Seguendo l’esempio degli intercettori americani armati coi Mighty Mouse, anche altri paesi avevano sperimentato razzi non guidati aria-aria. Tra questi la Francia, i cui intercettori Vautour avrebbero dovuto impiegare due razziere multiple con un totale di 232 razzi SNEB tipo 22 da 68mm. Sfortunatamente l’impiego dei razzi era risultato pericoloso, in alcuni casi fatale, a causa di diversi malfunzionamenti. Dopo averne ridotto progressivamente il numero, alla fine è stato adottato un singolo lanciarazzi Type 104. Sistemi simili hanno trovato impiego sui Mystère IV, Super Mystère ed Etendard IV. Ma da tempo si era giunti alla conclusione che solo i missili aria-aria avrebbero garantito migliori possibilità. La Francia aveva iniziato già a fine guerra gli studi relativi, con il materiale di preda bellica catturato ai tedeschi. Il primo missile denominato Nord 5101 o AA-10, riproduzione del tedesco X-4, si era rivelato un fallimento totale. Sviluppato nel 1946 era a filoguida e propellente liquido. Del successivo Nord 5102 (1951) non vi sono dati. Un successivo derivato, il Nord 5103 (AA-20) del 1952, a radioguida con joystick e motore a propellente solido a due stadi, ha avuto invece successo, ed è stato prodotto a partire dal 1956. Lungo 2,6 metri, con un peso di 133 kg, raggiungeva 1,7 Mach con un tempo massimo di volo di 21 secondi. La velocità di lancio variava tra 700 e 1200 km/ora e la quota massima d’impiego raggiungeva i 15000 metri. Controllato tramite deflessione dei gas di scarico, poteva intercettare un velivolo sonico ad alta quota in un raggio variabile tra 4 e 7 km. Utilizzato da Mystère, Aquilon,Vautour e Super Mystère era anche previsto per il G-91. Era dotato di una testata di 23 kg perforante ritardata o dirompente ma la spoletta di prossimità era difettosa. Il missile richiedeva un ottimo addestramento e il contatto radio si interrompeva di frequente. Naturalmente era utilizzabile solo di giorno e con tempo eccellente. In condizioni ideali poteva colpire nel 60-75% dei casi. Ne sono stati prodotti 4000. E’ stato sostituito nel 1961 con l’AIM-9. Un suo derivato, l’AS-20, avrebbe dato origine ad una fortunata serie di armi per l’attacco al suolo.
Nel 1949 gli studi per un nuovo missile sono proseguiti su due configurazioni, la R.051 canard e la R.052 cruciforme. Erano previsti ben tre diversi sensori: radar semiattivo, IR e ottico. L’R.051 ha dato vita al Matra R.510 del 1957, supersonico con spoletta di prossimità e un peso variamente stimato tra 160 e 190 kg. Nel 1953 il sensore di autoguida ottica Drivomatic sembrava a punto ed è stato provato sul nuovo missile. L’impiego (diurno) è apparso subito difficile: le condizioni meteo dovevano essere eccellenti con cielo limpido e senza nubi. Nulla doveva apparire nel campo del sensore per non ostacolare il contrasto col bersaglio. Le prestazioni erano inadeguate. E’ stato provato allora un sensore IR con settore di scansione fisso (+/-10°) per renderlo ognitempo: le prove hanno dimostrato che avrebbe potuto funzionare solo di notte e unicamente negli attacchi in coda. Costruito in soli 100 pezzi, utilizzati per le prove di tiro, è stato presto abbandonato.
Lo ha seguito il Matra R-511, più piccolo ma simile, del 1958. Il missile aveva impennaggio mobile canard (guida “twist and steer”) e superficie alare posteriore fissa con timone inferiore.
Era dotato di un motore a propellente solido bistadio Brandt: un booster da 1600 kg/sp per 3 secondi e un sostentatore da 200 kg/sp per 13,5 secondi. Lungo 3,1 metri e pesante 180 kg, raggiungeva la velocità di 1,8 Mach. Ne erano previste due versioni: l’R-511 IR e l’R-511 EM.
