Il progetto per il nuovo aereo d’attacco MiG-27, specificamente realizzato per l’attacco al suolo, richiedeva un cannone più potente del GSh-23, presente sul predecessore MiG-23. L’aumento nella protezione dei veicoli da combattimento aveva reso insufficienti i proiettili da 23mm. E un cannone più potente avrebbe potuto colpire con efficacia anche i carri pesanti. Era in fase di sviluppo il TKB-700 da 45 mm a canna liscia, con proiettili HEAT in grado di penetrare 230 mm. Ma avrebbe richiesto molto tempo, così si è decisa l’adozione di un cannone a canne rotanti da 30mm, che avrebbe favorito la standardizzazione prevista dai vertici del Ministero della Difesa. L’aumento del calibro avrebbe comunque raddoppiato il peso del colpo e triplicato il peso dell’esplosivo, rispetto al 23mm. Le nuove munizioni avevano ottima balistica e buona capacità perforante. E il nuovo cannone avrebbe avuto una cadenza di tiro maggiore. Il progetto è iniziato nei primi anni ’70, basato sul cannone AO-18 del sistema navale AK-630 da 30 mm. L’alimentazione esterna idraulica o elettrica avrebbe richiesto 40-50 cv, così si è preferito il funzionamento a gas, col vantaggio di rendere l’arma più compatta. Il cannone navale ha richiesto delle modifiche per adattarlo. Le canne sono state accorciate e il raffreddamento ad acqua eliminato.
Il nuovo GSh-6-30A (9A-621) è stato installato nella stessa posizione del GSh-23 sul MiG-23BN, sotto un serbatoio in una nicchia senza copertura, per facilitare la manutenzione e il raffreddamento. Ma il deposito munizioni ha richiesto alcune modifiche alla fusoliera con l’aggiunta di una sezione di 20 cm e diversi rimaneggiamenti. Gli esemplari di preserie non erano in grado di sparare tutte le munizioni in una sola raffica. Dopo 150 colpi le canne erano surriscaldate. Altri difetti a carico dei meccanismi e dell’alimentazione, rendevano i cannoni poco affidabili. Nelle armi prodotte in serie nella fabbrica di Tula, la maggior parte dei difetti è stata eliminata, con la possibilità di sparare raffiche di 300 colpi.
Ma era solo l’inizio di una serie di problemi insolubili. Il velivolo era troppo leggero per sostenere lo sforzo del rinculo di 5500 kg. Nel primo test, con lo sparo di soli 25 colpi, l’avionica del velivolo si è guastata, in quelli successivi si è verificata la deformazione o la rottura dei portelli del carrello anteriore e le forti vibrazioni hanno scollegato il serbatoio delle munizioni. Il cannone è stato allora installato con una inclinazione di 1°13′ verso il basso, per assorbire meglio il rinculo e prevenire il beccheggio. Nel 1975 il GSh-6-30 è entrato in servizio.
Il cannone operava al limite. I componenti meccanici e il sistema a gas erano esposti a stress termico e carico meccanico. L’usura era notevole e la corrosione obbligava alla pulizia dopo tutte le esercitazioni di tiro e comunque almeno ogni 15-20 giorni. Il rumore era assordante, le vibrazioni ad alta frequenza provocavano cricche da fatica nei serbatoi e guasti all’avionica, nonostante i rinforzi strutturali.
Nel 1980 e nel 1988 due MiG-27D sono rientrati coi portelli del carrello anteriore deformati, obbligando i piloti all’atterraggio sul muso, senza danni seri. Nel 1990 in un terzo incidente senza carrello che ha coinvolto un MiG-27K, l’aereo ha dovuto essere demolito.
Nel corso di cinque incidenti, tra il 1988 e il 1989, si sono verificati lo scollegamento del sistema di navigazione, della radio e dei giroscopi, la rottura delle schede elettroniche e della pompa del carburante. In un caso la rottura dei fusibili ha provocato il blocco parziale degli stabilizzatori, dei flap e del carrello. Ancor più grave un distacco del tettuccio e, in un’altro caso, del cruscotto.
