La trasformazione degli incrociatori americani nel dopoguerra

La rapida evoluzione delle dottrine e l’arrivo di armi sempre più sofisticate avevano comportato il rapido invecchiamento di una parte della flotta statunitense. All’inizio degli anni ’50 si è posta con urgenza la modernizzazione delle unità navali. Nel frattempo, i progetti messi in campo durante la seconda Guerra Mondiale per la realizzazione dei primi missili antiaerei cominciavano a dare i primi risultati. Gli ultimi incrociatori americani prodotti erano ancora praticamente nuovi, con buone qualità nautiche e, soprattutto, con gli ampi spazi necessari ad accomodare i pesanti complessi missilistici della serie T (Tartar, Terrier, Talos).

E’ così iniziata la trasformazione di molte unità, vista come misura immediata di contenimento dei costi, dato che la costruzione di nuove navi avrebbe richiesto tempi notevoli e un impegno finanziario considerevole.

La prima classe a beneficiarne è stata la Baltimore. Nel 1954 il Boston ed il Canberra sono stati avviati alla ricostruzione e ridenominati nel 1955 CAG-1 e 2.  Con un peso ridotto a 13600 tonnellate, le due navi hanno visto lo sbarco delle torri poppiere da 203 e 127mm. Oltre a tutti i pezzi antiaerei da 20 e 40mm, sostituiti da 6 binati da 76mm. Sono state installate due rampe binate Mk-10 per missili RIM-2 Terrier (1,8 Mach e 19 km di raggio d’azione) con guida “beam riding”, con depositi sottostanti per 144 missili complessivamente. Successivamente i missili sono stati più volte ammodernati, ampliandone il raggio. Erano disponibili anche con testate nucleari. La cadenza di lancio era di una coppia ogni 30 secondi per rampa.

Le prove hanno avuto esito decisamente positivo, così lavori simili sono stati effettuati su sei unità classe Cleveland tra il 1958 e il 1960. In questo caso ci si è spinti oltre, modificando in parte anche le sovrastrutture anteriori, installando tre torrioni alloggianti i radar e i sistemi di comunicazione. Il dislocamento si è ridotto  a 11000 tonnellate. Le 2 torri da 152mm poppiere e la torre posteriore da 127, oltre alle armi da 20 e 40mm, sono state rimpiazzate su tre navi da una rampa per  Terrier, formando la nuova classe Providence, e sulle altre tre da una rampa per RIM-8 Talos (2,5 Mach, 92 km, testata convenzionale o nucleare), nella nuova classe Galveston.

La classe Providence, formata dai Providence, Springfield e Topeka, manteneva 1 torre tripla da 152mm (2 il Topeka), una torre binata da 127mm (3 il Topeka) e 1 rampa binata Mk-9 per Terrier con 120 missili e cadenza di una coppia ogni 30 secondi per rampa.

La classe Galveston, formata dai Galveston, Little Rock e Oklahoma City, manteneva 1 torre tripla da 152mm (2 il Galveston), una torre binata da 127mm (3 il Galveston), ma montava 1 rampa binata Mk-7 per Talos con 46 missili. La velocità di lancio era di 57 secondi per la prima coppia di missili, 46 secondi per le successive.

Si era trattato di modifiche estese ma che avevano mantenuto le artiglierie principali. A questo punto si è pensato a qualcosa di più radicale. La nuova classe Albany, formata dal Chicago, dal Columbus (ex-classe Baltimore) e dall’Albany (ex-classe Oregon) ha visto una ricostruzione radicale con l’eliminazione di tutto l’armamento convenzionale e il rifacimento di tutte le sovrastrutture. Gli incrociatori risultanti erano a quel punto irriconoscibili. Terminati tra il 1962 e il 1964 con alte sovrastrutture in alluminio per consentire ampia visibilità ai radar di controllo e guidamissili: 4 SPG-49 e 4 SPG-51. Un intervento di Kennedy ha fatto imbarcare due pezzi da 127mm a metà nave, inizialmente non previsti. L’armamento primario era formato da 2 rampe binate Mk-12 per Talos, ognuna con 52 missili e 2 rampe binate Mk-11 per RIM-24 Tartar sui lati per la difesa a corto raggio (Mach 1,8 e 13,6 km), con 42 missili ognuna, per attaccare i bersagli sfuggiti ai Talos. La cadenza di lancio di queste ultime era di una coppia ogni 18 secondi per rampa.

Avevano anche un lanciatore ASROC e 2 lanciatori tripli per siluri antisom. Queste ultime unità hanno avuto una vita operativa lunghissima, venendo impiegate anche in Vietnam. Sulla carta, sono state le unità lanciamissili con l’armamento più potente fino ad epoca recente.

Naturalmente non mancavano i difetti. Il peso in alto era notevole e le classi Galveston e Providence soffrivano di mancanza di stabilità, tanto da richiedere zavorra aggiuntiva. Il problema principale, sugli Albany, era la mancanza di armamento convenzionale, limitato a 2 pezzi da 127mm e non vi era alcun sistema automatico di difesa ravvicinata. Un attacco a pelo d’acqua di pochi cacciabombardieri o di missili antinave avrebbe potuto oltrepassare la linea difensiva, lasciando la nave scoperta. Ma anche un attacco deciso a media quota avrebbe potuto saturare facilmente le difese. I missili sfruttavano l’elettronica a valvole, era carenti come prestazioni, con una affidabilità pessima, scarse capacità evolutive, lunghi tempi di ingaggio e bassa probabilità di colpire. La cadenza di lancio era limitata e la ricarica lenta. I radar potevano controllare pochi bersagli e la resistenza alle ECM non era elevata.

Ma la minaccia dei missili antinave moderni si sarebbe concretizzata molto più tardi e l’attacco supersonico a bassissima quota non era contemplato nelle dottrine dell’epoca. I missili serie T avevano una importante capacità secondaria anti-superficie. Nel caso dei Talos, avrebbero devastato una nave avversaria senza difficoltà. Durante un test, un cacciatorpediniere è stato tagliato in due da un missile privo di testata ! I missili originali sono stati presto aggiornati con nuovi modelli, con raggio d’azione più che raddoppiato e guida ad onda continua (CW). In Vietnam, nel 1972, un Talos nella variante anti-radar, lanciato dall’Oklahoma City, ha distrutto un radar al suolo. L’incrociatore Chicago ha invece rivendicato l’abbattimento di un MiG a 77 km di distanza.

In definitiva la trasformazione è stata un successo e, non a caso, altre marine hanno presto seguito l’esempio americano, sia pure nella ristrettezza dei fondi disponibili. L’Italia, tra il 1957 e il 1961, ha radicalmente ammodernato il Giuseppe Garibaldi, ricostruendone completamente le sovrastrutture. L’armamento, completamente rivisto, oltre ai 4 pezzi da 135mm, agli 8 da 76mm e alla predisposizione per 4 missili balistici Polaris, comprendeva una rampa binata Mk-9 per Terrier (72 missili) asservita a 2 illuminatori SPG-55, trasformando l’unità nel primo incrociatore lanciamissili europeo. L’Olanda tra il 1962 e il 1964 ha modificato la De Zeven Provinciën, rimuovendo le due torri poppiere sostituite con una rampa binata per Terrier. L’Unione Sovietica ha invece montato una rampa binata per missili SA-2 su un incrociatore classe Sverdlov, il Dzerzhinsky, al posto di una torre posteriore, nel 1960-62. 

Fonti

Cruisers and battle cruisers: an illustrated history of their impact (Eric W. Osborne)

http://www.alternatewars.com/BBOW/Weapons/US_GMLS.htm

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