Tu-22 (Blinder): sistemi difensivi

All’epoca dell’adozione, il Tu-22 ha rappresentato un notevole passo avanti nelle capacità offensive dell’aviazione strategica dell’Unione Sovietica. Le capacità supersoniche garantivano una minore vulnerabilità. Ma i progettisti, nondimeno, non ne hanno trascurato le difese.

Il nuovo bombardiere, oltre a blindature di 12-15mm a protezione dell’equipaggio resistenti a schegge e colpi da 20mm, conservava un’arma tradizionale. La torretta di coda Vympel DK-20 (izd. 9A242) era controllata dal radar PRS-3 Argon 2 (Fan Tail). Aveva tre modalità: ricerca, aggancio e inseguimento, e forniva coordinate angolari, velocità e distanza al computer, che compensava automaticamente anche il moto dell’aereo. Poteva rilevare un MiG-19 in avvicinamento relativo a 100 m/s a 6,5 km di distanza, effettuando il lock-on a 3 km su un settore di 61° sui due assi, scansionato in 3 secondi. Era possibile spostare l’asse di scansione in azimuth di +/-30°. Dopo aggiornamento col radar PRS-4 Krypton (Box Tail), la torretta è stata ridenominata DK-21 (izd. 9A243), con modifiche all’antenna. Il raggio di scoperta è passato a 7,4 km, con aggancio a 5,3 km su un settore di scansione di 70°.

Al radar era associato un dispositivo di puntamento televisivo TP-1A o TP-1K. In tempo buono forniva coordinate angolari e distanza. Poteva rilevare un MiG-19 a 3 km, fornendo la distanza da 400 a 2000 metri. Il settore di scansione orizzontale era di 140°, quello verticale tra -45° e  +55°.

Il sistema azionava l’unico cannone Rikhter R-23 (izd. 261P) da 23mm con 500 colpi. La cadenza di tiro era fenomenale, con  2000-2500 c/m e una velocità iniziale di 850 +/-10m/s. I proiettili HEI da 174gr  potevano essere sostituiti con cartucce chaff.

tupolev_tu-22pd

Il sistema primario di allarme (RWR) era l’SPO-3 Sirena-3, con 4 antenne, 2 alle radici alari e 2 sul retro delle gondole, ognuna copriva un settore di 90°. Sul timone 4 antenne coprivano un cono di +/- 45° davanti e in coda.  Forniva allarme sonoro e indicazioni sulla direzione della minaccia e lanciava chaff in automatico se questa era in coda. Il Sirena 3 è stato poi sostituito con l’SPO-10 Sirena-3M, più leggero con prestazioni identiche. Su alcuni velivoli è stato inserito il moderno SPO-15 Beryoza-P.

Tu-22K/KD                                                                                                                                           

La dotazione difensiva comprendeva inizialmente solo la torretta, il sistema RWR e i chaff dispenser APP-22 Avtomat-3 per difesa collettiva e KDS-16GM Avtomat-2 nelle gondole del carrello. Sui velivoli di produzione più tarda è stata eliminata la torretta in coda, sostituita col sistema automatico SPS-100 Reseda A per protezione individuale contro radar guida missili AAM/SAM, con copertura anteriore e posteriore. Purtoppo afflitto da scarsa affidabilità.

L’SPS-5 Fasol, per protezione collettiva, effettuava disturbo di sbarramento contro i radar di primo allarme e guida in VHF. Impediva il calcolo della distanza e del numero degli aerei in formazione.

Alcuni Tu-22K avevano anche l’SPS-151,152 o 153 Siren per protezione individuale situato anteriormente, in questo caso non serviva rimuovere la torretta.

Erano particolarmente efficaci i sistemi Comint e Sigint imbarcati su alcuni velivoli, come gli SRS-6 Romb-4A o gli SRS-7 Romb-4B, che potevano rilevare e registrare fino a 52 radar.

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Tu-22KP e Tu-22KPD

Questi velivoli avrebbero dovuto attaccare i radar terrestri e navali  con i nuovi missili H-22P. Il progetto,  ripreso nel 1962, prevedeva l’inserimento del sistema di puntamento passivo ed Elint Kurs-N. Per l’autodifesa avrebbero dovuto imbarcare l’SPS-100A Rezeda A in coda. Ma il sistema ancora non funzionava  così i prototipi hanno mantenuto l’armamento difensivo. Le prove del Kurs-N sono continuate fino agli anni ’70,  per continui problemi.

