Il Tornado è stato progettato per missioni di interdizione profonda nel dispositivo avversario. Fin dall’inizio è apparso evidente che solo un sistema avanzato di autodifesa elettronica avrebbe permesso la sopravvivenza del velivolo contro le difese del Patto di Varsavia.
I primi studi per un sistema di disturbo per i Tornado tedeschi sono iniziati nel 1972. Nel 1978 è stato siglato un accordo segreto tra la tedesca DASA Telefunken (TST) /AEG e l’israeliana IAI/Elta. Lo sviluppo del progetto “Cerberus” è iniziato nel 1980 e ha visto la collaborazione dell’ ”intelligence” internazionale della Germania, di Israele, dell’Italia, dell’Iran e della Cina, paesi che hanno fornito utilissimi dati radar.
Cerberus II/III
Il pod, nella prima variante Cerberus II, è derivato dall’ ELTA EL/L 8202, un sistema a sua volta frutto di rielaborazione dell’ALQ-119. Il Cerberus II è entrato in servizio nel 1982. Ha richiesto diverse modifiche a causa di alcuni problemi tecnici e l’impiego di sottosistemi di origine israeliana. Nel 1985 è stato sostituito dal Cerberus III. Fino al 1990 sono stati consegnati 225 pod di questo tipo.
Il Cerberus III è un sistema di disturbo attivo per autoprotezione e difesa di gruppo. Lungo 4 metri, pesa 358 kg. L’elettronica è raffreddata tramite circolazione d‘acqua. E‘ in grado di affrontare minacce multiple nelle bande E-J (2-20 GHz). E’ un dispositivo di media potenza, 150-300 W. Le antenne coprono i settori anteriore e posteriore.
Il Cerberus III analizza ed identifica i segnali radar di acquisizione ed inseguimento e li confronta con la libreria delle emittenti in memoria. Formato un quadro completo dei sistemi difensivi, inizia il disturbo o l’emissione di falsi bersagli. Blocca o degrada l‘acquisizione, il tracking e la guida delle armi avversarie. Il software è riprogrammabile per affrontare velocemente nuove minacce.
Cerberus IV (TSPJ)
Pur trattandosi di un sistema sofisticato, anche il Cerberus ha richiesto un aggiornamento sostanziale, vista l’evoluzione delle minacce. Lo Sviluppo della nuova variante, di terza generazione, è iniziato nel 1990. Inizialmente denominato TSPJ (Tornado Self Protection Jammer), ha visto i primi test nel 1994 e le consegne dei 60 esemplari previsti a partire dal 1997, sui Tornado ECR. E’ studiato per una facile manutenzione.
Opera su segnale RWR o autonomamente, anche contro emittenti multiple aeree e terrestri in ambiente elettronicamente “denso”. E’ uno dei più moderni attualmente in produzione. La copertura di frequenze, in particolare, può essere estesa da 0,1 a ben 40 GHz (bande A-K). Il TSPJ applica numerose tecniche di disturbo ed inganno contro radar a impulsi, CW e pulse-Doppler coerenti e non-coerenti. Il consumo è di 150 W.
Il Cerberus IV impiega tecnologia DRFM (Digital RF Memory) sviluppata dalla Dasa. Le memorie interne conservano i segnali digitalizzati ed il generatore di tecniche di disturbo li modula opportunamente per poi riemetterli verso la sorgente. Il sistema copre una banda istantanea di 350 MHz ed una totale di 2,8 GHz. La precisione nella determinazione della frequenza, parametro essenziale per l’efficienza del disturbo, è di 1 MHz.
Il TSPJ può essere integrato con un sistema di esche rimorchiate a fibra ottica Sky buzzer con due decoy, sistema attualmente ospitato nei pod BOZ.
Il Cerberus ha trovato impiego nelle missioni in Iugoslavia-Kosovo.
Dal 2000 l’EADS ha sviluppato una nuova generazione di moduli DRFM. I nuovi elementi, a scheda singola, rimpiazzano i precedenti a cinque schede, datati 1990 ed ormai obsoleti, all’interno del pod TSPJ. Il nuovo modulo DRFM copre ora una banda istantanea di 1,8 GHz (5 volte più alta) ed una totale di 4 GHz. La precisione in frequenza è di 1 KHz (1000 volte superiore). Il consumo di energia è ridotto a soli 60 W. Il sistema digitale interno rileva i valori di soglia (signal-to-noise detection) e decide autonomamente quando iniziare a conservare i segnali in arrivo, che saranno poi passati ai due convertitori di fase per la riemissione.
Il sistema attuale può affrontare 4 radar simultaneamente ma il numero può essere aumentato. Ed il consumo d’energia limitato permette di inserire più unità DRFM. I moduli adottano circuiti FPGA (field programmable gate arrays) così è possibile inserire tutte le contromisure elettroniche richieste senza dover modificare la logica di programmazione.
Sempre aggiornato, il Cerberus è ancora un sistema efficace. Probabilmente resterà in servizio fino alla dismissione dei Tornado.