Già nel 1951 erano iniziati gli studi per sostituire la guida su fascio radar del Terrier con un sistema semiattivo, data l’inefficacia alle basse quote del precedente. Pochi anni dopo la Convair, assieme al Johns Hopkins University Institute, ha realizzato un sensore SARH basato sulla tecnologia del missile AIM-7 Sparrow. Montato su un Terrier, ha passato con successo i test. Nel frattempo, la necessità di un missile più compatto, adatto alle navi minori, per colpire bersagli a corto raggio e sostituire i cannoni binati da 127/38, si era fatta pressante. Terzo missile della serie T, il Tartar iniziale era molto simile al SAM-N-7 Terrier HT-3 (RIM-2C) senza il booster. Dotati di un nuovo motore bistadio, il Tartar Control Test Vehicle (CTV) e il successivo HTV (homing test vehicles) hanno dimostrato la loro efficacia. Nel 1955 è stato assegnato alla Convair il contratto di sviluppo, con elevata priorità, data l’inefficacia dei Terrier contro aerei a bassa quota e breve raggio. L’Mk-15 Tartar è entrato in pre-produzione alla fine del 1956, senza ricevere un codice SAM-N. I prototipi hanno iniziato le prove nel 1958, dimostrandosi molto più potenti dei Terrier, a parte il raggio d’azione.
RIM-24 A
Dopo un lungo periodo di valutazione, nel 1959 la Convair ha iniziato la produzione del Tartar, che ha raggiunto la capacità operativa nel 1962. Nel 1963 il missile ha ricevuto il codice RIM-24A. Lungo 4,6 metri, con un diametro di 34 cm, aveva una apertura alette di 1,07 metri, 61 cm agli strake, e pesava 580 kg. Impiegava un motore Aerojet Mk-1 bistadio a propellente solido che lo accelerava a velocità di 1,8-2 Mach a seconda della quota. Il raggio d’azione minimo era di 1,8 km. Quello massimo era compreso tra 13,9 e 18,3 km. La quota d’impiego variava tra 15 e 16760 metri. Impiegava una testata a frammentazione di 53 kg con spoletta radar. L’SSKP era del 50 %. Poco affidabile, è stato presto sostituito. Ne sono stati costruiti 600.
RIM-24B Improved Tartar
Ne ha preso il posto il RIM-24B, lungo 4,72 m, pesante 646 kg. Dotato di un sensore semiattivo migliorato, aveva il nuovo motore Mk-27 bistadio, più potente, che portava la velocità a 2,5-2,8 Mach. Il raggio d’azione variava tra 1,8 e 29,6 km, con una quota massima di 19800 metri. La testata “continuous rod” saliva a 59 kg. I RIM-24B sono stati prodotti dal 1961 al 1963 in 1800 unità. Anche le navi destinate a montarlo sono state ammodernate con radar a scansione elettronica.
RIM-24 C
Molti missili RIM-24B sono stati sottoposti ad un programma di miglioramento, come TRIP (Tartar Reliability Improvement Program) o ITR (Improved Tartar Retrofit) e ridesignati RIM-24C. Mantenevano le dimensioni dei precedenti e la testata, ma il peso era ridotto a 601 kg, grazie all’impiego di elettronica “solid state”. Il raggio d’azione massimo aumentava a 32,4 km, la quota saliva a 21300 metri. Dotati di ECCM migliorate, potevano intercettare bersagli in formazione e avevano una certa capacità di attacco antinave, entro un raggio di 18,3 km. La probabilità di colpire saliva all’85 %.
L’attacco
Il rilevamento iniziale era compito dei radar di primo avvistamento, come gli AN/SPS-37/39 o gli SPS-52 3D. Identificato come ostile, i dati del bersaglio venivano passati al sistema di controllo del fuoco Mk-74 (Tartar Guided Missile Fire Control System).Venivano attivati i radar di tracciamento/illuminazione pulse-Doppler AN/SPG-51 a scansione conica (poi monoimpulso) operanti a 6-10 GHz con antenne di 2,44 metri e potenza media di 5 kW (22,5 kW nelle ultime varianti), con portata di 46 km. Le rampe binate Mk-11 o singole Mk-13 e 22, caricavano automaticamente i Tartar da depositi con 16-42 missili, al ritmo di una coppia ogni 18 secondi. Il radar SPG-51 tracciato il bersaglio in banda C, passava alla banda X in fase di illuminazione. Al lancio, il motore bistadio Mk-27 Mod 2-3 aveva una fase boost di 6804 kg/sp per 4 secondi, cui seguiva il sostentatore da 907 kg/sp per 22 secondi. La guida era semiattiva radar (SARH) con navigazione proporzionale. La testata di 59 kg “continuous rod”veniva attivata da una spoletta radar di prossimità o da una a contatto.
Il missile è stato imbarcato su almeno 35 unità della U.S.Navy, a cominciare dalle classi Forrest Sherman modificata e C.F.Adams, oltre alle classi Mitscher, Brooke, O.H.Perry e Kidd, come armamento primario e sulla classe Albany come armamento secondario. Era compatibile con gli incrociatori classe California e Virginia. E’ stato venduto all’estero per armare le classi Audace e Impavido (Italia), Adelaide e Perth (Australia), Lütjens (Germania), Amatsuze (Giappone), Tromp (Paesi Bassi), T-47 e Cassard (Francia) e Baleares (Spagna). Una variante antinave dotata della testata del missile Bullpup, prevista per la Germania, è stata abbandonata.
Sono stati fabbricati circa 2400 RIM-24. Invece di procedere con l’ulteriore sviluppo, il missile è stato sostituito col nuovo RIM-66 Standard MR, diretto derivato.
Fonti
Characteristics of tactical, strategic and research missiles (4/1957 PDF)
Bill Gunston: “The Illustrated Encyclopedia of Rockets and Missiles”, Salamander Books Ltd, 1979