Nel 1970, risolte le difficoltà, alcuni Tu-22KD sono stati convertiti in Tu-22KPD, rimasti in servizio fino ai primi anni ‘90. Parte del gruppo d’attacco o in missione solitaria, i Tu-22KPD,  rilevati i radar a 350-380 km, cambiavano rotta dirigendovisi contro. Inseriti i dati di posizione nei missili H-22P, non appena la testata iniziava il tracciamento, lanciavano e si disimpegnavano.

Tu-22R/RD

Sui Tu-22R era standard l’SPS-3 Roza, per protezione individuale e di gruppo, in concerto con altri velivoli in formazione. Successivamente gli aerei hanno ricevuto gli SPS-151,152, 153 Siren-I, parte nella stiva, parte in un involucro UkhO al posto della torretta di coda, poi sostituito con lo “standard ECM pod” o SSEP.  Sul retro della stiva vi era un chaff dispenser APP-22 Avtomat-3 per difesa collettiva e chaff  dispenser KDS-16GM Avtomat-2 nelle gondole del carrello, per autodifesa.  

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I primi 2 Tu-22RD convertiti nel 1962 montavano l’SPS-100 Rezeda  nel pod SSEP assieme a un chaff dispenser. La modifica non è proseguita sugli RD successivi.

Tu-22RDM

I migliorati RDM utilizzavano sempre il Siren, per protezione individuale contro radar guida SAM e AAM,  con modalità ricettiva oltre che di trasmissione, con 3 programmi: 1) protezione individuale contro radar a impulsi, CW e quasi CW. 2) protezione mutua di due o più aerei con scintillazione (blink jamming). 3) protezione individuale da radar a impulsi. Coi seguenti modelli:

1 SPS-152DA o SPS-153DA nel secondo modulo standard ECM nella stiva.

1 SPS-151ME e 1 SPS-152ER o 153ER in un compartimento anteriore ricavato da un serbatoio.

1 SPS-151MD nel modulo SSEP in coda. Questo aveva i seguenti modi addizionali: 1) inversione manuale dell’irradiazione dal settore inferiore-posteriore a quello inferiore-anteriore. nel volo ad alta quota. 2) modalità autonoma MV di inversione per l’emissione anteriore o posteriore a bassa quota.

Completavano la dotazione 3 flare dispenser ASO-2I,  2 nelle gondole e 1 nella stiva.

Tu-22P/PD

All’inizio degli anni 60 è apparso evidente che le formazioni di bombardieri avrebbero richiesto anche velivoli ECM appositi. Se alcune varianti del Tu-16 e del Tu-95 potevano svolgere questa funzione scortando i bombardieri subsonici, lo stesso non si poteva dire per i supersonici Tu-22. Nel  1962 è stato avviato il programma Sibir-2 per realizzare la variante per disturbo radar Tu-22P. Inizialmente l’obbiettivo era il contrasto dei radar di primo allarme e guida caccia di superficie, ma con lo sviluppo dei missili antiaerei, è stato necessario annullare i radar di sorveglianza e tiro. Questo ha portato allo sviluppo di un certo numero di varianti.

I velivoli sono stati privati del sistema Elint SRS-6, delle macchine fotografiche, dei portelli della stiva e delle rastrelliere per le bombe, a parte l’aggancio BD6-105A. Nell’agosto del 1962 è stato realizzato il prototipo, con la seconda variante del Sibir-2. Nel 1963 è stata completata la prima fase dei test, proseguiti fino a marzo del 1964, per rimediare a molti fallimenti e attuare le modifiche richieste, apparse nel corso dei voli di prova. I sistemi di disturbo hanno comportato l’aumento del peso a 49000 kg. Il velivolo manteneva le prestazioni della variante Tu-22R ma l’autonomia risultava ridotta  di 180-200 km per la necessità di conservare parte del combustibile per mantenere il centro di gravità in atterraggio, spostato a causa dei sistemi ECM. Sono stati prodotti 47 Tu-22P.

