Le caratteristiche eccezionali del nuovo intercettore MiG-25 richiedevano l’adozione di un missile più potente dei modelli allora in servizio. In quel momento il missile più grande era l’R-4 (AA-5 Ash) del Tu-128, sull’esperienza del quale i progettisti del gruppo Bisnovat-Molniya hanno avviato lo sviluppo del nuovo K-40, all’inizio del 1962. I test sono iniziati nel 1968. Il primo lancio è avvenuto nel 1969 con due missili R-40R contro un drone MiG-17 a 600 metri di quota. A questo sono seguiti altri test contro bersagli volanti ad oltre 20000 metri e fino a 2700 km/h. Nel 1972 il missile è entrato in servizio.
Codificato dagli occidentali AA-6 Acrid, riprende la struttura dell’R-8 (AA-3 Anab). I comandi presentano alette canard ed ali posteriori con alettoni. Per lungo tempo gli analisti occidentali hanno stimato un peso variabile tra i 700 e gli 800 kg, apparentemente giustificato dalle imponenti dimensioni. Il prolungato, forte riscaldamento aerodinamico previsto ha richiesto l’impiego d’acciaio e titanio per struttura e piani di controllo e ceramica per l’ogiva. Il raffreddamento dell’elettronica ha richiesto nuove soluzioni.
Il motore razzo a propellente solido PRD-134 è probabilmente a stadio singolo ed è in posizione centrale, per non alterare il baricentro dopo la combustione dei 118 kg di propellente. L’energia per i comandi di volo è fornita da non meno di tre generatori a gas. Il lancio dal MiG-25 assicura una velocità a fine combustione non inferiore a 4,5 Mach con punte di 5 Mach. Il raggio d’azione efficace a quote medie varia tra i 2 ed i 30 km. Quello massimo ad alta quota supera i 50 km. Il missile è stato progettato per colpire a medio raggio bombardieri supersonici ad alta quota. Ha un limite di 8 g cosa che gli consente di colpire bersagli contromanovranti ad un massimo di 2,5 g.
L’Acrid adotta un sistema di guida combinato. Nella fase iniziale il caccia guida il missile nella direzione approssimata del bersaglio (guida a comando/inerziale). Due antenne, una nella coda del missile e la seconda sotto il tronco posteriore, ricevono i comandi di guida ed inviano al vettore la posizione. La soluzione ha obbligato i progettisti a posizionare i due scarichi del motore ai lati della coda, al prezzo di un lieve perdita di spinta. In prossimità dell’obbiettivo subentra la guida terminale, fino all’impatto. La prima versione del MiG-25 ha impiegato il radar Smerch A1, derivato dal sistema impiegato dal Tu-128. La protezione contro i disturbi è eccellente, grazie ai 600 kW di potenza di picco degli impulsi.
Come previsto dalla dottrina del tempo, il missile è stato fabbricato con due diversi sensori, radar ed infrarosso. I missili sono lanciati di solito in coppia, a breve intervallo.
L’R-40R (izd.46R) Acrid-A, a guida radar, è lungo 6,76 m, ha un diametro di 30 cm ed una apertura alare di 1,4 m. Il peso è di 468 kg. Impiega il sistema semiattivo monoimpulso Agat Parg-12VV con una portata di ricezione di 30 km. Assicura ottima precisione e ha buona protezione antidisturbo. Dispone di guida secondaria HOJ, autoguida sulla sorgente di disturbo. E’ possibile l’attacco frontale contro bersagli tra 2500 e 27000 metri di quota, volanti a 1000-3500 km/h. Per l’attacco in coda i limiti sono compresi tra 800 e 2300 km/h.
Il sistema di spolettamento Aist-M è sofisticato e con elevate ECCM: combina due spolette radar GSKB-47 a due canali e quattro spolette laser che operano indipendentemente, situate davanti al motore e a metà strutura. Azionano la testata pre-frammentata direzionale DF-46 di 38 kg, situata dietro al motore. Il Raggio efficace è di 7 metri.
