Le armi automatiche sui caccia della Seconda guerra mondiale (terza parte)

I cannoncini da 20mm

A differenza degli Stati Uniti,  gli altri paesi hanno presto compreso l’importanza dei cannoncini. Le variazioni sul tema sono state numerose e molti progetti hanno richiesto miglioramenti progressivi.

Francia

Hispano-Suiza HS.404

Negli anni ‘30, la Hispano Suiza aveva ottenuto la licenza di produzione del cannone Oerlikon FFS, installato come “moteur-canon” tra i banchi dei cilindri del motore, sparante attraverso l’ogiva dell’elica. Le armi di questo tipo, designate Hispano-Suiza HS.7 e HS.9, richiedevano un otturatore pesante e molle robuste. La percussione con otturatore non in completa chiusura, generava ritardo, rendendo l’arma lenta, con 520 c/m e 650m/s. Subito dopo l’inizio della produzione, si sono interrotti i rapporti tra la Hispano-Suiza e la Oerlikon.

Nel 1933, la Hispano-Suiza, ha iniziato il progetto di un cannone per sostituire l’Oerlikon. Il nuovo HS.404, pur somigliando al precedente, aveva un otturatore modificato con presa di gas a metà canna e rinculo ritardato. Il meccanismo rendeva il cannone più leggero, aumentando la cadenza a 700 c/m. Nel 1938 è partita la produzione. Montato nel motore Hispano-Suiza 12Y, era alimentato con caricatore da 60 colpi. Nel 1940 è stato sviluppato un sistema di alimentazione a nastro, installato per la prima volta nei cannoni alari degli MB-152.

Lungo 2,52 metri, con una canna di 1,6 metri, pesava 43-60 kg. Sparava a 700 c/m proiettili 20x110mm  da 130 grammi, a palla, HE e incendiari, con velocità iniziale di 840-880 m/s. 

Regno Unito

Hispano Mk.I

La RAF già prima della guerra aveva compreso la necessità di sostituire le mitragliatrici da 7,69mm, ma aveva ritenuto che le 12,7mm non presentassero vantaggi rilevanti. E’stato così selezionato nel 1936 il nuovo cannone HS.404, per il futuro caccia Whirlwind. Ma, acquisita la licenza di produzione, i processi di approvazione, realizzazione dei macchinari industriali, ridisegno e conversione alle misure anglosassoni (poi abbandonato) e i test, si sono rivelati molto lunghi. Il cannone, a presa di gas e rinculo ritardato, è entrato in produzione alla fine del 1939 come Hispano Mk.I. Solo pochi esemplari sono stati prodotti in tempo per la guerra. Ma era l’inizio di una produzione che avrebbe toccato i 99000 pezzi di cui 42500 prodotti dalla Birmingham Small Arms (BSA).

Provato sugli Spitfire IB nella Battaglia d’Inghilterra, si è rivelato inaffidabile, anche per la scarsa qualità della produzione, spesso inceppandosi dopo un solo colpo nel corso delle virate. Progettato per essere inserito nel motore, non tollerava la sistemazione nelle ali col peso dei caricatori.  La molla di ritorno dell’otturatore si snervava e l’estrattore era disegnato male. Uniti al sistema di riarmo pneumatico, poteva capitare che, dopo un inceppamento, il pilota inserisse un colpo senza che il precedente fosse stato espulso. Il procedimento è stato proibito e le armi sono state armate a terra. I piloti hanno chiesto di tornare ai vecchi velivoli, innescando dubbi sull’adeguatezza del cannone, tanto che il Ministero dell’aviazione ha richiesto, per breve tempo, di aumentare a 12 le mitragliatrici sugli Hurricane.

All’inizio del 1941, i successivi affinamenti hanno reso l’arma affidabile anche nelle ali. Nessun problema con l’installazione nella fusoliera dei Whirlwind e Beaufighter, a parte la necessità dell’alimentazione a nastro, per la poca praticità del ricambio in volo dei caricatori. Il cannone, ormai a punto, si è rivelato micidiale, superiore al tedesco MG-FF per cadenza e velocità iniziale, precisione, potenza e penetrazione.  Tra i difetti, il caricatore da soli 60 colpi, la lunghezza e il peso doppi rispetto al cannoncino tedesco, con i conseguenti problemi alle ali.