Il sensore IR, in banda 1, è stato testato con successo nel 1957 ma, nuovamente, la scarsa sensibilità impediva di discriminare bene il bersaglio dallo sfondo, così il missile era utilizzabile solo di notte. E’ stato abbandonato l’anno successivo. E’ andata meglio alla variante EM a guida semiattiva radar, con sensore CFTH in banda X a impulsi, accettata nel 1958 per il Vautour, accoppiata al radar di bordo CSF Drac 32 per l’illuminazione. Il raggio d’azione variava da un minimo di 1 km ad un massimo di 7,5-10 km. Era impiegabile solo per attacchi in coda. Poteva essere lanciata a quote fino a 18000 metri. Sfortunatamente, pur soddisfacente, l’arma aveva due difetti: l’inaffidabile elettronica a valvole e la scarsa precisione (15 metri). La testata di 25 kg era dotata di spoletta di prossimità (qualche fonte sostiene il contrario) che non si attivava al momento corretto. Viste le limitazioni, l’R.511 è stato impiegato solo per l’addestramento. Ordinato in 900 esemplari, costruiti dal 1961 al 1964, è rimasto operativo col Vautour fino al 1973. Occasionalmente è stato montato pure sui Mirage e Aquilon.
Tutte queste armi avevano coperto un “buco” nel settore dei missili aria-aria nell’attesa dell’arma “definitiva”. Con l’arrivo del Mirage IIIC la scelta, da effettuarsi entro il 1959, si era ristretta a due missili concorrenti: il Nord 5104 ( direttiva AA25) a comando radar, versione migliorata del Nord 5103, con la stessa testata, un peso che le fonti riportano in 135-180 kg, un raggio d’azione di 4,8-5,5 km e una velocità di 1,7 Mach. E il Matra R-530 (AA26) a guida radar/IR, sviluppato dai precedenti R.510 e 511. Il secondo ha avuto la meglio.
Nato per operare di concerto col nuovo radar Cyrano Ibis/II era stato sviluppato a partire dal 1957, dopo enormi difficoltà dovute alle scarse conoscenze del tempo nel settore. Era disponibile in due varianti, l’R.530 EM a guida SARH e l’R.530 IR, con sensori intercambiabili. Dotato di classica struttura cruciforme e controlli in coda, era lungo 3,28 metri, aveva un diametro di 26 cm, una apertura alare di 1,1 metri e pesava 192 kg. Era propulso da un motore Hotchkiss-Brandt/SNPE Protac Antoinette a due stadi a propellente solido, con un booster da 8500 kg/sp per 2,7 secondi e un motore di crociera della durata di 6,5 secondi. Le versioni più recenti hanno impiegato un SNPE Madeleine con migliori prestazioni. La velocità a fine combustione era di 2,7 Mach. Il raggio d’azione nominale minimo era di 1,2 Km, quello massimo di 18 km (10 km nel tiro frontale). La navigazione era proporzionale. Il Matra R.530 ha consentito alla Francia di possedere per prima in Europa un’arma ognitempo che poteva confrontarsi col meglio della produzione americana. Utilizzava già elettronica a transistor, in un periodo in cui dominava ancora l’elettronica a valvole. Dopo numerose prove, nel 1960-1961 e numerosissimi impatti diretti, il missile è entrato in servizio nel 1962-63. L’IOC sui Mirage IIIC è arrivata nel 1964. Già nel 1964 erano stati prodotti 1500 R-530 EM ed 800 R-530 IR, di cui ben 1200 per l’esportazione.
L’R.530 permetteva l’attacco oltre il raggio visivo ed era “all aspect”. La presenza di due sistemi di guida (SARH e IR) consentiva di operare al meglio anche in caso di ECM, lanciando due armi contro lo stesso bersaglio (ma il Mirage IIIC ne portava solo uno). La lunga durata di combustione consentiva l’attacco verso l’alto (snap-up) con una differenza di quota di 3000 metri e il missile poteva operare da 3000 a 21000 metri di quota. Questo veniva garantito dalla pubblicità e dalle prove, con 15 centri su 16 lanci (94 %) e un errore medio di soli 4 metri. Il missile poteva “tirare” fino a 15g.
