Nel 1956 l’esercito degli Stati Uniti ha formulato la richiesta per un missile a propellente solido e raggio intermedio per interdizione sul campo di battaglia. Due anni dopo è stato assegnato al progetto il nome Pershing e il contratto di sviluppo è stato affidato alla Martin Marietta. Il prototipo del Pershing I (Guided Missile XM-14) è stato lanciato a febbraio del 1960. Agli inizi del 1962 si sono svolti i primi test dai lanciatori tattici e, a giugno dello stesso anno, la prima unità ha ricevuto ufficialmente i primi missili modificati (XM-19) che hanno sostituito i PGM-11 Redstone.
MGM-31A Pershing I
Il Pershing I era lungo 10,54 metri con un diametro di 1 metro. Pesava 4580 kg. Il primo stadio (booster) disponeva di un razzo a propellente solido Thiokol TX-174 con 2019 kg di propellente e una spinta di 11794-11925 kg per 38 secondi. Il secondo stadio (sustainer) aveva un razzo Thiokol TX-175 con 1263 kg di propellente e una spinta di 8709-8718kg per 39 secondi. I motori assicuravano un raggio d’azione da 185 a 740 km e una velocità di 8 Mach a fine combustione. La guida era fornita dal sistema inerziale Bendix Eclipse-Pioneer ST-120. Il veicolo di rientro adottava uno scudo termico ablativo. La precisione non era elevata ma era compensata dalla testata termonucleare W-50 mod 1 a potenza variabile, con 3 valori selezionabili: 60, 200 o 400 kT.
Il nuovo sistema d’arma era composto da soli 4 cingolati M474 contro i 20 veicoli del precedente Redstone. L’impiego del propellente solido riduceva i tempi di lancio, comunque lunghi diverse ore, dato che era necessario rilevare le coordinate della zona e allineare verso nord il missile, impiegando computer analogici. Il Pershing I costava 1,74 milioni di $.
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MGM-31B Pershing Ia
All’inizio del 1965 il Dipartimento della Difesa ha formulato il requisito per una variante QRA (Quick Reaction Alert) del Pershing, per sostituire gli MGM-13 Mace. L’anno dopo la Martin Marietta ha iniziato lo sviluppo del Pershing Ia. Il missile rinnovato, pesante 4655 kg, usufruiva di un nuovo lanciatore/elevatore M790, di veicoli di supporto ad alta mobilità e di elettronica “solid-state”. La produzione del missile, siglato MGM-31B, è iniziata nel 1967 ed entro il 1970 l’arma aveva rimpiazzato tutti i Pershing I. Il costo era di 5,4 milioni di $ al pezzo.
Nel 1976, è stato introdotto il Sequential Launch Adapter (SLA) che permetteva il lancio di tre missili in rapida sequenza e l’Automatic Reference System (ARS), inerziale, che saltava la complessa procedura di allineamento prima del lancio. Il missile aveva un CEP di 366 metri e una testata di 748 kg W-50 mod 2 con le stesse opzioni di potenza e scoppio in quota. La produzione è terminata nel 1975, ma è ripresa tra il 1977 e il 1979 per rimpiazzare i missili lanciati. Complessivamente sono stati fabbricati circa 750 Pershing I/Ia, di cui 134 impiegati nei test di sviluppo e 108 dislocati in Europa.
MGM-31C Pershing II
Il Pershing Ia disponeva di una testata di potenza esagerata per i ruoli tattici. Una meno potente avrebbe però richiesto una maggior precisione. Nel 1973 è iniziato lo sviluppo di un modello aggiornato, denominato Pershing II, nel 1975 affidato sempre alla Martin. Il primo lancio è avvenuto nel 1977 e l’anno dopo sono iniziati i test del nuovo veicolo di rientro (RV) manovrabile, impiegando come vettori i Pershing Ia. I requisiti, però, erano nel frattempo cambiati. L’Unione Sovietica aveva infatti iniziato lo spiegamento degli RSD-10 Pioner (SS-20 Saber). Per contrastare la minaccia, il progetto è stato completamente rivisto e denominato Pershing II Extended Range (PIIXR), con un raggio d’azione previsto di oltre 1600 km e compatibile con i mezzi di supporto del precedente Pershing Ia. Nel 1979 la NATO ha richiesto il ritiro degli SS-20 minacciando lo spiegamento in Europa di 108 Pershing II e 464 GLCM.
