La dottrina sovietica ha sempre previsto un rigoroso controllo da terra dei velivoli in volo. Il singolo pilota è un elemento del sistema, non può prendere iniziative. Il controllo è spinto fino a livelli estremi, al punto, si diceva, di poter attivare a distanza il sistema di controllo del fuoco sugli intercettori. Tutto questo impone l’impiego continuativo del sistema di identificazione amico-nemico (IFF).
La difesa aerea nordvietnamita adottava lo stesso sistema. La tattica tipica, l’attacco a ore 6, imponeva un controllo costante della posizione del nemico e dei caccia intercettori, rendendo essenziale l’attivazione del transponder. Questo inviava una modalità tra le diverse disponibili e un codice, cambiato saltuariamente.
Nel 1967 gli israeliani hanno recuperato diversi dispositivi SRO-2 Khrom (Odd Rods) imbarcati sui MiG di fabbricazione sovietica, forniti subito agli Stati Uniti.
QRC-248
Gli americani hanno subito sviluppato un dispositivo che poteva operare attivamente, trasmettendo un segnale di interrogazione o passivamente, ricevendo i segnali dell’IFF nemico, la cui vulnerabilità derivava dal fatto che i segnali non erano criptati. Già provato per rilevare i movimenti degli aerei su Cuba, il sistema, ad alta classifica di segretezza, è stato imbarcato per la prima volta sugli EC-121D College Eye come QRC-248 nell’aprile del 1967. Se in condizioni standard un EC-121 rilevava un MiG a media quota al massimo a 185 km, col Combat Tree era possibile agganciarne uno a bassa quota a 325 km.
Inizialmente è stato impiegato solo in modalità passiva, per precauzione, rilevando i codici emessi in risposta agli impulsi dei radar nordvietnamiti. Dal 6 ottobre, altre fonti indicano il 21 luglio, si è consentito l’impiego attivo. Gli EC-121 potevano lanciare “l’allarme MiG” ai singoli aerei con la relativa posizione della minaccia.
Dopo l’SRO-2, sono stati acquisiti anche il precedente SRO-1 Bariy-M e l’SOD-57 (ATC/SIF). Quest’ultimo forniva dettagli come velocità, quota e anche il combustibile rimanente. Nell’estate del 1967 uno degli EC-121 College Eye è stato modificato e ridesignato EC-121K Rivet Top con le nuove apparecchiature aggiuntive, assieme a ricevitori COMINT che intercettavano le comunicazioni tra il controllo a terra e gli intercettori nemici.
Il QRC-248 non era in dotazione esclusiva agli EC-121. Se ne servivano anche gli EP-3 Orion e le navi impegnate nella copertura radar.
APX-80
Mantenuto a lungo segreto, a seguito di un programma iniziato nel 1968 come Seek See, l’APX-80 era un rilevatore IFF attivo/passivo, equivalente al precedente, disponibile per i caccia F-4 Phantom. Denominato in codice Combat Tree, poteva fornire distanza e direzione dei bersagli, non la quota, rappresentati con due barre (grass) sullo schermo radar.
Nel dicembre 1971 otto F-4D sono stati modificati per impiegare l’APX-80. Un notevole vantaggio stava nell’elevato raggio di rilevamento, 60-110 km, 2-3 volte quello del radar di bordo, dovuto al fatto che i segnali non dovevano riflettersi sul bersaglio e tornare indietro. E non dipendevano dalla quota: anche velivoli a terra in prova o in rullaggio potevano essere rilevati. Così come quelli che tentavano di passare sotto l’arco di scansione del radar, anche coperti dal clutter.
