Il missile aria-aria più famoso. Il più usato. Il più copiato. In servizio dal 1956, con una vita operativa prevista fino al 2055. Oltre 150000 prodotti dagli Stati Uniti e altri 50000 all’estero. Venduto ad oltre 50 paesi. Il più efficace della storia, con quasi 300 “kill”. Questi sono solo alcuni dei record dell’AIM-9 Sidewinder (pron.: sàid-uàinder). Eppure l’origine di questo missile non avrebbe potuto essere meno probabile.
Lo sviluppo è iniziato nel 1947 al Naval Ordnance Test Station (NOTS) di China Lake come iniziativa privata di un team guidato dal fisico William.B.McLean, un progettista geniale. L’obbiettivo era la realizzazione di un missile a ricerca termica denominato “Local Fuze Project 602″ per colpire bombardieri, affidabile, con “la complessità elettronica di una radiolina e quella meccanica di una lavatrice”. Per contenere i costi, dati i fondi quasi inesistenti, si è impiegato il motore del razzo Zuni. Questo ha condizionato la scelta del diametro di 5 pollici (127 mm), da allora invariato, ma che ha obbligato i progettisti a miracoli per contenere le 14 valvole termoioniche e i 24 componenti in movimento. La ricerca ha portato ad un contratto assegnato alla Philco nel 1951, anno del primo lancio. L’inizio non è stato incoraggiante, con 13 test falliti. Ma al 14° lancio, l’11/9/1953, il prototipo, lanciato da un A-1 Skyraider, ha colpito il bersaglio (QB-17) e il missile ha ricevuto i codici XAAM-N-7 per la US Navy e GAR-8 per l’USAF. Nei test, continuati per anni, sono stati lanciati oltre 300 missili. Nel 1962 ha ricevuto la nuova designazione AIM-9. Il missile ha preso il nome da un crotalo, serpente che percepisce gli infrarossi, dal tipico andamento serpeggiante, simile a quello del primo prototipo.
Il Sidewinder adottava per la prima volta un sensore a reticolo rotante, con una configurazione Cassegrain. Uno specchio concavo concentrava i raggi infrarossi su di un secondo specchio di fronte, in rotazione assieme al reticolo. Se il bersaglio era fuori asse, i lampi di luce sul rilevatore erano più brevi, data la velocità più elevata ai bordi del reticolo in rotazione. La frequenza pulsante veniva convertita in segnali elettrici per la guida del missile.
La precisione necessaria sarebbe venuta meno se il missile avesse iniziato un rollio, e avrebbe richiesto un complicato sistema di sensori per correggerlo. Il team ha risolto il problema con l’invenzione dei “rolleron”, posti alle estremità delle alette in coda, che agiscono come piccoli giroscopi.
La prima generazione
AIM-9A Sidewinder 1
E’ stato prodotto dalla General Electric in soli 240 esemplari, ancora sperimentali, a partire dal 1955. I primi non disponevano di rolleron e non erano impiegabili oltre i 13700 metri di quota. Il motore Thiokol Mk-15 dava una velocità di 1,7 Mach oltre quella di lancio. Il raggio d’azione a bassa quota era di soli 800 metri, poi è stato aumentato. Il sensore infrarosso non raffreddato al solfuro di piombo (PbS) rilevava bersagli in un cono di soli 4°. La fase di guida era brevissima, il generatore a gas per l’azionamento dei canard funzionava per soli 10 secondi, la testata era piccola (4,5 kg) e la spoletta inaffidabile. Pur insufficiente, nel maggio del 1956, è entrato in servizio come AAM-N-7 Sidewinder 1.