I proiettili 20x110mm, di 7 tipi diversi, pesavano 130-138 grammi, con velocità iniziale di 880 m/s. All’inizio del 1940 è arrivato un proiettile HE/I con 10,4 grammi di carica (50 % esplosivo e 50 % incendiario), da allora nei nastri assieme ai perforanti.

Hispano Mk.II

Nel 1941 è entrato in uso il modello Mk.II con nastro Martin-Baker e alcune modifiche, installato subito sugli Hurricane in quattro esemplari, ridotti a due sugli Spitfire, per la tendenza a gelare ad alta quota della coppia esterna, a partire dagli Mk.VC.

Lungo 2,36 metri, pesava 50 kg. Aveva una cadenza di 600 c/m con velocità di 880 m/s e vita utile di 10000 colpi. Nel 1941 è stato prodotto un colpo semiperforante (SAPI) con 6 grammi di carica incendiaria, inserito nei nastri assieme agli HEI (50/50).   

Hispano Mk.V

Nel 1942 la RAF ha richiesto una riduzione di peso e ingombro, oltre all’aumento della cadenza. Eliminando il sistema di riarmo pneumatico, inutile visto che gli inceppamenti si erano ridotti a 1 ogni 1500 colpi, si è ridotto il peso di 8 kg. L’alimentazione a nastro ha ridotto l’ingombro verticale e la canna è stata accorciata di 30 cm grazie all’eliminazione del riduttore di rinculo, portando la lunghezza a 2,05 metri. La vita utile è scesa di qualche migliaio di colpi.

Pur con una riduzione, modesta, della velocità iniziale (840 m/s), la cadenza è aumentata a 750 c/m. Le canne più corte riducevano la resistenza aerodinamica, lo stress meccanico e la tendenza a gelare. Gli Mk.V armavano i Tempest Mk.V Serie II

Stati Uniti

20mm Automatic Gun AN/M1, M2, M3

Preoccupati per la produzione inadeguata, gli inglesi nel 1941 hanno fornito la licenza dell’Hispano agli Stati Uniti. La produzione del nuovo cannone M1, prodotto dalla International Harvester, è subito partita con un programma in grande stile. L’obbiettivo era armare tutti i caccia con cannoni appena ve ne fossero stati in quantità. Sfortunatamente le armi prodotte si sono rivelate del tutto inaffidabili con numerosi inceppamenti.

L’M1 era lungo 2,56 metri, con una canna di 1,71 metri, e pesava 50,8 kg. Impiegava i proiettili 20x110mm Hispano “A” da 130 grammi. La cadenza era di 600-700 c/m e la velocità iniziale di 870 m/s.

Ad aprile del 1942 gli inglesi hanno spedito un modello Mk.II negli Stati Uniti per un confronto. E’ risultato che il modello americano usava una camera di scoppio leggermente più lunga così che il percussore non colpiva con forza sufficiente. Ma gli Stati Uniti invece di ascoltare i suggerimenti hanno inserito solo alcune semplici modifiche nel nuovo M2, pesante 54 kg, altrettanto inaffidabile. Non era possibile il riarmo in volo, tranne che sui P-38, perché considerato un peso inutile, così l’inceppamento rendeva le armi inutilizzabili. La conversione al cannone non è mai avvenuta.

Il modello inglese Mk.V è stato copiato come M3, con cadenza aumentata, in servizio nell’ultimo anno di guerra. Per ridurre gli inceppamenti, una pompa rilasciava olio semifluido lubrificante sui colpi prima del fuoco. Gli M3 erano montati sugli F-4U4. Erano comunque meno affidabili dell’Mk.V originale. Sono stati prodotti 135000 cannoncini delle tre serie.

Russia

ShVAK

Nel 1934 era entrata in servizio una mitragliatrice pesante ShVAK a gas calibro 12,7×108mm, progettata da S.Vladimirov, che riprendeva il progetto della ShKAS. La produzione è proseguita a rilento, con solo 98 pezzi tra il 1934 e il 1935. Lunga 1,73 metri, con una canna di 1,25 metri, aveva una cadenza di 820-850 c/m, con velocità iniziale di  810-825 m/s. Le munizioni erano API da 48 grammi che foravano 13mm a 350 metri e HEI da 45grammi. Poco affidabile, impossibile da disinceppare, composta da troppi pezzi e costosa, richiedeva pure il bossolo specifico 108R.  La produzione è cessata nel 1936. Tre Polikarpov I-16 tipo 16, nel 1939, sono stati armati col modello sincronizzato.