I disturbatori di sbarramento erano installati in un pesante contenitore rimovibile a ricambio rapido che occupava quasi tutta la stiva. Era appeso al BD6-105A, con le sole antenne sporgenti dalla stiva. Aveva antenne a spirale SPS-22, 33, 44, 55, 77, un gruppo di alimentazione e un potente sistema di raffreddamento ad aria e liquido con presa d’aria anteriore. Davanti e sul retro erano invece alloggiate le antenne a lama dei gruppi SPS-4M Kljukva o SPS-5 Fasol-1. Le apparecchiature sono state costantemente migliorate con ben 5 varianti:

P1:  SPS-44  e SPS-55 e 1 set SPS-4M o SPS-5M (all’inizio 2 SPS-4M), 2 APP-22.

P2:  SPS-77 (su frequenze predisposte), 1 set SPS-4M e 1 SPS-5M, 1 Fasol, 1 APP-22.

P4:  SPS-22-70, SPS-33-70, 1 set SPS-5M Fasol, 1 APP-22 e 1 SPS-6 in fusoliera.

P6:  SPS-22-70, SPS-44-70, 2 set SPS-5M, 1 APP-22 e 1 secondo APP-22 in fusoliera.

P7:  SPS-22-70, SPS-55-70, 2 set SPS-5M e 1 APP-22 oltre a 1 SPS-6 in fusoliera.

A quel tempo, i contenitori P-4, P-6 e P-7 erano i più moderni sistemi ECM dell’Unione Sovietica.

ecm-tu-22

Gli SPS-44, SPS-55, SPS-77 e i successivi SPS-22-70, 33-70, 44-70 e 55-70 formavano il gruppo Buket e funzionavano in modalità automatica o semiautomatica. In automatico, intercettavano, selezionavano i segnali di risposta e iniziavano il disturbo omnidirezionale continuo. Se cambiava la frequenza, si ri-sintonizzavano automaticamente. In semi-automatico, operavano in frequenza fissa di sbarramento, selezionata dall’operatore. Trasmettevano continuamente,  disturbando radar di sorveglianza e  tracking  a impulsi in banda centimetrica. Potevano anche eseguire spot noise.

Gli SPS-4M, SPS-5M ed SPS-6 erano disturbatori di sbarramento in onde metriche. Trasmettevano su 360° senza interruzione, non disponevano infatti di ricevitori, operavano su parametri noti. Ogni pannello controllava le due trasmittenti di ogni sistema.

I Tu-22PD, col sistema Elint REB-K, montavano la carenatura in coda con l’SPS-100A Reseda-A. Il loro compito era il rilevamento passivo radio/radar dei gruppi di portaerei e il disturbo per i Tu-22K.

In ogni gondola del carrello era alloggiato un KDS-16GM Avtomat 2 con 416 pacchetti chaff, tagliato  in varie misure per frequenze tra 0,6 (?) e 12,5cm (2,4-50 GHz). Il sistema era automatico, collegato all’SPO-3, o manuale, controllato dall’operatore. Vi erano 10 opzioni di lancio e tempo. In modalità “serie-continua”, con intervallo di 0,3 secondi, era possibile scaricare l’intera quantità in 4 minuti (2 minuti per gondola).

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Nella stiva erano presenti 2 APP-22 Avtomat 3, controllati manualmente, che rilasciavano chaff tagliato a varie lunghezze per lancio singolo o in salva, contro radar con frequenze tra 0,8 e 4 m (?). Avevano molto più chaff ma operavano come il KDS-16GM  per formare nuvole e corridoi. La ricarica manuale richiedeva il lavoro di 3 uomini per 7 ore.  

Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 molti Tu-22P hanno ricevuto le installazioni SPS-151,152 o 153 nella parte anteriore, in un nuovo pod standard, usato anche sui Tu-16 e Tu-95. Altre volte i disturbatori erano, invece, nell’SSEP in coda.

E sono stati inseriti i flare dispenser  ASO-2I-E7R  per protezione individuale contro caccia in coda sul retro delle gondole e della stiva. Ogni gruppo con 2 schiere di 32 cartucce IPP-26, per un totale di 192 flare, lanciate in gruppi di 4 o 16 con intervallo di 0,3 o 1 secondo. Era naturalmente possibile il lancio in parallelo, 8 serie di 8 o 2 serie di 32 flare.

