Nel dopoguerra, in Unione Sovietica, si è presto compreso che il miglioramento delle difese occidentali avrebbe reso necessario l’attacco “stand off” con missili da crociera. La prima generazione di missili, rappresentata dal Kangaroo, era però carente nelle prestazioni generali. Non avrebbe potuto penetrare le difese avversarie. Così l’aviazione sovietica ha richiesto un missile simile al Blue Steel. La marina voleva invece un nuovo missile antinave con radar attivo. Per il futuro Tu-22K (Blinder B) erano previsti dei missili da crociera derivati dal K-10S ma si è preferito un sistema completamente nuovo. Il sistema d’arma K-22 avrebbe compreso il bombardiere, il radar PN (Down beat) e il missile H-22. Il 17/6/1958, il progetto è stato approvato e lo sviluppo è stato affidato all’ufficio Dubna, parte dell’OKB-155. Le prestazioni previste garantivano il superamento di qualsiasi difesa aerea. Il missile risultante, l’H-22 Burya, è risultato uno dei più potenti e longevi mai realizzati. E’ in servizio da quasi cinquant’anni.
I test sono iniziati a luglio del 1961 con due prototipi del Tu-22K. L’avionica dei missili è stata provata su alcuni Tu-16K22. Il primo lancio da un Tu-22K è avvenuto l’anno dopo. Dopo numerosi test, molti dei quali falliti, e un incidente grave, nel 1965 è terminato lo sviluppo ed è iniziata la produzione in serie, nella fabbrica di stato 256 di Uljanovsk ma, a causa di numerosi problemi, per l’entrata in servizio si è dovuto attendere il 1967. Lo sviluppo è passato al gruppo Raduga. E solo nel febbraio 1971 il Tu-22K, in 60 esemplari, è stato dichiarato operativo con il missile. Un progetto per dotarne i Mya-3MD non ha avuto seguito.
Il Burja ha una lunghezza variabile tra 11,65 e 11,67 metri. Il diametro è di 92 cm e l’apertura alare è di 3 metri, con freccia di 75°. L’altezza è di 3 metri. Il rollio è controllato con movimento differenziale delle superfici orizzontali. Il timone è completamente mobile. La deriva inferiore stabilizzatrice si piega a destra per facilitare il carico a terra, riducendo l’altezza a 1,8 metri e si raddrizza dopo il lancio. Il peso varia a seconda del modello, da 5635 a 5923 kg. La struttura utilizza acciaio inox e leghe di titanio (OT-4-1 e VT-5) e magnesio (ML-5) per fusoliera, ali e struttura interna, oltre a potenti adesivi resistenti al calore, necessari date le alte temperature (350-420°). Impiega rivestimenti protettivi e inibitori anticorrosione. Il cono anteriore in fibra di vetro ha richiesto studi particolari e il cambio della ditta produttrice, non in grado di garantire il rispetto delle specifiche. Il motore a propellente liquido ha due camere di combustione sovrapposte, booster e crociera, ed è alimentato con 3049 kg di idrazina TG-02 (Tonka-250: 50 % xilidina e 50 % trietilammina) e 1015 kg di acido salnitrico ossidante AK-20F/K a fumo rosso (80 % acido nitrico e 20 % tetraossido di azoto, con additivi fluoro o iodio). Una turbopompa (TNA) immette combustibile e ossidante al ritmo massimo di 80 kg/s. Impiega un generatore a gas ad alta pressione per fornire corrente alternata all’autopilota, ai sistemi avionici e idraulici. Poco prima del lancio, una cartuccia attiva la batteria che dà corrente continua prima che il turbogeneratore raggiunga il funzionamento nominale. Fornisce energia per 10 minuti. Il missile è scomponibile in sezioni, per facilitare la manutenzione e per convertire una versione in un’altra. Richiede alta qualità e lavorazioni di precisione.
Sono state sviluppate due varianti in parallelo, il modello 1 contro bersagli singoli con grande traccia radar, come navi, ponti, edifici e il modello 2, strategico, contro bersagli areali, gruppi di navi o grandi bersagli terrestri.
