La presenza di minacce multiple ha portato nel 1973 la Oerlikon-Bührle a considerare lo studio di un sistema missilistico mobile per difesa aerea con secondaria capacità anticarro, opportunamente denominato ADATS (Air-Defense Anti-Tank System). Nel 1979 la Martin Marietta è stata scelta come partner negli Stati Uniti, ed è partito lo sviluppo, assegnando alla ditta 150 milioni di dollari per la realizzazione di due prototipi, su M113 e V300, e uno su shelter. Tra i subcontraenti vi erano Bendix, Contraves, Ericsson Radar Electronics, GEC-Ferranti Defence Systems, Garrett, Hercules, Litton, GEC-Marconi. Il primo lancio guidato è avvenuto nel giugno 1981 a White Sands e nel 1983 si è completato lo sviluppo, con 39 lanci. Nel 1984 un esemplare è stato valutato dall’Esercito svizzero. Nel 1986 il Canada ha selezionato l’ADATS su scafo M113 per il requisito LLADS (Low Level Air Defence System). Tra il 1988 e il 1993, la Oerlikon Canada ha consegnato 36 semoventi, dislocati inizialmente nella Germania ovest, ad un costo passato dai 650 milioni di dollari iniziali a ben 1100.
Dopo la cancellazione nel 1985 dell’M247 DIVAD, lo US Army stava cercando un sostituto per la specifica FAAD (Forward-Area Air Defense) da affiancare ai FIM-92 Stinger, per sostituire i MIM-72 Chaparral e gli M167 VADS. Nel 1987 l’ADATS è stato confrontato alle proposte Liberty (Crotale), Paladin (Roland) e Rapier, rivelandosi il migliore. Nei test è stato colpito un carro M47 a oltre 6000 metri. Nel 1989 è stato scelto per la specifica LOS-FH (Line-of-Sight, Forward, Heavy), come MIM-146A, montato sullo scafo del Bradley assieme ad un cannone M242 Bushmaster da 25mm. Ma nei test è subito apparsa una bassa affidabilità, specie col maltempo, con un MTBF di sole 9 ore invece di 60 e una prontezza operativa del 39 % a fronte di un minimo del 71%. Oltre a tempi di manutenzione maggiori del 500 %, continue avarie ai radar, alle ottiche e ai laser, test critici cancellati e manipolazione di dati da parte dello stesso US Army. Il costo del programma intanto era salito a 6,4 miliardi di dollari. I difetti sono stati corretti, col lancio di 200 missili ma, nel frattempo, la fine della guerra fredda ha portato alla cancellazione del contratto, nel 1992, per 378 sistemi. Degli 8 mezzi in prova, 4 sono stati consegnati al Canada. La Oerlikon aveva investito nel progetto oltre un miliardo di franchi svizzeri. Ne ha preso il posto il BSFV (Bradley Stinger Fighting Vehicle).
Nel 1994 la Tailandia ha acquistato 12 ADATS in shelter, senza radar, connessi ai sistemi di controllo del fuoco Skyguard.
Attacco
Le specifiche richiedevano alta probabilità di colpire bersagli aerei e terrestri, ridotto tempo di reazione, alta cadenza di fuoco, capacità ognitempo in ambiente ECM, sistemi autonomi, peso ridotto per trasporto aereo ed elevata capacità di sopravvivenza.
Il veicolo di trasporto, anfibio derivato dall’M113A2, pesava 15,8 tonn, era lungo 4,86 metri, largo 2,69 metri e alto 3,8 metri col radar in funzione. Aveva tre uomini d’equipaggio: conduttore, comandante e operatore ai sistemi. Il motore era un Detroit 6V53 da 212 hp. Raggiungeva i 58 km/h con una autonomia di 400 km. Gli 8 missili erano all’interno di tubi sigillati che fungevano anche da lanciatori. La ricarica richiedeva semplicemente il rimpiazzo con altri tubi. Il mezzo non aveva altre armi. La mobilità non era eccezionale, dato il peso e l’ingombro. La corazzatura in alluminio di 38mm proteggeva frontalmente da armi di 12,7mm, ma la torre, pesante 4500 kg, non aveva la stessa protezione. Il veicolo disponeva di sistema NBC. La torre pesava 6,35 tonnellate, ruotava a 115 °/sec, 60°/sec in tracciamento. I tubi di lancio avevano una elevazione tra -9°/+85° alla velocità di 57°/sec.
Il radar di ricerca PD Contraves LPD 20/11, in banda I/J, cercava i bersagli, anche col veicolo in movimento, entro un raggio di 25 km (contro caccia) e 8600 metri in quota. Seguiva fino a 10 bersagli in modalità TWS, 20 se collegato in rete, con ricerca anche settoriale, identificandoli. Dopo l’avvistamento poteva essere spento per evitare il rilevamento o missili ARM.
