Nato da una specifica della U.S.Navy del 1952 per un caccia diurno armato con cannoni da 20mm, in grado di volare a 1,2 Mach e salire a 127 m/s, con raggio d’azione di 550 km e tangenza di 15850 metri, l’F-8 Crusader è stato selezionato a maggio del 1953. Il prototipo XF8U-1 ha volato il 25/3/1955. Dopo le prove di qualificazione sulla USS Forrestal, a marzo del 1957 il primo squadron è divenuto operativo. Ai primi F-8A, dotati solo di radar telemetrico APG-56, motore J57-P-4A e lanciarazzi retrattile a 32 colpi, fabbricati in 318 esemplari, sono seguiti 130 F-8B nel 1958, con radar APS-67 per il tiro con missili e cannoni. Nel 1957 ha volato l’F-8C, introdotto nel 1959 in 187 unità, con motore J57-P-16 da 7666 kg/sp, pinne ventrali e binari a Y per 4 AIM-9. Il più veloce dei Crusader con oltre Mach 1,9. Lo ha seguito nel 1960 l’F-8D, in 152 unità, con motore J57-P-20 da 8165 kg/sp e radar APQ-83. Nel 1961 ha volato l’F-8E, entrato in servizio nel 1962 in 286 esemplari. Aveva un radar APQ-94 in un cono maggiorato, piloni alari ed elettronica per i missili AGM-12 Bullpup. Per la Marina francese, nel 1964, sono stati prodotti 42 F-8E(FN), modificati con ipersostentatori soffiati con maggior escursione, radar APQ-104 e missili Matra R.530/550, adatti alle portaerei classe Clemenceau. Assieme a 144 RF-8A da ricognizione disarmati, sono stati fabbricati in tutto 1261 Crusader.
Successivamente, i ricognitori sono stati modernizzati come RF-8G e si sono ricostruiti 373 F-8B/C/D/E alle varianti H/J/K/L, con radar migliorati, motori più potenti e sistemi di contromisure elettroniche. Tra essi l’F-8J con motore J57-P-420A da 8890 kg/sp, radar APQ-124, ipersostentatori soffiati e contromisure ALQ-100/126, ed RWR ALR-45/50.
L’F-8 era un monoreattore ad ala alta a freccia, dalla caratteristica incidenza variabile di 7°, che consentiva di mantenere un elevato angolo di attacco senza compromettere la visibilità anteriore, nell’atterraggio sulle portaerei. La fusoliera, con diverse parti in titanio, rispettava la regola delle aree, le ali avevano ottimi dispositivi di ipersostentazione con denti di cane. Ciò nonostante, era di pilotaggio difficile, con un alto tasso di incidenti.
L’F-8E era lungo 17,06 metri e aveva un’apertura alare di 10,87 metri. Il peso a vuoto era di 8528 kg. Con 4158 kg di combustibile (5102 litri), 500 colpi da 20mm e 2 missili AIM-9D, pesava 13208 kg. Il peso massimo al decollo era di 15468 kg. Aveva un motore a turbogetto Pratt & Whitney J57-P-20A da 5171 kg/sp (51 kN) a secco e 8165 kg/sp (80 kN) con postbruciatore. Con una superficie alare di 34,8 m2, il carico alare al decollo era di 380 kg/m2 e il rapporto sp/p di 0,62. Col 50 % di combustibile e 2 missili AIM-9, il carico alare scendeva a 320 kg/m2 e il rapporto sp/p saliva a 0,73.
Cabina
La visibilità dall’abitacolo era buona in alto, sui lati e in basso, discreta frontalmente, posteriormente aveva un angolo cieco di almeno 60° ma, per i tempi, era considerata ottimale.
Resistenza ai danni
Il pilota era protetto solo dal blindovetro frontale di 25mm. Il carburante era sia in fusoliera che nelle ali, in serbatoi non protetti. Ma molti F-8 sono rientrati, benché danneggiati.
Velocità
L’F-8E aveva un limite operativo di 1,8 Mach a 10668 metri di quota, superabile per 5 minuti. Con 2 AIM-9 la velocità massima era di 1,74 Mach, con 4 AIM-9 di 1,68 Mach. A livello del mare solo 1,02 Mach, Mach 1 con 2 missili.
Salita
L’F-8E, col 50 % di combustibile, saliva a 180 m/s. Impiegava 6 minuti fino a 17374 metri.
Rollio
Era buono, con 135°/s a 600 km/h e 210°/s a 1000 km/h (IAS).
Tangenza
La quota operativa era di 15956-16310 metri, quella massima di 17680 metri.