Nel 1935, B.Shpitalniy e S.Vladimirov, dopo il fallimento del predecessore, hanno progettato un nuovo modello ShVAK da 20mm a gas, entrato in produzione di pre-serie nel 1936. Dal 1942 al 1946 è stato fabbricato in oltre 100000 pezzi. Impiegava un alimentatore tipo ShKAS che alloggiava 11 colpi e assicurava un funzionamento ancora migliore, riducendo gli inceppamenti. La cadenza poteva essere fissata tramite un regolatore a gas Berthier con 4 fori (3,5/4/4,5/6 mm). Con una struttura compatta e leggera, aveva la parte terminale della canna filettata per avvitare un riduttore di vampa di lunghezza variabile. Il cannone è stato realizzato in tre versioni, per ali (KP) di 1,68 metri e 40 kg, sincronizzato (SP) e mobile per bombardieri (TP), di 1,73 metri e 42 kg. Non era fabbricato con materiali resistenti e la vita prevista era breve. La cadenza era di 700-850 c/m, se sincronizzato 550-750 c/m. 

I proiettili 20x99mmR erano disponibili come HEI/HEI-T da 96 grammi con 2,8 grammi esplosivo e 3,3 grammi di incendiario (770 m/s), HE-Frag da 91 grammi con 6,1-6,7 grammi di RDX a frammentazione (790 m/s) e HEI-Frag equivalenti, con 0,8 grammi esplosivo e 3,8 grammi incendiario, oltre ai perforanti API-HC, API e API-T da 96-99 grammi in acciaio con 2,5 grammi di incendiario (750 m/s), su nastri disintegrabili. Con un peso simile a quello dell’MG-151, aveva una cadenza lievemente maggiore ma le munizioni avevano poco esplosivo.

Lo ShVAK ha armato i caccia  I-153P, I-16MiG-3, Yak-1, Yak-3Yak-7, Yak-9LaGG-3, La-5, La-7Pe-3 e gli Hurricane, I bombardieri Il-2, Pe-2, Pe-8, Tu-2 e Yer-2. E persino i carri leggeri T-38 e T-60.

Berezin B-20

Nel 1944 M.Y. Berezin ha trasformato la Berezin UB per impiegare i colpi da 20mm della ShVAK. Senza modifiche di rilievo si è ottenuta un’arma a gas a ricarica pneumatica o meccanica, per ali o sincronizzata,  con un peso di soli 25 kg, senza dover ridurre la cadenza o la velocità iniziale.

Sparava i proiettili 20x99R  da 95-96grammi, con cadenza di 800 c/m e velocità iniziale di 750-800 m/s. Dal 1944 ha affiancato e poi sostituito la Shvak e fino al 1949 ne sono state fabbricate  oltre 15000. Nel 1946 è stata realizzata una variante elettrica per le torrette dei Tu-4 in attesa dei cannoni NR-23.

Germania

Ikaria Werke MG-FF

Sviluppata nel 1936 era una versione estesamente modificata della Oerlikon FF, selezionata per lo sviluppo. Ma i tentativi di inserirla nel motore del Me-109 l’hanno resa inaffidabile, e sui Me-109E-3 è stata installata nelle ali oltre che sui Me-110 e su alcuni bombardieri. L’MG-FF (Maschinengewehr Flügel Fest, mitragliatrice fissa alare), rispetto alle mitragliatrici leggere era molto più pesante, con una cadenza della metà e bassa velocità iniziale, così i colpi, spesso, esplodevano all’impatto causando danni minori. I colpi, però, pesavano 12 volte di più ed erano esplosivi. Abbinato alle MG-17, era difficile calibrare le triettorie differenti e i tempi di volo dei proiettili fino al bersaglio.

Era inferiore all’HS.404 in tutto, ma era più leggero e compatto. I caricatori, pur da soli 60 colpi, hanno richiesto la presenza di bugne sulle ali dei Me-109 ed FW-190. Solo successivamente gli Fw-190 A-5 hanno montato un caricatore da 90 colpi, poi esteso alle varianti precedenti.

L’MG-FF era lungo 1,37 metri e pesava 28 kg. Sparava i proiettili 20x80RB da 134 grammi, con cadenza di 520 c/m e velocità iniziale di 600 m/s. Quelli tipici erano AP o HE, con 3,7 grammi di pentrite (PETN).

Nel 1943 le MG-FF hanno ritrovato vita nelle installazioni Schräge Musik su vari caccia notturni.

