L’ufficio Vympel ha iniziato, già nel 1968, lo sviluppo di un nuovo missile per i caccia con portata oltre il raggio visivo. All’inizio gli sforzi si sono concentrati sulla realizzazione di una copia dell’AIM-7 Sparrow, il K-25, che nel 1971 ha iniziato i tiri di prova. Ma il missile non ha risposto alle aspettative e il programma è stato interrotto.
Poco tempo dopo la Vympel ha potuto comunque sfruttare l’esperienza acquisita, dopo aver ricevuto nel 1973 l’ordine di sviluppare l’armamento per i nuovi caccia MiG-29 e Su-27, in competizione con la Molniya. Il progetto K-27 (izdeliye 470), iniziato nel 1974 come evoluzione dell’R-24, ha previsto fin dall’origine quattro diverse varianti. Semiattiva radar e IR, a raggio normale e a portata estesa. All’inizio degli anni ’80 il progetto Vympel è risultato vincente. Nel 1984 il missile è entrato in produzione, con la sigla R-27. E’ divenuto operativo nel 1986 sui Su-27. Il MiG-29 lo ha ricevuto l’anno dopo. Il missile ha ricevuto il codice occidentale AA-10 Alamo.
La configurazione dell’Alamo è caratteristica. Quattro lame fisse, di dimensioni variabili secondo la testa cercante usata, regolarizzano il flusso sulla seconda serie di superfici canard, completamente mobili e indipendenti, a rastremazione inversa denominate “a farfalla”, impiegate per il controllo sui tre assi. La loro apertura supera quella delle alette posteriori a delta. Questo evita reazioni indesiderate di rollio senza il ricorso a “rolleron”. La resistenza è minore agli elevati angoli d’attacco. In manovra si formano vortici posteriormente, così le superfici primarie operano in aria non disturbata. Ma la soluzione provoca alta resistenza aerodinamica. Il disegno modulare permette di convertire facilmente i missili sostituendone la testa cercante.
R-27R (Alamo-A)
Il modello base R-27R è lungo 4,08 metri con un diametro di 23 cm. Le alette a delta in coda hanno una apertura di 77 cm, quelle anterioriori a farfalla di 97 cm. Pesa 253 kg. E’espulso dall’eiettore AKU-470 (aviacionnaja katapultnaja ustanovka). Subito prima del lancio è abbassato con un pantografo per assicurare una distanza adeguata tra missile e prese d’aria. Accende il motore solo dopo lo sgancio. Il riscaldamento dei sistemi interni inizia 2 minuti prima del lancio. Dopo il riscaldamento il missile può essere attivato, cosa che richiede altri 5,5 secondi poi, premuto il pulsante di sparo, passa un altro secondo.
L’AA-10 Alamo può attaccare bombardieri, caccia, UAV, elicotteri e missili da crociera in condizioni di disturbo ECM. Il motore a propellente solido monostadio R-300 con 68 kg di combustibile ha una spinta notevole, 6000 kg, ma di breve durata (10 secondi). Accelera il missile a 4 Mach ad alta quota, 5 Mach con un lancio a velocità bisonica. A bassa quota la velocità scende a Mach 2,5. Produce molto fumo bianco, visibile a grande distanza. Il missile ha limiti di lancio compresi tra Mach 0,6 e 2,25 e 5-7 g. A fine combustione l’Alamo può manovrare a 24 g. La probabilità di colpire (KP), per un lancio ottimale, varia tra il 60 e l’80 %. L’R-27 può essere impiegato nel “dogfight” e consente di attaccare bersagli tra 20 e 25000 metri di quota, volanti fino a 3600 km/h e contromanovranti fino a 8 g, con differenza di altitudine di 10000 metri (snap up/down). Secondo dichiarazioni ufficiali, l’R-27 è stato il primo missile con guida a metà traiettoria, sebbene la guida “command” dell’R-40 possa rientrare nella stessa categoria.