La variante all’infrarosso R-40T (izd.46T) Acrid-B, montata solo sui piloni interni, è lunga 6,36 m e pesa 455 kg. Impiega il sensore T-40A1 che opera tra 3 e 5 micron, raffreddato ad azoto liquido contenuto nel missile stesso. Viene definito “all aspect” ma solo contro bersagli a velocità supersonica ad alta quota. La portata di rilevamento è di 20-25 km in condizioni ideali. Il raggio d’azione efficace è di 30 km frontalmente e 15 km in coda, contro bersagli tra 800 e 30000 metri di quota.
Secondo fonti russe l’R-40T avrebbe una portata di soli 25 km a causa della sensibilità del sensore, anche se il peso è di pochi kg inferiore a quello dell’R-40R. Gli analisti occidentali ne hanno dedotto la mancanza del sistema di guida a metà traiettoria. Ma i missili all’infrarosso partono per primi. Questo negherebbe automaticamente la possibilità di lancio oltre i 25 km anche a quelli a guida semiattiva. Non si spiegherebbe poi l’elevata quantità di propellente. In realtà, come rilevabile dalle foto oggi disponibili, anche la variante all’infrarosso dispone delle antenne ricetrasmittenti per la guida “command”. I bersagli previsti avrebbero, certo, un forte contrasto termico a quote elevate. Ma per le distanze eccedenti la portata del sensore o in caso di perdita temporanea dell’aggancio, la guida “command” può ugualmente dirigere il missile. Altre fonti, però, identificano le antenne posteriori come riceventi delle spolette radar.
Una valutazione errata riguarda l’uso del missile sugli intercettori Su-15TM, data la “parentela” del sistema radar col potente Smerch. Ma L’Acrid richiede un pilone specifico e una elettronica dedicata, non è adattabile ad ogni aereo. Adotta un sistema speciale di raffreddamento dell’elettronica, con evaporazione di clorofluorocarbonio (CFC) in bombole situate nei piloni APU-84-46 (84 è il codice del MiG-25 e 46 quello dell’R-40). Nel caso del Su-15, in origine destinato anch’esso a montare l’Acrid, una fotografia che mostrava due missili agganciati sperimentalmente ad un Flagon ha fatto ritenere plausibile l’adozione dell’Acrid su questo caccia.
R-40D/R-46 : la seconda generazione
La diserzione di Belenko nel 1976 aveva compromesso il MiG-25 ed il suo sistema d’arma. L’aereo era disarmato ma i russi hanno ritenuto che i tecnici americani avrebbero potuto comunque ricavare dati utili sui missili dall’analisi del sistema di puntamento. E’ stato così varato un programma d’emergenza volto alla modernizzazione del caccia come MiG-25PD, dotato del nuovo radar RP-25MN Sapfir e del sensore all’infrarosso TP-26.
I tecnici hanno ripreso il sensore semiattivo del missile R-24, adattandolo all’Acrid. La differenza dimensionale avrebbe consentito di aumentare l’antenna di ricerca e quindi le capacità. Ma il poco tempo ha disposizione non l’ha consentito. L’IOC è arrivata alla fine del 1979.
ll nuovo missile ha ricevuto il suffisso D (dorabotannaya: aggiornato). Ma è indicato anche come R-46. Un cono di dimensioni più contenute racchiude l’antenna in coda. La lunghezza si riduce di 38 cm, il diametro è inalterato. Il modello R-40RD (izd.46RD) AA-6/2 Acrid-C è lungo 6,37 metri e pesa 472 kg. Il motore e le batterie sono più potenti. L’apertura delle ali è aumentata a 1,45 metri, migliorando le prestazioni a quote elevate. Ha un nuovo sensore semi-attivo più sensibile (oltre 35 km) RGS-25 ad onda quasi-continua (CW) con migliorate ECCM. Il raggio d’azione efficace aumenta a 60-70 km, con una portata “balistica” che può superare i 100 km (150 contro un B-52 in avvicinamento frontale), aggancio radar permettendo. Quello minimo è di 500 metri. Può seguire bersagli manovranti a 4 g e missili cruise. E colpirli tra i 500 ed i 30000 m di quota.
