L’USAF ha iniziato gli studi per un nuovo missile da crociera con capacità “stealth”nel 1982, quando è apparso evidente che lo sviluppo di nuovi sistemi contraerei ed AWACS nell’Unione Sovietica aveva reso i missili AGM-86 e Tomahawk facilmente rilevabili anche a bassa quota, come avrebbero poi confermato gli abbattimenti sull’Iraq nel 1991 e sulla Iugoslavia nel 1999.
L’origine del progetto risale ad un programma “black” del DARPA con il nome in codice Teal Dawn, volto a sviluppare nuove tecnologie per missili da crociera “stealth”.
Le specifiche dell’ACM (Advanced Cruise Missile) chiedevano maggior raggio d’azione, maggiore precisione e notevole riduzione delle tracce radar ed infrarossa. Nel 1982 sono state confrontate le proposte Boeing, General Dynamics e Lockheed. Nel 1983 la General Dynamics ha ottenuto il contratto di sviluppo per il nuovo AGM-129A ACM. Il primo missile è stato consegnato nel 1987.
Il programma ha visto numerosi problemi di hardware e test falliti. Ulteriori problemi di qualità hanno spinto il congresso a tagliare i fondi per l’ACM nel 1989 e l’USAF a bloccare le forniture nel 1989 e 1991. La McDonnell Douglas è stata invitata come secondo fornitore.
Il primo AGM-129 di pre-serie ha iniziato le prove nel giugno 1985 e nel 1989 il Canada ha acconsentito ad eseguire i test sul suo territorio. I missili erano accompagnati da F-18 canadesi pronti ad abbatterli col cannone in caso di malfunzionamento. I voli sono avvenuti di giorno e col bel tempo, non sarebbe stato possibile infatti seguire i missili col radar, perché non rilevabili. Fino alla fine del 1990 sono stati eseguiti 22 lanci, la maggior parte risoltisi con successi, così il missile è entrato in servizio a giugno dello stesso anno.
L’AGM-129A è lungo 6,35 metri, ha una apertura alare di 3,12 metri ed un diametro massimo tra 64 e 73 cm (ellissoide). Il peso è di 1682 kg. Dozzine di cartucce pirotecniche aprono i piani di coda e il timone, situato in posizione asimmetrica a sinistra. Poi separano la presa d’aria e lo scarico dalle coperture ermetiche e la protezione del sensore sotto il muso. Le ali piegate indietro alloggiano sotto una copertura che, dopo l’apertura delle ali, si richiude.
Il Global Shadow è fabbricato in alluminio con esteso impiego di materiali radar assorbenti (RAM). Ali e piani di coda hanno freccia negativa di 26° per ridurre la traccia frontale e il muso è sfaccettato. La presa d’aria, rivestita con RAM, è interamente nascosta nella sezione inferiore, sotto le ali, cosa che comporta però una minore efficienza propulsiva. Lo scarico ha forma rettangolare (2D) per facilitare il mescolamento dei gas con l’aria fredda circostante e per ridurre la segnatura IR ed acustica. E’ inoltre schermato dalla coda “a castoro”. Nel volo a bassa quota rimane in ombra, così i caccia non possono rilevarne il calore.
I RAM sulla superficie riducono la riflessione diretta e diffratta, la struttura delle alette riduce la RCS sulle basse frequenze. Lateralmente la traccia è maggiore, con un picco a 90°. Ma nel volo a bassa quota, tra 15 e 30 metri, se è rilevato perpendicolarmente al radar non vi è effetto Doppler e il missile si perde nel clutter. Una speciale vernice a bassa riflettività riduce la segnatura IR e visuale. L’effetto finale di tutti questi accorgimenti è una traccia radar frontale stimata -30 dbSqm, ovvero 10 cm quadrati.
Il motore è un turbofan Williams International F112-WR-100 con una spinta di 332 kg, alimentato a kerosene di composizione speciale, immagazzinabile per anni senza cambiare caratteristiche. Impiega solo una parte dell’aria in ingresso, il resto contribuisce a raffreddare i gas di scarico. Assicura una velocità di crociera di 805 km/h, massima di 1100 ed un raggio d’azione di 3700 km che consente di aggirare le difese nemiche prima dell’attacco. La bassa sezione radar consente un volo iniziale sicuro ad alta quota.
