I missili aria-aria del Sudafrica

Il Sudafrica ha iniziato lo sviluppo di missili aria-aria nazionali a seguito delle numerose guerre di confine con l’Angola e la Namibia, che dagli anni ’70 hanno martoriato quelle regioni. La presenza in particolare di caccia MiG-23 con piloti cubani, ha reso presto evidente l’inadeguatezza dei Mirage III ed F-1 armati con missili inaffidabili e di scarse prestazioni. Oltretutto l’embargo imposto al Sudafrica impediva il rimpiazzo e la sostituzione con armi più moderne. I MiG potevano ingaggiare i Mirage da medio raggio con missili R-24 e nel corto raggio gli R-60 si erano rivelati temibili. I missili in dotazione ai Mirage F-1CZ erano i Matra R.550 Magic all’infrarosso e gli R.530 a guida radar, questi ultimi inutilizzabili a causa delle condizioni climatiche e presto radiati. Oltre a questi, qualche Sidewinder di prima generazione.

L’aviazione sudafricana ha richiesto alla propria industria la realizzazione di nuovi missili, con requisiti stringenti. Sfortunatamente, era necessario partire da zero.

V1

Lo sviluppo del primo missile “nazionale” è iniziato già nel 1968 al National Institute of Defence Research (NIDefR). Il sensore all’infrarosso è stato copiato per “reverse engineering” dal Sidewinder. Il missile V1 risultante era niente più che un AIM-9B  con una spoletta CSIR di prossimità a transistor, più avanzata di quella a valvole dell’originale. Ma la produzione non è partita.

V2

Il missile successivo era una semplice copia dell’AIM-9B fabbricata dalla CSIR. Anche in questo caso la produzione non è stata autorizzata. Molto simili tra loro, ricalcavano le caratteristiche del Sidewinder, con una lunghezza di 2,83 metri, un diametro di 12,7 cm, un peso di 70,4 kg ed una testata a frammentazione di 11,4 kg. Il raggio d’azione era di 3,2 km.

Kentron V3A

Nel 1969 l’aeronautica ha richiesto un missile più manovrabile. La nuova ditta Kentron, nel 1971, ha allora iniziato lo sviluppo del V3A Kukri, primo vero missile indigeno, sia pure basato sul francese R.550 Magic. A seguito di riuscite intercettazioni nei test del 1972, l’anno dopo è iniziata la produzione, con 20 esemplari fabbricati entro il 1975. Impiegato fino al 1978 è entrato in servizio sui Mirage IIICZ e F-1AZ/CZ.

Lungo 2,95 metri, manteneva il diametro dei precedenti, con un peso aumentato a 73,4 kg. La configurazione delle superfici di controllo era innovativa, asimmetrica. Due alette mobili a delta per il controllo in rollio, e due alette mobili a doppio delta precedute da due alette fisse sul piano ortogonale per il beccheggio (twist and steer). Il motore bistadio assicurava un raggio d’azione massimo di 4 km. Quello minimo era di 300 metri. Il missile poteva manovrare a 25 g. La testata era a frammentazione da 12 kg.

v3b (2)

In anticipo su tutte le nazioni, i sudafricani hanno subito compreso l’importanza di un casco di puntamento, per agganciare il sensore del missile ai bersagli fuori asse, sviluppato dall’industria nazionale. Il sensore infrarosso, raffreddato con aria compressa contenuta nel binario di lancio, aveva però un settore di scansione di soli 30° e il missile soffriva di notevoli limitazioni di lancio e trasporto, con un massimo di 4 g, oltrepassati i quali la struttura letteralmente cedeva.