Il missile si dirige davanti al bersaglio, seguendo la navigazione proporzionale. In casi particolari vengono introdotte modifiche per far virare il missile lungo una traiettoria che fornisca migliori condizioni di funzionamento alla testa cercante o alla spoletta in presenza di nuvole di chaff (le aggira), anche uscendo dal lobo principale del radar del lanciatore o per compiere una forte picchiata su un bersaglio a bassa quota. La probabilità di colpire può aumentare lanciando più missili contro lo stesso bersaglio, anche di vario tipo (IR e SARH). E rende difficile la difesa, dovendo impiegare diverse contromisure.
Per aumentare la distanza di lancio contro obbiettivi con limitata RCS, il radar invia segnali, tramite data-link, alle due antenne situate dietro le ali a “farfalla”, sulla base dei quali si aggiorna il sistema di navigazione inerziale che definisce il percorso di volo. Dopo un massimo di 30 secondi, si attiva la guida semiattiva radar. Il sistema permette il lancio di due missili contro due bersagli contemporaneamente. L’R-27 può essere lanciato singolo ma è consigliato il lancio di una coppia per possibili problemi di carico asimmetrico.
Il sensore radar semiattivo monoimpulso Agat 9B-1101K del tipo Pulse Doppler in banda J (10-20 GHz), scansiona un angolo di +/-50°. Rileva le radiazioni riflesse da un bersaglio con RCS di 3 metri quadrati a 25 km, se la traccia radar è elevata, anche a 30-40 km. Dispone di buone ECCM. Ed è probabile la capacità HOJ (home on jam).
La portata balistica dichiarata dell’R-27R è di 80 km, possibile solo con un lancio a oltre 20000 metri di quota, senza manovre e con velocità terminale subsonica. Quella reale, come sempre, dipende da molti fattori: sezione radar, quota e velocità di lancio, aspetto, quota, velocità e manovre evasive del bersaglio. Le batterie, inoltre, hanno una durata massima di 60 secondi. In condizioni medie, a 10000 metri di quota, con un lancio a 1100 km/h contro un caccia in avvicinamento a 900 km/h, il raggio d’azione è di 35 km. A 5000 metri di quota è di 23 km. Se l’attacco è in coda, il raggio d’azione scende a 15 km ad alta quota. Valori che a bassissima quota scendono a 10-15 km frontalmente e a soli 5-7 km in coda. La portata minima varia tra 500 e 2000 metri (coda/fronte).
Se il bersaglio in avvicinamento vola a 1,4 Mach a 12000 metri di quota si può lanciare da 60 km a velocità supersonica e in coda da 21 km ma non si tratta di casi frequenti.
La testata “continuous rod” o ad alto esplosivo/frammentazione pesa 39 kg, con un raggio efficace di 11,5 metri ed è attivata da una spoletta radar di prossimità e da una ad impatto con quattro antenne trasmittenti/riceventi.
R-27T (Alamo-B)
L’ R-27T è lungo 3,8 metri e pesa 245 kg. E’ equipaggiato col sensore infrarosso Arsenal (Geofizika/Azov) 36T “all aspect”, operante sull’infrarosso medio, con un angolo di scansione di +/-55°, raffreddato con azoto liquido ad alta pressione trasportato nel binario APU-470 (aviacionnaja puskovaja ustanovka). Consente 3 ore di funzionamento continuo. Non richiede la complicata procedura di lancio dell’R-27R. Il bersaglio è acquisito dal radar o dall’ IRST e le informazioni sono inviate al sensore del missile che effettua il “lock-on” prima del lancio (LOBL). L’R-27T mantiene la guida inerziale ma non dispone dei ricevitori per il collegamento dati a metà traiettoria. La portata di acquisizione è di 10-15 km contro obbiettivi freddi “head-on”, 20-25 km se con postbruciatore. Con attacco in coda, si può “agganciare” un bireattore senza postbruciatore a 40 km. Ad oltre 80 km se con postbruciatore. Questo ovviamente condiziona la portata di lancio che, a seconda della quota, può variare tra i 10 e i 60 km in condizioni ideali, con un raggio medio efficace di 30 km, 18-21 in inseguimento. Le armi di più recente produzione potrebbero disporre del sensore migliorato MK-80M.
