Makeyev RS-28 Sarmat (SS-30 Satan 2)

      Lo sviluppo del missile RS-28 (15A28) è iniziato nel 2009 per sostituire i precedenti R-36M (SS-18 Satan), ormai obsolescenti. Nel 2014 il programma ha subito un’accelerazione, per poter schierare i missili nel 2021, ma la fabbricazione del prototipo è slittata. Nel 2016 si sono condotte le prove dei motori PDU-99 del primo stadio. L’anno dopo il prototipo è stato inviato al cosmodromo di Plesetsk, in Arkhangelsk, ma i test hanno subito altri ritardi per problemi di hardware. Solo a dicembre del 2017 si è provato il “lancio a freddo”. A marzo del 2018 è iniziata la fase principale delle prove, col secondo lancio positivo. Il 20/4/2022, in un lancio pre-operativo, un Sarmat lanciato da Arkhangelsk ha colpito un bersaglio a  Kura in Kamchatka, distante 6100 km. E’ seguito il contratto di produzione per 50 missili il 16/8/2022. Il Sarmat è entrato in servizio l’1/9/2023. Sarà assegnato a due reparti, dislocati nella base di Dombarovsky, nella provincia di Orenburg, e a Uzhur, in quella di Krasnoyarsk Krai, sostituendo gli R-36M2 Voevoda. E’concepito per servire anche da vettore per satelliti.

Il Sarmat è un ICBM pesante tristadio a propellente liquido, derivato dall’R-36M2, ma con materiali e tecnologie più avanzate. Lungo 35,3 metri, con un diametro di 3 metri, pesa 208 tonnellate. La struttura, rispetto al precedente, ha un peso ridotto del 50%, grazie all’impiego esteso di leghe alluminio-magnesio e compositi, aumentando cosi il combustibile a 178 tonnellate. Anche l’involucro di lancio sfrutta i compositi. Nella progettazione hanno lavorato diversi specialisti ucraini, trasferiti in aziende russe, che già si erano occupati dei missili R-36. Il missile, la componentistica, il gruppo guida e il sistema di contromisure, sono tutti prodotti in Russia.

L’attacco

La preparazione al lancio richiede solo un minuto, così da ridurre gli effetti di un attacco preventivo di sottomarini. Il missile impiega i silo dei precedenti R-36M2, aggiornati, resistenti a 6000 PSI. Per la loro difesa, è prevista l’installazione futura del sistema antimissile Mozyr che proietterebbe 40000 sfere di 30mm o dardi contro le testate in arrivo, a quote fino a 6000 metri.

Il lancio avviene “a freddo”, con l’espulsione dal silo prima dell’accensione del primo stadio, a 20-30 metri dal suolo. Il rivestimento protettivo dell’SS-30 permette il lancio anche con la zona  contaminata da nubi di polvere e radiazioni.

I quattro motori del primo stadio Energomash PDU-99 (RS-99), derivati dagli RD-273, hanno una spinta complessiva di almeno 453600-508032 kg/sp e un impulso specifico di 296-318 secondi (per una durata di 95 secondi sull’R-36M2). La breve fase boost iniziale, ad alta potenza, riduce la finestra utile di tracciamento dei satelliti di avvistamento all’infrarosso, ritardando il calcolo dei parametri di lancio degli intercettori ABM e aumenta il raggio d’azione. Il secondo stadio impiega, presumibilmente, il gruppo motore RD-0255, formato da un motore principale RD-0256 da 77112 kg/sp a propellente liquido e quattro piccoli motori Vernier di controllo RD-0257. Il terzo stadio ha un motore RD-869 (15D300) con 4 camere di combustione a spinta vettoriale su 110°, con un totale di 875-2086 kg/sp, a seconda della modalità, con impulso di 302-313 secondi e capacità di riaccensione per 50 volte per 700 secondi.

Si sostiene che l’impiego di combustibile liquido (dimetilidrazina asimmetrica e tetrossido di azoto, in tutti gli stadi) sia la prova dell’incapacità russa nel settore dei propellenti solidi. Molto più probabile sia una scelta voluta: i propellenti liquidi sono molto più energetici e i nuovi modelli sono immagazzinabili. Non si comprende, però, come il propellente liquido possa garantire una breve fase boost: in genere avviene il contrario.

La velocità a fine combustione è variamente indicata tra 23 e 26 Mach. Il raggio d’azione varia tra 11000 km con testate pesanti e 18000 km con quelle leggere. In un test, un RS-28 ha percorso 5450 km in 15 minuti. Possono essere programmate due traiettorie, quella tradizionale “alta”, con apogeo massimo a 1200 km di quota, e quella “bassa” a 150 km, che riduce il tempo di arrivo e complica l’intercettazione avversaria. Secondo fonti russe, il Sarmat può manovrare, variando quota e direzione, per eludere le difese. La portata massima consente il lancio verso il polo sud, per poi attaccare gli Stati Uniti dal basso, aggirando le difese. Si è ipotizzato un possibile impiego FOBS (Fractional Orbital Bombardment System), a seguito di dichiarazioni nel 2019 su una portata di 35000 km in traiettoria sub-orbitale. Un attacco di questo tipo renderebbe impossibile determinare gli obbiettivi. Ha fatto scalpore l’annuncio che i Sarmat, partendo da Kaliningrad, potrebbero colpire Berlino in soli 106 secondi, Londra e Parigi in 200 secondi.