L’obbiettivo veniva a questo punto acquisito e tracciato da una telecamera elettro-ottica Lockheed Martin nel vicino infrarosso (0,7-0,9 micron), derivata dal sistema TADS/PNVS degli AH-64, con settore di scansione (largo e stretto) di 3,8°-0,9°, e da un FLIR operante a 8-12 micron ognitempo, con settore di 7,7°-3°, entrambi immuni da contromisure. La distanza era rilevata con un laser telemetrico a 1,06 micron GEC-Ferranti Type 629G o Litton Laser Systems. Il gruppo moduli ruotava in verticale tra -1° e 90°.
Dall’avvistamento al lancio passavano 4,5 secondi. Dopo 2 secondi dall’impatto del primo missile, era possibile il lancio su un secondo bersaglio. La guida iniziale era SACLOS, quella terminale era a fascio laser (BR) tramite impulsi codificati inviati ai due ricevitori sulle alette del missile. Il motore a bassa emissione di fumo permetteva di seguire i flare di scarico del missile tramite FLIR o TV. Era possibile ingaggiare 4 aerei contemporaneamente. Nell’attacco a bersagli terrestri, il rilevamento era solo FLIR/TV.
Il missile era lungo 2,05 metri, con un diametro di 15,2 cm, una apertura alette di controllo di 36 cm, e pesava 51,4 kg. Il motore a propellente solido bistadio Hercules, in 3-4 secondi di combustione, lo accelerava oltre Mach 3 (1000 m/s). La portata dipendeva dal bersaglio. 500-8000 metri contro blindati e mezzi corazzati. 1000-10000 metri contro aerei, 8000 contro un bersaglio ad alta velocità, con una quota massima di 5-7000 metri. Il missile poteva manovrare a 35 (qualche fonte riporta 60g). La testata era HEAT/FRAG multiuso di 12,5 kg a carica cava (anticarro) e frammentazione (antiaerea). La penetrazione era di oltre 900 mm di acciaio. Aveva spoletta a contatto e laser di prossimità contro velivoli, quest’ultima disabilitata dall’operatore contro i carri armati. L’SSKP superava l’85 %, 80 % alla massima distanza.
La guida laser era molto precisa, non rilevabile da RWR, e insensibile a chaff, flare o disturbatori. Ma di recente, l’arrivo di rilevatori e disturbatori laser, in grado persino di danneggiare le ottiche, ha rimesso tutto in discussione. Il mantenimento del fascio su di un bersaglio veloce ed evasivo era difficile. La testata consentiva una eccellente perforazione, ma la frammentazione era appena sufficiente, compensata comunque dalla precisione. L’impiego in entrambi i ruoli era discutibile, perché comportava il posizionamento in aree differenti. Il carico di lavoro era notevole e l’addestramento richiesto molto lungo. Dislocato in zona, durante la Guerra del Golfo, non ha trovato impiego. La doppia capacità lo avrebbe reso utile per le forze di reazione rapida ma ad un costo esorbitante.
Il miglioramento P3I (Pre-plan product improve) non è mai avvenuto. Nel 2005 il Canada ha avviato il progetto MMEV (Multi-Mission Effects Vehicle) su LAV III, per un ammodernamento radicale, con radar 3D, missili ADATS, razzi guidati da 70mm (LCPK) con portata di oltre 8 km e sistemi di comando, controllo e comunicazioni avanzati (BMC4I e ISTAR). Ma l’anno dopo lo ha annullato.
Sempre nel 2006, dati i costi di mantenimento, dopo aver relegato gli ADATS al solo ruolo antiaereo, il Canada ne ha annunciato il ritiro, completato nel 2007, seguito dalla Tailandia, nel 2011.
L’ADATS è stato valutato dalla Grecia, dall’Arabia Saudita, dalla Svizzera e dal Regno Unito, ma senza risultato. Per attirare clienti, come Corea del sud, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Kuwait e Turchia, la Oerlikon ha sviluppato una variante Mk-2, con modulo telecamere CCD più compatto, elettronica radar con volume ridotto al 60 %, nuove console, sistema C3I, nuovo motore idraulico e un missile modificato. Il sistema, modulare, è stato proposto anche su altre piattaforme, come il MOWAG Shark o il Warrior. La variante in shelter, pesante 3200-3480 kg, anche senza radar, collegabile a un centro di controllo del fuoco come l’Oerlikon Contraves Skyguard, integrata coi cannoni Oerlikon GDF da 35mm, è stata anch’essa sviluppata inutilmente. Lo stesso è avvenuto con la proposta Sea Sprint, per un sistema antimissile navale e con una variante anticarro con braccio elevabile. Una applicazione per elicotteri Apache/Black Hawk è rimasta sulla carta.
Giudicato troppo costoso sia come arma antiaerea che anticarro, ne sono stati ordinati in tutto 53, con 1232 missili fabbricati fino al 1996. Il costo unitario, con 8 missili e 8 ricariche, era di ben 16,6 milioni di dollari. Il missile costava 170000-230000 dollari nel 1993. Sommando il costo dell’intero programma, compreso lo sviluppo, il prezzo salirebbe ad oltre 100 milioni di dollari al pezzo. Un esempio di cattiva gestione.
Fonti
Artiglieria e missili (O.Dìez)
https://www.forecastinternational.com/archive/disp_old_pdf.cfm?ARC_ID=1057