Bae Dynamics Skyflash

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Il  programma Skyflash è iniziato nel 1973 come XJ 521, volto a migliorare le prestazioni del missile AIM-7E2 Sparrow che si erano rivelate del tutto insufficienti in Vietnam. Del predecessore  conserva la cellula, il motore, la testata bellica e l’impostazione generale. L’elettronica, invece, è completamente nuova. I primi test sono stati effettuati tra il 1976 ed il 1978, anno in cui è iniziata la produzione e conseguita la capacità operativa iniziale (IOC) a bordo degli F-4 Phantom della RAF. Alle prove, la precisione del missile si è rivelata fenomenale: su 24 lanci, solo 2 colpi a vuoto (Pk 90%). 12 missili hanno centrato in pieno i bersagli, altri 10 li hanno mancati di 1-2 metri, ben all’interno del raggio letale della testata. Il missile ha colpito anche bersagli in manovra e protetti da ECM.

Lo Skyflash pesa 193 kg ed è propulso da un motore Bristol Aerojet Mk52 mod 2 o da un Rocketdyne Mk38 mod 4 da 3500kg/sp. Il volume dell’elettronica, pur non consentendo l’impiego di un motore simile a quello dell’AIM-7F, permette una maggior durata di combustione, fino a 4-5 secondi. A grande altezza il missile raggiunge Mach 4, con lancio a velocità supersonica. La portata teorica varia da un minimo di 500 metri a 40 km (head-on, ad alta quota). Lo Skyflash ha un tempo di riscaldamento di meno di 2 secondi, rispetto ai 15 del vecchio Sparrow il che garantisce un ottimo tempo di reazione contro caccia a breve raggio. L’impiego del medesimo propellente dell’AIM-7E provoca una scia molto visibile. La guida sul bersaglio è semiattiva radar (SARH) con un nuovo sensore monoimpulso invertito in banda I-J della Marconi in grado di distinguere velivoli in formazione serrata. Il tipo di guida è eccezionalmente resistente alle ECM  ma il missile dispone, comunque, della modalità HOJ per autoguida sulle sorgenti di disturbo. La spoletta attiva radar Doppler, prodotta dalla Thorn EMI, particolarmente sofisticata, attiva la testata “continuous rod”da 30 kg. Le elevate capacità “snap up/snap down”consentono di colpire obbiettivi con differenze di quota di 6000 metri. L’arma può essere lanciata da 75 a 16000 metri di quota, contro bersagli da 75 a 18000 metri. A 6000 metri di quota lo Skyflash sopporta 30G. Questo modello è stato ridenominato  3000 Pre TEMP. La svezia lo ha adottato nel 1981 per gli Jaktviggen come RB71.  E’ stato impiegato dagli F-4M inglesi, dai Tornado F2/3 e testato anche sugli F-16 e sugli Hawk 200. Il costo, nel 1993, era di 460000$.

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Nel 1985, ci si è resi conto che il lancio dello Skyflash dal Tornado ADV era reso difficoltoso dalla configurazione del velivolo. Lo strato limite e le turbolenze sotto la fusoliera impedivano un distacco corretto delle armi. Sono allora stati introdotti i lanciatori Frazer-Nash, che imprimono una spinta di 4 tonnellate verso il basso, prima dell’accensione. L’accorgimento consente il lancio nell’intero inviluppo di volo del Tornado. Il missile quindi, presumibilmente, può essere lanciato nel corso di manovre a 7G. Gli Skyflash sono stati modificati allo standard 5000 TEMP (Tornado Embodied Modification Package)  per renderli compatibili coi nuovi lanciatori.

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Improved Skyflash

I missili della prima serie sono stati sostituiti da una variante avanzata, apparsa nel 1988 (6000 Super TEMP). Esternamente il missile presenta nuove alette più sottili per ridurre la resistenza aerodinamica. Il motore è il nuovo Aerojet Hoopoe a due stadi, booster e sostentatore, con una durata di combustione di 7 secondi. Aumenta così la manovrabilità e il raggio d’azione, arrivato a 45 km. La testata, secondo alcune fonti, arriva a 39,5 kg. La guida SARH utilizza un sensore migliorato Doppler con angolo di scansione di +/-40°. Il missile, in più di una occasione, ha centrato il riflettore radar di 50cm trainato dai Jindivik. Il profilo di volo viene selezionato dall’operatore prima del lancio ed inserito nell’autopilota (launch attitude control). Per bersagli a breve raggio, il volo è diretto, con navigazione proporzionale modificata. Per attacchi a medio raggio, il missile sale a quota superiore, per conservare meglio l’energia, e in prossimità del bersaglio scende per l’attacco. I precedenti Skyflash sono stati aggiornati al nuovo standard. L’RB71 di fabbricazione svedese ha un motore più potente dell’originale e, probabilmente,  prestazioni equivalenti al modello Improved.

Lo Skyflash non è mai stato impiegato in combattimento. Si stima che l’efficacia dimostrata nelle prove sarebbe inferiore in caso di manovre ed ECM sofisticate. Il tipo di guida impone l’illuminazione del bersaglio fino all’impatto, rendendo l’arma non più all’altezza delle moderne minacce. Ma tra i missili a guida semiattiva, lo Skyflash si pone sullo stesso piano dell’Aspide e dell’AIM-7M.