Questo in teoria. La realtà si dimostrò differente. Il missile, come tutte le armi dell’epoca, avrebbe dovuto intercettare bombardieri a quota medio-alta in perfette condizioni di tempo. Contro caccia a bassa quota si dimostrò troppo sensibile a manovre a elevato g e inutilizzabile. Un caccia lo avrebbe evitato facilmente. Richiedeva non meno di 4 secondi per l’attivazione. Al lancio, il motore sviluppava una vampa eccessiva e una scia di fumo densa e visibilissima. Ma, alle volte, non partiva proprio. Il missile infatti era sensibilissimo all’umidità e agli scossoni. Il sensore EMD AD26 (o un RDM) a impulsi in banda X a scansione meccanica, aveva un angolo visivo (FOV) di 30°- 40°. Associato ai radar Cyrano, tendeva a perdere l’aggancio. Il raggio d’azione teorico di 18 km si è rivelato non superiore ai 12-15 km. Una stima degli anni ’90 dava un Pk del 35 % in condizioni ideali. Nel caso di lancio “head-on”, causa l’inaffidabilità del radar Cyrano I bis e del missile, la probabilità scendeva a 0 !
Ma andava peggio per la variante all’infrarosso, lunga 3,2 metri e pesante 193,5 kg, dotata del sensore SAT AD3501 raffreddato ad azoto, funzionante nella banda 2, che permetteva l’attacco “all aspect”. Teoricamente avrebbe dovuto consentire l’aggancio di bersagli supersonici in avvicinamento frontale. Ma il sensore aveva una portata di aggancio di meno di 10 km e poteva seguire bersagli solo in coda, non dimostrando alcun miglioramento rispetto a un AIM-9. La testa di guida, mobile su un arco di +/-45° era asservita al radar prima del lancio e aveva un settore cieco di +/- 5° in direzione del sole. Pur essendo più affidabile della variante a guida radar e in grado di attaccare bersagli a quota più bassa, era un incubo per i meccanici costretti a riempire il serbatoio dell’azoto liquido prima dell’uso.
La spoletta a contatto e prossimità radar Hotchkiss-Brandt attivava la testata di 27 kg, a frammentazione o continuous rod, ma era inaffidabile. E l’affidabilità peggiorava col tempo: dopo soli cinque anni lasciava già a desiderare.
Il missile non era compatibile con tutti i velivoli, esistevano versioni come la R.530 FE accoppiata al Cyrano IV e la FZ per il Sudafrica.
In combattimento
Il missile ha abbattuto, sembra, alcuni velivoli. Israele ha ottenuto la prima vittoria con missili aria-aria proprio con un R.530 a guida radar, distruggendo nel 1966 un ignaro MiG-19 da 8 km. Nel conflitto India-Pakistan pare siano stati abbattuti un Canberra, un Su-7 ed uno Hunter. Altri abbattimenti probabili sono avvenuti nel conflitto Iran-Iraq. Alle Falklands alcuni R.530 a guida radar sono stati lanciati senza risultato.
R.530C
Studiato per l’uso sugli F-8E(FN) Crusader, ha richiesto numerose modifiche e prove di compatibilità col radar APQ-104. Lievemente più pesante, 196 kg, impiegava il sensore AD-26C a guida SARH. L’integrazione è iniziata negli Stati Uniti e proseguita in Francia nel 1965, con prove di “aggancio” contro Crusader e Meteor. Poteva essere lanciato in “salva”. La vampa del missile in partenza ha richiesto il rivestimento in titanio di parte delle superfici di coda e un sistema di riaccensione automatica del motore dell’aereo in caso di stallo del compressore per i gas risucchiati nella presa d’aria. La variante all’infrarosso, per problemi col sistema di refrigerazione ad azoto, non è entrata in servizio fino all’inizio degli anni ’70 ed è stata raramente utilizzata. L’R.530C è entrato in disuso nel 1980 ed è stato ritirato nel 1991.
La produzione degli R.530 è cessata verso la fine degli anni ’70, con un totale di 4857 missili, il 45 % dei quali esportato in 14 paesi, per i Mirage III , gli F-1 e gli F-8 Crusader. L’R.530 era costoso: 44000 $ del tempo.