Nella metà degli anni ’80 oltre la metà dei pod per guerra elettronica era costituita dagli ALQ-119. Frutto della tecnologia degli anni ’60, avrebbero dovuto essere sostituiti perché poco affidabili e di scarsa potenza. Era più facile ottenere fondi per la modifica di pod esistenti. Così la Raytheon ha proposto di riutilizzare gli involucri, aumentando la potenza di 10 volte e il tempo medio tra i guasti (MTBF, indice di affidabilità) da poche decine di ore a molte centinaia. Sono stati rimossi i 2/3 dei componenti lasciando i sistemi in banda E/F al loro posto.
Ma c’era un problema: al tempo della progettazione dell’ALQ-119, il pericolo maggiore veniva dai radar a terra in banda E/F, e il sistema li attaccava irradiando frontalmente. Sul retro invece difendeva dai radar ad alta frequenza.
Ora la minaccia primaria proveniva da radar a terra operanti nelle bande dalla G alla J, pulse Doppler e ad onda continua (CW). La dislocazione originale degli impianti avrebbe provocato perdite di potenza. Ma il loro spostamento era da escludere per motivi di costo. Così, semplicemente, si è deciso di invertire il pod, orientando in senso inverso la presa d’aria, cambiando il sistema di raffreddamento e spostando i radome al contrario. I test sono avvenuti con successo tra il 1980 e il 1981. L’anno dopo è arrivato il primo ordine per 5 pod da utilizzare nei test e kit di modifica per altri 70. Nel 1989 è iniziata la conversione di tutti i restanti ALQ-119 alla nuova configurazione.
L’ALQ-184 è un pod d’autodifesa per velivoli tattici, realizzato modificando i precedenti ALQ-119, di cui mantiene peso e dimensioni esterne. E’ lungo 3,96 metri. Può essere configurato per due bande (media/alta) o per tre (bassa e medio/alta). Nel primo caso pesa 210 kg, nel secondo 288 kg. La sezione di controllo analogica è stata sostituita con una digitale, con 15 microprocessori, per le due bande superiori di frequenza. Rimpiazza 80 delle 93 schede originali. L’affidabilità è migliorata: al posto del precedente TWT ad alto guadagno si utilizzano diversi mini-TWT a media potenza, riducendo voltaggio e temperatura. Il calore generato è dissipato tramite scambiatori con raffreddamento a coolanol 20, messo in circolo con una pompa ad alta pressione. E’ di problematica manutenzione, perchè la sezione RF è di difficile rimozione. Ma l’elettronica digitale, l’ottimizzazione automatica del guadagno, l’eliminazione degli aggiustamenti manuali ed il Built-in Test incorporato, aumentano la disponibilità e l’affidabilità. L’MTBF è variabile da 150 ore (due bande) ad 80 ore (tre bande). Nel 1989 l’USAF ha scelto l’ALQ-184 nella competizione con l’ALQ-131. Durante la Guerra del Golfo 27 pod sono stati impiegati dagli F-4G Wild Weasel. La loro riprogrammazione rapida è tornata utile.
L’evoluzione più importante è data dalla sostituzione delle antenne fisse dell’ALQ-119 con antenne a lenti di Rotman a scansione elettronica ad alto guadagno, una tecnologia utilizzata anche sugli SLQ-32 navali. Aumenta di 10 volte la potenza irradiata (ERP) in onda continua, con un massimo di 9 kW, e si riduce il tempo di risposta. L’ALQ-184 è considerato più efficace dell’ALQ-131, e ha minore resistenza aerodinamica. Offre protezione contro missili SAM, cannoni contraerei e radar di caccia nemici tramite emissioni selettive direzionali ad alta potenza contro emittenti multiple. Può affrontare segnali CW, a impulsi e a impulsi Doppler, operando come RPTR, transponder e SPT jammer. Il sistema misura istantaneamente i parametri dei segnali ricevuti, li compara con la libreria interna e identifica la miglior risposta. I segnali prodotti sono modulati dal generatore di tecniche EW ed inviati agli amplificatori dei mini-TWT per la trasmissione. L’ALQ-184(V) non trasmette finché un contatore di impulsi non indica un “valore soglia” preciso nella frequenza di ripetizione del radar nemico, per evitare il rilevamento passivo.
Il pod è stato costruito in ben 11 varianti, tra le principali:
ALQ-184 (V)5: incorpora vari cambiamenti. Il più recente è l’installazione di kit per rendere riprogrammabile sul campo la banda bassa, ridurre i costi ed aggiungere nuove modulazioni di disturbo. Modifiche incorporate poi nei modelli successivi.
ALQ-184(V)7: disponibile dal 1997, è una variante per Taiwan utilizzata sugli F-16A/B. E’ stata la prima vendita all’estero del pod, con 130 pezzi ordinati.
ALQ-184 (V)9: nel 1996 l’USAF ha richiesto l’aggiornamento del sistema con un contratto da 5,2 milioni di $ per i primi 10 esemplari. Nel retro del pod tribanda è installato un contenitore con 4 esche rimorchiate ALE-50(V). La modifica trasforma l’ALQ-184 nel più capace sistema d’autodifesa multi-banda. E’già previsto il passaggio alle esche a fibre ottiche (Fibre-Optic Towed Decoy) BAE Systems ALE-55. La Raytheon sta sviluppando anche un’esca all’infrarosso. La coordinazione tra i due sistemi è garantita dall’Advanced Correlation Processor (ACP) di terza generazione. L’ACP decide se attivare l’ALQ-184 o l’ALE-50 per contrastare nel modo più efficace la minaccia. Per recuperare spazio per il sistema ALE-50, è stato modernizzato il sistema di controllo della banda bassa. Le 12 schede originali degli anni ’70 sono state sostituite con 2 soltanto degli anni ’90. Aumenta così l’MTBF e l’ALQ-184(V)9 risulta più affidabile dell’originale. Migliora anche l’interfaccia e l’integrazione del pod coi sistemi di bordo RWR e MWR, tramite il MIL-STD-1553B.
ALQ-184 (V)11: migliora ulteriormente sia il generatore di disturbi che il transponder d’inganno. A seguito di un contratto di aggiornamento del 1996, la Raytheon ha fabbricato 300 kit di modifica, con opzioni per tutti gli ALQ-184 prodotti. Programma portato a termine nel 2001.
ALQ-184 (V) MWS: unisce un ALQ-156(V) per rilevamento missili con antenne frontali e posteriori. Possono essere installati due dispenser ALE-40/47(V). E’ possibile il montaggio alternativo di un AAR-44(V) o un AAR-47A/B.
ALQ-187: è un ALQ-184(V) montato internamente, offerto dalla Raytheon come Advanced Self-Protection Integrated Suite (ASPIS) in alternativa all’ALQ-165 ASPJ e già ordinato dalla Grecia per gli F-16C/D. E’integrato con l’ALR-93(V) e i dispenser ALE-47. Un ulteriore sviluppo ha portato all’ASPIS II, con tecnologia di disturbo DRFM.
La Raytheon ha consegnato oltre 950 pod. L’ALQ-184 è compatibile con F-4, F-15, F-16, F-111, A-7, A-10 e C-130. Nel caso della vendita a Taiwan, i pod e il relativo supporto sono stati acquisiti per circa 1,3 milioni di $ al pezzo.