Bisnovat R-40/46 (AA-6 Acrid)

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Le caratteristiche eccezionali del nuovo intercettore MiG-25 richiedevano l’adozione di un missile più potente dei modelli allora in servizio. In quel momento il missile più grande era l’R-4 (AA-5 Ash) del Tu-128, sull’esperienza del quale i progettisti del gruppo Bisnovat-Molniya hanno avviato lo sviluppo del nuovo K-40, all’inizio del 1962. I test sono iniziati nel 1968. Il primo lancio è avvenuto nel 1969 con due missili R-40R contro un  drone MiG-17 a 600 metri di quota. A questo sono seguiti altri test contro bersagli volanti ad oltre 20000 metri e fino a 2700 km/h. Nel 1972  il missile è entrato in servizio.

Codificato dagli occidentali AA-6 Acrid, riprende la struttura dell’R-8 (AA-3 Anab). I comandi presentano alette canard ed ali posteriori con alettoni. Per lungo tempo gli analisti occidentali hanno stimato un peso variabile tra i 700 e gli 800 kg, apparentemente giustificato dalle imponenti dimensioni. Il prolungato, forte riscaldamento aerodinamico previsto ha richiesto l’impiego d’acciaio e titanio per struttura e piani di controllo e ceramica per l’ogiva. Il raffreddamento dell’elettronica ha richiesto nuove soluzioni.

Il motore razzo a propellente solido  PRD-134  è probabilmente a stadio singolo ed è in posizione centrale, per non alterare il baricentro dopo la combustione dei 118 kg di propellente. L’energia per i comandi di volo è fornita da non meno di tre generatori a gas. Il lancio dal MiG-25 assicura una velocità a fine combustione non inferiore a 4,5 Mach con punte di 5 Mach. Il raggio d’azione efficace a quote medie varia tra i 2 ed i 30 km. Quello massimo ad alta quota supera i 50 km. Il missile è stato progettato per colpire a medio raggio bombardieri supersonici ad alta quota. Ha un limite di 8 g cosa che gli consente di colpire bersagli contromanovranti ad un massimo di 2,5 g.

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L’Acrid adotta un sistema di guida combinato. Nella fase iniziale il caccia guida il missile nella direzione approssimata del bersaglio (guida a comando/inerziale). Due antenne, una nella coda del missile e la seconda sotto il tronco posteriore, ricevono i comandi di guida ed inviano al vettore la posizione. La soluzione ha obbligato i progettisti a posizionare i due scarichi del motore ai lati della coda, al prezzo di un lieve perdita di spinta. In prossimità dell’obbiettivo subentra la guida terminale, fino all’impatto. La prima versione del MiG-25 ha impiegato il radar Smerch A1, derivato dal sistema impiegato dal Tu-128. La protezione contro i disturbi è eccellente, grazie ai 600 kw di potenza di picco degli impulsi.

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Come previsto dalla dottrina del tempo, il missile è stato fabbricato con due diversi sensori, radar ed infrarosso. I missili sono lanciati di solito in coppia, a breve intervallo.

L’R-40R (izd.46R)  Acrid-A, a guida radar, è lungo 6,76 m, ha un diametro di 30 cm ed una apertura alare di 1,4 m. Il peso è di 468 kg. Impiega il sistema semiattivo monoimpulso Agat  Parg-12VV con una portata di ricezione di 30 km. Assicura ottima precisione e ha buona protezione antidisturbo. Dispone di guida secondaria HOJ, autoguida sulla sorgente di disturbo. E’ possibile l’attacco frontale contro bersagli tra 2500 e 27000 metri di quota, volanti a 1000-3500 km/h. Per l’attacco in coda i limiti sono compresi tra 800 e 2300 km/h.

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Il sistema di spolettamento Aist-M è sofisticato e con elevate ECCM: combina due spolette radar GSKB-47 a due canali e quattro spolette laser che operano indipendentemente, situate davanti al motore e a metà strutura. Azionano la testata pre-frammentata direzionale DF-46 di 38 kg, situata dietro al motore. Il Raggio efficace è di 7 metri.