Il primo test del nuovo missile, ora denominato MGM-31C, è avvenuto a luglio del 1982 e si è risolto in un fallimento, ma entro la fine dell’anno una seconda prova ha avuto successo. Alla fine del 1983, con la prima batteria in Germania, si è raggiunta la capacità operativa iniziale (IOS). Dal 1986 lo spiegamento era completato, rimpiazzando tutti i 108 Pershing Ia. Sono stati realizzati 380 Pershing II, al costo di 3,8 milioni di $ per esemplare. Una richiesta di acquisto da parte di Israele è stata respinta.
I lanciatori M790 dei Pershing 1a sono stati modificati come M1003, perchè l’accordo SALT II impediva la fabbricazione di nuove rampe. La stazione di programmazione era ora a lato del lanciatore. La testata, con la sezione radar, era situata su un basamento che ruotava allineandola col corpo principale. Per il movimento venivano adottati i trattori M983 HEMTT o, in Germania, gli M1001 MAN. Il nuovo sistema di guida non richiedeva le precedenti, complesse, procedure: si auto orientava tramite una piattaforma inerziale, permettendo il lancio in pochi minuti. Le mappe radar dei possibili bersagli, ricavate da immagini satellitari o aeree ricostruite misurando la prevista riflessione degli oggetti terrestri, considerando i parametri di funzionamento del ricevitore radar, erano fornite dal National Defense Mapping Bureau. Erano conservate su disco, nel Reference Scene Generation Facility shelter. I dati venivano trasferiti su una cartuccia inserita nel pannello di controllo del lanciatore durante il conto alla rovescia.
Al lancio il missile, lungo 10,62 metri e pesante 7462-7490 kg, era controllato da 4 alette, due mobili per il rollio e due fisse stabilizzanti nel primo stadio. Impiegava nuovi motori Hercules in Kevlar, con propellenti più potenti. Il primo stadio, con 3600 kg di perclorato di ammonio (HTPB), aveva una spinta di 17539 kg per 58 secondi. Il sostentatore, con 2300 kg di propellente, forniva 13664 kg per 46 secondi. Al termine della combustione si sganciava il secondo stadio, a 80 km di quota. A fine combustione la velocità era di 8,5 Mach. Nella fase intermedia, balistica, il veicolo di rientro si orientava verso il basso per prepararsi all’ingresso nell’atmosfera e per ridurre la sezione radar, compiendo una parabola con vertice a 400 km di quota. Per il controllo dell’assetto e la correzione della traiettoria, nel volo esoatmosferico, impiegava la spinta vettoriale. Il tempo di volo nella fase intermedia era di 10 minuti. La guida era inerziale fino alla fase terminale, dove il controllo era, invece, affidato alle alette. Fase che iniziava a 80 km dal bersaglio e 1 minuto all’impatto. Il raggio d’azione ufficiale era di 1850 km. Sembra però che l’adozione della testata W-86 consentisse un aumento di portata fino a 2200 km. E secondo i calcoli dei sovietici, anche la velocità media era superiore, oltre 10 Mach.
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Il Pershing II adottava per la prima volta la tecnologia MARV. Il veicolo di rientro Goodyear era lungo 3,66 metri e pesava 665 kg. Il cono rinforzato in fibra di vetro e resina epossidica agiva come scudo termico ablativo. A meno di 15000 metri di quota sosteneva 25g nella manovra di “pull out” (massima resistenza 80g), per evadere l’intercettazione o per estendere il raggio d’azione di ulteriori 48 km. Al rientro nell’atmosfera, il computer comandava le manovre di “lift-drag”, rallentando il MARV per poi iniziare la picchiata (pull down), facendolo cadere quasi verticalmente con la prevista velocità. Anche fuori rotta di 8 km il missile poteva correggere la traiettoria in tempo. A10000 metri di quota e 12 secondi all’impatto, si attivava la guida terminale RADAG (Radar Area Guidance).
L’antenna radar a impulsi a frequenza variabile Goodyear Aerospace in banda J (10-20 GHz), stabilizzata su 3 assi, emetteva un fascio di 2,2° x 22°orientato a 22° dal centro, e scansionava due volte al secondo un’area circolare, controllando costantemente la quota.