Kentron V3B Kukri

Nel 1975 sono iniziati i lavori per il successore V3B, per rimediare ai limiti di scansione e di inviluppo di lancio del V-3A. Il nuovo modello, con alette canard di nuovo disegno con apertura di 42 cm, era lungo 2,95 metri, con un diametro di 12,7 cm, una apertura alare di 53cm e pesava 74,2 kg. Aveva un motore più potente. La velocità a fine combustione era di 1,8 Mach oltre la velocità del lanciatore. Il raggio d’azione minimo era di 300 metri, quello massimo di 2-5 km a seconda della quota. Poteva sostenere 25g con un picco di 35-40g in manovra. Il velivolo lanciatore poteva manovrare liberamente fino a 7g, 15000 metri di quota e 1,8 Mach.

v3b

Il sensore monocolore era più sensibile, con un settore di scansione più ampio (34°) sfruttabile con un casco di puntamento migliorato. Ma pur disponendo di IRCCM era sensibile a esche e fonti di calore sul terreno, non era adatto a bassa quota. Per evitare il problema era necessario “agganciarlo” con precisione alla coda del caccia avversario. Non anticipava il movimento del bersaglio, ma si dirigeva sullo scarico, rischiando di far esplodere prematuramente la testata di 12 kg di Torpex 2A a frammentazione. In servizio dal 1982 sui Cheetah, è stato impiegato nei conflitti alle frontiere, ma senza abbattere alcun velivolo, perché i pochi lanciati, 2 o 3, erano fuori inviluppo utile di lancio. Alcune fonti parlano invece di 4 abbattimenti, 3 MiG-23 e 1 An-26. Secondo i piloti era inferiore al Matra R.550. Durante un dogfight, sono stati lanciati ben 10 missili V3B contro 2 MiG-23, senza risultato.

v3b3

Paragonabile all’AIM-9J è stato prodotto dal 1979 al 1985 in 450 pezzi ed impiegato sui Mirage III  BZ/CZ/D2Z/DZ/EZ/RZ/ R2Z, sui Mirage F-1AZ/CZ e reso disponibile per l’esportazione dal 1981.

Kentron V3C Darter

I missili fabbricati mancavano di autonomia e di capacità “all aspect”, serviva qualcosa di nuovo.

Pur con le difficoltà dovute all’embargo, i tecnici sudafricani hanno realizzato presto un missile più avanzato, paragonabile all’AIM-9L o al Matra Magic 2. A differenza dei precedenti, il modello C impiegava elevoni al posto di canard mobili. Il V3C era lungo 2,75 metri, con un diametro di 15,7 cm ed un peso di 89 kg. Il motore bistadio, con una fase boost di 2 secondi, dava una velocità a fine combustione di 2,2 Mach oltre la velocità di lancio. Il raggio d’azione arrivava a 10 km, quello minimo era di 300 metri. Il tempo di lancio era ridottissimo.

v3c (2)

Il sensore infrarosso era “all aspect” bicolore , con limite di scansione portato a 55°, con aggancio tramite il casco. Fornito di elettronica digitale, poteva rilevare bersagli a soli 15° dal sole o in volo a bassa quota. Finalmente permetteva al missile di anticipare il bersaglio, con angolo calcolato tra 20 e 160°. Poteva distinguere l’aereo dalle esche per confronto spettrale (colour guidance). La testata, di 16 kg di Torpex 2A a frammentazione con cubi di tungsteno, era attivata da una spoletta di prossimità laser e da una a contatto, ed era efficace entro 7 metri.

Missile principale per molti anni, è entrato in servizio sui  Cheetah C/D/E, Mirage III,  Mirage F-1AZ/CZ e Impala Mk2. E’ stato anche provato sugli elicotteri AH-2 Rooivalk. Prodotto dal 1986,  è arrivato troppo tardi,  entrando in servizio nel 1990. I ritardi hanno costretto il Sudafrica ad acquisire i missili V3S “Snake”, arrivati anch’essi in ritardo, ad ostilità cessate.

La Kentron ha migliorato costantemente il missile con nuove tecnologie. L’ulteriore sviluppo è cessato a favore dell’U-Darter.