R-27ER (Alamo-C)
Poco dopo l’entrata in servizio degli R-27R/T, Vympel ha sviluppato l’R-27E (Energeticeskaja o Energovo’ oroozhonnaya= alta potenza) a raggio esteso con le varianti R-27ER ed R-27ET, ordinate nel 1987. La serie R-27E può essere impiegata con un casco di puntamento (HMS).
Entrato in servizio nel 1990, l’R-27ER ha il nuovo motore bistadio R-300E, 70 cm più lungo, con un diametro aumentato a 26 cm. Il combustibile disponibile è raddoppiato (140 kg) e la spinta arriva a 7500 kg. Le prestazioni cinematiche aumentano del 60 %, grazie anche alla traiettoria “loft”. La velocità arriva a 4,5 Mach. Ha capacità “snap up/down”di 12000 metri.
Lungo 4,78 metri, l’Alamo C pesa 350 kg. Il raggio d’azione efficace per un attacco frontale ad alta quota (10000 metri) è di 66 km, 95 contro bersagli supersonici. Quello balistico è di 130 km. In coda il raggio d’azione realistico è sui 30-40 km, quello teorico di 80 km. La quota d’impiego varia tra 20 e 27000 metri.
R-27ET (Alamo-D)
Lungo 4,5 metri, pesa 343 kg. Inizialmente equipaggiato col medesimo sensore 36T, sembra sia stato migliorato con il nuovo Arsenal Mayak MK-80M, già presente sull’R-73M, con capacità “off boresight” fino a 60° o con l’ancor più avanzato MM-2000. La ditta Arsenal offre il sensore AZ-10/MR-2000, con una portata di rilevamento di 30 km. Il missile modificato porta il codice R-47T.
Anche in questo caso non sembra sia presente alcun data-link. La cosa non deve sorprendere: le varianti all’infrarosso sono destinate principalmente all’attacco di bombardieri nel settore posteriore. La quota d’impiego arriva a 30000 metri.
La testata di 39 kg, sui missili di nuova produzione, è stata sostituita con una di 33 kg, attivata da una spoletta laser.
R-27EM (Alamo-C)
Versione speciale navalizzata (M=Morskaja, mare) derivata dall’R-27ER, annunciata nel 1992 per l’Su-27K, per il MiG-29K e prevista per lo Yak-141. E’a guida IR o radar semiattiva ma senza data-link. Il sensore è migliorato per agganciare bersagli a solo 3 metri di quota sul mare. La spoletta è modificata, con antenne riposizionate. R-27EM ha testata più leggera, 33 kg, presumibilmente con efficienza migliorata. Peso, dimensioni e prestazioni sono invariate rispetto ai modelli precedenti.
R-27AE (Alamo-E)
Prima del collasso URSS, la Vympel aveva intrapreso il progetto di una variante a guida radar attiva, derivata dall’R-27ER. Secondo altre fonti il progetto era invece una proposta ucraina per competere con l’R-77. Il missile è stato presentato nel 1992.
Lievemente più corto, 4,74 metri, è riconoscibile per il radome conico e pesa 350 kg. Ha il nuovo radar attivo monoimpulso 9B-1103M, simile al 9B-1348E dell’ R-77 ma con superiore portata (20-25 km). E’ disponibile per i nuovi MiG-29M (MiG-33) e Su-27M (Su-35/37). E’ stato visto sui Su-34. Le sue prestazioni non differiscono da quelle del predecessore.
Il programma R-27AE era stato ufficialmente cancellato assieme al sensore 9B-1103M, viste le superiori prestazioni dell’R-77. Sembra sia stato ripreso per l’esportazione. Essendo i sensori intercambiabili, qualche fonte riporta un R-27A, versione “corta” a guida radar attiva, la cui esistenza non è confermata. L’Ucraina ha prodotto per l’esportazione un nuovo sensore radar attivo/passivo adattabile ad ogni variante precedente. E’ disponibile dal 2013.
