English Electric Thunderbird

Alla fine della guerra il Ministero degli approvvigionamenti ha formulato una specifica per un missile antiaereo con un raggio d’azione di 91 km, per sostituire i cannoni antiaerei da 94mm. Nel 1947 è stato avviato il progetto Red Heathen, il cui sistema di guida, a fascio direttore, non permetteva, però, il rispetto della specifica. Nel 1949 il requisito è stato rivisto, con un raggio d’azione di 36-45 km e uno statoreattore Bristol. Ed è stato assegnato un contratto di sviluppo alla Bristol e alla English Electric.

Nel frattempo il Ministero ha varato un programma (Stage Plan), per creare una rete di difesa aerea integrata con radar, intercettori e missili. Questi ultimi sarebbero stati sviluppati in due fasi. La Fase 1 prevedeva un missile con 32 km di raggio d’azione contro aerei transonici a media e alta quota, per proteggere l’Esercito e le basi dei bombardieri V. La Fase 2 avrebbe portato al missile Green Sparkler da 240 km di portata, molto veloce, progetto poi divenuto  Blue Envoy.

Per la prima fase, nel 1952, la English Electric proponeva il Red Shoes e la Bristol il Red Duster, quest’ultimo con un raggio d’azione maggiore ma meno mobile. Per entrambi era previsto il radar Ferranti Type 83 a impulsi, per acquisizione/illuminazione semiattiva (SARH), con sistema di controllo del fuoco British Thomson-Houston.

Il modello della English Electric aveva ali a delta tronco con piccole superfici di controllo in coda. Il motore era a propellente liquido Napier (perossido di idrogeno/benzina) con 4 booster Gosling a propellente solido. Caratteristiche erano le alette sui booster, dal cono asimmetrico, con piccole superfici piatte alle estremità che aumentavano la resistenza aerodinamica aiutandone la separazione. L’Esercito ha, però, rifiutato il propellente liquido, difficile da trattare sul campo. Diversi motori a propellente solido sono stati presto provati con successo a Woomera nel 1956, adottati poi sul missile (Albatross, Ratcatcher, Elkhound, Wolfhound, Smokey Joe). 

Nel frattempo il Red Duster ha iniziato i test manifestando molti problemi, tanto che l’esercito ha deciso di non adottarlo (ma i problemi, presto risolti, avrebbero portato all’eccellente Bloodhound Mk. I). Il Red Shoes, invece, ha ricevuto un contratto di produzione nel 1957, entrando in servizio a metà del 1958 come Thunderbird. Entro il 1959 equipaggiava due reggimenti. E’rimasto in servizio fino al 1966.

Thunderbird Mk-1

Lungo 6,37 metri, con un diametro di 53 cm, pesava 1800 kg. Le alette principali, con freccia di 45° al bordo d’attacco, avevano una apertura di 1,63 metri, quelli sui booster arrivavano a 2,9 metri.

La scoperta del bersaglio avveniva tramite un radar No2 Mk I, con portata di 200 km, assieme ad un rilevatore di quota Type 13 Mk7/1,  i cui dati finivano sugli schermi dell’RCP (posto di comando reggimento). I pochi radar disponibili, trasferiti dalla RAF nel 1958-59, erano sufficienti per solo tre reggimenti.  

L’RCP, su autocarro Bedford RL modificato, fungeva da collegamento col centro di controllo aereo per ordini e rapporti sulla situazione, identificava i bersagli e la loro quota e inviava i dati alle batterie e al controllo tattico.

Ogni reggimento aveva un massimo di 6 squadre di lancio, ognuna con un radar TIR (target illuminating radar) Type 83 Yellow River/Sting Ray a impulsi a 4-10 GHz, su rimorchio con antenna a disco, che controllava 3 rampe missili.

I booster Bristol Aerojet Gosling 3, lunghi 3,66 metri con un diametro di 25cm, con 204 kg di propellente avevano un tempo di combustione di 3,1 secondi. Dopo aver accelerato il missile a 1,8 Mach, si sganciavano. Il motore IMI a propellente solido aveva una durata di 60 secondi e assicurava  2,2 Mach a fine combustione. Il raggio d’azione era di 48-56 km con limiti di quota medi di 1500-15200 metri.  La testata era continuous rod con spoletta a impatto e prossimità. Il sistema, a causa del radar a impulsi, era facilmente disturbabile e inadatto a colpire bersagli a bassa quota.

Thunderbird Mk-2

Prima ancora della consegna del modello Mk-1, era iniziato lo sviluppo di una variante più potente. La prevista fase 2 (Blue Envoy) si era rivelata troppo oltre le capacità del tempo. Ma i miglioramenti nel settore radar permettevano di realizzare un modello temporaneo, presto definito Fase 1 1/2, con un radar di illuminazione ad onda continua Type 86. Il programma, denominato in codice Green Flax, ha poi cambiato nome in Yellow Temple. Lo sviluppo è terminato nel 1959, i primi esemplari sono arrivati ai test nel 1963, prove proseguite fino al 1965. Nel 1966 il nuovo Thunderbird 2, per difesa di area, è divenuto operativo col 36° reggimento. Sfruttava molti componenti del Bloodhound 2. Gli elementi del sistema hanno acquisito la sigla SAGW2 (Surface to Air Guided Weapon), ridenominando i precedenti come SAGW1.

