Raduga H-15 (AS-16 Kickback)

Il progetto di un missile a corto raggio per la sostituzione dei KSR-5 e degli H-22 è iniziato nel 1974 ma ha richiesto lunghi studi e uno sviluppo prolungato fino al 1980. Nello stesso anno è iniziata la produzione ma i test sono proseguiti fino al 1988, anno dell’entrata in servizio. Gli stabilimenti Dubna (DMZ) sembra ne abbiano prodotto 700, fino al 1991. Il progetto ha dimostrato una certa flessibilità, e la produzione ha compreso versioni nucleari e convenzionali. Nel 1988 il missile è stato mostrato al Segretario della Difesa degli Stati Uniti, nel corso di una visita alla base Kubinka. Ha la codifica interna  Izdeliye 115, mentre dalla NATO ha ricevuto il codice AS-16 Kickback.

Considerato dai russi equivalente all’AGM-69 SRAM, ha eccellenti capacità di attacco e penetrazione delle difese aeree, data la velocità ipersonica. La sua realizzazione ha comportato lo studio di nuove tecniche metallurgiche, dato che nel 1978 era difficile fabbricare materiali resistenti all’eccezionale calore generato. La cellula è in lega di titanio e acciaio inox. Il corpo ha isolamento interno con protezione termica che protegge i sistemi elettronici e la testata. Le tre alette di controllo sono in lega titanio  OT4-1 e BT-5, le più importanti sezioni esterne sono in lega tungsteno-molibdeno VM-1. Le giunzioni sono saldate con lega d’acciaio VZ-100. Inizialmente l’ogiva era in titanio, cosa che ha impedito l’installazione di un radar sul primo modello, obbligando alla guida inerziale. Una ogiva in plastica rinforzata con fibra di vetro ha dimostrato un coefficiente di espansione diverso da quello dei metalli impiegati nel resto della cellula, provocandone il distacco in volo. Originariamente, doveva consistere in tre strati K9-70, ma il processo di produzione si è dimostrato molto difficile, perché ciascuno strato richiedeva un trattamento termico proprio. All’inizio degli anni ’90 è stato adottato un composito più semplice, in plastica TCF-6 rivestita con protezione termica ATOM-2 con adeguato coefficiente di espansione, che ha consentito la realizzazione dei successivi H-15P e H-15S. 

H-15 (RKV-15)

Ha iniziato i test nel 1980, entrando in servizio nel 1988. Lungo 4,78 m, con un diametro  di 45,5cm, ha una apertura alle tre alette di controllo di 92 cm, e pesa 1200 kg.

Le coordinate del bersaglio vengono inserite nel sistema inerziale a terra o prima del lancio. Il profilo di volo dipende dalla distanza. La quota di lancio è compresa tra 300 e 22000 metri ad una velocità tra 150 e 300 m/s. Dopo lo sgancio segue una fase in caduta libera fino alla distanza di sicurezza, cui segue l’accensione del motore a razzo Soyuz 9A2001 (SRM-160) a propellente solido a due stadi. Il primo stadio spinge il missile in salita su traiettoria aerobalistica fino a 40000 metri. Il secondo stadio, a spinta minore, può essere attivato anche successivamente, per la crociera. Il raggio d’azione dipende dai parametri di lancio, variando da 40 a 280 km. La distanza di 200 km, compresa la fase di salita/picchiata, viene coperta in 180-200 secondi. In fase terminale il missile picchia quasi in verticale sul bersaglio, accelerando a Mach 5. La testata termonucleare da 350 kT (altre stime riportano 100-300 kT), ha spoletta per scoppio in aria o a contatto. Gli obbiettivi primari previsti sono aeroporti, impianti radar o contraerei, centri di comando. Anche se la traiettoria è prevedibile, la velocità del missile restringe il tempo disponibile e rende difficile l’intercettazione.  E la superficie è ricoperta da uno strato metallico che riduce la RCS.

H-15A

Sviluppata a metà degli anni ’80 e operativa in piccola serie dal 1993, è una variante antinave per l’attacco a bersagli con alta RCS di coordinate note. Per l’attacco a lunga distanza, impiega inizialmente la navigazione inerziale, anche con dati da piattaforme esterne, salendo a 40000 metri di quota e accendendo poi il radar a onde millimetriche (altre fonti indicano, invece, la banda Ku), con buone ECCM, e una portata di 40 km contro una grande unità. Rilevato il bersaglio, il missile lo attacca in picchiata accelerando a Mach 5 (Mach 2 a bassissima quota). Il raggio d’azione varia tra 50-100 km per lancio a bassa quota a 150 km per un lancio alla quota di 10000 metri. A minor distanza probabilmente il percorso è diretto, con minor velocità terminale. Il lancio è tra 300 e 22000 metri di quota a 150-300 m/s. La testata è a carica cava-HE. La velocità permette di penetrare le difese più sofisticate. Le varie versioni hanno testate di 160-250 kg.

H-15P 

Missile antiradar, ha iniziato i test alla fine degli anni ’80, ma lo sviluppo sembra sia stato abbandonato nel 1991. Avrebbe avuto una testata di 150 kg e un raggio di 120-150 km. La portata di rilevamento del sensore era stimata in 100 km.

H-15S

Versione derivata antinave per l’esportazione, riprogettata per consentirne il trasporto sui Su-33/34/35, è stata presentata per la prima volta ad Abu Dhabi nel 1993. Nel 1998 ne è stata proposta una variante migliorata. 

H-15SE

Variante migliorata in sviluppo nel 1991, più precisa e con raggio d’azione fino a 300-350 km, poi  cancellata.

Il missile è parte della dotazione dei Tu-22M3 (Backfire-C), con 6 missili nel lanciatore rotante MKU-6-1/5 e altri 4 sotto le ali, dei Tu-95MS-6 (Bear-H) con 6 missili, e dei Tu-160 (Blackjack) con due lanciatori rotanti MKU-6-1/5 per 12 armi. Per conservarne le caratteristiche nel corso della vita operativa, è conservato in contenitori con gas inerte. I missili restanti sono in Russia, ma non si esclude che un certo numero, non operativo,  sia stato ereditato dall’Ucraina assieme a molti bombardieri. Non è sicuro siano ancora in servizio, è possibile siano stati ritirati o siano in deposito.

Fonti

RID 9/95

Russian Air-Launched Weapons (Jane’s)

http://www.deagel.com/Offensive-Weapons/Kh-15_a000869001.aspx

https://www.globalsecurity.org/military/world/russia/as-16-specs.htm

https://weaponsystems.net/weaponsystem/HH08%20-%20AS-16%20Kickback%20(Kh-15).html

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