R-27P (Alamo-F)
Sviluppato prima del crollo dell’Unione Sovietica, ha eseguito il primo test da un MiG-29 nel 1984. Nel 1987 è stato approvato e dal 1991 la Artem ucraina ne ha prodotto una serie limitata.
L’R-27P (P=Passivnaja) è lungo 4 metri e pesa 248 kg. Riprende la struttura dei precedenti ma impiega un radar passivo in banda X Avtomatika (CKBA) 9B-1032 (PRGS-27), basato sul sensore L-111 del Kh-31P. Ha una portata di rilevamento che può arrivare ad oltre 200 km ma il tempo di volo supera la durata delle batterie.
E’ di previsto impiego contro caccia, AWACS ed aerei per guerra elettronica. Il raggio d’azione minimo è di 2-3 km, quello massimo è di 72 km a 10000 metri di quota. Consente un attacco silenzioso oltre la portata del radar e non allerta in alcun modo il nemico. Ma il bersaglio non deve manovrare a oltre 5,5 g per non perdere l’aggancio. La quota massima d’impiego è di 20000 metri.
R-27EP (Alamo-F)
Variante antiradiazioni a lungo raggio del precedente con portata massima di 110 km. Sviluppato per l’esportazione a partire dal 2004. Pesa 348 kg. La Vympel sta modificando le batterie per consentire un aumento della portata utile.
In combattimento
L’Alamo è un missile moderno, paragonabile all’AIM-7M, che supera per alcuni aspetti (ER). Come dimostrato nelle esercitazioni congiunte in Europa, se impiegato al meglio, è in grado di compensare la mancanza di un radar attivo con la possibilità di “aggancio” a ben 30 km di distanza dal bersaglio. Ma è un missile delicato e richiede, come tutte le armi del genere, una buona manutenzione. Una partita di missili inviata per valutazione negli Stati Uniti ha presentato difetti nell’80 % dei casi.
L’R-27, nonostante varie dichiarazioni, non ha colpito alcun velivolo alleato durante la Guerra del Golfo del 1991.
L’Alamo è stato impiegato per la prima volta nel 1992, quando un MiG-23MLD russo ha abbattuto un Su-25 georgiano con un singolo R-27.
E’ stato poi impiegato estesamente durante il conflitto Etiopia-Eritrea nel 1999-2000. Sono stati lanciati molti R-27 ma con risultati mediocri. Accordare le diverse versioni è molto difficile. Nei duelli aerei tra caccia etiopi ed eritrei, sono stati lanciati tra 12 e 24 R-27R, a seconda delle fonti. Le migliori ricostruzioni parlano di 12-16 missili. Un numero variabile tra 10 e 18, non è neppure partito. Un solo MiG-29 è stato ufficialmente abbattuto dagli Alamo. I piloti mercenari russi hanno spiegato le ragioni dell’insuccesso.
L’Alamo richiede personale tecnico di alto livello, ottima manutenzione e rispetto delle procedure e dei test. In Africa non c’era nulla di tutto ciò. Le pessime condizioni di immagazzinaggio e trasporto, l’incauto maneggio e gli urti ne hanno compromesso l’avionica. La polvere e l’umidità hanno rovinato i sensori e la meccanica. Abbandonati per troppo tempo sui binari alle intemperie di un clima pessimo, i missili si sono deteriorati fino a divenire inutilizzabili. In molti casi la spoletta di prossimità non avrebbe funzionato a dovere. Oppure i missili erano fuori dai parametri ideali. Molti R-27 sono stati lanciati in salva, per compensare la scarsa affidabilità. La guida SARH è risultata sensibile alle moderne ECM ed i missili non sono stati in grado di colpire bersagli molto manovrabili.
