La minaccia dei missili SAM in Vietnam aveva portato alla realizzazione di diversi pod ECM, montati per autodifesa sui cacciabombardieri dell’USAF. Questi occupavano, però, uno dei piloni alari. La U.S.Navy ha seguito un approccio diverso, quello degli interruttori di traccia interni. La Sanders ha realizzato una intera famiglia di dispositivi DECM (Defensive Electronic Countermeasures) che, secondo la Marina americana, avrebbero salvato 300 piloti in Vietnam.
Questi “track breaker” impiegavano la nuova tecnologia degli amplificatori a TWT. Impedivano automaticamente il rilevamento e l’aggancio di radar multipli a impulsi, FM-CW e a scansione conica, per il controllo del fuoco antiaereo e guidamissili, ingannando i parametri angolari e di distanza.
AN/ALQ-41
Interruttore di traccia in banda I (8-10 GHz), era di solito usato assieme all’ALQ-51. Era programmato per emettere una o più modulazioni in una sequenza modificabile. Tipiche tecniche erano Inverse Con-scan, RGPO, VGPO. Gli operatori avversari potevano, però, tracciare i velivoli in RGPO, passando al controllo manuale. Contro i radar TWS si impiegava il Main lobe blanking. Il sistema provocava un errore medio di 90-150 metri.
L’ALQ-41 era montato sugli A-3, A-5/RA-5C, A-6A, EA-6A/B, ma è stato provato anche sugli EB-57 ed RF-101.
AN/ALQ-49
Era un Repeater realizzato specificamente per i velivoli da ricognizione U-2, SR-71 (come System XIV), RA-5C ed RF-101, ma è stato installato anche sugli A-3, A-4, A-6. Simile all’ALQ-51, disturbava le bande G/H (4-8 GHz)
AN/ALQ-51 Mod.I
Provato negli Stati Uniti su un simulatore del radar Fan Song, questo ingannatore ha dato subito risultati positivi. Si è allora montato un ALQ-51 su un Ryan 147F, inviato in diverse missioni contro i radar in Vietnam, a luglio del 1966. Alla fine il drone è stato colpito, non prima di aver deviato almeno 12 missili SA-2. Dato il ridotto consumo energetico e le piccole dimensioni, il nuovo dispositivo è stato installato già nel 1966 sugli A-6. L’installazione sugli A-4 ha richiesto l’avvio del programma Shoe Horn, dato il pochissimo spazio libero. L’ALQ-51 è stato inserito nel vano dei cannoni da 20mm, dimezzando le munizioni. Ne hanno poi beneficiato gli F-4, F-8E/J, A-3, A-5/RA-5C. E’ stato montato pure sugli U-2 (System XV).
L’ALQ-51 era un ingannatore e interruttore di traccia. Operava sulle bande D/E/F (1,8-4 GHz), talvolta associato all’ALQ-41, contro i radar di controllo del fuoco (Firecan) e guidamissili, a impulsi e scansione conica. Poteva anche provocare la disattivazione o lo scoppio prematuro delle spolette di prossimità dei missili. Pur non essendo molto potente (300 W) effettuava RGPO, Frequency translation, Inverse Con-scan, inganno angolare. Per contrastarlo i nordvietnamiti hanno montato un sistema di inseguimento ottico manuale sui radar Fansong, meno efficace.
L’USAF dopo averlo montato su molti RF-101, RF-4 e F-105 da ricognizione, lo ha trovato inefficace. I piloti ritenevano che gli operatori avversari, in caso di falsi bersagli, si limitassero ad aumentare il fuoco di sbarramento, rendendo inutile l’ALQ-51. Ad agosto del 1967 è stato abbattuto un RF-101C da un SA-2, confermando i sospetti e portando al ritiro dei dispositivi. In realtà gli ALQ-51 funzionavano bene se adoperati da una intero gruppo di aerei invece di un singolo ricognitore. Alla fine della guerra del Vietnam era ormai montato su quasi tutti gli aerei della Marina.
AN/ALQ-51A Mod.II
A febbraio del 1967 è iniziato l’aggiornamento come ALQ-51A, conversione quasi completata entro l’anno. Durante alcuni test con un RF-101, si è scoperto che l’RGPO contro i radar non copriva la traccia dell’aereo. E’ subito giunto l’ordine di non impiegare quel sistema di disturbo. Il problema, più grave sugli RF-101, dipendeva dalla lunghezza dei cablaggi che produceva un ritardo eccessivo nella ri-trasmissione. Il disturbo nei lobi laterali era invece efficace: gli operatori passavano al controllo manuale, perdendo tempo. Una semplice virata e una riduzione di quota bastavano per evitare il missile, pur non potendo prevenire l’attacco.