La maggior parte dei veicoli è cambiata, per renderlo più mobile, con meno autocarri e più rimorchi. Il sistema era aerotrasportabile sugli Argosy. Ma la mobilità era relativa: erano necessari circa 250 mezzi per l’intera unità e i missili, dopo il trasporto e un laborioso montaggio,  dovevano essere installati con le gru.

Il Thunderbird 2 impiegava tre nuovi radar:

il Marconi Type 88 AD11 Mk1 (Big Ears) per sorveglianza a lungo raggio su due semirimorchi (antenna e equipaggiamenti). Con due antenne contrapposte, operava a 1,3-3 GHz (bande D/E) con portata di 185 km.

il Marconi Type 89 AD12 Mk1 (Noddy) per rilevare la quota (3 GHz). Era assieme al Type 88, a livello reggimento;

il Ferranti Type 86 AD10 Mk 1 Firelight/Blue Anchor per illuminazione bersagli (TIR), in onda continua coerente (CW) a 10 GHz. Disponeva di una antenna a disco centrale trasmittente di 2,1 metri, una laterale parabolica ricevente, una piccola a disco tra le due per rilevamento ECM, e un sistema di riferimento in volo per il missile; 

oltre a un nuovo Posto Comando su semirimorchio, invece che autocarro, per processare i dati radar e per controllo missili, della Marconi, Cossor e Ferranti. Era smontabile in caso di trasporto aereo.

Il 36° Reggimento aveva 2 batterie con 3 squadre. Una squadra aveva un Posto Comando Batteria (BCP) con un radar di scoperta Type 88 (Tactical Control Radar) e un radar misuratore di quota Type 89. L’ufficiale di controllo tattico rilevava, identificava e selezionava i bersagli, trasmettendo i dati di posizione ai TIR (target illuminating radar) e agli LCP (launcher control post).

Le altre due squadre, che potevano operare indipendentemente, avevano ognuna un radar TIR di illuminazione, un Posto di Controllo Lancio (LCP) che controllava la rotazione delle rampe, lanciava i missili e forniva le informazioni ai centri di controllo tattici, e 4 rampe missili su lanciatori Mk-6, ricavati dai rimorchi degli L70 Bofors, fisse in elevazione a 50°. In tutto vi erano 8 missili pronti al lancio e altri 8 di riserva.

Pur mantenendo le medesime dimensioni, Il Thunderbird 2 aveva diverse modifiche. Il peso era aumentato a 1950 kg (1000 il solo missile). Le alette avevano freccia anche al bordo d’uscita e un cono anteriore più aerodinamico. I booster erano più potenti e con superfici più grandi. L’autopilota era migliorato e il motore era più potente.

I 4 booster Gosling 4, con 250 kg di propellente solido, sviluppavano ognuno 12610 kg/sp media, con un tempo di combustione di 3,15 secondi. Dopo il loro sgancio, subentrava il sostentatore, attivato 2 secondi dopo il lancio, con un tempo di funzionamento di 65 secondi. Assicurava 2,7 Mach a fine combustione. Poi il missile proseguiva per inerzia, riducendo la capacità di manovra in fase terminale. La portata utile era di 75 km con limiti di quota estesi da un minimo di 50 a 20000 metri. Poteva colpire bersagli in volo a Mach 2. La resistenza al disturbo e all’inganno radar era decisamente elevata, probabilmente era possibile l’autoguida sulla sorgente di disturbo (HOJ). Le spolette di prossimità e impatto attivavano la testata continuous rod, probabilmente la stessa del Bloodhound, con detonazione attivata da spoletta di prossimità o radio controllata.

Pur essendo un ottimo sistema, paragonabile ai successivi MIM-23 Hawk e 2K11 Krug (SA-4 Ganef) che superava per raggio d’azione, aveva pochi missili pronti al lancio e richiedeva un numero eccessivo di veicoli per il trasporto. Il passaggio alla penetrazione a bassa quota, coperta solo dai sistemi Bofors 40/70, ne ha ridotto l’efficacia, così è stato ritirato alla fine del 1977, sostituito dai Rapier. I radar e gli equipaggiamenti sono passati ai Bloodhound.

Non ha avuto molto successo all’estero. L’Arabia Saudita ha acquisito 37 Thunderbird 1 di seconda mano nel 1967. La Finlandia, dopo averlo valutato assieme al Bloodhound, ha cancellato l’ordine, impiegando per addestramento alcuni esemplari fino al 1979. La Libia ha annullato un ordinativo e le trattative con lo Zambia non sono andate a buon fine.

Fonti

The Early Development of Guided Weapons in the United Kingdom, 1940-1960 (S. R. Twigge)

http://www.astronautix.com/t/thunderbird.html

https://en.wikipedia.org/wiki/Thunderbird_(missile)

https://web.archive.org/web/20080905175435/http://www.36regimentra.org.uk/TLaunch/id16.htm

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