H-22PG (AS-4A)
Il modello 1 iniziale pesava 5654 kg. Aveva un radar attivo PG con aggancio prima del lancio e due testate opzionali, ad alto esplosivo/perforante (HE/AP) a carica cava da 950 kg (versione BN) e nucleare da 350 KT (versione B). Il raggio d’azione operativo era di 150-350 km. L’SSKP contro un incrociatore era dell’80-90 %.
H-22PSI (AS-4C)
Disponibile dal 1971, a causa di ritardi nella progettazione del gruppo inerziale, il modello 2 impiegava un sistema di navigazione stimata con tre fasci Doppler, designato PSI. Era distinguibile per l’ogiva metallica e il pannello dielettrico ventrale. Con questa versione si inserivano nel sistema inerziale le coordinate e la rotta del bersaglio tramite il radar del bombardiere. Il processore dati sul missile calcolava costantemente la velocità e la distanza rimanente, iniziando una picchiata di 30° al momento opportuno. Il CEP era di 3-5 km. Era armato unicamente con la testata “tipo N” da 1 MT, armabile solo in volo, con spoletta per esplosione in aria o a contatto.
H-22P (AS-4B)
Una terza versione per la soppressione dei radar di difesa aerea con sensore passivo PSN o PGP-K avrebbe dovuto essere portata dai Tu-22KP/KPD con ricevitore RHAWS tipo Kurs N/NM. Il sensore a banda larga avrebbe dovuto agganciare radar, sistemi di comunicazione e navigazione. Inaffidabile, ha incontrato inattesi problemi di sviluppo. Già nel 1962 si è deciso di rimandarne il miglioramento alle varianti successive.
Sul Tu-22K/KP/KD il Burja era montato su un pilone idraulico BD-294F. Veniva lanciato tra 10000 e 14000 metri. Il razzo Tumanskiy R201-300 con entrambe le camere di combustione attive, forniva 8350 kg/sp a 10000 metri. Dopo il lancio, l’autopilota APK-22 comandava la salita alla quota di crociera programmata di 22500-25000 metri. Appena la velocità di 3,4 Mach era raggiunta, la camera di combustione più grande (booster) si spegneva e il motore entrava in crociera (600 kg/sp). L’autopilota APK-22 stabilizzava il missile e manteneva la quota. 25 secondi dopo il lancio si attivava il sistema di guida. Il radar tracciava il bersaglio su due piani (orizzontale/verticale) e generava i comandi di guida. Raggiunto un angolo verticale preselezionato tra fascio radar e direzione di volo, l’autopilota spegneva il motore e metteva il missile in picchiata a 30°.
Il raggio azione massimo dipendeva dalla velocità e quota di sgancio dai Tu-22K e dalla riflessione radar del bersaglio. A 950 km/h a 10000 metri era di 400 km. Aumentava a 500 km con un lancio a 1400 km/h e 12000 metri e a 550 km a 1720 km/h e 14000 metri.
H-22M
All’inizio degli anni ’70 è iniziato lo sviluppo di un modello migliorato, per i nuovi Tu-22M (Backfire), con un data-link per aggiornamenti a metà traiettoria o per fornire le coordinate per un diverso bersaglio. Il missile può manovrare durante il volo e, dopo aver eseguito una deviazione, attaccare da una direzione inattesa. Il peso varia tra 5780 e 5923 kg. Il nuovo motore Isayev S5.33M ha tre modalità. Al lancio, con le due camere funzionanti, fornisce 7100 kg/sp a 10000 metri. In crociera la singola camera dà 600 o 1300 kg/sp a seconda del flusso di combustibile. L’autopilota modificato APK-22A seleziona continuamente tra le due potenze per mantenere la velocità. L’H-22M impiega il radar migliorato PMG e la testata perforante. Il raggio d’azione operativo è esteso a 300-400 km. La quota di lancio dai Tu-22M varia tra 10000 e 16000 metri. Può essere lanciato anche dai Tu-22K/KD ma solo con aggiornamenti ai velivoli. Sui Tu-22M è trasportato “conforme” su un BD-45F idraulico o esternamente su due piloni BD-45K.
Il missile è stato adottato nel 1974. Nel 1979 ne erano armati 370 Tu-22M2/3 (Backfire B/C). L’operativià su 45 Tu-95K22 (Bear G) è arrivata solo nel 1987, E’ sempre in tre versioni, coi medesimi codici NATO.
