All’inizio del conflitto in Vietnam, nel 1965, ogni portaerei americana disponeva di un gruppo di quattro velivoli per guerra elettronica. Sulle unità più piccole erano presenti gli EA-1F Skyraider per disturbo radar, sulle maggiori unità, invece, i potenti EA-3B Skywarrior. Dalla metà del 1967 anche gli EA-1F sono stati sostituiti, con gli EKA-3B.
EA-1F Skyraider
Nato per modifica dei precedenti AD-5 Skyraider, L’EA-1F (AD-5Q) era equipaggiato con due antenne APR-9 e APR-13 ominidirezionali sotto la fusoliera, con copertura nelle bande D-I, una APA-69 DF e un’antenna di allarme ALQ-2 in coda. Manteneva solo due cannoni da 20mm. In genere montava un serbatoio da 1134 litri Aero-1B in asse sotto la fusoliera. Sotto le ali erano agganciati, in varie combinazioni, fino a 4 pod di disturbo ALT-2 o ALT-7, e chaff dispenser ALE-2, MX-900 (bande D/E e I) o flare dispenser. Quasi sempre erano trasportati pure sistemi radar di ricerca e navigazione APS-31 e/o APS-19.
I disturbatori di punto (SPT) Webcor-Litton ALT-2 disturbavano i radar a impulsi di controllo del fuoco della contraerea e guidamissili in banda I (8,875-9,825 GHz), pur potendo operare anche sulle bande C/D/E/F, con potenza di 130-200W e capacità “look through”. Ma irradiavano a 360°, quindi con poca potenza effettiva irradiata (ERP). La loro efficacia contro i missili SA-2 (Guideline) era limitata. Gli ALT-7 avevano una potenza di 30-210W e operavano sui 100-352 MHz (bande A-B) con emissioni SPT e SWPT, da distanze fino a 90 km.
Gli Skyraider da attacco elettronico hanno svolto un ottimo servizio, ma le difese nord-vietnamite si sono presto rafforzate, limitando il loro impiego alle aree meno “sensibili”.
EA-3A Skywarrior
Le modifiche agli Skywarrior sono iniziate con 5 A3D-1 convertiti ELINT, con 4 operatori nella stiva. Un corto pod sotto la fusoliera e due a goccia ai lati e sotto la cabina alloggiavano le antenne di ricezione.
EA-3B
Ne sono stati consegnati 24 nel 1959. Erano predisposti per un compartimento pressurizzato con 1 operatore EW e tre operatori ESM. Erano impiegati in missioni ELINT-COMINT e per localizzazione di siti SAM. Avevano tre antenne a lama sui lati della fusoliera anteriore e un pod con antenne multiple di ricezione Sylvania ALR-40 Sea Wing. I cannoni da 20mm in coda, nella torretta Aero-21B con 500 colpi per arma, sono poi stati sostituiti con una coda ECM (Dove Tail). In alcune occasioni hanno montato piloni esterni per pod ALQ-31, ognuno con due disturbatori di vari modelli. Per autodifesa disponevano degli ingannatori serie ALQ-35/41/51. Nei reparti da ricognizione elettronica affiancavano gli EC-121 e gli EP-3B/E. Sono stati radiati appena sono arrivati gli EA-6B e poi gli ES-3A Shadow.
EKA-3B TACOS (Tanker-Countermeasures-Strike)
Frutto di conversione di 39 A-3B e KA-3B, sono stati modificati come ECM/cisterna con coda ECM al posto della torretta da 20mm. L’equipaggio contava tre elementi. Avevano 2 dispenser nella stiva, con 227 kg di chaff, ma senza un indicatore della quantità emessa, così non erano pratici. 2 antenne di disturbo missili orientabili Litton ALT-27 erano sui portelli della stiva, così non venivano oscurate dalle ali, ma le virate dovevano, comunque, essere moderate, e la portata era limitata. Erano dispositivi ad alta potenza, con emissioni CW, SPT o BAR, potenzialmente su 8 bande tra 350-11000 MHz, ma l’USAF ne usava solo 3 in operazioni, tra 2,5 e 3,5 GHz.