Il conteggio dei velivoli perduti dall’Eritrea porterebbe a conclusioni differenti. I Su-27 dell’ Etiopia avrebbero abbattuto 6 MiG-29 e ne avrebbero danneggiati altri 2. Di questi, 3 sarebbero stati abbattuti con R-73, 1 col cannone da 30 mm e 3-4 sarebbero stati colpiti con gli R-27. Oltre ad un MiG-29 danneggiato da un Alamo, poi precipitato in fase di atterraggio, potrebbe esserci un secondo MiG-29 abbattuto e uno-due danneggiati, non calcolati solo perché non è stato dichiarato il tipo di missile impiegato. Così che alcune fonti parlano ora di un 25 % di colpi a segno. Ecco una possibile ricostruzione.
25/2/1999: quattro MiG-29 intercettano due Su-27. I MiG lanciano 3 R-27 frontalmente, fuori dai parametri. Il primo Su-27 li evita e risponde lanciando 4 R-27. Due missili esplodono vicino ai bersagli, forse danneggiandoli. Una seconda coppia di Su-27 attacca di sorpresa e, nel successivo dogfight, due MiG-29 vengono abbattuti ed un terzo danneggiato con R-73.
26/2/1999: un Su-27 raggiunge un MiG-29UB disarmato e via radio gli ordina di atterrare. Al rifiuto, lancia 2 R-73, evitati dal MiG, poi abbattuto col cannone da 30 mm. Altre fonti, invece, parlano di uno scontro tra un Su-27 e due MiG-29 col lancio infruttuoso di 2 R-27R.
18/3/1999: in due combattimenti, i Su-27 etiopi lanciano 4 R-27R e dichiarano l’abbattimento di
due Mig-29. Ma le fonti parlano di un solo MiG danneggiato, poi distrutto.
16/5/2000: due MiG-29 sono intercettati da due Su-27. Un Fulcrum è danneggiato da 1 R-27 e si schianta all’arrivo alla base. Il secondo MiG viene dichiarato abbattuto con 1 R-27 (non confermato).
18/5/2000: due Fulcrum intercettano una formazione di Mig-21 etiopi. Lanciano 2 R-27 che mancano il bersaglio ma abbattono un MiG-21 col cannone. Al rientro sono intercettati a loro volta da due Su-27. Un Flanker abbatte un MiG-29 con un R-73.
L’R-27 arma i MiG-29, MiG-33, Su-27, Su-30, Su-33, Su-34, Su-35/37, il cinese J-8II, i MiG-21-93 ed i MiG-23MLD. L’India lo ha integrato sui Mirage 2000. L’Iran sugli F-14. L’R-27T è stato testato sui MiG-27, presumibilmente non è entrato in uso. Era previsto, infine, per gli Yak-141. I missili per l’esportazione riportano il suffisso “-1”, sono meno sofisticati e con minori ECCM.
L’R-27, già in servizio nell’Unione Sovietica, nella Germania dell’est, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Montenegro è stato venduto a molti paesi. Tra questi: Algeria, Angola, Azerbaijan, Bangladesh, Bielorussia, Bulgaria, Cina, Corea del Nord, Cuba, Eritrea, Etiopia, Yemen, India, Indonesia, Iran, Iraq, Kazakistan, Malaysia, Myanmar, Moldavia, Perù, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Siria, Slovacchia, Sudan, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria, Uzbekistan, Venezuela e Vietnam.
La Cina ha acquistato tra il 1991 ed il 1995 ben 2000 R-27 Alamo A/B e 2000 Alamo C/D per i Su-27, Su-30 ed F-8IIM. Acquisita la licenza dall’Ucraina, ha iniziato la produzione dell’ R-27AE (AA-10 Alamo-E) a guida radar attiva, dotato però del radar dell’R-77. L’India ha acquistato 1440 R-27R1/T1 nel 1995/6. Nel 1996 e nel 2001 ha poi ordinato 1390 R-27E.