Autonomia
Il raggio di combattimento variava tra 730 e 966 km. L’autonomia di trasferimento raggiungeva i 2290 km, con punte di 2790 km nelle migliori condizioni (0,9 Mach a 12200 metri), con consumi di appena 850-1000 kg/ora. Ma col postbruciatore il consumo era molto alto. Poteva essere rifornito in volo. Era abilitato per serbatoi ausiliari, ma non li ha mai portati in servizio.
Accelerazione
Ottima a velocità subsonica, tanto da battere l’F-106, ma scarsa oltre Mach 1, anche ad alta quota.
Numero di G
L’F-8 aveva limiti operativi compresi tra +6,4 e -2,4g, con un limite assoluto di 10g a rottura. Valori più bassi dei caccia contemporanei, dovuti apparentemente ad insufficiente robustezza delle ali. Ma in molte occasioni si sono toccati i 7g senza alcun danno.
Velocità di virata
Senza carichi esterni, l’F-8, a 4570 metri di quota, aveva una virata sostenuta (STR) di 11,6°/s a 870 km/h (0,75 Mach) e 5,1g, col 50% di carburante.
A 1524 metri di quota, aveva un ITR di 20°/s e un STR di 13,5°/s a 1000 km/h (0,83 Mach) e 6,75g. E di 13,8°/s a 926 km/h (0,77 Mach e 6,4g.
A livello del mare, secondo alcune fonti, poteva virare a 16,2°/s a 650 km/h. Le alule al bordo d’attacco potevano essere impiegate fino a 1020 km/h.
Oltre i 6000 metri l’F-8 era superiore all’F-4 e poteva battere in virata sostenuta Mirage III, Draken, Lightning, F-4, F-101, F-104, F-105 e, sotto i 460 km/h, gli F-106. La “corner speed” era sui 700 km/h (375 KIAS) con la miglior virata tra 550 e 740 km/h, ma otteneva il meglio a Mach 0,9.
Traccia radar, infrarossa, ottica
La RCS frontale era molto ridotta, presumibilmente attorno a 4 m2. La segnatura infrarossa era alta col postbruciatore inserito. Otticamente era di dimensioni medie ma poco visibile frontalmente. Emetteva, purtroppo, fumi vistosi.
Sensori
L’F-8E aveva un radar Magnavox AN/APQ-94 a impulsi nel sistema di controllo del fuoco AWG-4. Operava in banda I (8,7-9,6 GHz), con un’antenna di 53cm di diametro. La scansione, in ricerca, era su un settore di 90° orizzontale e fino a -30° in verticale. Poteva essere selezionata una portata di 32 o 64 km, in questo secondo caso con aggancio a massimo 40 km. In modalità mappa, la portata era di 96 km. In modalità ARO (Automatic Range Only) l’aggancio avveniva in boresight su un angolo di 10,8°. Era possibile seguire passivamente le sorgenti CW in modalità HOJ (Home On Jam). Il radar poteva rilevare un MiG a 48 km e un grande bombardiere a 80-96 km.
Disponeva, inoltre, di un sensore IRST all’infrarosso AN/ASS-15 al seleniuro di piombo (3-6 micron), raffreddato ad azoto, con una portata di 20-30 km contro aerei subsonici. In modalità ricerca, asservito al radar, scansionava 4 barre su un settore di 76° e 7,9° in elevazione. Si poteva selezionare la scansione a sinistra (38°sx e 10°dx), a destra (38°dx e 10°sx) o centrale (40°). L’elevazione era regolabile da 45° sopra l’orizzonte a 30° sotto. Il sensore era utilizzabile anche a radar spento. L’azimuth del bersaglio era presentato sullo schermo radar.
RWR ed ECM
Fino al 1965 gli F-8 non disponevano di alcun sistema di guerra elettronica. Il progetto Shoehorn, nel 1966, ha fornito i velivoli di un RWR APR-27, un ingannatore ALQ-51A e due chaff dispenser ALE-29 chaff/flare da 30 colpi sotto le pinne, al prezzo di una riduzione a 500 colpi del munizionamento. Misure rivolte al contrasto dei missili sup-aria SA-2. Era possibile montare due pod ALQ-31B sotto le ali, ognuno con due disturbatori radar, in genere ne usufruivano i ricognitori.
Armamento
L’armamento primario era costituto da 4 missili aria-aria a corto raggio sui binari laterali a Y. La dotazione (dal 1966) prevedeva 3 missili AIM-9D a raggi infrarossi e 1 AIM-9C a guida radar semiattiva o 4 AIM-9D.
4 cannoncini Colt-Browning Mk-12 Mod.3 da 20mm con cadenza di 1000 c/m e 125 o 144 colpi per arma (500-576 totali) erano selezionabili, a gruppi di due, per raddoppiare la durata del tiro.