Il sistema APX-80 era in realtà composto di due elementi: l’APX-76 e l’APX-81. Il primo interrogava le quattro modalità IFF dei velivoli amici, per evitare possibili incidenti fratricidi. Il secondo invece impegnava l’SRO-2 sovietico. Le antenne relative erano situate davanti al disco del radar e ne impiegavano le schiere di dipoli. Era attivato dall’ufficiale WSO e i dati erano proiettati sullo schermo del radar. In modalità passiva era sufficiente orientare l’antenna e attivare l’APX-80. Sullo schermo apparivano subito tutti i MiG con il transponder attivo entro 50-60 km a tutte le quote. La modalità attiva del Combat Tree, attivata tramite pulsante, interrogava l’SRO-2 e i piloti dei MiG non sapevano che il trasponder era stato attivato. Col radar in stand-by, l’APX-81 non dava la distanza. Ma era sufficiente una spazzata radar, per fornire il dato mancante e poter attaccare senza allertare l’RWR nemico.
Dato lo scarso numero di dispositivi, di solito solo il leader e qualche volta un gregario nella formazione ne erano equipaggiati. Successivamente, anche per compensare le perdite, ne sono stati dotati circa altri 20 aerei a metà 1972, e poi è stato esteso a tutti gli F-4E di nuova costruzione.
Si potrebbe pensare che un tale vantaggio avrebbe potuto cambiare l’intero svolgimento della guerra, ma così non è stato. L’integrazione dei dati IFF nel quadro complessivo è andata a rilento. Ma i primi rilievi hanno subito fornito un quadro del tutto diverso sul numero dei velivoli nemici presenti, oltre alle orbite di attesa dei MiG-21 e alle tattiche di imboscata nemiche. I MiG attaccavano in coda da quota superiore, effettuando un passaggio supersonico disimpegnandosi subito dopo. Gli F-4 dovevano cercare di posizionarsi offensivamente ma i radar nemici controllavano i loro movimenti. Era necessario studiare tattiche elaborate per non allertare il nemico. Era, però, finalmente possibile il lancio oltre il raggio visuale (BVR) dei missili Sparrow, aggirando le limitazioni sulle regole d’ingaggio che imponevano l’identificazione visiva. In un duello aereo avvenuto il 10/5/1972, due MiG sono stati centrati da missili Sparrow lanciati BVR a seguito di identificazione Combat Tree, da parte di due aerei della formazione.
Vi erano anche dei limiti, nella distanza tra il contatto e il Phantom, per consentire il lancio BVR. In un caso si è rischiato un “blue on blue”, quando un contatto rilevato come un MiG dall’APX-80 è stato poi identificato visivamente con la telecamera TISEO come un F-4, evitando appena in tempo il lancio di un AIM-7.
Russi e vietnamiti sorvegliavano costantemente il traffico radio. I piloti americani, senza rispettare il controllo delle comunicazioni (Comsec), inviavano via radio i dati sulla distanza. Presto è apparso evidente che i MiG venivano rilevati a distanze più che doppie rispetto alle precedenti. Per precauzione hanno cambiato i codici giornalmente e ordinato ai piloti di attivare l’IFF solo in determinati momenti durante l’intercettazione, per esempio ai punti di virata, riducendo l’efficacia del Combat Tree ma rendendo difficoltoso il controllo dei propri caccia da terra, e senza buoni risultati.
Il sistema è stato fornito all’Iran come APX-81M1E ma con limitazioni che non consentivano di rilevare gli aerei degli Stati Uniti. Il Combat Tree è stato adottato successivamente anche dagli F-14 Tomcat, nella variante APX-82A. In versione migliorata è stato incorporato nell’ALQ-128 EWWS dell’F-15 Eagle, ufficialmente descritto solo come un rilevatore di minaccia con copertura di frequenze più elevata del normale ALR-56, e montato sugli E-2 Hawkeye.
Già nel 1969 i sovietici si sono accorti che il Kremniy era compromesso. Un miglioramento è arrivato con il Kremniy-2M che prevedeva due modalità (pace-guerra), la seconda rigorosamente vietata se non in caso di conflitto. Ma sempre vulnerabile. Contemporaneamente è iniziato un programma di lungo termine che avrebbe portato al nuovo Parol, finalmente criptato.
Fonti
Clashes: Air Combat over North Vietnam, 1965-1972 (Marshall L. Michell III)
War in the fourth dimension (A. Price)
http://www.secretprojects.co.uk/forum/index.php?topic=792.0