Spesso il fuoco del cannone danneggiava il mirino a riflessione e si rompevano così tante luci di atterraggio da richiederne l’eliminazione, obbligando i velivoli ad atterrare solo su piste illuminate da proiettori. L’aggiunta di deflettori non ha risolto il problema. Una raffica prolungata provocava il surriscaldamento delle canne, con rischio di sparo o esplosione delle cartucce. Evento considerato straordinario, ma che nel 1990 ha distrutto un cannone, i cui frammenti hanno danneggiato un serbatoio, vari cavi elettrici e il sistema idraulico, oltre ad incendiare un serbatoio di ossigeno. Il pilota ha dovuto lanciarsi. In un altro caso, alcuni proiettili sono esplosi vicino al muso. Il MiG-27 è rientrato con fori e danni estesi al compressore, ai portelli e al sistema di puntamento.
Un circuito elettrico, attivato dal peso sul carrello, avrebbe dovuto prevenire lo sparo accidentale a terra. Ma il mancato rispetto delle procedure ha provocato altri incidenti, come nel 1983, con la distruzione del carrello anteriore o nel 1986, quando un proiettile ha colpito il carrello incendiando il fluido idraulico.
Raffiche di 2,5-3 secondi provocavano sempre danni, così si è provato a ridurre la cadenza a 4000 c/m per poi passare a raffiche brevi di 30-40 colpi, estendendo anche la vita dell’arma. Come non bastasse, la detonazione dei proiettili al suolo scagliava frammenti a 200 metri di distanza, rischiando di danneggiare l’aereo.
In combattimento
Chiariti i difetti dell’arma, passiamo ai pregi. Il GSh-6-30A è lungo 2,04 metri, con le canne lunghe 1,88 metri, pesa 149 kg e spara a una cadenza massima di 5500-6100 c/m e ridotta di 4000 c/m, con velocità iniziale di 845-850 m/s. L’avviamento è ad aria compressa, il funzionamento è a gas, con accensione elettrica. Raggiunge la massima cadenza in un paio di decimi di secondo, a differenza dei cannoni Gatling occidentali. Un vantaggio negli “snapshot”. Il proiettile impiegato, il 30x165mm, è molto potente, pesando fino a 384-403 grammi (completo 834-844 grammi), superando facilmente i cannoni ADEN-DEFA. Ha un caricatore con 260-300 colpi. Le raffiche sono limitate, per i motivi visti, a 40 colpi. Il raggio efficace contro bersagli a terra è di 1200-1600 metri, ma di soli 200-600 metri contro quelli aerei.
Molto preciso, può sparare in modalità manuale, con reticolo fisso, o automatica, col sistema di navigazione PrNK-23 che fornisce le correzioni e l’anticipo al colllimatore S-17VG con informazioni sul bersaglio e sul raggio efficace.
Impiega proiettili ad alto esplosivo HEI (OFZ), HEI-T (OFZT), incendiari (FZ) o perforanti-esplosivi AP-T (BZ), in grado di perforare 40mm a 1km. Di solito si alternano 2 HEI con 1 AP, talvolta con carica tracciante ogni 4-5 colpi. Il GSh-6-30 ha una vita di 6000 colpi, se viene raffreddato adeguatamente tra raffiche di massimo 100-200 colpi.
Però…Un Gatling senza alimentazione esterna è soggetto a inceppamenti, probabili con cadenze elevate. Il similare GSh-6-23 impiega dieci cartucce per riprendere il fuoco, segno di insufficiente affidabilità. L’installazione sul MiG-27 si è rivelata sbagliata ma, al tempo della progettazione, cannoni più potenti non erano ancora disponibili, a meno di installare i vecchi NR-30.
Il cannone è stato installato sperimentalmente su alcuni Su-25TM, presto rimpiazzato con l’originale GSh-30-2. E’ stato tolto dal servizio in Russia e Ucraina, col ritiro dei MiG-27, ma è ancora operativo in altri paesi.
Fonti
http://www.quarryhs.co.uk/GSh-6-30.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Gryazev-Shipunov_GSh-6-30
http://www.airwar.ru/weapon/guns/gsh630.html
Comunque… molto, molto meglio i ‘vecchi’ NR-30. Persino un minuscolo MiG-19 ne poteva portare 3 esemplari e funzionavano bene.
Questo cannone, per l’ottimo MiG-27, si è rivelato un problema più che un utile. Voglio dire, meglio metterci un pacco con i cannoni da 23 mm bicanna che un’arma che rischia di abbattere il velivolo lanciatore.
Ancora più strano, perché non l’hanno capito subito e hanno rimediato con i cannoni da 30 mm a 1 o 2 canne: il Su-25 è ottimo, per esempio. Sembra che con il MiG-27 abbiamo fatto davvero la scelta peggiore possibile.