Per l’attacco al suolo si potevano montare 8 razzi Zuni da 127mm al posto degli AIM-9 e, sui due piloni alari, 1800 kg di carichi, comprendenti, tra i tanti, 4 pod LAU-10 con 4 razzi Zuni da 127mm, 4 pod per 19 razzi FFAR da 70mm, 2 AGM-12A/B Bullpup, 12 bombe Mk-81 o 8 Mk-82 o 4 Mk-83 o 2 Mk-84 o 2 Mk 77 incendiarie.
In combattimento
La crisi di Cuba
Il 23/10/1962 sono iniziate le missioni fotografiche, a bassissima quota, degli RF-8A su Cuba. Coppie di velivoli, due volte al giorno, hanno seguito le attività relative alla preparazione dei siti dei missili balistici e, successivamente, al loro smantellamento.
Vietnam
Si è venuto a creare, nel tempo, un vero e proprio mito circa le capacità dell’F-8. Il Crusader, “Last of the Gunfighters”, è stato l’ultimo caccia dotato di cannoni, nelle intenzioni come armamento primario. Analizziamo le cose dal punto di vista tecnico.
L’F-8 ha abbattuto 18 caccia nemici, 14 MiG-17 e 4 Mig-21. Sono andati persi 3 F-8, colti di sorpresa. Almeno un F-8, in fiamme, è riuscito a tornare alla base (i piloti nordvietnamiti hanno dichiarato 11 F-8 abbattuti). Secondo alcune fonti, nel 1966 gli F-8E hanno abbattuto 3 MiG-17, di cui 2 con AIM-9D e 1 coi cannoni. Nel 1967 gli F-8C/E hanno abbattuto 10 MiG-17, di cui 3 coi cannoni e 7 con gli AIM-9D. Nel 1968 gli F-8C/E/H hanno abbattuto 2 MiG-17, 1 coi cannoni e 1 con AIM-9D, e 3 MiG-21 con AIM-9D. Nel corso di un ingaggio, l’1/5/1967, un pilota ha tentato l’attacco con un AIM-9C a guida radar, ma il clutter del terreno ha impedito l’aggancio. In qualche caso si fa riferimento anche all’impiego di razzi Zuni. In sostanza, al massimo 5 abbattimenti sono avvenuti con l’impiego dei cannoni, ma alcune fonti parlano di soli 2. Altri 2 MiG-17 sono stati danneggiati ma in almeno 8 occasioni i cannoni si sono inceppati.
Il radar rilevava la distanza e il computer generava la soluzione di tiro per i cannoni. Ma occorrevano 1-2 secondi di tempo per il calcolo, durante i quali il bersaglio doveva mantenere rotta e velocità. I cannoni nelle esercitazioni risultavano efficaci, nel tiro al suolo o contro i bersagli trainati, ma nel dogfight le rapide variazioni nelle accelerazioni G positive e negative, inceppavano le armi, che funzionavano correttamente solo a 1g. Ed erano imprecisi, con una dispersione di 12 millesimi. Non è andata meglio con i missili. 2 AIM-9D hanno solo danneggiato i MiG e in oltre 30 casi hanno mancato il bersaglio, talvolta lanciati fuori dai parametri o, spesso, per malfunzionamento. In una occasione, 2 F-8H hanno inseguito in virata 2 MiG-21, lanciando 4 AIM-9D a vuoto e sparando inutilmente coi 20mm.
Il rapporto abbattimenti/perdite, ciò nonostante, è stato eccezionale, 18:3. Merito dell’addestramento al combattimento ravvicinato, carente o assente nell’USAF, che riteneva il dogfight superato grazie ai missili a guida radar AIM-7. I piloti degli F-8, privi di armi BVR, praticavano abitualmente il DACT, ovunque possibile. Non si affidavano al radar di bordo, spesso guasto. Venivano diretti in coppia dal centro GCI Red Crown, sugli incrociatori nel Golfo del Tonchino, in posizione favorevole, possibilmente in coda ai bersagli. Un pilota controllava il radar e la navigazione, l’altro scrutava il cielo alla ricerca dei nemici. Localizzati i MiG, il radar permetteva di entrare in combattimento in posizione vantaggiosa, per poi attaccare ad alta velocità.
I combattimenti sul Vietnam si svolgevano, in genere, sotto i 3000 metri di quota ed entro il raggio visivo, date le regole di ingaggio e il frequente maltempo.
Contro i MiG-17 un combattimento in virata a bassa velocità e bassa quota era impossibile. Nessun caccia americano avrebbe potuto batterlo. Con una velocità di virata ottimale poco sopra i 550 km/h e raggi di virata sostenuta di meno di 550 metri, l’unica soluzione era mantenere la velocità oltre 830 km/h e accelerare oltre la portata dei cannoni. Il MiG-17 non avrebbe potuto seguire l’F-8, essendo lento in virata ad alta velocità. E il Crusader avrebbe potuto cabrare e riposizionarsi per l’attacco. Il MiG-19 era più pericoloso nel dogfight, avendo una miglior virata sostenuta, dato il basso carico alare, ed essendo quasi altrettanto veloce a bassa quota e in salita. Ma non sono avvenuti incontri.