AIM-9B Sidewinder 1A
L’AAM-N-7 Sidewinder 1A, operativo nel 1956, riprendeva direttamente il precedente, trasformandolo in arma operativa, con alcuni miglioramenti aerodinamici alle alette anteriori. Lungo 2,83 metri, con un diametro di 12,7 cm, aveva una apertura alare di 56 cm, 38 alle alette anteriori, e pesava 74,4 kg. Il motore Thiokol Mk-17 mod.1 a propellente solido con 18,6 kg di propellente dava 1690-1750 kg/sp per 2,2 secondi (3700 kg d’impulso) e accelerava il missile tra 1,7 e 2 Mach oltre la velocità di lancio. Poteva essere lanciato fino a 18300 metri d’altezza contro aerei fino a Mach 2,5 ma il lanciatore non doveva manovrare oltre 2-2,5g. Il raggio d’azione era di 1,2 km a livello del mare in un arco di 30° in coda, 1,8 km a 3000 metri di quota in un arco di 40°, 4 km a 9000 metri. Nel caso di lancio a 1,5-2 Mach a quote di 15000-20000 metri si potevano superare i 10 km. Il Sidewinder poteva virare a 11-12g al livello del mare ma a solo 4g a 16000 metri, data la scarsa potenza degli attuatori (750 in-lbs=84,74 Nm). La durata del generatore di gas era aumentata a 22-24 secondi. Seguiva il bersaglio puntando direttamente al metallo rovente dello scarico (pure pursuit). Nelle prove si era rivelato micidiale, con il 65 % di colpi a segno. La probabilità di un K-kill (complete kill) era del 30-40 % contro un bombardiere e del 40-50 % contro un caccia.
Il sensore a reticolo al solfuro di piombo (PbS), nel muso di vetro non raffreddato, operava a 70 Hz tra 1 e 2,5 micron, utilizzando lo Spin Scan in modulazione d’ampiezza (AM). L’insieme degli specchi interni aveva un campo di vista istantaneo di 4° (IFOV) e un settore di rilevamento (FOV) di 20°(Mk-1 mod.0), aumentato poi a 30° (Mk-1 md 1-14), scansionato a 11°/sec. In condizioni ideali poteva rilevare un bersaglio a 12-15 Km. La “dead zone” verso il sole era di 20°. A 9 metri dal bersaglio la spoletta infrarossa di prossimità Mk-303 (o quella a contatto) attivava la testata a frammentazione Mk-8 mod.4 di 11,3 kg con 4,76 kg di esplosivo HBX-1 che proiettava 1200-1500 frammenti con un angolo di 6-8° in avanti rispetto alla perpendicolare del missile, capaci di penetrare 25 mm di alluminio a 10 metri. Attiva 1,4 secondi dopo il lancio, a circa 900 metri, disponeva di sistema d’autodistruzione.
Il Sidewinder permetteva di superare le limitazioni dei cannoni, dopo il lancio si autoguidava e permetteva il disimpegno immediato. Era di lancio rapidissimo: meno di 1 secondo. Era insensibile al chaff e ai disturbi radar. Non dava segnali al bersaglio, a parte la scia. Era molto più economico dei missili a guida radar e compatibile con quasi ogni velivolo. Era un progresso notevole, tanto da cambiare per sempre il combattimento aereo. L’USAF lo ha inizialmente scartato, per poi adottarlo dopo un confronto con l’AIM-4. Il missile è stato subito acquistato anche dai paesi alleati. In Svezia è stato denominato Rb-24.
Il 24/9/1958 il missile è stato impiegato per la prima volta in combattimento dagli F-86F nazionalisti contro i MiG-17 cinesi durante i combattimenti sullo stretto di Taiwan. In quel primo giorno sono stati abbattuti 9 aerei, 4 dei quali con i Sidewinder.
Dopo soli due anni l’Unione Sovietica ha realizzato l’R-3S(AA-2 Atoll), copia fedele del missile americano, realizzata per “reverse-engineering”. Non si saprà mai con certezza se un MiG-17 cinese sia rientrato con un missile inesploso nella coda. E’ sicuro che i cinesi abbiano inviato in Russia molti resti recuperati e sembra che i sovietici abbiano ottenuto i progetti dal colonnello svedese Stig Wennerström.
Il Sidewinder è stato subito impiegato in Vietnam, sugli F-4, F-8, F-100, F-104, F-105, A-4 e A-7. Ma i risultati sono stati del tutto insoddisfacenti. Il lancio di 187 AIM-9B ha portato all’abbattimento di soli 29 aerei (Pk 15 %), con 53 missili lanciati fuori inviluppo (28 %) e ben 105 difettosi (56 %). Questo ha originato lo studio Red Baron dell’USAF e il rapporto Ault della US Navy che hanno analizzato l’addestramento, la manutenzione le prestazioni dei velivoli e dei missili. E formulato la richiesta per estese modifiche volte all’aumento dell’affidabilità e delle prestazioni dei missili.