MG-FF/M

A maggio del 1940 i Bf 109E-4 e i Me-110C-4 hanno montato gli MG-FF/M, modificati per sparare le munizioni Minengeschoss, a pareti sottili con doppia quantità di esplosivo/incendiario. Il cannoncino era più leggero, 26,3 kg, con cadenza aumentata a 540 c/m e velocità iniziale di 700 m/s. Ha richiesto delle  modifiche per contenere il rinculo. Non poteva usare le munizioni del precedente, radiato dal 1942.

I proiettili 20x80RB erano dei tipi HE/M (Minengeschoss) da 92 grammi con 20 grammi di PETN e velocità di 700 m/s, AP, HE e incendiari, anche traccianti da 115-117 grammi e 585 m/s.

E’ stato installato sui Me-109E-4/F-1, Me-110C-4/ F, Fw 190A-1/5 e sui bombardieri  Do-217Ju-88He-111Do-17.

Mauser MG-151/20

Gli scontri aerei hanno presto dimostrato che era preferibile aumentare l’effetto dei colpi, a costo di ridurre la velocità iniziale e la penetrazione. L’MG-151/15 è stato allora modificato, nel 1941, per utilizzare i proiettili da 20mm dell’MG-FF/M,  modificati per mantenere la lunghezza originale, facilitando la conversione che richiedeva il cambio della canna e diverse modifiche. Rispetto alla variante da 15mm la velocità iniziale era minore e così pure la penetrazione, con 10-12mm a 300m and 60°, limitazioni accettabili, considerato che il peso dell’esplosivo, rispetto al modello da 15mm, è aumentato del 30 % per le munizioni normali e di 6-8 volte con le minengeschoss. Un netto progresso rispetto agli MG-FF e una cadenza superiore a quella dell’Hispano, pur con peso e dimensioni minori. Dal 1942 ha sostituito il precedente, a partire dai Me-109F-4 e FW-190A-6, in due versioni, a percussione e successivamente ad accensione elettrica (modello E).

L’MG-151/20 era lungo 1,77 metri (1,91m), con una canna di 1,1 m, e pesava 42,4 kg. Aveva una cadenza di 720-810 c/m, circa il 10 % in meno se sincronizzato, con una portata utile teorica di 800 metri.

I proiettili, 20x82mm, primari erano gli HE(M) Minengeschoss da 95 grammi con 18,6 grammi di PETN (785-805 m/s) e da 104 grammi con 25 grammi di HA-41(RDX e alluminio) (705 m/s). Esisteva pure un modello con più esplosivo compresso (XM). Ma erano frequenti gli HEI-T da 113 grammi con 2,3 grammi di PETN e 2,1 grammi di elektron (incendiario) (705 m/s) o gli incendiari da 117 grammi con 6,6-7,3 grammi di incendiario. E infine i perforanti AP-T da 117 grammi che penetravano 13mm a 60° a 100 metri (705 m/s), APHE da 115 grammi con 4 grammi di PETN a scoppio ritardato dopo penetrazione di 5 mm, API da 115 grammi con 3,6 grammi di fosforo (720 m/s) che penetrava 3-15mm, oltre ad un antinave API da 117 grammi con 6,2 grammi di elektron (695 m/s) che forava 15 mm a 75° a 100 m, con scoppio dopo 4 mm di perforazione.

800 MG-151/20 sono stati esportati in Giappone ad agosto del 1943 per armare 388 Ki-61-I Hei. In Italia è stato impiegato sui caccia MC.205, G.55 e Re.2005, e in Romania sugli IAR 81B/C. Dopo la guerra, i francesi lo hanno riprodotto come Matra MG-151/20 per aerei ed elicotteri, seguiti poi dal Portogallo, dalla Rhodesia e dal Sud Africa.

Giappone

Ho-3 

Progettato dall’ing. Kawamura, era ricavato dal fucile anticarro Type 97 di cui impiegava le munizioni. Funzionava a gas e corto rinculo.  Lungo 1,74 metri, con una canna di 1,2 metri, pesava 32,6-45 kg. Sparava 300-400 c/m con velocità iniziale di 820-846 m/s. I proiettili erano i 20x125mm da 130-164 grammi, in un caricatore da 50 colpi. Era alloggiato sui Ki-45 ma è possibile sia stato montato anche sui Ki-44. La bassa cadenza lo rendeva inadatto contro i caccia ma utile contro i bombardieri, per la buona potenza.