La variante all’infrarosso R-40T (izd.46T) Acrid-B, montata solo sui piloni interni, è lunga 6,36 m e pesa 455 kg. Impiega il sensore T-40A1 che opera tra 3 e 5 micron, raffreddato ad azoto liquido contenuto nel missile stesso. Viene definito  “all aspect” ma solo contro bersagli a velocità supersonica ad alta quota. La portata di rilevamento è di 20-25 km in condizioni ideali.  Il raggio d’azione efficace è di 30 km frontalmente e 15 km in coda, contro bersagli tra 800 e 30000 metri di quota.

Secondo fonti russe l’R-40T avrebbe una portata di soli 25 km a causa della sensibilità del sensore, anche se il peso è di pochi kg inferiore a quello dell’R-40R. Gli analisti occidentali ne hanno dedotto la mancanza del sistema di guida a metà traiettoria. Ma i missili all’infrarosso partono per primi. Questo negherebbe automaticamente la possibilità di lancio oltre i 25 km anche a quelli a guida semiattiva. Non si spiegherebbe poi l’elevata quantità di propellente. In realtà, come rilevabile dalle foto oggi disponibili, anche la variante all’infrarosso dispone delle antenne ricetrasmittenti per la guida “command”. I bersagli previsti avrebbero, certo, un forte contrasto termico a quote elevate. Ma per le distanze eccedenti la portata del sensore o in caso di perdita temporanea  dell’aggancio, la guida “command” può ugualmente dirigere il missile.

Una seconda valutazione errata riguarda l’uso del missile sugli intercettori Su-15TM, data la “parentela” del sistema radar col potente Smerch. Ma L’Acrid richiede un pilone specifico e una elettronica dedicata, non è adattabile ad ogni aereo. Adotta un sistema speciale di raffreddamento dell’elettronica, con evaporazione di clorofluorocarbonio (CFC) in bombole situate nei piloni APU-84-46 (84 è il codice del MiG-25 e 46 quello dell’R-40). Nel caso del Su-15, in origine destinato anch’esso a montare l’Acrid, una fotografia che mostrava due missili agganciati sperimentalmente ad un Flagon ha fatto ritenere plausibile l’adozione dell’Acrid su questo caccia.

R-40D/R-46 : la seconda generazione

La diserzione di Belenko nel 1976 aveva compromesso il MiG-25 ed il suo sistema d’arma. L’aereo  era disarmato ma i russi hanno ritenuto che i tecnici americani avrebbero potuto comunque ricavare dati utili sui missili dall’analisi del sistema di puntamento. E’ stato così varato un programma d’emergenza volto alla modernizzazione del caccia come MiG-25PD, dotato del nuovo radar RP-25MN  Sapfir e del sensore all’infrarosso TP-26.

I tecnici hanno ripreso il sensore semiattivo  del missile R-24, adattandolo all’Acrid. La differenza dimensionale avrebbe consentito di aumentare l’antenna di ricerca e quindi le capacità. Ma il poco tempo ha disposizione non l’ha consentito. L’IOC è arrivata alla fine del 1979.

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ll nuovo missile ha ricevuto il suffisso D (dorabotannaya: aggiornato). Ma è indicato anche come R-46. Un cono di dimensioni più contenute racchiude l’antenna in coda. La lunghezza si riduce di 38 cm, il diametro è inalterato.  Il modello R-40RD (izd.46RD) AA-6/2 Acrid-C è lungo 6,37 metri e pesa 472 kg. Il motore e le batterie sono più potenti. L’apertura delle ali è aumentata a 1,45 metri, migliorando le prestazioni a quote elevate. Ha un nuovo sensore  semi-attivo più sensibile (oltre 35 km) RGS-25 ad onda quasi-continua (CW) con migliorate ECCM.  Il raggio d’azione efficace aumenta a 60-70 km, con una portata “balistica” che può superare i 100 km (150 contro un B-52 in avvicinamento frontale), aggancio radar permettendo. Quello minimo è di 500 metri. Può seguire bersagli manovranti a 4 g e missili cruise. E colpirli tra i 500 ed i 30000 m di quota.