I velivoli erano riconoscibili per le 4 carenature laterali ALQ-92 e il lungo pod inferiore. Il sistema Comjam ALQ-92 disponeva di uno schermo panoramico che copriva le frequenze VHF (presumibilmente 100-210 MHz e attacco su 4 canali), che comprendevano le comunicazioni sovietiche, cinesi e vietnamite. L’operatore scansionava velocemente per intercettare le frequenze di interesse, ne ascoltava l’audio e iniziava il disturbo. Le 4 antenne laterali permettevano di concentrare il disturbo in singole direzioni. Era necessario solo identificare le frequenze, perché a bordo non c’erano linguisti. Ma la capacità è rimasta, tranne in una occasione, inutilizzata in combattimento, perchè il disturbo delle comunicazioni era soggetto a notevoli restrizioni, anche per il timore di danneggiare le frequenze “amiche”. L’operatore EWO doveva attendere tre parole-codice in successione in UHF: la prima per liberare l’area, la seconda per mettere in stand-by gli ALQ-92, la terza per attivare i disturbatori. E una parola in codice finale per terminare il disturbo. Dopo il 1975, la maggior parte è stata riconvertita a KA-3B.
RA-3B
Sono stati realizzati 30 fotoricognitori Skywarrior con 12 fotocamere e bombe fotoflash. La stiva era pressurizzata così un operatore poteva controllare le fotocamere. Alcuni conservavano i due cannoni da 20mm, la maggior parte è stata modificata con una coda ECM.
ERA-3B
Erano ricavati per modifica di 10 RA-3B, per missioni di ricognizione, ELINT e Comjam. Molto efficaci contro i radar e per localizzare la posizione delle emittenti, montavano un contenitore sulla cima del timone coi rilevatori APR-25, piloni per 2 pod Raytheon ALQ-76 Tactical Jammer System Pod con turbina anteriore (RAT) che alimentava 4 trasmittenti da 400W (bande E/F) con antenne orientabili ad alto guadagno oppure dei chaff dispenser, probabilmente ALE-2. Vi erano poi un lungo pod ventrale coi dispositivi ALR-43, due ALT-27 alimentati tramite 4 turbine (RAT) sui lati della fusoliera e, in coda, un Northrop ALT-32H ComJam per disturbo SPT e BAR contro comunicazioni e radar in banda A e un chaff dispenser ALE-1. Per autodifesa vi erano gli ingannatori ALQ-41. L’equipaggio, di cinque elementi, comprendeva due operatori ECM. Il peso rilevante obbligava all’impiego da basi a terra.
Successivamente sono stati convertiti in “aggressori elettronici” con nuove ECM in una carenatura estesa in coda, conservando gli ALQ-76, sostituibili con gli ALQ-167 Bullwinkle, e gli ingannatori ALQ-41. Qualche fonte cita il generatore di disturbo/inganno DLQ-3 con 14 modalità nelle bande D, E/F, G/I, J. In coda vi erano dispenser ALE-43 tagliachaff, con matasse di 18 kg per le bande A-J, per creare corridoi chaff lunghi 150 km e 2 chaff/flare dispenser per autoprotezione sul retro inferiore della fusoliera. I nuovi sistemi ALT-40 e ALR-75 nella stiva, alimentati dalle RAT, non sopportavano la catapulta, quindi i velivoli operavano da basi a terra. Il gruppo ALR-75 rilevava segnali tra 0,1 e 18 GHz. L’ALT-40, con 4 antenne orientabili CW da 1 kW, attaccava le bande A-J e le comunicazioni in HF, VHF e UHF. Sono rimasti in servizio almeno fino al 1991, per l’addestramento ECM delle unità navali.
Fonti
A-3 Skywarrior in action (Squadron/Signal publications)
A-3 Skywarrior Units of the Vietnam War (R. Morgan)
http://www.airwar.ru/image/idop/spy/eka3/
http://tailspintopics.blogspot.com/2017/09/douglas-a3d-2pra-3bera-3b-skywarrior.html