La produzione, divisa tra Ford Aerospace (Philco) e Raytheon, è terminata nel 1962 dopo 80900 unità ad un prezzo medio di 41000 $. Vi sono state non meno di 14 sottoserie (B-1, B-2, ecc.), l’ultima come stop-gap ai ritardi nel Sidewinder 1C. La copertura in vetro semplice è stata sostituita con una trasparente ai soli infrarossi e la “zona morta” verso il sole è stata ridotta a 5°.
Sidewinder 1B
Era un progetto per trasporto interno sull’F-11F Tiger. Con le ali pieghevoli, doveva trovare posto in stive di 2,7 metri x 20 cm x 20 cm. Non ha avuto seguito.
Raywinder
Una proposta del 1956 per armare i bombardieri con un missile antiradar in grado di colpire gli intercettori nemici o i jammer volanti. Nelle prove, condotte tra il 1956 ed il 1962, ha funzionato bene contro i radar a terra. Ma il progetto è stato abbandonato perché sui caccia russi il radar non era ancora molto comune e nell’attacco al suolo lo Shrike era superiore.
La seconda generazione
La US Navy ha proseguito da sola il miglioramento del missile, sviluppando i modelli Sidewinder 1C mod. 29 (AIM-9D) e mod. 30 (AIM-9C) con sensori chiamati IRAH (infrared alternative head) e SARAH (semiactive radar alternative head).
AIM-9C Sidewinder 1C
Nel 1957 la Motorola ha realizzato un Sidewinder a guida radar per i caccia che non potevano impiegare lo Sparrow, come l’F-8 Crusader. Le prime due prove di tiro sono fallite e il progetto ha rischiato la bocciatura. Nel 1959 il terzo test ha avuto successo. Sfortunatamente, il radar consigliato aveva una antenna di 61 cm di diametro, superiore a quella di 33 cm degli F-8 iniziali, che rendeva la guida del missile poco efficace. Si è dovuto attendere l’arrivo del radar APQ-83 con antenna più grande. La valutazione del missile si è protratta fino al 1964. Nei test l’AIM-9C ha dimostrato un Pk del 77 % in condizioni ideali, ma era inadatto sotto i 3000 metri di quota. Alla fine dello stesso anno è entrato in servizio.
Lungo 2,87 metri, con una apertura alare di 64 cm, pesava 84 kg. Ne era previsto il trasporto in una sola unità, accanto a tre AIM-9D all’infrarosso. Il ricevitore radar semiattivo (SARH) impiegava la scansione conica. Aveva capacità Home on Jam. In dotazione anche agli F-3 Demon, è stato fabbricato, tra il 1965 e il 1967, in soli 1000 pezzi. Non sembra sia stato mai lanciato in combattimento. La pessima manutenzione ne ha abbassato l’affidabilità, tanto da metterne in forse la prosecuzione in servizio. E’ stato ritirato, invece, alla metà degli anni ’80.
AIM-9D Sidewinder 1C
Entrato in servizio alla fine del 1964, il modello D, prodotto da Philco-Ford e Raytheon, era identico nelle dimensioni al precedente ma pesava 88,5 kg. Come il C, adottava il nuovo motore Rocketdyne Hercules Mk-36 mod.5, da 1243 kg/sp con una durata di combustione di 4,7-5,5 secondi, che permetteva un notevole aumento di portata, fino a 17,7 km (balistica) ad alta quota. Il generatore di gas consentiva 60 secondi di volo controllato. Le alette a delta maggiorate miglioravano la manovrabilità ed erano azionate da attuatori più potenti (1100 in-lbs=124,28 Nm, altre fonti danno 136 Nm). Il missile poteva sopportare 16,5g (alcune fonti danno 18g). La punta del missile era ogivale a bassa resistenza, in fluoruro di magnesio (MgF2), più trasparente alle lunghezze d’onda maggiori. Il missile aveva una velocità a fine combustione di oltre 2,5 Mach e un inviluppo di lancio doppio di quello dell’AIM-9B, con raggio minimo ridotto. Il limite di lancio era di 3g e la probabilità di colpire era superiore. Il missile introduceva la navigazione proporzionale (proportional pursuit), si dirigeva cioè verso il punto futuro.