Gli echi radar analogici venivano “corretti” e digitalizzati (2 bit pixel) su una schiera di 128×128 elementi. L’immagine radar passava al Data Correlator Unit (DCU) che la comparava, tramite un processore ottico digitale, alla mappa di riferimento in memoria. Questa aveva la stessa codifica ma su una matrice 256×256. Venivano rilevati i punti dove le immagini coincidevano (matching point) nei coefficienti di riflessione radar, un sistema ad alta resistenza ai disturbi. Gli errori di posizione servivano ad aggiornare la piattaforma inerziale e a correggere la traiettoria. Il sistema impiegava 0,5 secondi per una scansione circolare e altri 0,5 secondi per correlare le immagini. Vi erano 4 mappe di riferimento in memoria, per 4 differenti quote. La correlazione era eseguita 3-4 volte per ogni banda di altitudine e proseguiva fino a 900 metri di quota, dove la testata proseguiva diritta.
In caso di guasto, subentrava la guida inerziale Singer-Kearfott in modalità balistica. La precisione era altissima: un CEP di 12-36 m. La testata di 295 kg W-85 termonucleare di potenza variabile (5-80 kT), aveva spoletta per scoppio in aria o 4 spolette ad impatto per scoppio in superficie. La probabilità di distruzione di un silo ICBM o un bunker protetto (resistenza 2000 PSI) era del 99 %.
Tra il 1985 e il 1986 è stata provata in Nevada la testata alternativa W86 EPW (Earth-Penetrator Weapon), lunga 1,8 metri circa, con un diametro di 15-20 cm e un peso di 181 kg. La potenza era fissa, stimata tra 1 e 20 kT. L’obbiettivo era ottenere il massimo effetto contro strutture protette interrate, distrutte dall’onda tellurica e dal cratere, col minimo fallout. La capacità di penetrazione nel terreno era buona, fino a oltre 30 metri, ma contro granito o cemento armato calava a 10 metri. Così la missione primaria era l’attacco alle piste aeroportuali. Non è stata adottata a seguito del trattato INF.
Incidente
L’11 gennaio 1985 a Heilbronn, l’accumulo di elettricità statica sul rivestimento in Kevlar di un missile, durante il montaggio, ha provocato l’accensione del propellente, provocando la morte di tre militari. Per rimediare sono state aggiunte coperture balistiche a tutti i Pershing.
MGM-31D Pershing Ib
Variante del Pershing II a stadio singolo, lunga 8,03 metri e pesante 4808 kg, con un raggio d’azione ridotto a 740 km e lanciatori modificati. Era previsto il rimpiazzo dei 72 Pershing Ia tedeschi con i nuovi Ib ma quando è stato firmato il trattato la Germania ha optato per la distruzione dei missili, così il nuovo modello non è stato adottato. I pochi prodotti sono stati impiegati a White Sands.
Pershing II Reduced Range (RR)
Come il precedente, ma con lanciatori modificati per il trasporto di due missili. Non adottato.
CAM (Counter Air Missile)
Variante del Pershing II con submunizioni ad energia cinetica contro le piste di volo. Non adottata.
Pershing ASBM
Il missile è stato sperimentalmente lanciato da un B-52, ma il progetto è terminato in coincidenza con il trattato di riduzione delle armi.
Pershing III
Proposta per un quadristadio pesante 11000 kg per sostituire gli LGM-118 Peacekeeper. Sigla adottata anche per un missile per difesa costiera simile al cinese DF-21D.
A dicembre 1987, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno firmato il trattato Intermediate Range Nuclear Forces (INF), che aboliva i missili a raggio intermedio. Subito dopo la ratifica è iniziato il ritiro da ottobre 1988, completato a luglio del 1989. Gli MGM-31C e i B restanti sono stati distrutti, gli ultimi nel 1991. Le testate W-85 sono state recuperate per l’impiego sulle bombe B61-11.
Fonti
Lightning Bolts: First Maneuvering Reentry Vehicles (W.Yengst)
Pershing II weapon system, technical manual
http://defence.pk/threads/should-we-opt-for-the-icbm.394551/page-3#ixzz4J2Lwt33B
http://www.b14643.de/Spacerockets/Specials/Pershing_MRBM/index.htm