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La variante all’infrarosso R-40TD (izd.46TD) Acrid-D è lunga 5,98 metri e pesa lievemente meno, 467 kg. Impiega il nuovo sensore 35T1, agganciabile al bersaglio anche tramite il rilevatore TP26.

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In combattimento

I nuovi  R-40RD e TD sono stati esportati e presto utilizzati in combattimento. Ma i risultati non sono stati ottimali. I missili sono stati impiegati contro obbiettivi piccoli e manovrabili, non contro bombardieri e ricognitori ad alta velocità e quota. Gli iracheni hanno sempre considerato l’Acrid il punto debole del MiG-25. I missili R-40 non erano molto affidabili:  la maggior parte si guastava al momento del lancio. Quelli funzionanti non sempre colpivano il bersaglio a causa del malfunzionamento delle spolette. In molti casi i missili hanno causato solo pochi danni.  

Nel 1981 i siriani hanno lanciato 4 R-40 contro i caccia israeliani, senza colpirne alcuno.

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Nel lungo conflitto Iran-Iraq, gli iracheni ne hanno lanciati oltre 24 con solo due abbattimenti confermati. A questi vanno aggiunti un abbattimento probabile, ed un velivolo danneggiato. Le vittorie dichiarate, comunque, sono di più. Secondo gli iracheni, i MiG-25 avrebbero abbattuto, tra il 1983 ed il 1986, due C-130 e tre F-4 iraniani oltre ad un MiG-21 siriano. Durante l’intercettazione di un RF-4 in volo ad alta quota a 1,2 Mach da parte di due MiG-25 ed otto Mirage F1, sono stati lanciati frontalmente 4 Acrid da 80 km che hanno mancato il bersaglio, colpito poi da uno degli 8 missili Super 530F lanciati dai Mirage.

http://www.youtube.com/watch?v=Zl_w54GmW2E

Nel 1991, durante la Guerra del Golfo, la mancata identificazione di un MiG-25PDS iracheno da parte degli AWACS ha impedito ai caccia alleati di aprire il fuoco. Nella confusione che ne è seguita, il MiG si è inserito in un settore pieno di velivoli, abbattendo un F-18C con un singolo R-40RD (qualche fonte indica un TD).

Un secondo missile, lanciato contro un A-6, ha mancato il bersaglio. Un altro MiG-25, evitati otto F-15, ha lanciato 3 missili R-40 contro un EF-111A mancandolo ma costringendolo ad interrompere la missione.

Successivamente, due MiG-25 hanno attaccato con 4 missili una coppia di F-15, mancandoli. Attaccati a loro volta da questi e da una seconda coppia intervenuta, hanno distanziato tutti gli F-15, evitando ben 10 missili.

Nel 2002 un MiG-25PD iracheno ha abbattuto un RQ-1A Predator con un R-40 (ma potrebbe essere stato anche un R-60) in un attacco frontale. Il Predator, impiegato come esca, ha lanciato uno Stinger senza colpire il MiG.   

In pratica su circa 40 missili solo 4 abbattimenti certi, alcuni probabili e qualche aereo danneggiato.

Ultimi sviluppi

Nel 1983 la Vympel, succeduta alla Molniya, ha sviluppato la serie R-40D1, consegnata nel 1985. L’R-40RD1 è lievemente più corto e dalla punta ogivale, dispone di migliori sistemi di controllo e di una nuova testata di 55 kg, con raggio efficace di 13 m. Presenta superiori capacità contro bersagli a quote più basse e migliori ECCM. La spoletta è la nuova  Bekas-2. E’ affiancato dall’R-40TD1 all’infrarosso. 

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L’Acrid è stato integrato sui MiG-31, con lanciatori modificati. Il sistema di controllo del fuoco sul MiG-31 è completamente diverso così, inizialmente, l’R-40 operava assieme al pod APP-46TD nel vano di uno degli R-33.

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L’Acrid è stato venduto all’Afghanistan, Algeria, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, India, Iraq, Libia, Polonia, Siria, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria e Vietnam. La produzione è terminata nel 1991 ma il missile è ancora molto diffuso.

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