Ho-5 

Conosciuto anche come Tipo 2, derivava dalla mitragliatrice Ho-103. Ha rimpiazzato i precedenti Ho-1 e Ho-3, entrando in uso nel 1942. Abitualmente sulle ali, talvolta sincronizzato o mobile sui bombardieri, funzionava per sfruttamento del rinculo con raffreddamento ad aria.

Lungo 1,62 metri, con una canna di 90 cm, pesava 37-39,3 kg, con accessori 45-47,5 kg. Aveva una cadenza di 750-850 c/m, con un raggio efficace di 550 metri. La massima cadenza, causa problemi di alimentazione non poteva essere sfruttata, per poter mantenere un’adeguata affidabilità. Verso la fine del conflitto, la carenza di buoni materiali e di controlli di qualità, ha obbligato all’uso di cartucce meno potenti, che hanno ridotto la velocità iniziale, originariamente di 820 m/s, e la cadenza di tiro, passata a 700-750 c/m, o a soli 500 c/m se sincronizzato. 

I proiettili 20x94mm, ad accensione elettrica, da 85-96 grammi, erano dei tipi, HE (740 m/s), incendiari e AP (700 m/s) che penetravano 22mm a 20° a 180 metri e 13mm a 20° a 530 metri. La dotazione tipica era di 100-150 colpi su nastro disintegrabile. L’elevata cadenza lo rendeva uno dei più potenti cannoni. Ma l’affidabilità non era elevata. Ha armato gli ultimi Ki-43 e i Ki-45, Ki-61, Ki-84, Ki-100, Ki-102, i Ki-46 convertiti in intercettori e i bombardieri Ki-67.

Tipo 99

Nel 1935, la Marina giapponese, alla ricerca di un cannone da 20 mm, ha preso in considerazione gli Oerlikon FF e FFL, camerati per le cartucce 20×72RB e 20×101RB, decidendone l’adozione nel 1937. Il progetto è iniziato nello stesso anno con diversi miglioramenti alla meccanica. La denominazione di Tipo 99 comprende quindi due armi diverse che hanno subito, comunque, uno sviluppo parallelo.  Le modifiche attuate successivamente, stante la somiglianza tecnica, sono state inserite quasi contemporaneamente in entrambi. Il cannone Tipo 99 era meno potente di altri cannoni, sia in velocità iniziale che cadenza, ma era molto leggero, adatto quindi ai velivoli giapponesi di cui non alterava le prestazioni.      

Mk1

Nel 1939 è iniziata la produzione del modello FF come Tipo E (traslitterazione di Oerlikon), designazione presto cambiata in Tipo 99 Mk-1. Il modello è entrato in uso sui caccia Zero, con caricatori da 60 colpi. La variante mobile, installata sui G3M, era in posizione invertita per posizionare i caricatori da 15-30 o 45 colpi sotto il mirino.

Lungo 1,33 metri, con canna di 81 cm, pesava 23-28 kg. La cadenza era di 490-520 c/m, con una velocità iniziale di 590-600 m/s. Col modello 2 per caccia, il caricatore è stato portato a 100 colpi creando problemi dimensionali sugli A6M3. Il modello 4 ha adottato l’alimentazione a nastro Kawamura, e una cadenza lievemente maggiore 550 c/m per i caccia A6M5.

I proiettili 20x72RB da 129 grammi HE, contenevano 10 grammi di pentolite, gli HE-T invece, 5 grammi. Erano disponibili anche colpi HEI, AP, APT, AP-HEI, e traccianti a lunga combustione. Era installato sui caccia A6M, J2M, J1N, N1K, sui bombardieri G3M e G4M, sugli idrovolanti H6K e H8K, sui C6N, P1Y e D4Y.

Mk2

Il modello FFL è stato riprodotto come Tipo 99 Mk2 ma è entrato in servizio solo nel 1942 sugli A6M3a Model 22 Ko, preferito al precedente per le migliori prestazioni contro i caccia americani.  Più pesante, con canna più lunga e camera maggiore, aveva un rinculo più forte. Impiegava una cartuccia più grande, che aumentava la velocità iniziale di 150-200 m/s al prezzo di una cadenza lievemente inferiore. Era disponibile per installazione fissa o per torretta.

Lungo 1,89 metri, con canna di 125 cm, pesava 34-38 kg. A ricarica pneumatica, aveva una cadenza di 480-490 c/m con una velocità iniziale di 750-820 m/s a seconda del proiettile. La portata utile era di 550-650 metri.