L’ottica “cassegrain” era più compatta e la frequenza del reticolo era aumentata a 125 Hz. Il sensore al solfuro di piombo (PbS) operava sui 2-4 micron ed era raffreddato con azoto, in una bombola di 6 litri nella rampa LAU-7. Manteneva la temperatura di 77K per 2,5 ore. Il settore di vista istantaneo (IFOV) era di 2,5°, cosa che riduceva il clutter del sole, delle nubi o del terreno. L’arco di rilevamento (FOV) era aumentato a 40°(dopo il lancio), con una velocità di scansione salita a 12°/sec. Era possibile l’attacco nell’intero settore posteriore del bersaglio. La testata era la Mk-48 “continuous-rod” da 10,2 kg con 2,95 kg di esplosivo HMX , attivata da una spoletta di prossimità IR o radar con portata di 9 metri. Ne sono stati lanciati 99 in Vietnam e 18 hanno centrato i bersagli (Kp 18 %). Il migliore addestramento dei piloti ha ridotto al 13 % la percentuale di missili lanciati fuori inviluppo.
Ne sono stati costruiti 1000 tra il 1965 e il 1969. Il missile è stato anche impiegato nel sistema antiaereo MIM-72 Chaparral.
AIM-9E
L’USAF ha seguito un approccio differente. Negli ingaggi era preferito lo Sparrow, i miglioramenti al Sidewinder non avevano alcuna priorità e questo ha prodotto missili meno efficaci. Nel 1967 è stato introdotto l’AIM-9E, per migliorare le prestazioni contro i caccia. Frutto della ricostruzione di oltre 5000 AIM-9B, ne conservava il generatore di gas, la testata e la spoletta.
Lungo 3 metri, con una aperture alare di 56 cm, il nuovo missile pesava 74,5 kg, aveva una punta conica a bassa resistenza in fluoruro di magnesio e un sistema ottico più compatto. Le alette canard a delta modificato erano più arretrate. I limiti di lancio erano gli stessi del predecessore. Il motore era un Thiokol/Aerojet Mk-17 migliorato con spinta massima di 1905 kg, impulso totale di 3992 kg, ma tempo di combustione invariato a 2,2 secondi. La velocità era di Mach 2,5. Il missile poteva virare a 11-12g a livello del mare e 6g a 16000 metri di quota.
Il sensore Ford era sempre al solfuro di piombo (PbS) ma raffreddato con sistema termoelettrico Peltier, che assicurava un tempo di raffreddamento illimitato. Il settore di vista istantaneo (IFOV) era di 2,5°. Quello di rilevamento era aumentato a 40°, scansionati a 16,5°/sec. Il sensore poteva essere asservito o meno al radar (uncage). L’attacco era possibile nell’intero arco posteriore. Il reticolo operava a 100 Hz. L’elettronica conteneva diversi componenti “solid state”e i canard erano mossi, secondo le fonti, da attuatori più potenti, anche se il valore indicato (85 Nm) non differisce dal precedente. Tutto questo migliorava l’inviluppo di lancio e le capacità contro bersagli manovranti a bassa quota. Il raggio d’azione però era appena superiore, solo 4,2 km e la testata ereditata dal vecchio AIM-9B, era insufficiente. Così il Pk non è aumentato. In Vietnam, nel 1972, ne sono stati lanciati 71: i successi sono stati solo 6 (8,5 %).
Successivamente è stato prodotto l’AIM-9E-2, con motore dai fumi ridotti.