H-22 MA (MPSI)
Impiegato per la distruzione di grandi bersagli fissi terrestri e navali con testata di 350 KT. Alla guida inerziale/PSI è stato aggiunto un sistema TERCOM. Il CEP è ridotto a poche centinaia di metri. I vettori tipici sono i Tu-22M2 (Backfire B) e i Тu-22K/KPD.
H-22MP
Dispone di guida passiva migliorata. Durante lo sviluppo sono sorti nuovamente problemi di sintonizzazione sulle frequenze radar, risolti solo in parte negli anni successivi. E’ in servizio sui Tu-22M2 e sui Тu-22KD/KPD. La testata di 630 kg contiene 1200 frammenti perforanti.
L’attacco.
Il Burya è stato studiato per distruggere o mettere fuori combattimento con un singolo colpo bersagli navali di oltre 10.000 tonnellate (incrociatori da battaglia e portaerei) ed eliminare bersagli strategici a terra (dighe, centrali elettriche, fabbriche, stazioni ferroviarie, aeroporti) e stazioni radar.
La strategia di attacco sovietica si basa sull’impiego massiccio dei Tu-95K-22 e Tu-22M3 in missioni a lungo raggio contro le squadre navali americane. I bombardieri avanzano scortati da velivoli EW in grado di coprire con potenti disturbi il loro avvicinamento. Alcuni velivoli effettuano attacchi diversivi, gli altri attaccano da molte direzioni contemporaneamente. I missili vengono lanciati in salve di decine per saturare le difese. Il puntamento via radar sarebbe naturalmente impedito dai sistemi di disturbo nemici. Verrebbero lanciati prima gli H-22PSI a guida inerziale e testata nucleare per eliminare le navi scorta e indebolire le difese elettroniche, per poi attaccare le portaerei coi missili a guida radar convenzionali o nucleari.
Il vettore individua il bersaglio sul radar o passivamente. Raggiunta la distanza utile, i dati di navigazione con la posizione dell’obbiettivo vengono inseriti nel sistema inerziale. Pochi istanti dopo il missile è sganciato. Il motore a razzo della variante N, dell’OKB-300 Sojuz, è un Isayev R-201-300/S5.44. Ha una spinta nominale massima di 8464 kg con le due camere in funzione, anche se alcune fonti riportano fino a 13600 kg/sp. Si attiva 3 secondi dopo lo sgancio. 7 secondi dopo, l’autopilota comanda la salita alla quota di crociera prevista, alta (tra 18500 e 27000 metri) o bassa (12000 metri). Il motore alla quota di 24-27 km può spingere il missile fino a 4,6 Mach, ma così non si può sfruttare la portata massima. Raggiunti i 3,8 Mach commuta il razzo a regime economico, con spinta variabile tra 650 e 1400 kg. Alla quota di crociera di 12 km la velocità massima scende a 3,5 Mach. Il raggio operativo varia a seconda della quota e velocità di lancio e del profilo di volo, da un minimo di 60 ad un massimo di 450 km. La posizione del bersaglio è aggiornata tramite collegamento dati. L’autopilota calcola la velocità e il tempo ottimali lungo la traiettoria semibalistica. Essendo il motore a combustibile liquido, la spinta si può variare: massima per salire, minore in crociera e massima in picchiata. A 60 km dal bersaglio si attiva il radar di ricerca, in grado di rilevare una portaerei già da 340 km e “agganciarla” da 250-270 km. Se il bersaglio è localizzato, il missile attacca in picchiata tra 30° e 60°, accelerando alla velocità terminale di Mach 4,15-4,6.
Il lancio dell’H-22PSI è più semplice, non essendo necessaria una elevata precisione. La posizione del bersaglio è fissa o cambia poco (portaerei). Nel lancio su bersagli areali, il bombardiere rileva la posizione del bersaglio col radar di bordo o con sistemi passivi. Il sistema PSI riceve gli impulsi Doppler del terreno e determina la distanza rimanente. A distanza ottimale inizia la picchiata a 30°. Il radioaltimetro comanda lo scoppio ad alcuni km sopra la flotta nemica, più che sufficiente per distruggerla con la testata termonucleare.