Kentron U-Darter

L’ultima variante del V3C, viste le estese modifiche è stata ridenominata “U-Darter” (upgraded). In servizio dal 1997, era lungo 2,74 metri, con un diametro di 16 cm e un peso di 96 kg. Il raggio d’azione variava tra 400 metri e 10 km, con capacità di manovra di 55 g. Presentava innovazioni in tutti i settori. Più veloce, con pilota automatico digitale e tre modalità di acquisizione: cage, autoscan e helmet/radar. Il sensore IR raffreddato all’antimoniuro di indio ad alta definizione era a doppia banda, con angolo di scansione di 56° e la testata di 17 kg a frammentazione era attivata da una spoletta laser.

u darter

Montato sui Cheetah C/D è stato ritirato assieme a questi nel 2008.

V3S Snake  

L’inefficacia del V-3B  e i ritardi accumulati dal V3C, hanno obbligato all’acquisizione temporanea, nel 1987, di 50 missili israeliani Rafael Python-3 ribattezzati V3S, sui Mirage F-1CZ e sui Cheetah C/D. Lungo 3 metri, con un diametro di 16 cm ed un peso di 120 kg, aveva una velocità a fine combustione di 3,5 Mach e un raggio d’azione di 15 km. La testata di 11 kg era a  frammentazione con cubi di tungsteno.  Il missile è stato ritirato nel 2008 assieme ai Cheetah.

V3P

Per i ritardi già visti un altro missile, preso temporaneamente in considerazione, è stato l’R-73 (AA-11 Archer), riclassificato V3P. Estremamente avanzato, rispondeva alle richieste di alta manovrabilità, alte capacità di puntamento fuori asse e integrazione col casco di puntamento.

L’aeronautica sudafricana (SAAF) nel 1993 ha acquisito 18  missili per valutarli sui Mirage F-1AZ/CZ e su una variante migliorata del Mirage F-1 con motore SMR-95 russo.  Nelle prove i piloti sudafricani hanno lanciato con successo i missili da MiG-29 contro drone MiG-21.  Ma la SAAF e l’Armscor hanno deciso di continuare con i meno prestanti  V3C e  V3S. Lungo 2,9 metri con un diametro di 17,5 cm e pesante 105 kg, l’R-73 aveva un raggio d’azione da 300 m a 15 km.  E una testata di 7,4 kg con spoletta radar di prossimità.   

Il progetto è stato cancellato definitivamente col ritiro dei Mirage F-1CZ e con lo sviluppo, già avviato del V4.

Kentron V4   R-Darter

Le analisi degli scontri aria-aria sul confine hanno spinto la SAAF a varare un programma per un missile BVR (oltre il raggio visivo) denominato V4 o R-Darter (radar). La somiglianza con l’israeliano Rafael Derby non è casuale, dato che il Sudafrica si è unito nello sviluppo e nel finanziamento del missile, fin dagli anni ’80. Ma i due paesi erano responsabili per differenti componenti e i missili differiscono in alcuni elementi. Il V4 è entrato in produzione nel 1994, con l’IOC nel 1995.

r-darter

L’R-Darter è un missile a medio raggio e guida radar attiva, con capacità look-down/shoot-down e multi bersaglio con ottime ECCM. Lungo 3,62 metri, ha un diametro di 16 cm e pesa 118 kg. Il raggio d’azione massimo supera i 60 km, quello efficace è di 30 km. Può essere lanciato in due modi: LOBL (Lock On Before Launch) nel corto raggio, asservito al radar di bordo o al casco di puntamento, attivando subito il radar o LOAL (Lock On After Launch) nel lungo raggio, con guida inerziale intermedia e radar attivo in fase terminale.

Impiegato dai Cheetah C, è stato ritirato assieme a questi nel 2008. Molti dei componenti erano di tecnologia israeliana  e richiedevano continua assistenza. La necessità di un aggiornamento costoso e il numero dei missili lanciati nei test di upgrade hanno fatto il resto, lasciando i nuovi Gripen temporaneamente senza un missile a medio raggio. Al posto è stato acquistato l’IRIS-T nel 2010.