AIM-9F
Nel frattempo in Europa la Bodensee Gerätetechnik (BGT), che già produceva su licenza il missile per la NATO, ha realizzato un sottotipo migliorato dell’AIM-9B, fabbricato in 15000 esemplari ed entrato in servizio nel 1969. L’AIM-9F, conosciuto anche come AIM-9B FGW mod.2, era lungo 2,91 metri e pesava tra 71,9 e 76,4 kg. L’elettronica parzialmente a semiconduttori, più compatta ed affidabile, permetteva di inserire una bomboletta con 60 grammi di CO2, che raffreddava per 2 ore un sensore più sensibile, progettato dalla ditta tedesca, con filtri ottici migliori e angolo morto verso il sole di soli 5°, in un cono in silicio più trasparente agli infrarossi. Le prestazioni di base erano invariate, con un IFOV di 4° su un settore di 30° (Mk 1 Mod 1-14), scansionato a 16,5°/s. Invariata la potenza degli attuatori. Successivamente anche la Selenia e la BAe si sono aggiunte nella conversione della maggior parte degli AIM-9B presenti in Europa.
AIM-9G
Nel 1970 è apparso il Golf, come diretto derivato del modello D, ma con inviluppo di lancio esteso, potendo attaccare anche sui lati del bersaglio (side aspect). Pesava 86,6 kg. Poteva essere lanciato nel corso di manovre a 7g.
Impiegava il modulo SEAM (Sidewinder Expanded Acquisition Mode), con due modalità di ricerca. Si poteva muovere l’ottica del missile in uno schema di ricerca predefinito con scansione a grande angolo o asservire il sensore al radar di tiro o ad un casco di puntamento. Opzione quest’ultima adottata negli anni ’70 sugli F-4 della US Navy, per poco tempo, perché il funzionamento del missile assieme al radar era più semplice. Il SEAM poteva “agganciare” il sensore al bersaglio prima del lancio anche se il missile non poteva seguire l’obbiettivo molto fuori asse. Nel dogfight era comunque un enorme progresso.
E’ stato il missile di maggior successo in Vietnam: 23 kill (46 %) su 50 lanci, nel 1972. Ne sono stati costruiti 2120 dalla Raytheon, dal 1970 al 1972. E’ ancor oggi impiegato da paesi minori.
AIM-9H
Iniziato come semplice miglioramento del precedente, il modello Hotel, prodotto tra il 1972 e il 1974, è risultato quasi del tutto rinnovato. Ha ottenuto l’IOC nel 1973, in tempo per l’ultima fase di Linebacker in Vietnam. Conservava la cellula del Golf e le prestazioni generali, la testata e la spoletta, oltre al sistema SEAM. Il cambiamento maggiore stava nel sistema di guida a semiconduttori che rimediava definitivamente ai problemi di affidabilità, causati dall’elettronica a valvole dei modelli D/G, sensibile agli urti ripetuti sul ponte delle portaerei e al clima avverso. Il peso calava a 84,5 kg. Il motore era un Hercules-Bermite Mk-36 mod 9. L’ottica del modello G era rimasta ma la velocità di scansione saliva a oltre 20°/sec. Gli attuatori dei comandi erano elettrici, molto più potenti (1350 in-lbs=152,53 Nm, altre fonti danno 163Nm), merito della batteria termica che non perdeva pressione, e rendevano il missile più manovrabile, anche contro aerei a bassa quota, potendo virare a 18g. Poteva ingaggiare bersagli anche lateralmente. L’impatto era diretto qualche metro avanti, per colpire i punti più vulnerabili (lead bias). Sembra ne sia stato lanciato qualcuno nel 1973 con elevato successo (Pk 75 %) ma è difficile trovare conferme. I resoconti dei piloti parlano sempre di AIM-9G.
Ne sono stati fabbricati 7720 per la US Navy e altri 800 per l’USAF dalla Ford e dalla Raytheon.
AIM-9J
L’AIM-9E necessitava di estesi miglioramenti che il modello J, il cui sviluppo è iniziato nel 1968, avrebbe dovuto garantire.