Nessun dubbio sull’efficacia. La testata “tipo M” perforante esplosiva (HEI) a carica cava di 930-950 kg (500 kg dei quali di esplosivo RDX), è direzionale con scoppio verso il basso. Ai test ha fatto un foro di 5 metri di diametro e profondo 12 metri nella struttura di una nave. La testata termonucleare “tipo N” da 350 KT con scoppio in aria o a contatto non lascia scampo. Può affondare navi in un raggio di 2 km e metterle fuori combattimento entro 6 km.
Vantaggi
L’intercettazione del missile è resa difficile dalla bassa sezione radar, valutata 0,5 m2, e dalle prestazioni, superiori a quelle di un Blackbird. Non a caso la US Navy poneva particolare attenzione ai bombardieri sovietici per distruggerli alla massima distanza, con la combinazione E–2/F-14 e con lo sviluppo del sistema Aegis. Resta un formidabile antinave e una potente arma per l’attacco di superficie. Si stima che siano sufficienti 9 H-22N convenzionali per affondare una portaerei.
Difetti
A causa del peso è poco amato dagli equipaggi. La possibilità di montare tre missili in missioni reali è solo teorica, vista la riduzione nel raggio d’azione. Sui Tu-22K l’occasionale scoppio di alcuni pneumatici ha provocato alcune esplosione spettacolari con la morte degli equipaggi. Le operazioni di carico e manutenzione sono un dramma per il peso e lo spazio limitato. Il propellente è tossico e corrosivo, il personale di terra lavora con indumenti di protezione chimica e maschera antigas. Non può essere conservato a lungo e i serbatoi devono essere svuotati e riempiti periodicamente. Anche le batterie richiedono la scarica-ricarica regolare. Ogni volta i serbatoi vanno lavati con soluzioni particolari, asciugati e riportati al deposito. Sugli H-22M/N l’ossidante è in contenitori sigillati pressurizzati e viene pompato nei serbatoi restando isolato dall’esterno, rendendo più sicure e semplici le operazioni.
H-22N
Il modello N è stato introdotto nel 1976 per aumentare la probabilità di penetrazione, impiegando una seconda modalità di lancio per bassa quota (da cui la lettera N), tra 1000 e 8000 metri, da affiancare alla modalità precedente, tra 8000 e 13000 metri. Rilevato il bersaglio, il navigatore inserisce la quota di crociera prevista e quella di sgancio nel sistema di guida, dotato del nuovo autopilota APK22M. Per ogni intervallo di quote il sistema di controllo adotta una specifica amplificazione dei segnali di guida e i movimenti delle superfici sono diversi, migliorando la precisione. La quota di crociera è 12000-12500 metri per lancio “basso”e 22500-23000 metri per quello “alto”. Ha motore modificato Isayev S5.44, con un tempo di funzionamento aumentato in tutte le modalità, triplicato in crociera (650-1400 kg/sp) a bassa quota con velocità ridotta fino a 2,2 Mach. La velocità in quota aumenta a 3,8-4,6 Mach. Il missile impiega elettronica a semiconduttori. E’ più pesante (5767-5805 kg) e alto (3,2 metri). Il “kill range” è 200-360 km su traiettoria alta e 80-240 km in quella bassa. La portata massima varia tra 460 e 600 km. La guida intermedia è inerziale con aggiornamento. A 60 km dal bersaglio si attiva la guida radar terminale PMG. La testata è nucleare da 350 KT o a carica cava. I vettori sono i Tu-22K/KD, Tu-22M2/M3 e Tu-95K22.
Il radar ha scarsa risoluzione, potendo rilevare solo bersagli con forte contrasto radar, opera su una singola frequenza e non dispone di buone ECCM.
H-22NA
Il tipo PSI, pesante 5900 kg, ha guida inerziale con radio correzione e TERCOM. La testata è nucleare da 350 KT. E’ montato sui Tu-22M2/3 e Tu-95K-22.
H-22NP
A guida passiva con radio correzione. Sui Tu-22M3 e Tu-95K-22.
H-22MN
Ibrido tra H-22M e N, basato sul primo ma con le caratteristiche del secondo. A differenza di questo, può essere lanciato a 16000 metri dai Tu-22M2/M3 e il tempo di funzionamento del motore è esteso, con autonomia di 380-570 km su traiettoria alta e 165-250 km in quella bassa. E’disponibile con radar PMG o sistema PSI o antiradar, con testate diverse.