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Active Skyflash

La guida SARH non consentiva di sfruttare le capacità multibersaglio del Tornado F2/3. Si decise così di proseguire lo sviluppo dello Skyflash, anche per garantirsi una alternativa “economica” all’AIM-120. Il nuovo missile, a guida radar attiva, denominato Skyflash Mk2 venne abbandonato nel 1981. Lo sviluppo riprese col progetto Skyflash 90 che, dopo diverse  modifiche, portò all’Active Skyflash. Il nuovo missile avrebbe utilizzato la guida semiattiva intermedia per passare a quella attiva nella fase terminale. Il radar attivo sviluppato dalla Thomson-CSF a partire dal 1989, con un settore di scansione di +/-55°, venne provato nel 1991. Con un peso di 208 kg e una testata di 27kg  era più manovrabile, veloce e con migliori ECCM. Il raggio d’azione arrivava a 45 km head-on. Proposto alla RAF nel 1992 e poi, inutilmente, alla Svezia per armare gli Ja-37 come RB-71A, venne abbandonato nello stesso anno.   

Dopo una produzione di 4600 missili, proseguita fino al 1993, e un ottimo stato di servizio, nel 1996 la RAF ha annunciato la sostituzione dello Skyflash con l’AIM-120.

Aggiornamento: luglio 2022

2 thoughts on “Bae Dynamics Skyflash

  1. Vorrei sapere una cosa, visto che sto modellando un wargame in cui sono coinvolti aerei armati con lo Sky Flash…

    Dunque, il mio dubbio storico è questo… i missili Sky Flash sono stati impiegati fino a quote minime di ingaggio di 75 metri… ma il punto è: possono colpire ANCHE più in basso? Magari con capacità ridotte? Idem sarebbe per i missili SR. 530F/D.

    Leggendo le cronache di guerra, per esempio, so che i missili Sea Dart hanno una quota minima indicata di 30 metri, che già è bassa, eppure, quando hanno pienamente funzionato, essi sono stati capaci, in almeno un’occasione, di abbattere dei piccoli A-4 Skyhawk in volo, pare, a meno di 11 metri di quota, ergo un terzo del minimo rivendicato!

    E a parte questo, so che Randy Cunningham riuscì ad agganciare un MiG mentre volava ad appena 60 metri di quota e il suo bersaglio a circa 150, in mezzo ad un territorio non propriamente pianeggiante (si parlava di un canalone lì vicino). Cunningham, però, non era convinto dell’affidabilità del missile Sparrow e così passò ai Sidewinder (a proposito: pare che il missile russo R-13M1 sia un mix tra l’AIM-9J e il sensore dell’AIM-9E della marina, ottimo incrocio). Però, già il fatto stesso che con un missile Sparrow E fosse possibile ipotizzare il lancio contro un piccolo bersaglio in volo a non più di 150 metri, è notevole. Inoltre devo rilevare come i missili Sea Sparrow RIM-7E erano considerati capaci di colpire bersagli ad appena 30 metri di quota, e come i RIM-7F abbiano ridotto a meno di 15 metri grazie alla spoletta (similmente agli Aspide, quindi); e i RIM-8M siano stati capaci di colpire, stando alle pubblicazioni, fino ad appena 8 metri (praticamente, al livello dei migliori missili Sea Skimmers, visto che l’OTOMAT va sui 20 metri e il Kormoran a 30). Per cui il mio ragionamento sarebbe questo: se gli Sky Flash del 1977 potevano colpire ad appena 75 metri quando lanciati dagli F-4M Phantom, nel 1992 per esempio, gli Sky Flash lanciati da Tornado ADV e Viggen, avrebbero potuto colpire bersagli anche più in basso, per esempio 30-60 metri? Questa capacità era propria dei missili AIM-7F/M e Aspide, personalmente non vedrei problemi in questo, e può benissimo darsi che la quota di 250 ft (76 m) sia stata quella minore provata, ma solo perché non si sono fatti esperimenti contro bersagli a quote ancora minori, forse per i limiti del radar dell’F-4M?

    1. Più che dal sistema di guida, spesso la quota minima utile dipende dal tipo di spoletta. E’ il caso dei RIM-7M. Un bersaglio sicuramente non può sentirsi al sicuro volando a 50 metri di quota solo perché la ditta dichiara che il tal missile è efficace fino a 75 metri. Negli anni ’80 la quota tipica minima di penetrazione dei bombardieri era di 60 metri. Era un modo per dire: “possiamo colpirli”. Può uno Skyflash colpire più in basso ? Secondo me si.

      Lo scoppio di un Sea Dart a 30 metri di quota non lascia scampo ad un velivolo a 10 metri d’altezza.

      Nell’episodio citato, Cunningham si trovava a quota inferiore rispetto al bersaglio, condizione adatta ad evitare il clutter indotto dal terreno.

      Il radar dell’F-4M era avanzato, per i tempi. Le prove di tiro dei missili sperimentali, però, spesso sono limitate a pochi lanci. Ancor meno contro bersagli a quote minime.

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