Concepito per il dogfight, era lungo 3,07 metri e pesava 80,7 kg. Nuove alette a doppio delta con estremità squadrate miglioravano la risposta ad alti angoli d’attacco e l’agilità, con virate più veloci. Sostituiva parte delle valvole con semiconduttori, migliorando il sistema di controllo. Inalterata la testata, il sensore e la spoletta. Il motore era un Hercules/Aerojet Mk-17, con la stessa spinta ma con maggior durata di combustione (2,5 secondi, oltre 2,5 Mach) e il generatore di gas durava 40 secondi.
Gli attuatori erano più potenti (1050 in-lbs=118,63 Nm, altre fonti riportano 122 Nm), ne risultava un missile più manovrabile, lanciabile in manovre a 7,5g, con attacco nell’intero settore posteriore, con un raggio minimo di soli 300 metri e massimo di 8-14,5 km. Poteva virare a 22g a livello del mare e 13g a 16000 metri di quota. Nei test colpiva nel 92 % dei casi ma sempre con un errore medio di 4 metri. E la combinazione testata/spoletta non funzionava oltre i 5 metri dal bersaglio. Servivano altri test. Ma nel 1969 il programma è stato fermato.
Nel 1972 è ripartito con urgenza, ma con test sempre poco realistici, con bersagli ad alta quota non in grado di contromanovrare. I missili sono stati inviati in Vietnam, in tempo per Linebacker. In combattimento è stato lanciato nel corso di manovre a oltre 5 g, a soli 15 metri d’altezza. Ma il raggio d’azione a bassa quota è apparso insufficiente. Il sistema di controllo con feedback era ottimo contro bersagli laterali, ma se l’angolo d’aspetto era limitato, innescava manovre correttive eccessive che riducevano il raggio d’azione. I risultati sono stati decisamente al di sotto delle aspettative. 31 AIM-9J hanno colpito solo 4 aerei (13 %). 4 non sono neppure partiti e 23 sono andati a vuoto (4 per errore dell’equipaggio).
I numerosi problemi sono stati risolti dopo il Vietnam. Con l’IOC raggiunta nel 1977. Dal 1972 sono stati ricostruiti 14000 B/E al nuovo standard. Era molto più economico (24000 $) dell’AIM-9H, ma meno potente. Nel 1973, la Ford ha iniziato la produzione del migliorato AIM-9J-1, poi ribattezzato AIM-9N, dotato di “rate bias” (puntamento più avanti rispetto al cono di scarico) ed elettronica “solid state”. Ne sono stati costruiti oltre 7000. La spoletta aveva un nuovo rilevatore AOTD (active optical target detector) DSU-21/B con laser all’arseniuro di gallio (GaAs). Il successivo AIM-9J-2 aveva il nuovo motore SR116 lungo 190cm. AIM-9J-3 era la ridenominazione degli AIM-9J-1 con motore SR116. Il modello J è stato esportato verso molti paesi, tra i quali la Svezia, come Rb-24J.
In combattimento
Il Sidewinder è stato utilizzato in tutti i conflitti dal 1958. Una lista completa, precisa e non contraddittoria, però, è impossibile da reperire. E’doveroso ricordare, comunque, gli episodi più significativi.
Nel 1958, sullo stretto di Taiwan, i nazionalisti hanno abbattuto 14 aerei con gli AIM-9B nel corso dell’intera crisi e non, come dichiarato, nel solo primo giorno di combattimenti.
Nel periodo 1965-71, i caccia del Pakistan, con gli AIM-9B, avrebbero abbattuto tra 8 e 30 aerei indiani.
Il Sidewinder ha visto il primo impiego massiccio in Vietnam. Ben 454 AIM-9 sono stati lanciati, con risultati modesti. Solo 81 caccia nemici sono stati abbattuti (18 %), anche se alcune stime arrivano a 85-87. 213 missili (47 %) hanno presentato malfunzionamenti vari. 160 (35 %) sono stati lanciati fuori dai parametri utili. E se dal totale togliamo gli ottimi AIM-9G, la percentuale di successi cala al 14 %. I motivi sono molteplici.
La mancanza di controlli di qualità non forniva uno standard adeguato di produzione. Solo il 23 % dei missili prodotti dalla Philco passava le prove, andava appena meglio alla Raytheon con il 33 %. I test di lancio erano irrealistici, sempre ad alta quota in condizioni ideali contro bersagli poco o per nulla contromanovranti. L’affidabilità, a causa dell’elettronica a valvole, lasciava a desiderare.