Sparava i colpi 20x101RB da 129 grammi, identici ma col 40 % in più di propellente, nei tipi a palla,  AP, API, T, HE, HET, HEI.

Col modello 4 ha avuto alimentazione a nastro Kawamura. Il modello 5 ha aumentato la cadenza a 670-750 c/m, con molle più forti, ma è arrivato solo a maggio 1945. Era previsto per gli A7M.

L’Mk2 è entrato in servizio sui caccia A6M, J2M, J1N, N1K1/2-J e sui B7A, E16A, G4M, D4Y.

In combattimento

Nel dopoguerra i sostenitori della mitragliatrice M-2 da 12,7mm ne hanno esaltato la precisione il raggio d’azione, la cadenza, la velocità iniziale, le capacità perforanti, gli enormi successi in combattimento. Dimenticando i numerosi difetti che affliggevano quell’arma e il fatto che i piloti americani non abbiano mai  dovuto affrontare i B-17. Una analisi obbiettiva non può non far propendere per una superiorità netta dei cannoncini da 20mm. Ed è la conclusione a cui era arrivata già la U.S.Navy che valutava il cannone Hispano 3 volte più potente della 12,7 alla tipica distanza di tiro e 2,5 volte a lunga distanza, con un peso appena superiore. Le 4 M-2 dei P-51B erano considerate appena sufficienti e ogni velivolo avversario dotato di corazzature o serbatoi autostagnanti era considerato “difficile”.

I proiettili Hispano SAPI da 20mm, oltre ad essere molto più pesanti e con simile penetrazione, avevano un contenuto di esplosivo o incendiario 10 volte maggiore,  rispetto al 12,7mm M8 API (meno di 1 grammo). E non è tutto.

La velocità iniziale, alla distanza reale di fuoco, differiva poco da quella di altre armi. La precisione, con le armi nelle ali, era sempre relativa. I proiettili perforanti dovevano colpire zone vitali per avere effetto, al contrario dei colpi dei cannoni. 4 colpi da 20mm a segno era in media sufficienti per abbattere uno Spitfire, ma anche solo 1-2 colpi ricevuti durante una virata ad alto g, potevano provocare collasso strutturale o cedimento alare. E se i serbatoi autostagnanti potevano resistere a proiettili anche da 12,7mm, raramente erano in grado di sostenere l’impatto di un 20mm.

Persino paesi dotati di ottime mitragliatrici medie, come l’Unione Sovietica o il Giappone, hanno preferito l’uso dei cannoni, anche rinunciando ad una cadenza maggiore o ad una velocità iniziale superiore. Anche i tedeschi privilegiavano la potenza esplosiva alla penetrazione. Con i minengeschoss era possibile abbattere un B-17 con 20-25 colpi, 20 per un Lancaster, 15-20 per gli altri quadrimotori con attacco in coda, 4-5 colpi per attacco frontale. Contro 50-60 proiettili da 12,7 calcolati per abbattere un bombardiere quadrimotore.

L’esperienza di guerra ha dimostrato che il tiro a lunga distanza o in deflessione era privilegio di pochi assi. In queste condizioni un pilota Tedesco medio metteva a segno solo il 2 % dei colpi. Ma a 400 metri la probabilità di colpire era dell’8 %, che saliva al 12 % a 200 metri e al 18 % a 100 metri. Iniziando il fuoco a 400 metri e proseguendo l’attacco fino a 200, un FW-190 poteva mettere a segno 20 colpi, un Me-109, 12. Identico discorso per il combattimento tra caccia. La vera discriminante era la distanza e quindi il tempo di volo dei proiettili che, se inferiore al secondo, garantiva colpi a segno senza complicati calcoli d’anticipo.

Una curiosità: l’aeronautica tedesca  e la marina giapponese classificavano i cannoni da 20mm “mitragliatrici”, l’esercito giapponese definiva “cannoni” le armi oltre gli 11 mm.

Fonti

RID 7/95

http://www.warbirdsresourcegroup.org/LRG/mg151.html

http://www.quarryhs.co.uk/WW2guneffect.htm

https://guns.fandom.com/wiki/Type_99_cannon

https://www.bevfitchett.us/heavy-machine-guns/the-japanese-miscellany.html

https://www.lonesentry.com/articles/ttt/mg151-aircraft-weapon-ww2.html

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