Un altro problema derivava dalla possibile saturazione del ricevitore, che gestiva un massimo di 20000 impulsi/sec. I piloti erano convinti che la velocità e le virate fossero molto più efficaci dell’ingannatore. I rilievi di un aereo ELINT, sembravano confermare i sospetti. Si è realizzato allora, nel 1967, il dispositivo accessorio Sidesaddle, abbinato all’ALQ-51A per registrare gli impulsi. Si sono rivelati in media 4000 impulsi/sec., con un picco di 8000. Si è scoperto che gli aerei ad alta quota ricevevano più segnali perché i ricevitori erano eccessivamente sensibili e con antenne a più alto guadagno. Nell’attacco a bassa quota l’ALQ-51 funzionava benissimo.
Contro i radar Fan Song si impiegava l’Inverse Amplitude Modulation nei lobi laterali, senza attaccare il lobo principale. Sugli schermi la traccia appariva estesa e il sistema di tracciamento automatico seguiva il lati invece del centro, così i missili mancavano il bersaglio. Gli operatori dovevano passare al controllo manuale. Contro i radar della contraerea SON-4 (Whiff) e SON-9 (Fire Can) si adottava l’Inverse Gain. Inizialmente poco affidabile, l’ALQ-51A si è poi rivelato efficace, con un solo aereo perso ogni 50 missili lanciati, contro uno ogni 10 senza ECM.
AN/ALQ-100
Arrivato alla fine del 1967 sugli F-4, combinava la copertura di bande dell’ALQ-51A (D-F) con quella dell’ALQ-49 (G-H). Falsava i dati di azimuth, elevazione e distanza dei radar di controllo del fuoco, tra 1,8 e 8 GHz (D-H), per quelli a impulsi, e tra 4 e 8 GHz (G-H) per quelli in onda continua (CW). Ingannava simultaneamente più bande di frequenza o modi di operazione, oltre a far detonare le spolette di prossimità. Era dotato di un innesco per distruggere i componenti in caso di impatto o eiezione, ma era troppo sensibile: 74 sistemi si sono distrutti in appontaggio prima del disarmo. Indistinguibile esternamente dal precedente, era poco efficace già nei primi anni ’70, vulnerabile ai radar monoimpulso. Lo hanno montato gli A-4, RA-5C, A-6, EA-6A/B, A-7, F-4, F-8, F-14A ed F-111.
AN/ALQ-126
Arrivato alla fine del 1972, è stato sviluppato come progetto Charger Blue, per ulteriore modifica degli ALQ-100. Il primo modello, ALQ-126A, dal 1987 era presente sulla maggior parte degli aerei. Operando sulle bande D-I (1,8-10 GHz), era dotato di software riprogrammabile con processore digitale, circuiti integrati e amplificatori a stato solido. Potendo predire la PRF del radar, poteva impiegare nuove tecniche di attacco (RANRAP) simulando 7-8 bersagli, di dimensioni diverse a distanze maggiori o minori rispetto all’aereo vero. Funzionava anche contro i radar monoimpulso.
Il successivo ALQ-126B poteva operare da solo o connesso ai sistemi RWR come gli ALR-45F/67. In genere aveva antenne anteriori e posteriori che coprivano 60° e 15° verso il basso, contro minacce di superficie, tra 1,8 e 12 GHz (bande D-J). Processava segnali impulsivi, con gestione della potenza. Sviluppava oltre 1 kW con duty cycle al 4-5%. Tra le tecniche di attacco, figuravano Main lobe blanking, Inverse Con-scan, RGPO, SSW, X-Pol. Lo hanno montato gli A-4, A-6, EA-6A/B, A-7, F-4N/J, F-8, F-14 ed F-18.
Anche questo, negli anni ’90, era ormai un sistema datato e poco capace. Non disponeva di capacità contro radar CW, così era talvolta abbinato al Northrop Grumman ALQ-162 Shadow Box/Compass Sail Clockwise, che copriva 6-8 (H) e 10-20 GHz (J), installato sugli A-4M, A-7E, AV-8B (in pod), F-4J/N/S, RF-4B, RF-8G ed F-18.
Gli ALQ-126 avrebbero dovuto essere sostituiti con l’avanzato ALQ-165 ASPJ, introdotto in servizio solo nel 1995 e in piccola serie, sugli F-14D ed F-18, coprendo solo parzialmente un “buco elettronico” decennale nei velivoli della Marina americana.
Fonti
The History of US electronic warfare (A. Price)
https://phantomphacts.blogspot.com/p/sanders-analq-51-51a-100.html
https://simhq.com/forum/ubbthreads.php/topics/3761597/1
Grande articolo Gian Vito!!