In combattimento

Come in tutti i dispositivi similari, l’azionamento dei potenti disturbatori nelle esercitazioni provocava non solo l’accecamento dei radar ma anche l’interruzione di ogni comunicazione radio e trasmissione TV. Nei settori disturbati, era impossibile il rilevamento della distanza e del numero dei velivoli, con errori in azimuth e altitudine, impedendo il tracking. I lanciatori di chaff APP-22 venivano impiegati assieme ai disturbatori. Per i radar era difficile  individuare il “leading edge” delle nuvole chaff. Un solo Tu-22P poteva coprire completamente 2-3 Tu-22 in formazione, separati di 1,5-2 km, da 100-130 km con gli  SPS-4M/5M/6, da 50 km con gli SPS-77 e da 150 km con l’SPS-44 Buket.

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Secondo alcune fonti, nel conflitto Iran-Iraq, i Tu-22 avrebbero impiegato anche i disturbatori Smalta-2 e 3 contro gli MIM-23B Improved HAWK. I primi del tutto inefficaci, i secondi in grado di disturbare i segnali a distanza insufficiente (solo 2-3 km).  Dopo il 1983 sono stati forniti i molto più potenti Smalta-4 e 5, in grado di accecare sia i radar degli Hawk che quelli degli F-4 (non gli F-14) da 10-15 km. 

Nel corso della guerra in Afghanistan  sono stati impiegati 4 Tu-22PD per fornire copertura ai Tu-22M3 in prossimità del confine col Pakistan, disturbando i radar early-warning che avrebbero potuto dirigere gli F-16 pakistani. Nessun Backfire è stato intercettato.

Fonti

Tu-22 Blinder (S. Burdin-A. Dawes)

Tupolev Tu-22 Blinder, Tu-22M Backfire (Y.Gordon-V.Rigmant)

http://www.airwar.ru/enc/spy/tu22p.html

3 thoughts on “Tu-22 (Blinder): sistemi difensivi

  1. Ciao Gian Vito. Avrei bisogno di un chiarimento sulla suite difensiva della versione -R/RD. Ho appena finito di leggere il libro di Burdin e Dawes (e ho anche il primo libro di Gordon pubblicato per l’Aereofax), ma non ho trovato traccia del SPS-3 Roza. Hai qualche informazione in più su questo sistema? Poi, per come è scritto il libro di Burdin e Dawes, la versione -R/RD sembra avesse in dotazione il KDS-16GM (stesso dispenser del Badger) e potevano montare nella stiva l’APP-22, descritto come un chaff/flare dispenser per la protezione collettiva, ma nella sua descrizione non risulta in alcun punto che potesse lanciare anche flare (magari ci fosse uno spaccato o una foto consultabile online mi farebbe comodo). Infine gli autori non parlano di eventuale aggiornamento della suite difensiva di questa versione, ma mi pare di capire siano stati sottoposti a un retrofit simile a quello della versione -K (e sicuramente parte di questi jammer trovò spazio anche sui Blinder export, che erano degli -R ricondizionati senza suite da fotoricognizione, tanto che TU-22 libici riuscirono a impedire il tracciamento ai radar dei Mirage F-1 francesi,ed è possibile che gli irakeni abbiano anche ricevuto sistemi non-standard con le forze russe). Ultima domanda, gli ASO-2I trovarono spazio solo sulla variante -P (e l’RDM da ricognizione/attacco nucleare)? Per come descritta la missione di scorta ravvicinata da parte di un -P un formazione con i -K (doveva proteggere gli altri aerei con il lancio dei suoi flare) sembrerebbe di si,

    1. Nelle fonti, l’Aerofax sui Tu-22, a pag.11 riporta la presenza dell’SPS-3 Roza. L’installazione è riportata anche nel libro “Tupolev Tu-22 Blinder” di Burdin-Dawes, credo nel primo capitolo (cercando in rete SPS-3 Roza ECM, appare subito il punto). Anche altri siti la riportano. Uno a caso:
      https://ruslet.webnode.cz/technika/ruska-technika/letecka-technika/a-n-tupolev/tu-22r-rd-blinder-c/
      Non ho informazioni precise sulle funzioni di questo sistema di disturbo.
      L’APP-22, per quanto ne so, era esclusivamente un chaff dispenser. Siccome quasi sempre i dispenser sono chaff/flare… non escludo un errore dell’autore (a meno che un giorno non mi capiti di trovare una prova della presenza di flare, farò una ricerca).
      I sistemi ECM attivi sono stati aggiornati. Non posso escludere che altri modelli, successivamente, abbiano montato gli ASO-2I. Sembrerebbe logico ma non ho trovato conferme.

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