L’RS-28 ha guida astro-inerziale a giroscopio laser, assistita dal sistema GLONASS. Secondo le stime il CEP di 150-220 metri scende a meno di 100 metri con la correzione satellitare.

Il carico utile raggiunge le 10 tonnellate, e comprende 10 testate MIRV da 750 kT. I veicoli di rientro sono a bassa traccia radar, realizzati per resistere all’effetto EMP e radioattivo di esplosioni termonucleari a 500 metri di distanza, oltre ai laser. Le testate possono essere disperse su un’area di 650000 km2 (footprint).

I trattati limitano a 10 il numero massimo di testate, ma il Sarmat può montare fino a 16-24 MIRV da 150, 350 o 550 kT. Sono previste anche testate a sola energia cinetica, contro bunker e centri di controllo interrati protetti.

Il peso disponibile residuo consente l’inserimento di 40 esche pesanti, oltre a esche leggere e chaff migliorati. Le esche hanno propulsori a spinta progressiva che compensano l’aumento di resistenza aerodinamica al rientro.

E’ prevista anche l’acquisizione dei veicoli di rientro ipersonici Yu-71/Yu-74 Avangard (MARV), installati nel 2019 su sei RS-18A UR-100N (SS-19 Mod.4 Stiletto). Le caratteristiche previste (5,4 metri di lunghezza e 2000 kg) rendono probabile un massimo di tre MARV, con potenza da 150 kT a oltre 2 MT (Yu-74). Sono previste anche testate ad energia cinetica (Yu-71) o esche con disturbatori. L’Avangard, in traiettoria bassa a quota di 100 km, mantenuta per 11000 km, planerebbe a non meno di Mach 10-15, manovrando per evadere gli intercettori. Realizzato in risposta al programma Prompt Global Strike americano, si ritiene sia in grado di superare il sistema THAAD.

Come il predecessore SS-18, incubo per decenni dei pianificatori americani, il nuovo Sarmat può coprire un ampio ventaglio di bersagli. L’attacco da direzioni impreviste, le caratteristiche delle testate, le numerose contromisure, rendono impossibile una difesa efficace. Le affermazioni russe sul fatto che l’RS-28 sia in grado di superare le difese attuali e future, non sono quindi campate per aria. Si può sostenere che nessun sistema ABM sia in grado di fermare l’attacco di numerosi ICBM, ma gli Stati Uniti hanno installato in California e Alaska il sistema GMD (Ground-based Midcourse Defense), per respingere un attacco limitato. Sulle unità navali i missili RIM-161 sono posizionabili in aree vicine ai confini avversari e il THAAD in postazioni terrestri. Il mantenimento di un efficace deterrente deve quindi tenerne conto. E’ importante, a fini dissuasivi, privare l’avversario anche della semplice “percezione” di poter vincere un conflitto nucleare. E il Sarmat svolge il compito in modo eccellente.

Fonti

https://www.difesaonline.it/mondo-militare/il-mistero-del-missile-sarmat-e-le-sue-possibili-implicazioni-sul-trattato-new-start

https://www.militarytoday.com/missiles/rs28_sarmat.htm

https://www.armyrecognition.com/russia_russian_missile_system_vehicle_uk/rs-28_sarmat_satan_ii_ss-x-30_icbm_silo-based_intercontinental_ballistic_missile_data.html

https://www.globalsecurity.org/wmd/world/russia/rs-28-program.htm

https://thaimilitaryandasianregion.wordpress.com/2016/05/10/russias-new-rs-28-sarmat-icbm-is-capable-of-destroying-an-area-the-size-of-texas-or-france/

2 thoughts on “Makeyev RS-28 Sarmat (SS-30 Satan 2)

  1. Interessante. Solo un quesito: nello spaccato sembra quasi che i serbatoi del propellente del primo stadio, arrangiati in configurazione common bulkhead per risparmiare spazio in altezza e peso, vadano a comprendere anche la parte dove si va ad alloggiare il motore dello stadio superiore (non si vede calotta superiore dei serbatoi). Un’area di solito composta solo dal cilindro vuoto dell’interstadio. Mi sembra una configurazione poco credibile perché il motore e tutta la parte posteriore dello stadio superiore starebbero “a bagno” fino a quando i serbatoi dello stadio inferiore non si esauriscono. E’ solo una imprecisione nel disegno?

    1. Il disegno è sicuramente approssimativo. Nessuno conosce la reale configurazione interna. Però si ritiene, come nel caso del precedente R-36M2, che vi sia quello che il Jane’s definiva “nested rocket stages” e che Wiki riporta come “completely built into the fuel tank”, per poter aumentare il combustibile. Qualcosa di simile si poteva già trovare nell’LGM-118 Peacekeeper, ma in quel caso era una soluzione più sofisticata. Anch’io non comprendo come il carburante liquido possa circondare l’ugello di scarico, comunque di dimensioni esagerate nel disegno.

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