Denel Dynamics V3E  A-Darter

Gli studi per un missile di quinta generazione sono iniziati nel 1995. La mancanza di fondi e l’emigrazione di molti tecnici hanno ritardato lo sviluppo. Nel 2006, il Brasile si è unito al gruppo Denel Dynamics, con Mectron, Avibrás (motore) e Opto Eletrônica (sensore).

Il primo lancio da un Gripen è avvenuto a giugno 2010, l’integrazione è stata completata nel 2011. Dopo numerosi test coronati da successo nel 2012, è stata avviata la produzione in serie. La capacità operativa iniziale è prevista per il 2016 sia per la South African Air Force (SAAF) che per la Brazilian Air Force (FAB).

A-Darter 1

Sviluppo avanzato dell’ U-Darter,  l’A-Darter (agile) è un missile ad alta manovrabilità ed elevato raggio d’azione. Lungo 2,98 metri, ha un diametro di 16,6 cm, una apertura alare di 49 cm e pesa 90 kg. La configurazione è a bassa resistenza aerodinamica, con 4 alette di controllo in coda e 4 strake sui lati. Il motore bistadio, con spinta vettoriale (TVC) non produce scie visibili e permette un raggio d’azione massimo di 22 km, ed efficace di 10. La capacità di manovra non ha rivali: 100 g ! Il  missile nei test è stato lanciato nel corso di manovre a 12 g e fino a 13700 metri di quota. Il bersaglio può essere “agganciato” dal radar di bordo, dal casco di puntamento o dal sensore nel missile. E’ possibile il tiro oltre il raggio di rilevamento del sensore, in modalità LOAL con memory tracking ed è possibile colpire un bersaglio alle spalle (over the shoulder). Nel 2006, la Denel  ha selezionato l’unità inerziale Bae SiIMU02 per la guida a metà traiettoria. 

A-Darter

Il sensore IIR bicolore, raffreddato ad aria compressa, apparentemente lo stesso dell’IRIS-T, ha un angolo di rilevamento di 180°, con velocità di scansione di 120°/sec. Ha eccellenti capacità di rifiuto delle esche, con tecniche di  “spatial filtering” (differenza dimensionale e di forma tra l’aereo e il flare) e “velocity profiling” (differenza in velocità).  La testata è attivata da una spoletta laser.  

A-darter 2

Sono previste varianti, come l’A-Darter Light, l’A-Darter Extended Range e due progetti a più lungo termine, gli A-Darter Mk-2 ed Mk-3.

Il missile, compatibile coi lanciatori del Sidewinder, è destinato a 26 Gripen e 24 Hawk Mk-120. Il Brasile lo vuole sugli F-5E/F Tiger II, F-5A/B  e sui futuri F-X2.

Denel Dynamics  B-Darter

Negli anni ’80 è iniziato il programma LRAAM per un missile da 120 km di portata chiamato S-Darter, con una variante a medio raggio T-Darter. Nel 1995 la Kentron  ha mostrato un mockup di 3,2 metri e 18 cm diametro con ramjet Somchem e 4 prese d’aria. La Kentron ha considerato brevemente di entrare nel concorso inglese BVRAAM (Meteor) per poi abbandonare quando ha compreso che la politica non avrebbe lasciato alcuna possibilità. Particolarmente ambizioso, prevedeva controllo vettoriale (TVC) per i primi 2-3 secondi di volo, guida inerziale a metà traiettoria con datalink a due vie e un sensore IIR con capacità LOAL oppure un radar pulse-Doppler AESA per la fase terminale. La velocità prevista era di Mach 3 e la testata di 20 kg con spoletta di prossimità.

lraam

Il ramjet è stato provato con successo nel 1994, lo sviluppo sembrava promettente, ma la mancanza di fondi ha portato alla cancellazione. La Kentron ha provato ad offrirlo al Pakistan  nel 1999 ma il governo ha posto l’embargo.

