Gryazev-Shipunov GSh-6-23

Lo sviluppo di quest’arma è iniziato parallelamente a quello del GSh-6-30, come AO-19 o GSh-6-23 (TKB-613), seguendo lo schema dell’AO-18. Alla fine del 1965 si sono svolti i test a terra. Al banco la nuova arma ha sviluppato 12000 c/m, cadenza ridotta negli esemplari di serie a 10000. L’iniziale avviatore pneumatico dell’AO-19 è stato rimpiazzato con cartucce pirotecniche. Il GSh-6-23 (9A-620), omologato nel 1970, è entrato in servizio nel 1974.

Il GSh-6-23 è un cannone rotante a sei canne da 23 mm prodotto dal KBP Instrument Design Bureau di Tula. Ha funzionamento a gas, al posto dell’alimentazione esterna elettrica, idraulica o pneumatica tipica dei modelli americani. Le difficoltà incontrate nella realizzazione sono state notevoli, anche per l’eccezionale cadenza di fuoco. Ma non mancano i vantaggi. L’arma non impegna l’energia del velivolo e può sparare anche in caso di perdita di potenza. E raggiunge la massima cadenza in solo un paio di decimi di secondo, un vantaggio rispetto ai Gatling occidentali.

GSh-23M

La variante ammodernata GSh-6-23M (9A-768) impiega proiettili senza maglie, dopo i problemi riscontrati con l’alimentazione precedente, cosa che limita, però, la cadenza a 8500 c/m. 

Il cannone è presente come installazione fissa sugli Su-24 e sui MiG-31. Dopo la perdita di due Su-24 nel 1983, per detonazione prematura dei proiettili e problemi di inceppamento, l’impiego in tempo di pace è stato interdetto.  I cannoni sono funzionanti ma privi di munizioni.

In combattimento

Il GSh-6-23 è lungo 1,4 metri e pesa 76 kg. L’avviamento avviene tramite cartuccia pirotecnica (10 disponibili), come sui cannoni a revolver occidentali.  Il funzionamento è a gas con accensione elettrica.

E’ un cannone decisamente micidiale. Nei test ha polverizzato i bersagli. Il numero e il peso dei colpi e la cadenza elevata quasi dal primo istante, lo rendono letale, due-tre volte più di un Vulcan, sia pure su distanze inferiori. Impiega le cartucce AM23 (23×115) da 173-180 grammi (320-330 complete), nelle varianti HEI e API-T, con una  velocità iniziale di 715m/s. Il quantitativo di munizioni varia tra 260 colpi (massimo 800) sul MiG-31 a 500 sul Su-24.

SPPU-6

Sviluppato nei primi anni ’70, è un pod lungo 5 metri e largo 50 cm che alloggia un GSh-6-23 con 500 colpi. Pesa 525 kg, completo di munizioni. Il cannone è orientabile sia verso il basso, su un arco tra 0° e -45°, sia su un lato, tra 0° e +45°, per questo è disponibile in due modelli, destro e sinistro. L’incavo permette il fuoco diretto in avanti, contro bersagli aerei. L’arco laterale consente, invece, il mitragliamento di obbiettivi terrestri senza obbligare il velivolo ad una picchiata o al sorvolo diretto del bersaglio e permette lievi manovre per evitare le difese antiaeree.

L’SPPU-6  (Samolyatnaya Podvizhnaya Pushechnuaya Ustanovka, cioè installazione per cannone mobile per aerei) è simile ad un serbatoio ausiliario, con quattro alette in coda.  Pur montabile su altri velivoli, come il MiG-27 e il Su-15, è quasi esclusivamente impiegato da tutte le varianti del Su-24, a causa del peso e del rinculo elevato, in un massimo di tre esemplari.  

Fonti

https://en.wikipedia.org/wiki/Gryazev-Shipunov_GSh-6-23

http://weaponsystems.net/weaponsystem/HH13%20-%20SPPU-6.html

http://www.airwar.ru/weapon/guns/gsh623.html

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