I missili venivano maneggiati da personale non qualificato, quasi fossero munizioni di uso generale. Rimanevano appesi alle ali per lunghi periodi, con escursioni termiche e di umidità, e sottoposti all’ambiente salino. I sensori restavano spesso danneggiati da acqua e polvere sollevata al decollo da aerei precedenti. I carrelli di trasporto non erano ammortizzati e i centri manutentivi distavano anche 6 km su strade pessime, urti e scosse danneggiavano l’elettronica, le alette, i motori e le spolette. Così i controlli, frettolosi, avvenivano col missile a bordo per risparmiare tempo. L’impatto dei decolli ed atterraggi non faceva che peggiorare le cose.
Il Sidewinder era stato studiato per colpire bombardieri ad alta quota nell’arco posteriore. Le capacità teoriche non trovavano riscontro nei combattimenti a bassa quota contro caccia manovrabili. Il raggio minimo di lancio al livello del mare contro un bersaglio a 0,8 Mach era di 900 metri, quello massimo di 1200. Se il bersaglio virava a soli 3g, i valori passavano a 1000 e 1150 metri, con l’inviluppo ridotto alla metà. A 5g, l’inviluppo era inesistente. Il suono (“growl”a 840 Hz) udibile in cuffia, voleva solo dire che il sensore percepiva una fonte infrarossa, non che il missile si trovava nell’inviluppo utile di lancio. E variava nell’intensità, a seconda della qualità dell’”aggancio”. Questo ha ingannato molti piloti che non avevano mai lanciato un AIM-9, neppure in esercitazione. Non si conoscevano i limiti di inviluppo e moltissimi missili sono stati lanciati fuori dai parametri. L’addestramento al combattimento manovrato era carente.
Il sensore spesso e volentieri dirigeva il missile verso il sole o sul riflesso dello stesso sulle nubi o sul mare. Al lancio l’affidabilità era buona (85 %) ma il motore spesso si spegneva prima del tempo. La spoletta di prossimità comandava l’esplosione al momento sbagliato o non funzionava affatto. La testata era troppo piccola, spesso danneggiava soltanto lievemente.
Per compensare l’inaffidabilità si lanciavano fino a 4 missili contro lo stesso bersaglio. Altre volte venivano lanciati senza guida per allontanare un caccia nemico da un gregario, peggiorando le statistiche.
Eppure, impiegati nel modo corretto, anche gli AIM-9B potevano dare buoni risultati. Nell’operazione Bolo, il lancio di 12 AIM-9, con 3 missili volutamente fuori inviluppo, ha prodotto 3 kill (Pk reale: 33%). Gli F-105 hanno lanciato, nel corso della guerra, 11 missili, abbattendo 3 caccia nemici (27 %).
Nelle guerre arabo-israeliane L’AIM-9B è stato occasionalmente impiegato fin dal 1969 ma il missile di maggior successo è stato l’AIM-9D, con 16 vittorie su F-4 e 25 su Mirage III/Nesher. Nel 1973 gli F-4 hanno abbattuto circa 40 aerei con il 9-D, che ha ottenuto un Pk del 33 % e non sono mancate occasioni in cui i piloti hanno messo a segno 4 missili su 4.
AIM-9 JULI
La tedesca BGT ha realizzato un kit per migliorare il sistema di guida e controllo degli AIM-9J/N/P portandolo allo standard dell’AIM-9L, con lo stesso gruppo DSQ-29. E’venduto come AIM-9JULI.
(Z)AIM-9K
La US Navy nel 1970, assieme all’AIM-95 Agile, ha iniziato i lavori su un AIM-9H più manovrabile, con un sensore ad ampia escursione (wider gimbal-angle), denominato AIM-9K. E’ stato cancellato in favore dell’AIM-9L.
Buongiorno,
da questo articolo traspare una competenza dell’autore veramente rimarchevole. Materia almeno per me assai difficile ma molto molto interessante! Ancora complimenti all’autore!
Ringrazio per i complimenti, sempre graditi !