L’Alamo, pur superato da molti missili apparsi successivamente, è ancora in servizio in gran numero. I programmi di miglioramento già in essere ne permetteranno l’impiego almeno per i prossimi dieci anni.
Ottimo articolo, non concordo sul punto che l’Alamo sia superiore all’AIM-7M, anzi le prime versioni (quelle non -E per capirsi) avevano una portata decisamente inferiore. Questo non solo è evidenziato dalla letteratura (vedi i vari Mladenov, Gordon e Botowski) ma anche dai piloti occidentali che hanno avuto la possibilità di volare sul MiG-29 di prima generazione, come Lt. Col Clifton dell’articolo “F-16 contro MiG-29”, ed desumibile anche da fonti terze ad esempio la valutazione dei missili aria-aria iracheni da parte del Generale Horner in “Ogni Uomo è una Tigre”. Problema evidentemente sentito dai russi che procedettero allo sviluppo delle versioni -E con i nuovi motori bistadio. Questa “nuova generazione”, a parte non essere mai integrata sui MiG-29 di prima generazione (qui vado a memoria e potrei sbagliarmi) come evidenzia Botowski risolveva il problema sia della gittata (superando nella versione semiattiva radar lo Sparrow) nonché aveva una maggior velocità di crociera del missile americano, in modo da vincere lo shoot-out in BVR battendo l’ipotetico avversario occidentale grazie alla maggior velocità. Però questo va collocato nel timaframe dell’entrata in servizio dell’arma, ovvero siamo al 1990 (riportato sopra e da Botowski, che considererei più aggiornato di Gordon); al quel punto lo sviluppo della famiglia Sparrow era fermo da tempo e tutte le risorse erano sull’AMRAAM, che sarebbe diventato operativo nel 1991 (mancò la guerra del Golfo perché non necessario, sebbene alcuni esemplari fossero effettivamente consegnati). Quindi la supremazie dell’Alamo, al netto dei risultati non certo performanti del conflitto Eritrea-Etiopia (di cui non possiamo confrontare con la manutenzione dell’USAF del 1991 o del 1999), fu un interregno assai breve, tra il passaggio americano dallo Sparrow all’AMRAAM (la cui non eccelsa portata delle prime versioni è compensata dalla guida attiva). Difficile poi confrontare l’efficacia della parte elettronica delle rispettive famiglie dei missili; una cosa è confrontare il PK del -M usato all’USAF e una cosa è considerare l’Alamo usato da paesi del Terzo Mondo per quanto preparati. Just my 2 cents, e non con spirito polemico ma per il piacere di trattare queste tematiche con uno SME dell’argomento
Certamente, tutte considerazioni condivisibili ! La serie precedente aveva una portata inferiore, come specificato nell’articolo, pur disponendo di guida monoimpulso e capacità di attivazione ritardata della guida semiattiva, caratteristiche in comune con l’AIM-7M, da cui il paragone. Solo la serie E ha superato in molti aspetti il missile americano, ma troppo tardi. E risulta anche a me che le prime serie del MiG-29 non potessero montarla. Nel conflitto Etiopia-Eritrea l’Alamo non ha potuto dimostrare le proprie capacità, per i motivi descritti, mentre nelle esercitazioni recenti, impiegato dai polacchi, ha talvolta sorpreso gli avversari, pur equipaggiati con gli AIM-120. Consiglio, al riguardo, l’articolo “F-16 contro MiG-29”.
Senz’altro non era una minaccia “ignorabile”, a riguardo ho trovato almeno 2 riferimenti da parte di piloti inglesi e svedesi al tempo preoccupati dall’Alamo-C, che superava in portata lo Skyflash. Comunque la versione lo R-27T usato come SAM improvvisato dai ribelli Houti si è dimostrato insidioso, con 2-3 aerei della coalizione araba danneggiati, anche se non proprio immune dai flares.
Ho osservato il filmato del lancio da terra. Il tempo di combustione è attorno ai 10 secondi, un altro elemento importante da inserire nell’articolo. Grazie per l’intervento !