La variante all’infrarosso R-40TD (izd.46TD) Acrid-D è lunga 5,98 metri e pesa lievemente meno, 467 kg. Impiega il nuovo sensore 35T1, agganciabile al bersaglio anche tramite il rilevatore TP26.
In combattimento
I nuovi R-40RD e TD sono stati esportati e presto utilizzati in combattimento. Ma i risultati non sono stati ottimali. I missili sono stati impiegati contro obbiettivi piccoli e manovrabili, non contro bombardieri e ricognitori ad alta velocità e quota. Gli iracheni hanno sempre considerato l’Acrid il punto debole del MiG-25. I missili R-40 non erano molto affidabili: la maggior parte si guastava al momento del lancio. Quelli funzionanti non sempre colpivano il bersaglio a causa del malfunzionamento delle spolette. In molti casi i missili hanno causato solo pochi danni.
Nel 1981 i siriani hanno lanciato 4 R-40 contro i caccia israeliani, senza colpirne alcuno.
Nel lungo conflitto Iran-Iraq, gli iracheni ne hanno lanciati oltre 24 con solo due abbattimenti confermati. A questi vanno aggiunti un abbattimento probabile, ed un velivolo danneggiato. Le vittorie dichiarate, comunque, sono di più. Secondo gli iracheni, i MiG-25 avrebbero abbattuto, tra il 1983 ed il 1986, due C-130 e tre F-4 iraniani oltre ad un MiG-21 siriano. Durante l’intercettazione di un RF-4 in volo ad alta quota a 1,2 Mach da parte di due MiG-25 ed otto Mirage F1, sono stati lanciati frontalmente 4 Acrid da 80 km che hanno mancato il bersaglio, colpito poi da uno degli 8 missili Super 530F lanciati dai Mirage.
http://www.youtube.com/watch?v=Zl_w54GmW2E
Nel 1991, durante la Guerra del Golfo, la mancata identificazione di un MiG-25PDS iracheno da parte degli AWACS ha impedito ai caccia alleati di aprire il fuoco. Nella confusione che ne è seguita, il MiG si è inserito in un settore pieno di velivoli, abbattendo un F-18C con un singolo R-40RD (qualche fonte indica un TD).
Un secondo missile, lanciato contro un A-6, ha mancato il bersaglio. Un altro MiG-25, evitati otto F-15, ha lanciato 3 missili R-40 contro un EF-111A mancandolo ma costringendolo ad interrompere la missione.
Successivamente, due MiG-25 hanno attaccato con 4 missili una coppia di F-15, mancandoli. Attaccati a loro volta da questi e da una seconda coppia intervenuta, hanno distanziato tutti gli F-15, evitando ben 10 missili.
Nel 2002 un MiG-25PD iracheno ha abbattuto un RQ-1A Predator con un R-40 (ma potrebbe essere stato anche un R-60) in un attacco frontale. Il Predator, impiegato come esca, ha lanciato uno Stinger senza colpire il MiG.
In pratica su circa 40 missili solo 4 abbattimenti certi, alcuni probabili e qualche aereo danneggiato.
Ultimi sviluppi
Nel 1983 la Vympel, succeduta alla Molniya, ha sviluppato la serie R-40D1, consegnata nel 1985. L’R-40RD1 è lievemente più corto e dalla punta ogivale, dispone di migliori sistemi di controllo e di una nuova testata di 55 kg, con raggio efficace di 13 m. Presenta superiori capacità contro bersagli a quote più basse e migliori ECCM. La spoletta è la nuova Bekas-2. E’ affiancato dall’R-40TD1 all’infrarosso.
L’Acrid è stato integrato sui MiG-31, con lanciatori modificati. Il sistema di controllo del fuoco sul MiG-31 è completamente diverso così, inizialmente, l’R-40 operava assieme al pod APP-46TD nel vano di uno degli R-33.
L’Acrid è stato venduto all’Afghanistan, Algeria, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, India, Iraq, Libia, Polonia, Siria, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria e Vietnam. La produzione è terminata nel 1991 ma il missile è ancora molto diffuso.