In combattimento
Durante la Guerra Iran-Iraq i Tu-22K/KP iracheni hanno attaccato ripetutamente le posizioni di difesa iraniana con i Burya. I russi hanno fornito 100-200 H-22, per la maggior parte antiradar P ed MP, lanciati a coppie contro le postazioni di MIM-23 HAWK. Sono stati colpiti solo un paio di radar impiegando non meno di 12 missili contro ognuno. I sensori passivi erano così poco sensibili che spesso non era possibile lanciare che tra 15 e 30 km di distanza e spesso il missile perdeva l’”aggancio”. I missili erano molto sensibili e inaffidabili e la manutenzione inadeguata. Il sistema di guida si guastava spesso poco dopo il lancio. Peraltro gli operatori degli HAWK spostavano spesso le batterie e sicuramente adottavano procedure efficaci.
Altri H-22 sono stati lanciati contro bersagli di superficie in Iran, come città, raffinerie di petrolio e industrie. I risultati sono stati modesti. I radar di bordo sono stati spesso disturbati dagli iraniani, preoccupando non poco i tecnici sovietici, presenti come consulenti.
H-22B
Missile per ricerche sperimentali sulle alte velocità impiegato negli anni ’70. Durante i voli ha raggiunto una quota di 70 km. Nella discesa balistica la velocità ha toccato Mach 6. I risultati sono stati utilizzati nel progetto H-32.
H-22E
Variante per l’esportazione del modello M offerta all’India e all’Iran ma rifiutata alla Cina. Nessun missile è stato esportato.
H-32
Secondo alcune fonti, la Raduga ne avrebbe iniziato lo sviluppo nel 1998, secondo altre avrebbe iniziato i test già nel 1995, continuandoli con successo fino alla fine degli anni ‘90. La mancanza di fondi ha ritardato il programma e la produzione, a basso regime, è partita solo nel 2006. Nel 2012 l’impianto DMZ a Dubna ne ha prodotti 10. Nel 2013 ha raggiunto l’IOC, ma la produzione in grande serie è prevista solo dal 2020.
L’H-32 (9A-2362) dispone di un nuovo sistema di controllo del motore MOKB Mars K051 e di un profilo di volo ottimizzato che raddoppia il raggio d’azione. Previsto per i Tu-22M3/5, mantiene le dimensioni e il peso precedenti. Può essere lanciato ad una quota tra1000 e 13000 metri. Il motore è molto più potente e permette una velocità di picco di Mach 5. Il raggio d’azione ad alta quota è di almeno 600-800 km. Al lancio il missile sale fino a 44000 metri. Riceve aggiornamenti via data-link e rileva il terreno con l’altimetro radar. La navigazione può sfruttare anche il sistema Glonass. A quella quota il nuovo radar digitale Leninets U-501, con portata di 200-300 km e migliori ECCM, classifica i bersagli e seleziona le portaerei o gli incrociatori, effettuando l’aggancio. L’attacco è in picchiata con angolo di 45-60°. La testata è più leggera, 500 kg. Nello spazio rimanente porta altro combustibile. E’ sempre disponibile la modalità di attacco a bassa quota ma con notevole riduzione del raggio d’azione. Non è chiaro come possa avvenire l’avvistamento del bersaglio alla massima distanza di lancio, ben superiore a quella del radar del missile e del vettore. L’intercettazione di un H-32 è problematica. Anche i missili Standard SM-6 RIM-174 hanno limiti di quota e velocità del bersaglio. E sembra possa resistere all’impatto di proiettili da 20mm e piccoli missili sup-aria.
Si sospetta sia entrato in produzione il modello migliorato H-32M, con i nuovi sistemi di controllo K-051M e radar U-501M oltre alla nuova testata TK-56, il cui sviluppo è iniziato nel 2008, con le prime consegne nel 2012.
Costoso e complicato, il Burja è stato prodotto in 1000 esemplari, di cui 700 delle prime varianti. Col tempo l’importanza dell’H-22 è andata calando ed è iniziato l’imbarco degli H-15 sui Tu-22M. Nel 1992 è iniziato il ritiro, iniziando dai modelli nucleari. Gli H-22M/N insieme ai soli Tu-22M3/4, sono ancora in inventario nell’aviazione russa. Nel 1995 l’Ucraina aveva 386 H-22 convenzionali, ceduti nel 2000 alla Russia per pagare dei debiti.
