kg. Il peso completo arrivava a soli 40 kg con 650 colpi. La cadenza di tiro era regolabile scegliendo tra tre diametri dei fori di passaggio del gas (3mm, 3,5mm e 4,2mm) ottenendo 1500, 1800 o 1950 c/m. La tipica cadenza era fissata a 1800 c/m, che scendevano a 1250-1625 c/m se sincronizzata. Il modello del 1937 arrivava a 2000 c/m.

Nel 1939 è stata realizzata in piccola serie la Ultra-ShKAS di 16 kg da 2700-3000 c/m, con foro del gas aumentato, canna più spessa e pesante con rivestimento di raffreddamento che, per problemi di affidabilità ha visto un uso limitato sugli I-16.

Impiegava i proiettili 7,62×54mmR con velocità iniziale di 775-825 m/s. Il principale era il B-32 (API) da 9,6 grammi (completo 24 grammi) in grado di forare 11mm a 400 metri. L’alimentazione era  a nastro di 650-750 colpi per le armi fisse e 1000-1500 per le mobili. Una raffica di un solo secondo di 4 ShKAS poteva sparare 120 proiettili con una precisione di 15 millesimi a 400 metri (5 colpi /m2), rendendola la più potente mitragliatrice leggera. Non era però affidabile: pare avesse non meno di 48 modi diversi per incepparsi. Dal 1933 al 1945 ne sono state prodotte 150000. Il progetto è servito come base per la realizzazione del cannone ShVAK.

Germania

Rheinmetall-Borsig MG-17

Realizzata sulla base della MG-30, era stata modificata eliminando il calcio, l’alimentazione , ora a nastro, e il funzionamento ad otturatore chiuso per consentire il tiro sincronizzato, mantenuto invece sulla variante MG-15 mobile. Tra il 1934 e il 1944 ne sono state fabbricate 24000.

La MG-17 era lunga 1,17 metri, con una canna di 60 cm, e pesava 10,2-12,5 kg. Sparava i proiettili Mauser 7,92×57mm IS da 11,5-12,7 grammi (35 grammi completi)  con cadenza di 1100-1200 c/m, 1000 c/m sincronizzata, e velocità iniziale da 760m/s a 855 m/s (Phosphor B) a 905 m/s  (APT SmK L’spur). L’arma, alimentata con nastri di 500-1000 colpi,  è stata estesamente utilizzata, montata, tra i tanti, sui Me-109, Me-110Fw-190Ju-87Ju-88C, He-111Do-17Z/215, Do-217,  Fw-189. La sostituzione è iniziata nel 1940 e a fine guerra era poco diffusa. Ne ha preso il posto la MG-131.

Italia

Breda-SAFAT 7,7mm

Negli anni ’30 la Breda e la SAFAT (parte della FIAT) sono state incaricate di produrre una nuova serie di mitragliatrici leggere e pesanti. Il progetto Breda, basato sulla Browning M1919 ricamerata per le munizioni italiane, ha vinto e la SAFAT è stata venduta alla Breda formando il gruppo Breda-SAFAT. Il progetto del 1935, nonostante dovesse fornire un’arma pari o superiore alle avversarie, si è rivelato mediocre, a causa della bassa velocità iniziale dei proiettili, del peso e della bassa cadenza di tiro. Anche se era una mitragliatrice affidabile.

La Breda-SAFAT era lunga 1,09 metri, con una canna di 64 cm, e pesava 12,5 kg. Sparava 800-900 c/m, 665 c/m se sincronizzata. Impiegava i proiettili 7,7x56mmR a palla, API e traccianti, con velocità iniziale di 730 m/s. Presto superata, è stata ugualmente prodotta in grande serie per l’intero conflitto.

Giappone

Gli aerei dell’Esercito e della Marina giapponese erano equipaggiati con due mitragliatrici simili, entrambe copia su licenza della mitragliatrice Vickers-E inglese, ma con proiettili diversi.

Tipo 89 modello 2

Impiegata sugli aerei dell’Esercito, la Tipo 89 era lunga 1,03 metri e pesava 12 kg. Camerata per la cartuccia 7,7x58mmSR Type 89, sparava 900 c/m, 660-730 c/m sincronizzata,  con velocità iniziale di 810-820 m/s e un raggio teorico di 600 metri. Sincronizzata o sulle ali, era alimentata a nastro disintegrabile, con proiettili a palla (13 grammi), perforanti, incendiari o traccianti (10 grammi). Ha trovato posto sui vari Ki-27Ki-43Ki-44, Ki-30Ki-51, Ki-32.

Tipo 97

Equivalente per Marina, in servizio dal 1937, la Tipo 97 era lunga 1,04 metri e pesava 11,8 kg. Usava munizioni 7,7x56mmR, con cadenza di 900-1000 c/m, 730 sincronizzata,  velocità iniziale di 750m/s, e 600 metri di portata.

Alimetata a nastro, era in installazione fissa sulle ali o sincronizzata, sugli A6M Zero, Nakajima B6NYokosuka K5YYokosuka D4YAichi D3AAichi E16AKawanishi E7KKawanishi N1K and N1K-J, Mitsubishi J2MMitsubishi F1M2 e Nakajima A6M2-N.

In combattimento

La portata teorica delle mitragliatrici leggere poteva anche essere elevata ma quella pratica era di gran lunga inferiore. Oltre i 150-300 metri il tiro era inefficace. Inizialmente gli Spitfire avevano le mitragliatrici regolate per far convergere il tiro a 365 metri, una distanza eccessiva, che rendeva il fuoco poco preciso a distanze inferiori.

Alcuni test condotti a terra contro un Blenheim utilizzando varie armi, inglesi e tedesche, in molte configurazioni diverse, da 180 metri di distanza, avevano prodotto sconcerto. Il miglior proiettile (.303 incendiary B Mk VI) incendiava i serbatoi solo in 1 caso su 5 impatti. Ad alta quota, con aria rarefatta sicuramente meno. E di solito, solo 1-2 armi su 8 impiegavano colpi incendiari. Altri tipi di incendiari, inglesi e tedeschi, avevano la metà dell’efficacia. E già si stavano diffondendo i serbatoi autostagnanti. Non andava meglio con i perforanti, sulla carta in grado di forare 12mm a 180 metri, che, attraversando la fusoliera o la struttura, venivano deviati o ribaltati, tanto che solo 1/3 o 1/4 dei colpi raggiungeva le piastre blindate da 4 mm, raramente penetrandole. Tra tutte le configurazioni d’armamento, la peggiore è risultata quella di 8 mitragliatici leggere, giunta quarta. Ai primi posti i cannoni da 20 mm.

Durante la Battaglia d’Inghilterra, in una occasione, sei Hurricane hano sparato 7200 colpi senza riuscire ad abbattere un Do-17.

Saburo Sakai ricorda di aver sparato oltre 200 colpi da 7,7mm ad un F-4F, da 50 metri, senza causare danni strutturali né un principio di incendio.

In altri termini la mitragliatrice leggera era superata. E la scelta inglese, errata. Erano necessarie armi molto più potenti. Ma se i tedeschi erano già sulla buona strada, presto seguiti dagli inglesi, gli americani avrebbero seguito un approccio diverso.

Fonti

The illustrated encyclopedia of aircraft armament (B. Gunston)

Browning .30-caliber Machine Guns (G. L. Rottman)

Repeating and Multi-Fire Weapons: A History from the Zhuge Crossbow Through the AK47 (G. Prenderghast)

https://www.warbirdforum.com/jaafmgs.htm

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