Il sistema combinato di navigazione è molto preciso: impiega un “elemento inerziale” (INE) con giroscopi laser, assistito da GPS, assieme ad un TERCOM (Terrain Contour Matching) con altimetro LADAR, a bassa potenza ed emissione controllata, che confronta i dati orografici rilevati con le mappe in memoria. La precisione (CEP) è tra 10 e 30 metri.
La testata W–80-1 è a potenza variabile, con esplosione in aria o a contatto. Sviluppa 5 kt se è sufficiente una esplosione “limitata”. 170 kt contro obbiettivi estesi o sotterranei rinforzati.
Previsto per i B-1B Lancer, i B-2A Spirit ed i B-52H Stratofortress è entrato in servizio solo su questi ultimi, nonostante l’integrazione sia stata fatta anche sui B–1B per i quali sono stati provati speciali piloni stealth. I B-52 potevano imbarcarne 20, 8 sul lanciatore rotante interno e 12 sotto le ali. I trattati sulla riduzione delle armi strategiche hanno ridotto il numero massimo a 12.
I missili erano immagazzinati già montati a gruppi di sei su speciali piloni (packages) forniti di sicurezze, interfaccia computer e sistema di autodiagnosi (Missile Interface Test) in comunicazione col velivolo. Il sistema inerziale poteva essere aggiornato in un solo secondo e l’obbiettivo era selezionabile in volo.
AGM-129B
Nel 1985 l’USAF ha proposto una variante da impiegare in missioni segrete contro obbiettivi per i quali l’ACM era inefficace, proponendo di modificare 120 missili. Nel 1988 ha ricevuto la sigla AGM-129B. Il missile ha subito modifiche strutturali e di software. Era prevista una testata nucleare W-90, probabilmente a penetrazione, da 200 kt. Nel 1991 il progetto è stato respinto dal congresso americano. L’anno dopo, al termine delle prove in volo, il dipartimento della difesa ha tentato di rilanciare il programma, nuovamente respinto. Il missile era pronto alla produzione in serie.
AGM-129C
Proposto dalla General Dynamics nel 1997, l’AGM-129C Conventional Armed Cruise Missile (CACM) avrebbe avuto un GPS differenziale ed una testata a penetrazione convenzionale o una a submunizioni. Il raggio d’azione era notevolmente diminuito. Il progetto è stato abbandonato, anche se si è ipotizzata una produzione di 20-30 pezzi.
L’USAF prevedeva di ordinare 2500 ACM, presto ridotti a 1460, per sostituire gli AGM-86. La fine della guerra fredda ha ridotto gli ordini a 1000 e poi, con una decisione presa nel 1992, a solo 640. La produzione è cessata nel 1993 con soli 461 esemplari prodotti al costo di 4 milioni di $ l’uno. Nel 1992 la General Dynamics ha venduto le attività missilistiche alla Hughes Aircraft Corporation che, cinque anni dopo è confluita nella Raytheon, da allora responsabile per il missile.
Nel 2001 è stato proposto un aggiornamento di mezza vita (SLEP) per estenderne l’operatività fino al 2030. L’avvio delle trattative sulla riduzione delle testate nucleari del 2002 (SORT) consentiva un massimo di 528 missili da crociera nucleari dal 2012. Nel 2007 l’USAF ha deciso l’eliminazione dell’AGM-129 per problemi di affidabilità e costi di mantenimento più alti. Nel 2008 erano in servizio 1140 AGM-86 ALCM e 460 AGM-129 ACM. L’ultimo ACM è stato smantellato ad aprile 2012.
Nel dicembre del 1997 un AGM-129A, sganciato sullo Utah Test Range, dopo un volo di 3 ore e mezza è uscito di rotta, precipitando e danneggiando due rimorchi di un osservatorio di raggi cosmici universitario, situati all’interno dell’area dei test.
Il 30 agosto del 2007 un B-52 è decollato con 12 ACM dalla base Minot nel North Dakota verso Barksdale, in Louisiana, per la demolizione. Per un errore, sei testate nucleari, destinate alla rimozione prima del decollo, sono rimaste a bordo dei missili. Per 36 ore non sono state conteggiate, portando ad una inchiesta sull’incidente.