Fonti
Soviet/russian aircraft weapons since WWII. (Yefim Gordon)
http://ruslet.webnode.cz/technika/ruska-technika/letecka-vyzbroj/protizemni-rs/ch-22-as-4-kitchen-/
http://vs.milrf.ru/armament/marine/krm_x22.htm
http://airwar.ru/weapon/kr/x22.html
http://rbase.new-factoria.ru/missile/wobb/x22/x22.shtml
http://www.navyrecognition.com/index.php/focus-analysis/naval-technology/6088-new-kh-32-antiship-missile-becomes-operational-in-russia-part-1.html
http://www.acig.info/CMS/index.php?option=com_content&task=view&id=247&Itemid=47
Penso che la produzione del Kh-22 sia stata superiore ai 1.000 esemplari, comunque sia. Se persino l’Ucraina ha ridato indietro quasi 400 esemplari… per non parlare di quelli usati nella guerra Irak-Iran, per non parlare dei circa 600 lanci addestrativi, più i missili che erano già in arsenale in Russia. Non può essere così basso come totale, praticamente è come se i Tu-22M a quel punto non avessero più missili in inventario, possibile che sarebbero rimasti tutti in Ucraina gli esemplari superstiti? (Domanda retorica; NO come risposta).
Quanto all’impiego bellico, non capisco come potessero missili così grossi essere così incapaci di agganciare i siti SAM iraniani e le stazioni radar. Possibile che l’elettronica russa facesse così pena? In fondo una testata passiva è molto più semplice da costruire di una attiva, e le testate sovietiche funzionavano bene tutto sommato (gli SS-N-2, quando non disturbati/ingannati, centravano il bersaglio in oltre il 90% dei casi, vedi guerre 1967 e 1971).
Per la cronaca i missili vennero usati con 4 Tu-22K ceduti apposta dai russi. Sarebbe interessante anche sentire come gli iraniani disturbassero i bombardieri, non è una cosa tanto semplice come sembra (anzi).
Infine, non capisco come il molto più semplice AS-6 non sia stato adattato ai Tu-22. Tra l’altro è anche più leggero oltre che con un propulsore molto più sicuro (3 tonnellate di idrazina!) di quello dell’AS-4.
L’AS-4, infine, è stato la principale causa per lo sviluppo dell’AEGIS, all’epoca era visto come una minaccia di primaria importanza dall’USN. Non sapremo mai come le cose sarebbero andate, a dire il vero.
1000 missili sembrano pochi anche a me. Ma le fonti così riportano. Certo questo spiegherebbe perché sia ripartita la produzione con i nuovi H-32.
I tecnici russi e quelli della Germania est hanno accusato gli iracheni di essere poco addestrati all’impiego dei missili antiradar e li hanno affiancati nel corso di molte missioni, con risultati… Identici. Il sensore era poco sensibile (e certamente gli iraniani si divertivano a spegnere i loro radar). Probabilmente tecnologicamente equivalente a quello dell’AGM-45 Shrike.
I missili SS-N-2 sono a guida radar attiva e/o IR, un paragone non è possibile.
Gli iraniani disturbavano il radar a bordo dei missili. La mia frase poteva in effetti essere fraintesa.
Gli AS-6 sembra siano stati resi compatibili coi Backfire nel 1974. Ma non è mai stato confermato l’impiego su questi ultimi.
Comunque il conto si fa presto: 600 missili usati per esercitazioni+300 missili usati per l’Irak+400 missili usati in Ucraina+XXX missili presenti ancora nella V-VS russa (per esempio, i reggimenti di Tu-22 delle flotte del Pacifico e del Nord sicuramente avevano centinaia di AS-4). Quindi è certo che, per come la vedo io, il missile AS-4 sia stato costruito in un range che potrebbe essere tra 2000 e 3000 esemplari, specialmente considerando l’altissima priorità strategica che aveva per i sovietici e il tempo di produzione calcolabile in decine di anni.
Su Wikipedia si riporta anche che l’SA-6 è stato costruito in 10.000 esemplari. Tanto per dire, il SIPRI riporta che non meno di 22.000 unità sono state esportate oltre l’URSS, e del resto, visto che i lanciatori sono stati oltre 1000 ad essere esportati, è chiaro che i missili esportati siano stati un gran numero, certo non qualche migliaio (anche perché ne servono 3 per lanciamissili come prima carica).