Nel 2008 la Denel Dynamics ha iniziato lo sviluppo di un missile a guida radar per il Gripen, riprendendo i vecchi progetti.  Finanziato dal Dipartimento della difesa , il nuovo B-Darter è il frutto di 10 anni di investimenti. Molto simile all’AIM-120, ha una fusoliera di 18 cm di diametro pari a quella dell’Umkhonto, di cui presumibilmente sfrutta il motore e il datalink. Bistadio, dovrebbe garantire una portata di 80-100 km. La spoletta sembra derivata da quella dell’A-Darter.

marlin

Il radar attivo Central, forse del tipo AESA, utilizza l’esperienza ottenuta con l’R-Darter e gli avanzamenti tecnologici subentrati. Per esempio, le iniziali 5 schede digitali di processazione dei segnali sono state compresse in una sola. Il missile permette l’attacco multi bersaglio con ottime capacità di discriminazione del chaff e dei disturbi intenzionali. 

Nel 2013 il dimostratore è stato presentato al LAAD Defence and Security International Exhibition.  A settembre 2015 sono iniziati i test in volo. L’acquisizione è prevista per il 2016.

4 thoughts on “I missili aria-aria del Sudafrica

  1. Il discorso dei missili V-3C portati dai Macchi/Atlas Impala Mk II non è realmente corretto… in realtà, ad un certo punto (forse seconda metà anni ’90) vennero provvisti -almeno alcuni di loro- di missili ‘da addestramento’, ma non ebbero mai un impiego operativo con questi aerei, di cui alcuni (nessuno sa quanti) vennero, nella seconda metà anni ’80, provvisti di missili V-3B. A dire il vero, senza molta convinzione, visto che quando si verificarono gli abbattimenti di elicotteri russi, vennero usati solo i cannoni interni, ma è un fatto che i Macchi Impala Mk II ebbero effettivamente i missili. Ma questi erano pur sempre gli ancora limitati V3B e non i più recenti V3C, di cui addirittura c’é chi dubita siano stati mai comprati dalla SAAF, e se sì, gli esemplari operativi arrivarono solo ai Mirage. E l’intera discussione è reperibile googlando ‘SAAF A/C configs and armaments: Impala Mk II’ nel SAAF Forum (vedere gli articoli del nickname Spice, che è un veterano della SAAF ben informato e con molte foto rare disponibili)… Quindi non c’é molto da stupirsi che in pratica, l’uso di AAM dai lenti Impala (v.max dichiarata solo 770 km/h slm) fosse poco popolare, specie considerando che nemmeno i missili lanciati dai Mirage riuscivano a colpire i bersagli.

  2. Impressionante, comunque sia, quanto il Sud Africa si sia dato da fare con i suoi AAM, pur partendo da modelli tutt’altro che straordinari. Qui sopra sono elencati la bellezza di 11 modelli anche se alcuni sono di origine straniera.

    Davvero è impressionante come in realtà, vi siano molte nazioni capaci di costruire missili AAM avanzati, anche se non sono delle potenze militari e tecnologiche. Mentre qui in EUROPA, abbiamo bisogno di consorzi per sviluppare un missile AAM a corto raggio. O i militari sono esagerati nelle specifiche, oppure le industrie del dopo-guerra fredda sono buone solo a poppare soldi (o anche entrambe le cose, a pensarci bene).

    Piuttosto è interessante il confronto tra Python 3 e R-73, visto che il secondo è detto superiore al primo.

    1. La superiorità dell’R-73 rispetto al Python 3 non è così marcata, ma è reale. L’Archer ha maggiori capacità “off-boresight” e sistema di vettoramento della spinta (TVC). Il Python 4 è nato proprio con l’obbiettivo di superare il missile avversario.

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