Punta di lancia delle forze di attacco nucleare strategico americano, il B-58 aveva la migliore elettronica del periodo. Le specifiche avevano richiesto un sistema difensivo in grado di operare il più possibile in modo automatico. Il sistema difensivo del B-58 ha avuto una lunga gestazione. All’inizio del 1958 erano previsti due set di contromisure, composte da un ALQ-15 e due ALQ-16, per la difesa dei settori anteriore e posteriore.
L’ALQ-15 era un “confusion repeater” automatico per inganno contro i radar di ricerca, tramite generazione di falsi bersagli. Operava nelle bande D (1-2 GHz), E-F (2-4 GHz) e G-H (4-8 GHz). Era efficace contro i radar americani ma senza la copertura di frequenza richiesta per affrontare quelli sovietici. Il contrasto di oltre 4-5 radar saturava il ripetitore, che cessava la trasmissione. L’ALQ-16 era un interruttore di traccia, il primo al mondo di questo tipo, contro i radar di inseguimento, con ritardo ciclico nella ritrasmissione degli impulsi.
Nelle prove sulla banda E-F, l’ALQ-16 ha avuto poco successo e sono sorti problemi di sviluppo dei TWT, con successiva revisione del programma. Lo si è così modificato per renderlo intercambiabile con l’ALQ-15, eliminato, alla fine del 1958, a causa dei test insoddisfacenti. Il miglioramento delle difese sovietiche ne avrebbe comunque annullato il valore. Le funzioni dell’ALQ-16 sono state quindi ampliate. Dopo le modifiche, i test in banda E-F hanno avuto successo e il gruppo è stato installato negli spazi liberi, con due unità ALQ-16 in banda D/E/F per la copertura anteriore e posteriore, oltre a un ALQ-16 in banda I-J posteriore. Ancora alla metà del 1959 i TWT Sylvania non rispondevano alle specifiche di potenza e duty cycle. Alla fine del 1959, terminato lo sviluppo, è iniziata la produzione. Il sistema definitivo comprendeva diversi componenti.
Il gruppo passivo AN/ALR-12, era in grado di rilevare segnali su tutte le frequenze tra 1 e 12,5 GHz (bande dalla D alla J) e con ogni polarizzazione, con calcolo preciso della distanza nei confronti dei radar aeroportati, meno contro quelli terrestri. Le quattro antenne riceventi coprivano ciascuna un settore di 90°. Il sistema forniva un avviso visuale e sonoro, con 4 luci bianche e 1 luce rossa che indicava l'”aggancio”.
Il Sylvania AN/ALQ-16, dotato di due serie indipendenti, era un interruttore di traccia o “range-gate stealer” (RGPO) a banda larga, con cicli fino a 10 secondi. Attaccava le bande E-F (2,5-4 Ghz), G-H (4-8 GHz) e I-J (8-11 GHz) dei radar a impulsi. Ma poteva anche produrre inganno angolare sui radar a scansione conica (inverse conscan) con modulazione d’ampiezza degli impulsi ripetuti. Avendo ripreso le funzioni del precedente ALQ-15, poteva pure creare falsi bersagli multipli in distanza e azimuth, sia casuali che logici, contro molti radar simultaneamente, con estensione delle frequenze alla banda D. Era dotato di sei antenne trasmittenti alimentate da TWT da 1 kW di picco, situate una in coda, in banda I-J con copertura di 120° dell’emisfero inferiore, una per parte alla radice delle ali, per coprire il settore frontale e tre antenne ai lati e sotto la parte anteriore della fusoliera. Era prevista una copertura addizionale sotto i 100 MHz, probabilmente mai inserita, e 2 unità ALQ-16 nei pod MB-1 e TCP. Ma la presenza di antenne in questi ultimi non trova conferme e lo sperimentale MD-1 era un sistema ELINT. Un sito riporta l’ALQ-57, su cui non vi sono dati.
In esperimenti condotti contro un MiG-21 catturato, i sottosistemi T2 e T4 di inganno, effettuando cicli RGPO di 6 secondi, avevano reso impossibile rilevare correttamente la distanza. L’affidabilità dell’AN/ALQ-16, purtroppo, non era elevata e l’ingannatore non è mai stato aggiornato.
Il velivolo era equipaggiato anche col dispositivo Maxson AN/ALE-16 con 10 lanciatori di chaff. Le cartucce erano dei tipi “track break” (200),“deception”(200) e“delayed opening”(200) e potevano essere lanciate manualmente o automaticamente, su segnale dell’ALR-12, per interruzione di traccia (track-breaking chaff). Il carico complessivo ammontava a 91 kg, la metà di quello di un B-52, e le cartucce di dipoli potevano essere lanciate in varie quantità, sequenze e velocità. Caduta la proposta di un disturbatore infrarosso (flare pot), il B-58 è stato equipaggiato successivamente coi dispenser ALE-20 per esche termiche.
Dopo numerosi progetti che contemplavano l’impiego di cannoni binati da 30 mm (T-182 ed Mk-4), Gatling da 30mm con sistema di puntamento ASQ-53 o missili leggeri con lancio all’indietro (progetto MX-1601), ragioni di peso e spazio hanno portato ad installare in coda un cannone T-171E3, poi ridesignato M-61 Vulcan. L’impianto rappresentava il primo sistema automatico di controllo del fuoco remoto (Black Warrior concept) con radar e computer analogico a stato solido. La piattaforma MD-7, diretta elettronicamente, era stabilizzata su 3 assi e pesava 840 kg con le munizioni.
Il sistema radar Emerson RD-7 in banda J era alloggiato sopra il cannone, alla base della deriva. Aveva 4 modalità: search, automatic target acquisition (ATA), manual target acquisition (MTA) e track. Effettuava la ricerca entro 15-20 km, l’acquisizione e il tracciamento automatico fino a 6860 metri di distanza. Aveva un settore di scansione di 100° in azimuth e da -48° a +42° in elevazione. In caso di disturbo radar, l’operatore poteva premere il pulsante anti-jam e cambiare la frequenza, al massimo 1 volta ogni 2 secondi. Il radar era soggetto ad un ground clutter parziale se l’aereo era sotto i 9000 metri di quota.
Il cannone General Electric T-171E3 a 6 canne rotanti da 20 mm con 1200 colpi, veniva attivato dall’ufficiale addetto ai sistemi difensivi, in modalità automatica o manuale, e sparava fino a 4000 c/min. Il settore battuto era di +/-30° in azimuth ed elevazione con velocità di inseguimento fino a 60°/sec. Si poteva selezionare la durata della raffica da 0,6 a 5 secondi in automatico o senza limiti di tempo in manuale. Era letale entro un raggio di 1370 metri. Il computer di tiro calcolava l’anticipo tenendo conto del vento, del numero di Mach e della densità dell’aria. La storia secondo cui il B-58 era più veloce dei proiettili sparati dal cannone non è vera: la velocità iniziale del T-171 era di 1035 m/sec. Ma il comportamento dei colpi da 20mm, nel volo a Mach 2, era definito “erratico”.
Le capacità del sistema difensivo sono rimaste discutibili. Le proposte di miglioramento comprendevano l’attacco a bassa quota, il miglioramento degli interruttori di traccia, il disturbo dei sistemi di comunicazione e datalink, riduzioni della traccia radar e l’uso di disturbatori ad alta potenza (500W CW) in banda E-F contro i radar di acquisizione e GCI. Ma l’ammodernamento non si è mai realizzato.