Il MiG-21F era un degno avversario. Non a caso, l’F-8 è stato impiegato nelle esercitazioni anche come suo simulatore. Ad alta quota, dato il carico alare inferiore, virava bene ed era più veloce. Ma la differenza non era notevole. La visibilità posteriore dalla cabina era nulla in un arco di 80°. Il sistema di puntamento, inizialmente con radar telemetrico Sky Fix, era poco accurato e soffriva di “gunsight jitter”nel tiro col cannone da 30mm. I missili R-3S erano mediocri, pari agli AIM-9B. Aveva un limite di velocità di 1100 km/h sotto i 4880 metri e iniziava a vibrare a 0,93 Mach.
Nel programma Have Doughnut, l’F-8 è stato messo a confronto col MiG-21F. Nelle scissor, il Crusader aveva un deciso vantaggio, con il doppio della velocità di rollio, anche a bassa velocità. Per un MiG-21 era difficile liberarsi di un F-8 in coda. A quote medio-alte, fino a 0,6 Mach, l’F-8 accelerava più velocemente. Tra 0,6 e 1,1 Mach erano pari. Oltre, il vantaggio passava al MiG-21. In salita lanciata da 3050 metri di quota a 926 km/h, erano alla pari fino a 7620 metri, poi il MiG-21 accumulava un vantaggio di appena 300 metri fino a 10970 metri. In virata istantanea l’F-8 era inferiore a qualsiasi velocità. In virata sostenuta sotto i 4880 metri, oltre 833 km/h, il MiG-21 sosteneva 0,5g in più. Ma sotto i 740 km/h l’F-8 passava in vantaggio. In termini generali, sotto i 950 km/h il MiG-21 guadagnava in virata. Ma l’ala a delta lo penalizzava al calare della velocità, pur mantenendo un raggio di virata migliore. Un elemento che smentisce le dicerie sulla ridicola autonomia del MiG-21, sta nel tempo di volo in combattimento, risultato grossomodo pari a quello dell’F-8.
L’ultimo caccia F-8 è stato radiato nel 1976, l’ultimo ricognitore RF-8G nel 1987. Il possibile successore XF8U-3 Crusader III, ha perso il confronto con l’F-4 Phantom. Invece il derivato A-7 Corsair II è stato un successo. All’estero, però, la carriera del Crusader è continuata. Le Filippine, nel 1977, hanno acquistato 35 F-8H, poi ricondizionati, impiegati fino al 1988 e radiati nel 1991. I francesi hanno ricostruito 17 F-8E(FN) come F-8P(FN) (P: Prolongé), con RWR Sherloc e missili R.550 Magic 2. Nel 1994 hanno montato un GPS. I più potenti tra i Crusader, sono stati ritirati alla fine del 1999.
Fonti
An Examination of the F-8 Crusader through Archival Sources (M. Weaver)
Standard Aircraft Characteristics of the F-8E
Bell’articolo come di consueto, e buon aereo. Esteticamente lasciamo perdere, ma i caccia non sono fatti per appagare l’occhio…
Mi ha sempre incuriosito la bizzarra soluzione dell’ala a incidenza variabile: un esempio di estro progettuale in anni ruggenti di rapida evoluzione tecnologica, in cui si provava davvero di tutto. Ma il Crusader non mi è mai davvero entrato nel cuore. Non ho mai veramente capito perché l’Aéronavale l’abbia tenuto così a lungo: penso, ma forse sbaglio, che verso la fine la sua utilità bellica fosse pressoché inesistente, perfino inferiore al nostrano F-104S. Nota di colore, mi sembra di ricordare che i Crusader francesi facciano una gran bella figura nel classico romanzo di Clancy “Uragano Rosso”:
I Crusader sono rimasti in servizio a causa dei ritardi nella consegna dei Rafale. Uragano Rosso non l’ho ancora letto…
E’ un classico, recuperalo! Se non mi ricordo male (è passato un bel po’ di anni da quando l’ho letto tutto) i Crusader se la vedono addirittura coi Backfire 😉
Ci sono immagini di Crusader delle portaerei Foch e Clemenceau con i serbatoi supplementari uguali a quelli dei Corsair II?
Gli F-8E(FN) erano stati modificati per poter ridurre la velocità minima e consentirne quindi l’impiego sulle piccole portaerei francesi. Non disponevano di carichi sub-alari né dei relativi piloni, che avrebbero vanificato le modifiche. I francesi hanno preferito montare una sonda per rifornimento in volo. Per questi motivi non credo si possano trovare foto con serbatoi ausiliari esterni.