Un’altra arma costruita sicuramente più di quanto dichiarato è l’AA-9 Amos, se è per questo, 1.200 missili per 400 MiG-31 (ciascuno capace di portarne 4…) sono francamente pochi. E’ praticamente impossibile che i sovietici abbiano costruito così tanti aerei senza dar loro almeno un paio di ricariche. Tanto per capirci: gli ungheresi, nonostante avessero un’aviazione minuscola, avevano in inventario circa 10.000 Atoll. la DDR è segnalata avente in carico, nel 1990, circa 17.000 AAM di tutti i tipi. I sovietici, di conseguenza, non badavano certo a spese e non erano così sciocchi, da costruire numerose e costosissime piattaforme senza dar loro munizionamento in quantità (che la NATO stimava equivalenti a 3 guerre in stile occidentale).
I sistemi “strategici” fanno eccezione. Bisognerebbe, inoltre, conoscere quando sono stati lanciati i 600 H-22. Probabilmente il numero dei Burya prodotti ha superato i 1000 esemplari, ma siamo nel campo delle ipotesi.
Sono sicuro che il numero sia pesantemente sottostimato, ovviamente non posso dimostrarlo ma è implausibile che siano stati così pochi, inoltre mi pare chiaro che la gran parte dei 600 AS-4 lanciati siano stati usati prima del 1991, visto che poi le attività di collaudo e aeronautiche sono rapidamente cadute a zero o quasi..
Del resto l’URSS ha prodotto, in pochissimi anni, non meno di 308 SS-18 Satan e oltre 400 SS-20, più gli SS-17, SS-19, SS-24 e SS-25.
Una cosa interessante sarebbe di avere un ORBAT dei Tu-22 in Ucraina, così potremmo stabilire il numero di missili che i sovietici applicavano ai reggimenti bombardieri.
In altre parole, nemmeno sui sistemi ‘strategici’ (ma l’AS-4 era un misto essendo anche un’arma antinave-antiradar) i sovietici badavano ad economie di produzione. E finora non ho trovato una sola categoria di munizionamento in cui abbiano, diciamo, lesinato gli sforzi produttivi. ABasti dire che i pur grossi SA-2 Guideline sono stati realizzati in qualcosa come forse 100.000 unità, tanto per dare l’idea nel campo dei grossi missili a propellente liquido.
Quindi si potrebbe dedurre che i paesi del Patto di Varsavia disponessero di molte decine di migliaia di bombe nucleari tattiche, per assicurare scorte adeguate…O che il precedente H-20 fosse disponibile in 1000 pezzi. Forse un giorno sarà possibile avere accesso a dati sicuri. Io continuerò la ricerca sul numero prodotto, che appare anche a me discutibile.
Ciao Gian Vito. Approfitto della discussione sulle operazioni SEAD irachene per una domanda sui sistemi ARM sovietici. Mentre i vari missili sono ben conosciuti e trattati in letteratura (Kh-58, Kh-27 ecc.), ben poche informazioni ho trovato sui pod ad essi associati, i vari Metel, Phantasmagoria e V’yulca. Se i principi di funzionamento mi sono chiari, non riesco a trovare dimensioni e pesi di questi sistemi (salvo un kit della Dragon in 1/72 dove è incluso il V’yulca.
Non ho trovato le dimensioni né i pesi dei pod nel mio archivio, neppure sul Jane’s. In rete ho trovato solo dei disegni del Metel-A e del Vyuga-17, da cui si possono ricavare le lunghezze approssimative:
https://forums.eagle.ru/showthread.php?p=1730201
Ho provato anche io sul Jane’s sabato, ma non avevo trovato nulla. Penso che, in mancanza di altre informazioni (Yefim Gordon potrebbe averli trattati negli ultimi libri della serie Fabulous Aircraft), calcolerò dimensioni dal disegno in scala e farò una valutazione molto approssimativa del peso, basandomi su sistemi similari. Per il momento grazie.
Con un’opera di “reverse engineering” (partendo dal Kit in 1/48 della Kitty Hawk del Su-24) sono riuscito a calcolare con sufficiente precisione le dimensioni del Phantasmogoria -1 😉